L\'età delle scoperte geografiche PDF

Title L\'età delle scoperte geografiche
Author Chiara Bigarella
Course Storia e cinema
Institution Università degli Studi dell'Insubria
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Summary

Riassunto del libro "L'età delle scoperte geografiche", del corso in storia e cinema....


Description

L’ETA’ DELLE SCOPERTE GEOGRAFICHE (1500 – 1700) Introduzione: La vicenda delle scoperte europee nel periodo compreso fra il XVI e il XVIII secolo rappresenta una delle grandi rivoluzioni nella storia dell’umanità. Non dovrebbe sorprendere che i principali Stati Europei di fine Medioevo e della prima età moderna avessero innumerevoli motivi per intraprendere il processo di espansione, scoperta e conquista oltremare. Per i Portoghesi, come disse Vasco de Gama, le motivazioni furono prevalentemente due: cercare ricchezze e convertire alla fede cristiana. Una delle figure più importanti dell’età delle scoperte fu il principe Enrico di Portogallo, noto come Enrico “il navigatore”. Un’altra figura chiave dell’età delle scoperte fu il nobile portoghese Vasco de Gama, che dal 1497 al 1499 riuscì a portare a termine la prima navigazione fra Europa e Asia. Perché fu l’Europa, e in particolare i regno del Portogallo, ad iniziare il processo di espansione oltremare nel 1415? La risposta è che soltanto i regni dell’Europa occidentale ottimizzarono le risorse fisiche, intellettuali, tecnologiche, economiche e militari a loro disposizione. Si diffuse così un nuovo sistema economico, il MERCANTILISMO. : accettazione, in tutto o in parte, di un insieme di convinzioni teoriche diffuse tra le esigenze di una determinata epoca. Esempio: 1 – la ricchezza di un paese consiste nella quantità di matalli preziosi, oro; 2 – incoraggiare le esportazioni piuttosto che le importazioni; 3 – popolazione numerosa come chiave di autosufficienza; 4 – convinzione che la corona deve occupare una posizione di primo piano nel dirigere le economie nazionali; 5 – convinzione che l’ammontare della ricchezza mondiale sia una quantità relativamente statica. Tuttavia i mutamenti nella teoria economica non portarono, da soli, all’età delle scoperte. Furono necessarie innovazioni pratiche nella cartografia, nella scienza della navigazione e nella cantieristica. Tra 1490 circa e il 1525 Portoghesi e Spagnoli esplorarono e collegarono la maggior parte delle regioni del mondo.

L’impero Portoghese in Asia e in Brasile La campagna di espansione del Portogallo cominciò nel 1415, quando i primo sovrano della dinastia Aviz, Giovanni I, portò un esercito in Africa settentrionale e conquistò la strategica città commerciale di Ceuta: questa vittoria aprì le strade alle fonti dell’oro, dell’avorio e degli schiavi africani. Il terzogenito di Giovanni, Enrico il navigatore, si stabilì a Sagres e attirò marinai, cartografi, astronomi e costruttori per prepararsi all’impresa. Tra il 1418 e il 1460 vennero conquistate le città di Porto Santo, Madera, le Azzorre, le Canarie, Senegal , Capo Verde e il Gambia. Giovanni II, “il principe perfetto”, portò a termine questo slancio e incoraggiò attivamente nuove esplorazioni: nel 1482 fece costruire una fortezza nel golfo di Guinea, così che impiantarono la coltivazione della canna da zucchero. Tra 1487 e 1488 Diogo Cao raggiunse il Capo della Croce, dischiudendo così agli Europei la navigazione dell’Oceano Indiano.

