L\'età delle scoperte geografiche, riassunto corretto e ampliato PDF

Title L\'età delle scoperte geografiche, riassunto corretto e ampliato
Course Storia Moderna
Institution Università degli Studi di Padova
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Riassunto del libro adottato dalla professoressa Barzazi di storia moderna che corrisponde ad un terzo delle domande sottoposte all'esame orale. Rivisto e sottolineato....


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INTRODUZIONE La vicenda delle scoperte geografiche è una cosa che riguarda essenzialmente i secoli XVI-XVIII. Prima i contatti tra civiltà erano molto superficiali e sporadici anche se tuttavia non mancarono eccezioni come quella dei viaggi di Marco Polo nel XIII secolo e quelli di Zheng He all'inizio del XV secolo. Queste esplorazioni porteranno all'espansione europea la quale porterà all'odierna società globale. 1. La motivazione: cristiani, spezie e cos'altro? Le motivazioni che spinsero gli europei a buttarsi in questa avventura fu di prima natura economica: la società infatti chiedeva sempre di più beni di lusso come spezie, seta, oro, argento, avorio, incensi. Per ottenere tali prodotti però bisognava spendere molti denari poiché lunghe erano le distanze e bisognava pagare gli intermediari: si sentì l'esigenza di attingere a questi beni direttamente alla fonte, senza pagare più grandi somme. Oltre al vantaggio economico, l'esplorazione oltremare ebbe una funzione sociale e politica per le monarchie europee. Le due principali minacce per la monarchia erano: la nobiltà e la Chiesa. Queste due istituzioni avevano la forza di minare le posizioni dei sovrani i quali cercavano di imporsi nel territorio e dare vita alle monarchie nazionali. Per tenere a bada la nobiltà e la Chiesa bisognava sfruttare l'espansione in terre assai lontane per accontentarli, in questo modo queste forze potenzialmente distruttive sarebbero state lontane dal potere regio. Per quanto riguarda l'ambito religioso, l'Europa del XVI oltre ad essere vittima dello scisma dovuto alla Riforma Protestante, vede anche il continuo conflitto con le potenze islamiche nel Mediterraneo e nelle zone iberica dove le monarchie sono impegnate con la Reconquista. Aggirare i musulmani avrebbe potuto sferrare loro il definitivo colpo per sgretolare la loro potenza sui mari. Figura chiave dell'età delle scoperte è senz'altro Enrico di Portogallo detto il Navigatore; egli fu spinto da sei motivazioni (secondo il cronista Eanes de Zurara) per intraprendere le esplorazioni: 1. 2. 3. 4. 5.

scoprire cosa vi fosse oltre le Canarie e il capo di Bojador. aprire nuovi traffici commerciali coi cristiani. capire la portata della potenza islamica. convertire nuove popolazioni alla vera fede. fare alleanze con eventuali popoli cristiani che si sarebbero incontrati specialmente il mitico re cristiano stanziato in India col nome di Prete Gianni. 6. obbedire al suo oroscopo che contemplava la scoperta di cose nascoste agli uomini. Sintetizzatore di questi sei punti fu Vasco da Gama, che si diede alla scoperta dell'Africa orientale fino ad arrivare in India: la strada per nuove ricchezze e per la conversione di popoli era aperta. 2. I mezzi: mappe, denaro e navi Sorprende il fatto che siano stati gli europei a circumnavigare il globo tra XVXVI secolo, dopotutto essi non erano così avanzati tecnologicamente rispetto ai

cinesi o gli arabi Tra 1400-1550 gli arabi si erano espansi fino ai Balcani, si erano diffusi porti nel mar Rosso e nel golfo Persico e in tutto l'Oceano Indiano. Perché allora furono proprio gli europei? Perché essi riuscirono a ottimizzare le risorse fisiche, intellettuali, tecnologiche ed economiche e militari grazie agli sforzi di uomini provenienti da ogni strato sociale. L'età delle scoperte coincise con una maturazione economica e con una concezione teorica dell'economia: il mercantilismo. I suoi principi base erano:     

l'ammontare della ricchezza mondiale è una quantità statica la ricchezza di un paese risiede nella quantità di metalli preziosi che questo possiede necessità di incoraggiare le esportazioni rispetto alle importazioni per aumentare l'entrata di metalli preziosi una popolazione numerosa vuol dire potenza statale e autosufficienza lo Stato, la corona debba assistere e dirigere l'economia nazionale e internazionale

