la crime fiction PDF

Title la crime fiction
Author Ivan Leonardo
Course Storia della serialità
Institution Università di Bologna
Pages 10
File Size 242.5 KB
File Type PDF
Total Downloads 49
Total Views 140

Summary

riassunto di crime fiction. storia del genere crime e dei suoi autori....


Description

CRIME FICTION Oggi l’espressione crime fiction è utilizzata come categoria ombrello per una molteplicità di fenomeni, anche molto diversi fra loro: romanzi, racconti, opere cinematografiche, serie televisive, video giochi, fumetti. E le migliaia di autori che operano in questi settori utilizzano questa espressione come tag per la loro produzione. Crime fiction ha sostituito nel linguaggio critico il termine forse più conosciuto di detective fiction: entrambi i prodotti letterari sono legati a inchieste, indagini e delitti, ma con una sottile differenza: nella crime fiction si pone l’accento sulla rappresentazione della situazione criminosa, mentre nella detective fiction l’attenzione è piuttosto rivolta alla figura dell’investigatore. In realtà detective fiction e crime fiction parlano la stessa linguaggio e raccontano la stessa storia, seppure da prospettive diverse. La crime fiction è dunque un macro-genere che abbraccia una serie di sottogeneri: mistery, detective story, noir, thriller. Secondo Carl Malmgren, tre sono i sottogeneri fondamentali della crime fiction: l’indagine classica (classical detection): in cui gli enigmi sono svelati nel finale e i personaggi hanno ruoli chiari e precisi. Si sviluppa ed è molto apprezzata in Inghilterra e annovera autorevoli scrittori come Doyle, Agatha Christie e George Simenon. l’indagine hard-boiled, di matrice americana, in cui sfuma la distinzione tra innocenza e colpa e lo stoico detective è coinvolto pericolosamente nell’intreccio. la Crime story, che assume per protagonista il criminale stesso, un eroe negativo che stranamente rimane impunito e che riesce ad affascinare il lettore tanto da fargli sperimentare indirettamente la complicità nel delitto e il timore della cattura. Origine della crime fiction La crime literature non ancora compiutamente fiction fa i suoi esordi già nel 700. Nel 1722 Daniel Defoe pubblica il romanzo che ha come protagonista Moll Flanders: il romanzo s’ispira alla vita di una celebre ladra nata nella prigione di Newgate e che, ancora bambina, comincia a vagabondare con una banda di zingari, fin quando viene raccolta dalla carità pubblica. Crescendo, vive un’esistenza di peripezie, punteggiata da ben cinque matrimoni che, tra avventure, colpi di scena e miserie, la vedono costretta a scegliere il furto e la prostituzione come unica soluzione di sopravvivenza. Nel 1773 viene pubblicata in Inghilterra la prima raccolta di attività criminose The Newgate Calendar. In questa raccolta i cappellani del carcere di Newgate raccolsero biografie, verbali di udienze, confessioni, resoconti di esecuzioni; il tutto in forma oggettiva, impersonale (non compare alcun detective), con l’intento morale di dimostrare che il crimine non paga e con l’ambizione di rappresentare a cittadini colti e facoltosi l’abisso di abiezione in cui era possibile precipitare. E’ a partire dalla fine del 700 che la modalità crime può considerarsi pienamente codificata nella fiction e questo grazie alla scrittrice inglese Ann Radcliffe.

I suoi romanzi, infatti, costituiscono una prima ibridazione di genere con il gotico. Hanno come protagoniste eroine sole, vittime potenziali di oscuri persecutori che hanno qualcosa di demoniaco e soprannaturale, che riescono, grazie ad una coraggiosa intraprendenza tipica dei detective che verranno, a sventare le macchinazioni ordite contro di loro. romanzo gotico è un genere narrativo sviluppatosi dalla seconda metà del Settecento[1] e caratterizzato dall'unione di elementi romantici e dell'orrore. Dal 1817 in Inghilterra cominciano ad essere pubblicate regolarmente fiction a puntate di ogni tipo, rivolte a lettori appartenenti a tutte le classi sociali minimamente alfabetizzate.