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Nel Gennaio del 1497 il nuovo Re Emanuele I nominò Vasco de Gama comandante della spedizione lungamente attesa per l’India. Le 4 navi di Gama salparono da Lisbona in Luglio 1497,approdando in India nel Maggio 1498. In Agosto Gama riprese il viaggio con un notevole carico di spezie, approdando a Lisbona tra Luglio e Agosto del 1499. Fu nominato “ammiraglio dei mari indiani”. Il Re Emanuele decise di inviare una forza per imporre e difendere la presenza Portoghese nell’Africa Orientale e in India, nell’intento di cacciare i Mussulmani che controllavano il commercio. A capo di questa spedizione ci fu Cabral, che prese il largo nel Marzo del 1500 e il 22 Aprile la costa del Brasile fu avvistata e rivendicata in nome del Re Emanuele I. Dopo aver imbarcato rifornimenti, attraversarono il mare Arabico e in settembre gettarono l’ancora davanti a Calicut (India). Questa sosta, a Calicut, non portò a nulla di buono perché i Portoghesi furono attaccati da una forza armata composta da Arabi, magilla e hindu. Cabral si rivendicò bruciando le navi arabe ancorate a Calicut, salpando poi in direzione Cochin (India). Nel 1501 le navi di Cabral rientrarono a Lisbona carichi di mercanzie. Nel 1501 i Portoghesi decisero di ricorrere alla guerra per spezzare il predominio musulmano sul commercio dell’oceano Indiano con una potente spedizione comandata da Vasco de Gama: erano determinati a rimanere in India. I portoghesi riuscirono ad avere la meglio e furono inviati anche molti carichi a Lisbona. I Portoghesi riuscirono così spianarsi la strada per un’ulteriore espansione in Asia. Fu conquistata anche la città di Goa. Questo grande impero asiatico, che i Portoghesi sono riusciti a creare, era chiamato “Estado da India” ed era amministrato da Goa. L’impero era basato su: -

Carreira da India: viaggio annuale da Lisbona a Goa lungo la spina dorsale dell’impero; Sistema dei Cartazes: ogni nave che salpasse nelle acque dell’Impero portoghese, doveva comprare il permesso (cartaz) per poter continuare, se no veniva confiscato il carico.

Nel 1534 Goa divenne la prima Diocesi d’Asia e nel 1560 sede dell’Arcivescovato. La città contava almeno 7 Chiese Parrocchiali e una sessantina sparse nelle province circostanti. In Brasile, l’esplorazione e la colonizzazione ebbero luogo in maniera più graduale. I Portoghesi, comandati da Cabral non trovarono ricchi giacimenti di oro e argento, ma iniziarono lo sfruttamento della manodopera locale. Solo nel 1548, Giovanni III pose il Brasile sotto il controllo diretto della corona, stabilendo la nuova capitale a Salvador. Le terre tribali, occupate precedentemente dagli Indios, furono disboscate per agevolare la coltivazione della canna da zucchero su larga scala. Il tabacco fu coltivato solo a partire dal 1548. Non stupisce che la crescente ricchezza, derivata dal commercio delle spezie asiatiche, la crescente economia e il brillante successo del Portogallo, contribuissero ad accrescere la gelosia delle altre potenze europee. Sotto il profilo economico i problemi iniziarono fra il 1570 e il 1580, anno in cui Filippo II inaugurò la “CATTIVITA’ SPAGNOLA” che durò fino al 1640, sessant’anni in cui Madrid dissanguò il Portogallo per ottenere la supremazia Asburgica in Europa. Altri problemi furono causati dagli Olandesi.

L’Impero Spagnolo nel “Nuovo Mondo”

