La contemplazione dell\'emblema: la poesia eretica di emily dickinson PDF

Title La contemplazione dell\'emblema: la poesia eretica di emily dickinson
Author Peronica Verico
Course Filosofia
Institution Università degli Studi di Milano
Pages 22
File Size 397.9 KB
File Type PDF
Total Downloads 56
Total Views 143

Summary

Download La contemplazione dell'emblema: la poesia eretica di emily dickinson PDF


Description

La contemplazione dell’Emblema: La poesia eretica di Emily Dickinson Presentazione Commenti negativi: frutto depressione, instabilità mentale, mente femminile. Commenti positivi: poesia di idee, è frutto di un processo prima inconscio poi consapevole. Forza intellettuale a cui è associata un’intensità appassionata. Commenti italiani: lucidità spietata, tutta moderna; poetessa intuitiva, e non logica, Critica femminista: caratteristiche come l’ambiguità e la polisemia – l’obliquità di strategie di significazione – lette come segno di grande modernità. Umberto Eco, metafora. Partendo dalla sua vicenda esistenziale e dal suo confronto personale con il sapere teologico del tempo, dimostrare come la Dickinson abbia intrapreso un viaggio individuale, che agli occhi dei contemporanei poté apparire come il pellegrinaggio di un’eretica, ma che la portò infine a riavvicinarsi, attraverso una modalità estatica dell’esperienza, alle origini calviniste della spiritualità dei suoi padri. La sua evoluzione intellettuale la indusse a concepire la conoscenza come un processo intuitivo, molto vicino all’esperienza estatica. Linguaggio come uno strumento dell’estasi: come un atto creativo, che conosceva il suo oggetto mentre lo nominava, mentre cioè lo poneva in essere, lo traeva alla vita. Fece dell’ambiguità di significato l’origine di un senso che è inesauribile dall’interpretazione. Mise a punto un codice “obliquo” nel quale ogni segno apre i confini del significato invece di chiuderli. Il suo uso straordinario della metafora e il suo uso personale del tono di voce.

Introduzione Senso singolarità, ottobre 1847 seminario → severa educazione religiosa diventò insostenibile => non era capace di conformarsi passivamente a una norma proveniente dall’esterno. 3 categorie: 1. Coloro che si professavano cristiane 2. Avevano speranza di diventarlo presto 3. Non avevano alcuna speranza. Tentativo persuasione per cui gruppo 3 diminuisce sempre più. Pressione, minaccia: trasformare il senso della sua diversità in un senso di colpa o inferiorità per la propria inadeguatezza. Cerca di giocarci con ironia, ma anche con dolore, quando allude a se stessa come a una bambina cattiva. Nostalgia di casa → sentimento patologico. Però fedeltà inesorabile al proprio sentire - -> pensare la propria diversità come fonte di forza. Anziché essere interrogata, inizia ad interrogare gli altri e il mondo, mettendo in dubbio una lettura unica / univoca dei fatti. Sentimenti: orgoglio per la propria particolarità e solitudine; ricerca ininterrotta / spasmodica significato delle cose e dell’esistenza di cui potesse 1

avere certezza nella carne; l’impertinenza di un dubitare radicale e senza scrupoli; incapacità di credere in un Dio con il quale gli uomini hanno troppo accorciato le distanze. No desiderio Dio irraggiungibile, anzi denuncia indifferenza di un Dio troppo lontano + compulsione identificarsi con creature più piccole, indifese e trascurabili di Dio. Sotto atteggiamento condanna si nasconde il bisogno di un’intimità profonda con Dio → alcune poesie trasfigurato nel desiderio della congiunzione con un amante o uno sposo. È la via dei mistici. Parla spesso di elezione, di scelta, di nominazione = senso dell’essere trovati dalla grazia come soddisfacimento del desiderio atavico di trovarla. Rifiuta versione irrigidita, ma ritorno di cuore alla teologia di Calvino → Jonathan Edwards e Emerson, con entrambi ha in comune: il sentimento della fede in se stessi, in ciò che risuona e si ode dentro di sé quando si pronuncia la parola «io». È l’incapacità di prescindere da quanto si avverte dentro di sé. Volontà di affidarsi a quanto non si avverte: non si vede e non si sente. Fede = ponte che unisce quello che vediamo a quello che non vediamo, privo però dei piloni di sostegno. Cultura americana: fiducia in se stessi è il presupposto della fede nell’Altro (Dio / prossimo /stato / nazione etc.). individualismo è la base su cui si genera l’energia del Nuovo Mondo. «Io sono Nessuno! Tu chi sei?» → come ogni credente lacerato dal dubbio che è insito nella formulazione stessa del concetto calvinista della fede, viveva momenti di esilio da se stessa, di dissociazione della propria sensibilità, come buchi neri nell’esistenza: come il non-essere della morte. Non c’è differenza, nella psicologia della fede calvinista, tra la separazione da se stessi e la separazione da Dio. Agostino → che Dio è più vicino all’uomo di quanto l’uomo sia vicino a se stesso. L’importanza dell’individuo è uno strumento a doppio taglio: - Difesa della potenzialità creativa in quanto garantisce al singolo la dimensione della solitudine o dell’intimità con se stesso. - Arma di distruzione quando lo costringe all’isolamento.