Prime apparizioni del detective La crime fiction perviene alla sua maturità espressiva ed artistica nel corso del XIX secolo in parallelo alla maturazione della figura complessa e moderna dell’investigatore. La crescente industrializzazione del XIX secolo e la conseguente concentrazione urbana di grandi masse popolari rende necessaria la fondazione di corpi di polizia professionali e stabili e di procedure investigative affidabili per arginare il fenomeno della criminalità. I nuovi tutori della legge sono spesso ex criminali e la loro vita avventurosa finisce col suscitare l’interesse del pubblico e della stampa in quanto i giornali raccontano con dovizia di particolari le loro gesta. L’editoria fiuta gli utili di un mercato tutto da scoprire ed iniziano ad essere pubblicati racconti polizieschi a basso prezzo che apriranno la strada alla detective narrative.

Edgard Allan Poe: precursore della crime fiction La crime fiction vera e propria nasce con Edgard Allan Poe a metà ottocento. A lui si deve infatti l’invenzione del primo detective della letteratura occidentale: Auguste Dupin protagonista dei racconti “ Gli assassini della Rue Morgue” scritto da Poe nel 1841, il Mistero di Marie Roget, (1842) e la lettera rubata(1844).

In questi tre racconti Poe introduce gli elementi base di un certo tipo di ficiton: L’investigatore, protagonista eccentrico ma dotato di intuito, intelligenza e genialità fuori dal comune;  la narrazione in prima persona di un amico intimo (e meno brillante) del detective;  il delitto fuori dal comune;  la polizia ufficiale pasticciona e messa in ridicolo  la decodifica attenta dei segni  il rigoroso e drammatico dipanarsi degli indizi e delle conclusioni Benché sia un investigatore dilettante, Dupin è dotato di impressionanti capacità analitiche ed è capace di destreggiarsi con grande abilità anche laddove la polizia non riesce a trovare soluzioni. Riesce a risolvere i casi attraverso puri procedimenti razionali. Il suo metodo investigativo è insieme induttivo e deduttivo, “raziocinante”, matematico e puramente analitico. Dupin è estremamente minuzioso nell’analisi di ogni singolo indizio, in particolar modo di quelli che in apparenza sembrano avere scarsa importanza. 

Dà un grande peso al ragionamento e al potere della mente di risolvere i problemi, può praticamente leggere la mente criminale (cd. mind reading) attraverso la sua destrezza deduttiva, è un attento osservatore e ha la capacità di risolvere i crimini più gravi e complessi basandosi su dettagli, apparentemente, irrilevanti. E’ opinione concorde degli studiosi che i tre racconti di Poe abbiano sicuramente influenzato la detective fiction successiva lasciando in eredità agli scrittori di epoche successive un modello generativo collaudato e convenzioni destinate a durare nel tempo. Opere come Delitto e castigo di Dostoevskij e la Casa desolata di Dickens contengono personaggi ispirati a Dupin che sarebbe servito da modello anche a Doyle per il suo Sherlock Holmes. Agli occhi dei consumatori di oggi della crime fiction, indubbiamente Poe appare alquanto rudimentale: i suoi intrecci sono troppo fuori dall’ordinario e di facile risoluzione. Ma indubbiamente si deve dare il merito a Poe di aver saputo individuare ed esaltare nella sua scrittura alcuni nodi fondamentali della narrazione in modalità crime. Fra questi l’esplorazione degli strati estremi della mente cioè il meccanismo del mind reading che sarà destinato a diventare il contrassegno più rilevante della crime fiction. Trama dei tre racconti Gli assassini della Rue Morgue: Due donne vengono trovate brutalmente assassinate e l’appartamento dove è avvenuto il misfatto appare ermeticamente serrato, con porte e finestre chiuse. Il “mistero della porta chiusa” viene brillantemente risolto da Dupin, e l’acume del detective stupisce il lettore ancora di più della scoperta dell’incredibile killer (un orangotango impaurito). Il mistero di Marie Roget : E’ una fedelissima trasposizione in fiction di un omicidio realmente accaduto che suscitò molto scalpore nella New York dell’epoca. Mary Rogers era una ragazza nota per la sua bellezza che lavorava in un negozio di tabacchi. Il suo cadavere venne ritrovato sulle rive del fiume Hudson. Per molti fu assassinata da una banda di balordi criminali, una donna assicurò invece che la ragazza era morta in seguito a un aborto fallito. I giornali si interessarono morbosamente alla vicenda per mesi ma il caso non venne mai risolto. ll racconto di Edgar Allan Poe venne pubblicizzato come “la soluzione” del mistero. In realtà lo scrittore, celandosi dietro il suo alter ego Auguste Dupin, cerca solamente di smontare le ricostruzioni più accreditate dei giornali e costruisce un’ipotesi affascinante, ma senza mai fare il nome del presunto colpevole. La lettera rubata: Narra lo stupefacente ritrovamento di un prezioso manoscritto da parte del detective. La lettera di una nobildonna, compromettente per la stessa, viene sottratta da un ministro, che potenzialmente potrebbe servirsene a scopo di ricatto, e viene nascosta in una maniera così singolare e sapiente da ingannare le più minuziose ricerche della polizia, ma non l’abile Dupin. (la lettera non è stata nascosta ma tenuta in bella vista sulla scrivania del Ministro dove nessuno pensa di cercarla). Dupin arriva alla soluzione del mistero leggendo il comportamento del Ministro, identificandosi con il suo modo di pensare e dimostra che senza questo passaggio nessuna ricerca può essere fruttuosa.