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Il 13 Agosto del 1476, una marinaio sfinito toccò terra, in Portogallo. L’uomo si era imbarcato a Genova con un carico di merci da vendere a Lisbona, in Inghilterra e nelle Fiandre. Quest’uomo che annaspava in acqua era Cristoforo Colombo. Egli nacque da una famiglia della piccola borghesia genovese nel 1451. Frequentò corsi di astronomia, geografia e cosmografia presso l’Università di Pavia. Con la sua permanenza in Portogallo, dal 1478 al 1479, sposò la nobildonna Filipa Perestrelo Moniz. Durante questo periodo Colombo studiò le mappe del suocero, oltre alle correnti e ai venti dell’Atlantico. Tutti questi elementi confluirono nel suo grande piano di raggiungere l’India navigando verso Occidente. Ma il problema era: sarebbe riuscito a trovare un finanziatore e patrono del viaggio? Giovanni II rifiutò di appoggiare Colombo perché lo considerò un gran chiacchierone e pieno di fantasia. Decise così di andare in Spagna, nel 1485, dove per sette anni cercò di convincere i Re Cattolici dei vantaggi del suo progetto. Il 1492 fu un anno fondamentale nella storia spagnola, europea e mondiale in quanto termina il potere musulmano nella penisola Iberica e l’ultimo sultano consegnò tutto a Ferdinando e Isabella. Ferdinando e Isabella presero seriamente in considerazione il piano di Colombo perché se il Genovese fosse riuscito a raggiungere l’Asia, navigando verso Occidente, si sarebbe vanificato quasi un secolo di sforzi portoghesi lungo la costa Africana. Nell’Agosto del 1492 accordarono la loro benedizione al progetto, e Colombo salpò con tre caravelle: la Nina, la Pinta e la Santa Maria. Dopo una tappa di collaudo alle Canarie, le tre navi fecero vela per l’Asia all’inizio di Settembre. Alle due del mattino del 12 ottobre 1492 un marinaio a bordo della Pinta avvistò la riva di un isolotto. L’Asia SEMBRAVA essere raggiunta. Come è noto, la flotta non raggiunse affatto le isole al largo delle coste asiatiche, bensì San Salvador nell’arcipelago delle Bahamas. In tutto, dopo la sua epica crociera dal 1492 al 1493, Colombo intraprese tre viaggi sempre alla ricerca della terraferma asiatica. Scoprì molte delle principali isole caraibiche come Dominica, Cuba, le Vergini, Costa Rica, Honduras, Panama, ecc… Sebbene i due monarchi gli consentirono un quarto viaggio, i suoi giorni di colonizzatore e amministratore erano ormai finiti. In ogni caso, fra il 1493 e il 1520 la corona spagnola cominciò l’ardua impresa di fondare un impero nel Nuovo Mondo e cominciò l’edificazione di Santo Domingo tra 1496 e 1497. Prima dell’arrivo di Colombo, gli Indios vivevano su isole come Hispaniola e Puerto Rico. Erano divisi in tre classi sociali: i lavoratori, i nobili, e i capi. Ciascun villaggio era governato da un capo. Con l’arrivo degli Spagnoli, gli Indios furono costretti a riconoscere la sovranità del Re di Spagna. Dopo Colombo, portò a termine l’impresa Ferdinando Magellano, nato in Portogallo intorno al 1480. Egli fu a servizio di Emanuele I dal 1503 al 1513 nell’ Estado de India prendendo parte della conquista di Goa e Malacca. Ciononostante le sue richieste di ricompensa furono respinte dal re Emanuele I e nel 1517 Magellano lasciò quindi Il Portogallo per la Spagna. La flotta di Magellano salpò nel Settembre del 1519. Il 28 Ottobre le navi penetrarono lo stretto che oggi porta il nome di Magellano e giunsero nell’attuale Oceano Pacifico (chiamato Mar Pacifico da Magellano per le sue acque tranquille). Nel Marzo 1521 Magellano toccò le isole Filippine. Magellano fu ucciso in uno scontro sull’isola Mactan , ma le navi dopo un difficile viaggio attraverso l’Oceano Indiano e attorno al Capo di Buona Speranza, raggiunsero la Spagna nel settembre del 1522. Il giro del mondo era stato portato a compimento e in un solo viaggio. Iniziava così l’era dei conquistatori.