Capitolo 1: La crisi di uno spirito oscuro. Possibile interpretazione → Evoluzione spirituale di Ed = esempio processo di formazione dell’identità → Obiettivo: costruzione di un equilibrio psichico che permetta all’io/sé di sopravvivere nel suo rapporto quotidiano e abrasivo con la realtà esterna. Poi anche vivere bene. Interpretazione storicamente più corretta → modello religioso che nel passato rendeva conto dell’evoluzione intera di un’anima (=mente + affetti). Linguaggio religioso a cui però significati personali, privati, spesso volutamente e apertamente eterodossi. Eretica come tute le dottrine ispirate: si affida 2

all’intuizione della presenza dello spirito e che non può, in quanto tale, essere trasmessa o condivisa. Predecessore: Anne Hutchinson, antinominianesimo (spirito > parola). Resoconti delle conversioni: modello articolato in tre momenti: 1. Crisi (come separazione, scelta, giudizio). È il momento – doloroso ma fecondo – in cui il velo della realtà apparente si squarcia lasciando affiorare una dimensione più profonda nella quale, finalmente distaccata, l’anima diventa consapevole della propria condizione di peccato. Come se, guardando le cose con occhi nuovi, le vedesse per la prima volta. 2. Holy desperation. Tentazione della separazione da Dio, dell’abbandono all’angoscia procurata dal senso della propria abiezione spirituale. Il disperare di essere mai salvati da Dio. 3. Momento paradossale, nel quale in sentimento di ansia e smarrimento si tramuta nella certezza – avvertita, esteticamente, nei sensi – dell’elezione divina. La critica al sapere teologico. Ed, ipotesi: errore nel modello teologico che indicava come la conversione dovesse avvenire, piuttosto che in lei. Quando cominciò a separare le proprie percezioni dal percepito collettivo e decide di affidarsi alle prime, cominciò a denunciare tutte le manchevolezze e le contraddizioni della dottrina calvinista, così come le era stata presentata: 1. Concezioni severe e intransigenti del peccato originale e della predestinazione. Of God we ask one favor (1601) [vd scheda]. Del concetto puritano della predestinazione la Dickinson denuncia gli effetti, potenzialmente distruttivi, sull’animo umano. L’imperscrutabilità delle vie della grazia divina gettano l’uomo in un tale stato di incertezza e di ansia da farlo infine disperare di essere salvato. 2. Interpretazione manichea della natura umana implicita nell’educazione religiosa. Immagine risvolto sarcastico: Dio instaurato i suoi rapporti con gli uomini sulla base del denaro e sviluppato nei loro confronti la mentalità del mercante: salvezza ridotta a una questione di dare per avere. (Patto di salvezza per le opere dal cui rifiuto era nato il movimento protestante). 3. Scritture come unica e incontrovertibile fonte di verità. → interpretazione rigidamente legalistica che veniva data alla Bibbia. Funzione della Bibbia non dovrebbe essere quella di condannare, ma di conquistare attraverso un canto suadente come quello del sermone di Orfeo. Rivelazione nelle Scritture non solo è insufficiente ma perfino dannosa per l’uomo => nasconde il fatto che il vero disvelamento, quello delle cose essenziali, avviene dentro di lui. La vera rivelazione si produce al cospetto della natura. 3

