la poesia comico realistica PDF

Title la poesia comico realistica
Author Giulia Ratuis
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi di Genova
Pages 2
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Summary

riassunto dei caratteri principali della poesia comico realistica toscana...


Description

LA POESIA COMICO REALISTICA 1. La poesia goliardica Intorno al 1100 fiorisce in Europa per opera di chierici vaganti il filone della poesia goliardica. È una poesia scritta in latino che canta la donna, la taverna, il gioco d’azzardo, esalta il denaro, lamenta la povertà e usa in modo parodico le formule ecclesiastiche. La raccolta più famosa è quella dei Carmina Burana (sec. XIII)

2. La poesia popolare e giullaresca È destinata a un pubblico di modesta cultura, è legata ad occasioni pratiche (feste, intrattenimenti vari); la trasmissione è orale (inizialmente). La diffusione è opera dei giullari, poeti vaganti che si esibivano nelle piazze e nelle fiere ma anche nei palazzi dei signori, e seppur di modeste origini erano spesso dotati di una cultura di un certo livello. La forma di questi componimenti è generalmente semplice, elementare, caratterizzata da un linguaggio popolaresco e con ritmi facili e veloci. Vi è innanzitutto un filone di poesia amorosa, che riprende temi della poesia cortese ma in forme più ingenue: albe (= addio degli amanti al sorgere del sole(, serenate, lamenti di donne abbandonate o infelici, imprecazioni contro padri severi o mariti gelosi. Le forme ricorrenti sono: • • • •

La ballata La frottola Il rispetto Il contrasto (scambio tra due interlocutori)

Ci sono anche componimenti di argomentazione politica, ad esempio il Sirventense dei Lambertazzi e dei Geremei, che tratta le lotte delle fazioni bolognesi. Normalmente queste produzioni sono anonime. Ci sono pervenuti solo 3 nomi di autori: 1) Cielo d’Alcamo 2) Ruggieri Apugliese 3) Matazone da Caligano

3. La poesia comico-parodica (o comico-realistica) RIBALTAMENTO DEI CANONI STILNOVISTICI: è l’esperienza di alcuni poeti che seguono un percorso differente da quello della linea poetica dominante nella Penisola del XIII secolo; è una linea che si afferma nella scuola siciliana (prima grande espressione = lo stil novo!) e che canta sentimenti elevati come l’amore e utilizza un linguaggio selezionato e raffinato, dando vita ad una tradizione illustre che tende al sublime.

È proprio il rifiuto di queste convenzioni che caratterizza la poesia comica, che usa uno stile basso e che si occupa di elementi di quotidianità di una realtà volgare e in degrado; spesso sono presentati laidi e deformi, posti in ambienti malfamati e corrotti. È un’operazione che vuole rovesciare gli schemi e le convenzioni della poesia elevata con chiaro intento caricaturale. Il metodo prevalente è quello della PARODIA, che consiste nel trattare con linguaggio nobile\sublime soggetti spregevoli. I valori della cortesia e dell’amore sono capovolti con l’intento di mostrare il loro risvolto alternativo, spesso ridicolo: all’amore che sublima si sostituisce il desiderio sessuale, alla dama raffinata la donna plebea, al posto di elogiare le virtù sono elogiati i vizi. Bisogna ricordarsi che si tratta di un vero e proprio genere poetico, che da un lato si collega alla precedente tradizione comica dei chierici vaganti, e dell’altro prelude i successivi generi giocosi e parodici. GLI AUTORI Nel suo valore anticonformistico questo tipo di poesia dà voce alla diversità, al dissenso e all’emarginazione. 1) CECCO ANGIOLIERI: senese, dai suoi componimenti emerge l’immagine di una vita irregolare, spesa tra taverne, gioco, donne. I temi più ricorrenti nella sua produzione sono -> amore sensuale per una fanciulla plebea, odio per il padre, odio per la sorte avversa, umore nero, ira verso il mondo. La sua poesia è un gioco letterario che si rifà alla tradizione dei chierici vaganti. L’insistenza su questi temi risponde all’intento di esagerazione parodistica, in polemica e contrasto con lo Stil Novo. 2) RUSTICO DI FILIPPO: fiorentino, vena satirica, ritrae in toni grotteschi persone e scene dell’ambiente borghese, con linguaggio violento ed espressivo. 3) FOLGÒRE DA SAN GIMIGNANO: autore di due corone di sonetti -> nella prima augura per ogni mese gioie ad una brigata nobile di Siena, nella seconda consiglia il modo più piacevole di trascorrere le giornate. I sonetti si risolvono in una serie di “quadretti”, in cui sono riportati in forma aggraziata e vivida momenti tipici della vita cittadina (feste, banchetti, tornei…). La sua poesia esprime un’ideale di vita cortese, animato dalla gioia e della prodezza: documenta la borghesia comunale in ascesa che fa propri i valori della società feudale. Il poeta proietta questi ultimi in un mondo ideale in cui si può evadere, ma propone questi modelli anche come effettivamente praticabili. N.B: tra la poesia stilnovistica e quella comico-parodica non esisteva una barriera invalicabile!...


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