Sherlock Holmes

Rappresenta un fenomeno globale e un caso unico nel suo genere se si pensa che a questa figura finzionale, nato dalla penna di Conan Doyle, sono state dedicate società internazionali, un museo londinese e svariate opere teatrali, filmiche e televisive. Ancora oggi le circa 60 storie di cui è stato protagonista sono sottoposte a minuziose analisi da parte di critici e lettori appassionati che quotidianamente arricchiscono il web di blog, forum e portali. Appare per la prima volta nel 1887 nel racconto “ Uno studio in rosso” ed è subito chiaro che il nuovo iper detective raccoglie in sé e ripropone in chiave più moderna le caratteristiche degli investigatori che lo avevano preceduto, in primis il Dupin di Poe. A questa prima novella, che comunque non riscuote molto successo, fa seguito nel 1890 “ il segno dei quattro” . Ma la vera maturazione di Holmes-personaggio e della scrittura di Doyle arriva nel 1891 con la pubblicazione di 12 short stories dove lo scrittore trova il suo format vincente: un plot robusto, la caratterizzazione a tratti marcata del protagonista e del co-protagnista, e un finale con una svolta a sorpresa o addirittura una autentica rivelazione. Arriva il successo e Doyle smette la professione di medico per dedicarsi esclusivamente alla scrittura. Nel 1892 le 12 storie vengono ripubblicate con il titolo “le avventure di Sherlock Holmes”. Premesso che le 12 storie non trattano tutte di omicidi ma anche di furti, ricatti, camuffamenti di identità, esse presentano caratteristiche comuni:  la maggior parte dei colpevoli non sono pericolosi malviventi ma individui comuni della classe media che sembrano scivolare nell’atto criminoso casualmente.  Le storie di Doyle sono la rappresentazione degli effetti dirompenti che alcuni eventi possono avere su esistenze rispettabili e indicano ai lettori quanto sia probabile nella vita di ogni uomo incorrere in errori a causa di molteplici tentazioni: il denaro, il prestigio sociale, l’amore.  Pochi dei racconti si concludono con la consegna del colpevole alla giustizia e nella maggior parte dei casi l’atto criminoso contiene in sé la punizione sotto forma di rimorso o smascheramento. Del resto Holmes non è un uomo di legge e non ha obblighi istituzionali: spesso si accontenta di lasciare in libertà i suoi concittadini peccaminosi con un motto di spirito e di ripristinare, dove ciò è possibile, l’ordine costituito. Visto il successo di pubblico a Doyle vengono commissionate altre nuove 12 storie che escono nel 1893 e ripubblicate in volume nel 1894 con il titolo “Le Memorie di Sherlock Holmes”. A questo punto i racconti lasciano alla mente geniale di Holmes tutto lo spazio della scena e quasi ogni elemento narrativo è concentrato sul personaggio principale. Doyle, infastidito dalla risonanza mediatica del suo personaggio, che sembra avere più fama d lui, decide di sbarazzarsene. L’ultima shorte storie della serie “L’ultima avventura” presenta due elementi che diventeranno importanti per il grande futuro del genere: - L’introduzione di un antagonista di pari livello intellettuale ma “genio del male” il prof. Moriarty;