Conclusione → fine di un’epoca. Scomparsa di Dio = morte di un’intera cultura, che si era eretta sulla certezza della sua presenza. → amputata la mano destra di Dio (1551). La critica epistemologica Giudizio di natura epistemologica sulle modalità in cui veniva prodotta la conoscenza, più che sui suoi contenuti. Non c’era nulla di provinciale nei suoi interessi, fitte relazioni con la cultura locale e con quella della Nuova Inghilterra. Sfruttato isolamento fisico per espandere la propria mente (quotidiani, riviste culturali). Neanche estranea alla guerra civile → coincidenza inizio guerra – inizio flood years. Leggeva poco e bene: The soul selects her own Society. Stimava molto Emerson, disse che il suo Representative Men era un libro di granito. Possedeva una capacità analitica fuori dal comune, che le consentiva di esplicitare ogni passaggio logico causa-effetto. Però non le era utile, questo modo di ordinare le cose non le rivelava il loro senso. Spirito pragmatico → metodo analitico descrizione esterna delle cose ma non il loro significato più profondo. Fuoco interesse sua poesia: confine tra la morte e tutto quanto ha inizio a partire dalla morte, è un limite che l’intelligere umano non può varcare. Le ragioni della Ed, stesse della fenomenologia e dell’esistenzialismo. La concezione della natura: il superamento di Emerson Consumare e superare autonomamente l’importo filosofico del movimento trascendentalista. Ammirava gli Essays e i Poems che probabilmente contribuirono a rafforzare la sua fiducia in se stessa, e a convincerla ad applicare alla vita la dottrina della self-reliance → volontà di mantenere intatto il proprio io sopra ogni cosa e di coltivarlo e accrescerlo, appoggiandosi ad esso come al vero centro della propria interiorità (On a Columnar Self). Ma anche esplorazione della propria interiorità come se fosse un continente sconosciuto. Affascinante perché ancora da scoprire. Lealtà a sole tre cose al mondo: a se stessi, all’onore, all’immortalità. No conformarsi uso comune, ma irrinunciabile necessità interiore. Demone dell’autonomia, dell’impulso → derivare la norma per il suo comportamento dalla sua percezione. Rapporto uomo e natura → non prescindere dai dati dell’esperienza, però rischio che le possibilità di conoscere siano ridotte al minimo. Logica migliore: quella che accoglie una nozione in seguito alla percezione di un dato sensibile. Sembra voler riposare sull’ evidenza del fenomeno, su qualcosa che possiamo descrivere fedelmente come appare e come lo vediamo senza giudicarlo prima di vederlo. 4

Un fenomeno, sia di natura fisica che di natura spirituale, si deduce dal manifestarsi sensibile dei suoi effetti. A differenza di Emerson: i sensi non suggeriscono alla Dickinson una visione organicistica e ottimista della natura. Se subisce la tentazione di sentirsi fusa con l’ambiente naturale, e quindi unita all’essere che sembra pervaderlo, alla fine la smaschera e la rivela come un’impressione illusoria (adotta stile romantico con intento parodico). Sequenza finzione – svelamento – ripresa → senso dolente di una vana, eppure insistita reiterazione del desiderio di appartenere inconsapevolmente alla natura, di essere una cosa sola con essa. Percepisce: un’aria di imperscrutabilità superiore, di sovrana indifferenza all’uomo e all’intero universo. La natura resta separata dall’uomo e impermeabile alla sua indagine. La concezione e la conoscenza: Con Edwards e i romantici verso il fenomeno e l’esistenza Se una rivelazione spontanea e completa da parte della natura è diventata una chimera del passato, in quale modo e in quale misura è ancora possibile, per l’uomo, conoscerla? Fenomenologicamente per Ed è la coscienza a porre i significati, e lo stesso oggetto della conoscenza esiste solo in quanto conosciuto dalla coscienza e solo in seno all’esperienza. Il mondo della natura concede all’uomo attimi di percezione intuitiva, insights, durante i quali la coscienza trae dai fenomeni, per analogia, un significato più vasto. (intuizione eidetica o intuizione dell’essenza, eidos, che avviene quando tutti i pregiudizi filosofici, scientifici e personali sono stati sospesi. Natura torna a diventare quel libro aperto di simboli che suggeriscono continuamente le vie di accesso al suo mistero, in una visione che per lei è la riconquista di un lascito ereditario che aveva in un primo tempo rifiutato. La mente da sola non in grado di cogliere la verità da sola, ma potrà farlo solamente il cuore (Edwards → metonimo biblico dell’interiorità dell’uomo), il complesso di tutte le facoltà spirituali dell’uomo.