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Il più famoso di questi individui fu Hernàn Cortés che nel 1504 approdò a Santo Domingo e poi a Cuba. Nel Marzo del 1519 Cortés salpò da Cuba e sbarca sulla costa Messicana, catturando la città di Tabasco,e fondando una città a Vera Cruz, nominando se stesso capitano generale della nuova colonia. In meno di tre anni, Cortés ridusse il grande impero azteco a territorio vassallo di Carlo V e della Spagna. Cortés ordinò la costruzione di Città del Messico sulle rovine di Tenochtitlan. La successiva grande civiltà del Nuovo Mondo a cadere sotto i colpi degli Spagnoli fu l’impero Inca, nell’America Meridionale. Geograficamente era il più vasto impero del Nuovo Mondo: la Perù, attraverso l’Ecuador, il Cile settentrionale fino al Nord dell’Argentina. A questa grande conquista si dedicò Francisco Pizzarro che si spostò a Panama, a Cajamarca e Cuzco. Più tardi, nel 1542, una flotta di quattro navi salpò dal Messico per esplorare le Filippine, concludendo così l’impresa di Magellano, ma le Filippina si rivelarono difficili da sottomettere e colonizzare in quanto erano un crogiuolo culturale estremamente ricco e complesso che aveva già una lunga assimilazione di invasori e influenze straniere (dai Ming al Giapponesi). La conquista delle Filippine ebbe luogo solamente dopo il 1560 con Lopez che giunse dal Messico con una potente spedizione. Spostò la capitale da Cebu a Manila. Il vicerè esercitava il controllo da Città del Messico attraverso i governatori locali. Per controllare il Nuovo Mondo, furono creati due enormi viceregni. Il Viceregno della Nuova Spagna che andava dal sud – ovest americano, dal Messico fino al confine meridionale del Costa Rica. Il viceregno del Perù amministrava i territori dell’America meridionale. Questi ultimi erano retti da capitanati generali, che svolgevano funzioni politiche e militari per conto della corona. Fra i più importanti c’erano Santo Domingo, Cile, Guatemala, Nuova Granada. Sotto i capitanati svolgevano le loro funzioni i governatori provinciali. Poiché Madrid e l’imperatore rimanevano a migliaia di chilometri di distanza, si ritenne necessario sommergere queste realtà amministrative coloniali con un numero impressionante di leggi e regolamenti. Fra le più importanti troviamo le “Nuove Leggi” del 1542 che proibivano le riduzione in schiavitù degli Indios. Nonostante Madrid fosse coinvolta nella guerra dei trent’anni, la sopravvivenza dell’impero fu possibile grazie a quattro fattori: 1 – sviluppo di un’ampia popolazione meticcia 2 – enormi ricchezze racchiuse nel nuovo mondo 3 – diffusione della religione Cattolica 4 – collaborazione degli Indios locali con gli Spagnoli

L’impero olandese in Asia e il mondo atlantico Nel 1583 l’olandese Jan Huyghen van Linschoten giunse a Goa a bordo di una flotta portoghese. Lavorava per l’Estado da India e trascorse i 9 anni successivi a Goa, studiando nei dettagli l’enorme sistema Portoghese. Rientrato in Europa pubblicò un libro sui punti forti e i punti deboli dell’intero sistema portoghese: il libro ebbe un enorme successo e fu tradotto in Francese, Latino e Inglese e godette di una larga accoglienza. Secondo lui la parte più debole dell’Estado era nell’arcipelago Indonesiano. Tra il 1560 e il 1570 cominciò la rivolta Olandese contro la Spagna Asburgica: alimentata dal risentimento nei confronti di sovrani così assenti come Carlo e Filippo e dalla nomina alle cariche più prestigiose di stranieri amici dell’imperatore. Dal 1572 al 1576 la guerra infuriò nei Paesi Bassi: le province settentrionali si ribellarono