-

La spettacolare scomparsa del super detective inghiottito da una cascata mentre lotta con i suo mortale nemico. Ma il pubblico chiede a gran voce il ritorno del suo beniamino e Doyle, anche per il lauto compenso gli viene offerto, scrive “ Il mastino dei Baskerville” che esce nel 1902. Il romanzo è ambientato agli inizi della carriera di Holmes, quindi non si tratta di una vera e propria resurrezione del personaggio, che invece viene resuscitato appieno nel 1905 con 12 racconti che escono in un volume intitolato “Il ritorno di Sherlock Holmes”. Il successo di Holmes è indubbiamente dipeso dall’abilità che Doyle ha avuto nel costruire un personaggio bohèmien, nel senso di anticonformista, ricco di pregi e di difetti. Un personaggio dall’abile deduzione, dall’intuito eccellente, ma anche una figura molto irruenta, spesso fuori dalla rigida etica professionale di un tempo. A questo poi si aggiunge l’ambientazione della magica atmosfera della Londra vittoriana che fa da contorno alle opere, e il fatto che la maggior parte dei racconti introduce il suo metodo di indagine ipotetico-deduttivo (cd. Abduzione) apprezzatissimo dai lettori e che li inchioda dalla prima all’ultima pagina. Anche la serializzazione del personaggio contribuisce a decretarne il successo: fin dalla sua prima apparizione Holmes dà prova delle sue eccezionali abilità inferenziali e di mind reding e in questo modo Doyle caratterizza fortemente il personaggio creando una sorta di personaggio-mito contrassegnato dalla serialità. Ciò induce il lettore a perder di vista il rigido confine tra realtà e finzione sino a considerare Holmes come una persona realmente esistente. La golden age della detective fiction Tra il 1920 e il 1940 la detection fiction vive la sua golden age e assume una struttura ampiamente codificata tanto da essere definita anche con l’espressione detection classica. L’apice della codificazione della detection classica si raggiunge nel 1928 con la creazione di un decalogo scritto da Ronald Knox dove vengono elencate le 10 regole cui ogni scrittore di detection classica deve rispettare per consentire anche al lettore di arrivare alla soluzione dell'enigma proposto. Schematicamente il meccanismo narrativo della detection classica non è nient’altro che il racconto della soluzione di un enigma: di solito si inizia con un omicidio, subito dopo interviene un investigatore che con un meticoloso lavoro di indagine in cui nulla viene lasciato al caso, cerca di ricostruire cos’è successo: scopre gli indizi, li esamina e li ordina in una sequenza logica, interroga i sospettati, indaga nel passato della vittima, scarta le false piste, e alla fine trae alcune rigorose deduzioni che lo portano a scoprire la verità e a consegnare il colpevole alla giustizia. Nella detection classica, il detective occupa il centro della scena ed appare come un’eccentricità irriducibile e fortemente narcisista. Questi atteggiamenti sono già presenti in Shelock Holmes ma si accentuano ancora di più in figure come Nero Wolfe e Hercule Poirot. Ma ciò che differenzia i detective della golden age è il fatto che essi affiancano all’indagine razionale sugli indizi, l’attenzione per la psiche e le micro comunità sociali. Essi aggiungono alla loro analitica ingegnosità nella decifrazione degli indizi, la capacità di immergersi nel mondo dei sospettati e di partecipare empaticamente all’universo che ha generato il delitto.