Capitolo 2: La tentazione della separazione L’esperienza che per eccellenza si può conoscere solamente attraverso la totalità dep proprio essere, fisico e mentale, è la morte. La morte è un evento che si comprende prima intuitivamente, poi attraverso i sensi. Crisi di Ed si acuisce 61-62 - => serie di morti effettive e da una drastica separazione, che visse psicologicamente allo stesso modo di una morte: parting. Muore amica Sophia Holland (44), poi Leonard Humphrey che insegnava alla Amherst Academy (50), Ben Newton (53) suo primo precettore. 54 conosce il suo secondo precettore, Charles Wadsworth, fors lo ama ma comunque lui già sposato e poi nel 62 se ne va in California. Inizia a vestirsi di bianco + isolamento graduale nella casa paterna. 5

Così in questo periodo soffrì intensamente, costretta a percorrere fino in fondo il cammino della separazione, fino alla propria morte psicologica (che può diventare permanente, oppure generare da se stessa la resurrezione. «è un momento pericoloso per tutti, quando le cose perdono di significato e la vita sta lì, ritta – e puntuale – ma sembra vuota. Eppure questi momenti esistono. Se sopravviviamo, ci espandono, altrimenti – altrimenti è la morte, il cui “se” dura in eterno». Nelle poesie questo momento è rappresentato in una duplice forma: come narrazione di un evento che disgrega la psiche e ne arresta l’attività, e come raffigurazione di uno stato di morte-in-vita. 1862: flood years, poesia dedicata al mondo contemporaneo. Scrisse all’ultimo deu sui precettori, Thomas Wentworth Higginson (pubblicista liberale e sostenitore di cause progressiste), chiedendogli se era troppo occupato per dirle se gli sembravano “vivi”. Evento che disgrega la psiche → I felt a funeral, in my brain: - Raffigurazione estremamente vivida di un funerale nella mente del personaggio cui appartiene la voce che parla nella poesia. Effetti sulla psiche così intensi e dirompenti da far pensare a un trauma grave, forse una metafora per indicare un patologia permanente. Sensazione ossessiva (parallelismi + ripetizioni) e rapido ottundimento della sensibilità. La mente diventa poi insensibile. Qualcosa tortura ancora l’anima, nella seconda stanza, e la fa scricchiolare pericolosamente. Poi si fa il silenzio in cui vive chi si trova circondato dal nulla e non potendolo sopportare crolla. - Ma sta parlando di una morte psicologica o di una morte fisica? Non è forse la stessa cosa? Immagina, in vita, come sarebbe stato trovarsi al centro dell’attenzione di un gruppo di persone che si erano raccolte intorno al suo corpo in occasione della sua morte. Raffigurazione del proprio funerale percepito dall’interno del proprio cadavere. Percezione improvvisa della propria morte, ipotizzata come distinta in due momenti, anche se ravvicinatissimi, prima quello che ottunde i sensi, poi quello che spegne la coscienza. Un altro gruppo di poesie sulla morte descrive uno stadio successivo a quello del trauma, presentando uno stato di morte-in-vita come correlativo oggettivo della nevrosi provocata dal lutto. (After a great pain, a formal feeling comes -) → a Quartz contentment. I breathed enough to take the Trick: ho respirato tanto che conosco / il trucco – ed ora son priva d’aria – / simulo il mio respiro così bene etc. → simulare un attaccamento alle mansioni e ai gesti quotidiani quando l’esistenza si è interrotta, in qualche punto più indietro del nostro cammino, è uno sforzo estenuante. La vita è energia, altrimenti non succederebbe che si esaurisca come fa l’acqua di un serbatoio. La passione, inoltre, la vita vissuta intensamente, costa la vita stessa. Lei non possedeva un’energia sufficiente per poterla spendere in quantità costanti. Per questo la sua vita, così come la sua fede, procedette con ritmo sincopato, per fasi alterne di accumulo e consumo. La morte è cosa da poco rispetto al vivere quotidiano, che implica un morire ripetuto, molteplice, durante il quale non ci è concesso neppure il 6