Ovviamente il cambiamento di mentalità economica non bastava per arrivare all'età delle scoperte. Furono necessarie innovazioni nella cartografia, metallurgia per fondere cannoni e sistemare le navi. 3. Il mondo è piatto o tondo? Le persone colte del XV sapeva che la Terra non era piatta, molti sapevano della sua sfericità e circolarità grazie agli scritti di filosofi, geografi e matematici dell'antichità (Ipparco da Rodi, Eratostene, Teone da Smirne, Strabone). Di tutti questi filosofi il più importante è certamente Claudio Tolomeo col suo trattato di astronomia l'Almagesto e la Geographia. Gran parte di questo sapere venne perduto durante il medioevo e ricomparve solo in seguito grazie agli arabi. Gli arabi nutrivano grand interessi per l'astronomia e astrologia tanto da aver tradotto l'Almagesto di Tolomeo. Con la grande diffusione islamica del VII secolo gli arabi aggiunsero ben poco alla conoscenza del mondo poiché l'Islam si diffuse in zone già note agli antichi (Mediterraneo, Medio Oriente, Oceano Indiano). Gli studiosi arabi tuttavia ritenevano che l'Atlantico fosse un mare non navigabile e luogo di cattivi presagi. Questo sapere riemerse in Europa nel XV secolo grazie a studiosi ebraici e ai traduttori latini. Importante l'opera del 1410 del cardinale Pierre d'Ailly intitolata Imago Mundi dove veniva sintetizzato il sapere latino, greco-romano, arabo e delle Sacre Scritture; lo stesso anno venne tradotta la Geographia in latino. Questa conoscenza era però imprecisa e quindi pericolosa. Tolomeo aveva affermato che fosse impossibile navigare nell'emisfero meridionale perché troppo caldo, gli arabi e John Melville contestarono tale visione; tuttavia Tolomeo era un'autorità e la sua rappresentazione del mondo vedeva l'Africa unita fino all'Asia. Con questa visione l'oceano indiano diventava un mare chiuso e quindi difficile da raggiungere navigando come volevano fare i portoghesi. Enrico il Navigatore sapeva che la mappa mundi di Tolomeo era accurata per le zone dell'Impero romano del II d.C., qualche sospetto invece l'aveva per il