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alla sovranità di Filippo II e riconobbero Guglielmo d’Orange, mentre le province meridionali riconobbero l’Unione filo asburgica. Prima dell’Unione tra Spagna e Portogallo, nel 1580, i mercanti olandesi erano i principali vettori di pepe e altri prodotti asiatici trasportati da Lisbona ad Amsterdam. Le pretese di Filippo II alla corona di Portogallo e la rivolta dei Paesi Bassi contro di lui rappresentarono un forte incentivo a ottenere le suddette spezie direttamente. La prima spedizione olandese diretta all’Oceano Indiano, guidata da Houtman, salpò nell’Aprile del 1595. Giunsero a Giava, passando per Madagascar e Buona Speranza, nel Giugno del 1596. Inizialmente il sultano presente si mostrò disponibili e accettò un accordo commerciale, ma la pressione da parte dei Portoghesi e il comportamento arrogante di Houtman fecero presto mutare l’atmosfera iniziale e causarono numerosi attacchi da parte dei Giavanesi. Nel 1597 Houtman tornava in patria, ma con un enorme carico di spezie, e questo era ciò che importava. L’anno seguente furono formate, in diverse città olandesi, cinque nuove compagnie. Non c’è però da stupirsi che la prospettiva di simili guadagni scatenasse una rivalità tra le compagnie olandesi: scoppiarono numerosi litigi e i sultani locali, in Indonesia, approfittavano di questa concorrenza e di quella tra olandesi e portoghesi per alzare i prezzi. Nel 1601 era chiaro che bisognava fare qualcosa. Queste attività disparate dovevano essere coordinate e consolidate affinché gli olandesi riuscissero a dare del filo da torcere ai Portoghesi. Questo difficile compito fu affidato a John che nel Marzo del 1602, con l’aiuto di Maurizio Nassau principe d’Orange, riuscì a convincere gli stati generali delle Province Unite ad amalgamare le diverse compagnie in un’unica Compagnia: Compagnia delle Indie orientali. (VOC). La VOC era investita del monopolio per il commercio a est del Capo di Buona Speranza e a ovest dello stretto di Magellano. Essa poteva fondare colonie, battere moneta e catturare naviglio straniero e rappresentava una delle primissime società per azioni nella storia del capitalismo. Nel caso degli olandesi, a differenza dei portoghesi, gli ufficiali di alto grado e i comandanti erano spesso soldati e mercanti insieme. Inoltre gli olandesi non avevano interesse alla diffusione della loro fede cristiana. Seguendo i consigli di van linschoten concentrò le proprie attività iniziali in Indonesia, in particolare sull’isola di Giava. Furono ben accolti dai sultani locali come salvatori a lungo attesi dell’incubo dei portoghesi. Ruolo fondamentale ebbe Coen che, data la sua esperienza, fu nominato direttore generale di commercio. Coen propose una strategia per evitare un’elevata esportazione di denaro dalla madrepatria: sviluppare un commercio intra – asiatico. Per esempio i tessuti dall’India dovevano essere acquistati al più basso prezzo possibile, per essere poi rivenduti in Indonesia con quel margine di profitto che avrebbe consentito l’acquisto di spezie da imbarcare per l’Olanda. Dal 1618 al 1629 Coen si sforzò in tutti i modi di attuare la sua strategia, portando a guerre frequenti in Indonesia. Coen tentò anche di penetrare in India e in Persia dove nel 1620 furono creati insediamenti. Qui gli olandesi organizzarono un vivace traffico di spezie indonesiane in cambio di sete persiane. Gli Inglesi con la EIC (east company di Londra) entrarono, sotto consenso degli Olandesi, nei traffici dell’arcipelago. Gli Olandesi però, con le loro sempre più grandi pretese e il carattere supponente di Coen, spinsero gli Inglesi, nel 1618, alla necessità di ridimensionare l’orgoglio olandese. La flotta di Dale non era sufficientemente potente quanto quella di Coen e si salvarono solamente grazie ad un accordo raggiunto dai Diciassette tra Olandesi e Inglesi: l’accordo prospettava agli inglesi un terzo del commercio delle spezie,

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da Malucche, Banda e Amboin, e metà del pepe di Giava. In cambio gli inglesi accettavano di fornire dieci navi per la difesa comune contro i portoghesi. Il rapporto tra loro non fu mai pacifico, e nel marzo del 1623 ci fu il massacro di Amboin, da parte del governatore olandese dell’isola: Speult. Gli olandesi furono però assolti ma con il trattato di Westminster, che pose fine alla prima guerra anglo – olandese, gli olandesi avrebbero dovuto risarcire le famiglie delle vittime. Tuttavia la EIC rinunciò ai suoi tentativi di radicarsi in Asia sud – orientale e in giappone, concentrando le loro attività altrove.

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