sollievo dalla pena che ci procura la morte finale, definitiva → assume i contorni dell’esperienza-limite, oltre la quale non c’è più nulla da temere. Per questo, guardare alla morte è morire. Accogliere l’idea della propria morte libera il terrore esistenziale. Crisi cultura plurisecolare in lei → vissuta in modo diretto e personale. «Più volte, poi, provata dal pericolo,/ ho valutato quale immensa forza / darebbe avere un Dio così potente / da reggere la mia vita per me / fino a farmi ottenere l’equilibrio / troppo spesso oscillante, in questi tempi». Lo stesso Dio le appare come la causa prima della privazione e della morte. Così come pone la vita, la elimina secondo un imperscrutabile disegno. L’uomo, la natura, e Dio sono drasticamente separati: «Io mai conobbi Dio né la natura». Vittima ansia che può attanagliare chi crede che la grazia sia concessa, come la vita, per arbitrio divino e una volta sola.

Capitolo 3: La conversione eterodossa Nella teologia puritana, così come nella filosofia esistenzialista, il momento della massima prostrazione dell’anima coincide con il punto di partenza del suo riscatto. Come conversiojne di Paolo, frutto di un atteggiamento insieme passivo e attivo: il persecutore dei cristiani accoglie dentro di sé l’azione della grazia con cui Dio ha deciso di inondarlo improvvisamente, suo malgrado. Paolo accetta di morire a se stesso per rinascere a nuova vita. Anche per lei l’esperienza fondamentale (la morte spirituale che visse per lutti e separazioni) è insieme esperienza del finito, cioè dell’impossibilità di esercitare un controllo sulle cose tramite la loro conoscenza, e dell’infinito, cioè dell’elemento incalcolabile che si estende oltre i limiti della conoscenza umana e affonda nel mistero. Paradosso: l’assenza di Dio si trasforma così in esperienza del divino. L’elaborazione concettuale di questa esperienza del capovolgimento paradossale della negatività in positività è forse l’acquisizione più originale della teologia protestante. Esperienza della morte altrui e della propria morte spirituale le portò un contributo simile, che fu altrettanto prezioso pe l’elaborazione del suo rapporto con la realtà. L’intuizione della coincidenza degli opposti – del capovolgimento del vuoto in pienezza, dell’assenza in presenza – per lei deriva direttamente, per analogia, dall’esperienza del paradosso centrale della morte che si trasforma improvvisamente in rinascita, visione, identificazione di sé, giustificazione religiosa, percezione dell’assoluto, senso dell’eternità. I saw no way – the heavens were stitched (378) → dalla prima alla seconda stanza → da una sensazione claustrofobica di chiusura all’interno di uno spazio opprimente, che ci sta per schiacciare, all’uscita sulla superficie aperta della circonferenza (simbolo orizzonte che si espande e allargarsi della coscienza fino al suo confine). 7

La morte diventa quindi una possibile via di accesso alle profondità insondabili della nostra coscienza. «Credo che ci siano abissi nella coscienza di ognuno, dai quali non riusciamo a salvarci – nei quali nessuno ci può accompagnare – che rappresentano, per noi mortali – l’avventura della morte –». Vivere la separazione = uscire da una dimensione di fusione con l’altro da sé e percepirlo, finalmente, come un oggetto indipendente. Il paradosso è che non si vive finché non si è morti, o che bisogna morire per nascere. La morte è la prima forma di vita che abbiamo il potere di contemplare, perché il nostro ingresso in questa vita è l’inizio della separazione dalla nostra origine e quindi della nostra incomprensione dell’essere. La morte consente la comprensione del senso di certi oggetti e ci consente una stima più corretta delle cose. Tanto la morte quanto la rinascita sono eventi nei qual...


Similar Free PDFs