In questa direzione si muove ad es. Chesterton autore di oltre 50 racconti incentrati sulla figura di padre Brown, m ala dominatrice assoluta della golden age della detection fiction è senza dubbio Aghata Christie. Esordisce nel 1920 con il romanzo Poirot a Styles Court che è il battesimo sulle scene del suo primo detective amatoriale Hercule Poirot. Il suo potenziale creativo si dispiega con il romanzo “l’assassinio di Roger Ackroyd) del 1926, con il quale sfida consapevolmente due convenzioni fondanti del genere: l’assassino oltre ad essere uno stimato ed insospettabile medico di campagna è anche il narratore della vicenda e annunciatore, una volta scoperto da Poirot, del suo imminente suicidio. Per questo recensori e pubblico gridarono allo scandalo e la accusarono di aver barato con le regole della detection classica, ma ella si difese abilmente dimostrando che il suo narratore – protagonista pur essendo reticente e pur occultando buona parte della verità, risulta accuratissimo nel fornire i dettagli e non mente mai. Egli dissimula ma non simula. Altri due romanzi con finali a sorpresa memorabili sono “ Assassinio sull’Orient Express” in cui tutti i sospettati hanno pianificato compiuto l’omicidio, e Dieci piccoli indiani, in cui il vero colpevole è una delle vittime pianificatore dell’esecuzione degli altri 9 personaggi. Tutto sommato le storie raccontate da A.C. sono abbastanza banali. Sono collocate in realtà rurali fatte di poche relazioni e improntate al mantenimento della decenza e dei segreti di famiglia. Il grande interesse dei lettori per questo tipo di storie risiede nel fatto che inaspettatamente questi segreti possono diventare mortali trasformando in un assassino un quieto e insospettabile gentiluomo o gentildonna. In questa matassa ingarbugliata di intrighi e segreti di famiglia si muove in modo semplice, ma possente, il detective Poirot con la sua spasmodica lucidità, con la sua attenzione per i dettagli, con la sua capacità di leggere la mente dei personaggi. Possiamo definire Poirot l’anti- Holmes: - alla quieta meditazione del primo si contrappone la febbrile dinamicità dell’altro. - per risolvere gli enigmi Holmes punta sull’esattezza della scienza, Poirot all’osservazione del comportamento umano. - Holmes è un archeologo, Poirot un sociologo. - Holmes è raffinato, Poirot più rozzo nei modi

LA NARRAZIONE HARD BOILED

Nasce negli Stati Uniti verso la fine degli anni venti del Novecento, il periodo del proibizionismo, di Al Capone e dei gangster quando ad avere successo sono le storie "semplici" e violente, dove non c'è spazio per gli enigmi ma solo per crimini, violenza, sesso e poliziotti che per risolvere i casi usano sistemi violenti e al limite della legalità. Mentre nella detection classica la distinzione tra buoni e cattivi è sempre netta nell’hard boiled il confine tra criminale e poliziotto è molto sottile. Il creatore di questo stile di narrazione è considerato Dashiell Hammett che nel 1923 pubblica su “ Black Mask” il racconto Arson Plus dove fa la sua prima apparizione il suo detective “duro” che si autodefinisce Continental Op; del 1929 è il suo primo romanzo “ Raccolto rosso” e del 1934 il suo ultimo “ L’uomo ombra”. Dalla penna e dall’ingegno di Hammett nasce anche il personaggio Sam Spade, il detective privato protagonista del romanzo ”Il falcone maltese” del 1930. Dopo Hammett, un altro scrittore statunitense, Raymond Chandler, verso la fine degli anni 30, (in piena golden age della detection fiction) da all’hard boiled ulteriore risalto creando il personaggio di Philip Marlowe, un investigatore privato, risoluto e solitario, difensore dei più deboli, divenuto così celebre da raggiungere, verso la metà degli anni 40, perfino il grande schermo. Entrambi gli scrittori hanno il merito di aver rifondato la crime fiction su basi realistiche e di aver preso le distanze dall’artificiosità delle situazioni del giallo classico degli anni 20 e 30. Grazie a loro la crime fiction da letteratura mainstream, destinata al consumo di massa e orientata al profitto, si eleva allo status di “ buoni romanzi seri” comincia cioè d essere considerata qualcosa di letterariamente più alto di un semplice esercizio commerciale. L’hard boiled è caratterizzato da alcune convenzioni di genere che lo distinguono dagli altri sottogeneri della crime fiction: 

L’ambientazione dell’hard boiled è la grande città: sfavillante e scintillante nell’apparenza, ma violenta, cinica e corrotta nell’essenza. La società nasconde il ma...


Similar Free PDFs