resto; fu così che dal 1410 al 1510 iniziò una revisione delle teorie tolemaiche da parte di uomini pratici di mare. Per fare ciò non bastavano più antichi manoscritti di personaggi illustri, era necessari avere strumenti adatti e precisi: furono inventate carte per la navigazione chiamate “portolani”. Si tratta di libri di bordo contenenti informazioni geografiche dettagliate (coste, foci e approdi); tali mappe però erano ottime per la navigazione costiera, una volta persa di vista la costa non servivano a nulla poiché fissare la propria posizione in mare aperto era difficile. Per affrontare questo difficile compito, gli europei possedevano strumenti di calcolo come la bussola, il quadrante o l'astrolabio, la rosa dei venti; tali strumenti permettevano calcoli più o meno precisi grazie a determinate coordinate come i meridiani o la stella polare. 4. Caravelle, naus e caracche Progettare e costruire vascelli in grado di affrontare l'oceano non era cosa facile; all'inizio del XV secolo le navi europee erano tecnologicamente meno sviluppate di quelle asiatiche, solo successivamente si ebbero sviluppi. Si arrivò così alla costruzione di caravelle, naus, caracche e galeoni. La caravella era ideale per le esplorazioni, la nau a vela quadrata e la caracca furono ideali per il trasporto di merci mentre i galeoni servivano per diventare i convogli mercantili. Caravelle, nau e caracche erano il connubio con conoscenze europee, arabe e mediterranee; erano formate da 3 alberi con una vela quadrata principale e altre vele triangolari posteriori. Le caravelle erano molto agili e durevoli anche se non particolarmente larghe, ideali comunque per l’esplorazione e per manovrare in zone costiere e ventose. Nau e Caracche erano invece ideali per stivare un gran numero di merci e cannoni, ideali per i viaggi atlantici e per allontanare eventuali aggressori in mare. Le caracche tuttavia erano deboli e lente contro piccoli convogli, fu così che si rese necessario un convoglio che azzerasse queste carenze: nacque così il galeone. I galeoni erano navi specializzate per i combattimenti, avevano castelli di prua e di poppa più bassi ed erano più lunghi e stretti per tenere meglio il mare. Essi erano ben armati ed erano addetti al trasporto di oro e argento proveniente dal Nuovo Mondo; i galeoni vennero usati anche come scorta dei piccoli convogli mercantili che facevano vela verso Lisbona e Siviglia. L'IMPERO PORTOGHESE IN ASIA E BRASILE 1500-1700 1. Il Portogallo e il principe Enrico I il Navigatore Fu il Portogallo a lanciare l'età delle scoperte. Le motivazioni principali furono la ricerca di mercati e ricchezze sfruttando il ricco interscambio di oro, avorio e schiavi molto fiorente nelle coste africane. A queste si aggiunsero motivazioni di carattere religioso come la volontà di continuare la Reconquista e motivazioni sociali come l'opportunità di elevarsi socialmente fino ad arrivare alla nobiltà. Le spedizioni iniziarono nel 1415 quando Giovanni I conquistò la strategica città commerciale di Ceuta; la presa della città comportò la ricerca di fonti d'oro, avorio e schiavi Personaggio importante dell'esplorazione portoghese fu Enrico I il quale riuscì,

partendo penalizzato da una situazione statale ed economica, a sfruttare il suo paese per intraprendere molti viaggi di scoperta. Stabilitosi a Sagres attirò marinai e cartografi per preparare l'impresa. Egli era anche l'amministratore di un ordine crociato detto l'Ordine di Cristo che sfruttando le sue finanze allestì le caravelle con lo scopo di convertire i pagani. Le navi salparono da Lagos e tra 1418-20 si scoprirono le isole di Porto Santo e Madera, tra 1420-30 le Azzorre e le Canarie. Nel 1434 Gil Eanes doppiò il capo di Bojador e nel 1448 Enrico ordinò la costruzione di un forte su Arguin per sfruttare i traffici in Guinea; tra 1455-56 Alvise Cedamosto esplorò il Senegal e il Gambia. Grazie alla determinazione di Enrico, il Portogallo divenne la prima potenza europea in fatto di tecnologie, esplorazioni e conoscenze marittime. La progressiva scoperta dell'Africa portava sempre più oro, avorio, schiavi e spezie provenienti dall’India. 2. Oltre il capo di Buona Speranza: il regno di Giovanni II Giovanni II istituì un regime assolutistico in Portogallo e ripristinò i controllo regio sui traffici e incoraggiò nuove spedizioni. Nel 1485 costruì la fortezza di Sau Jorge vicino l'isola di Sau Tomè nel golfo di Guinea, dove già i portoghesi avevano impiantato coltivazioni da canna da zucchero. Nel 1487-88 Bartolomeo Dias doppiò il capo delle Tempeste; tale spedizione dischiuse agli europei la navigazione verso l'oceano indiano via Capo di Buona Speranza. Giovanni II desideroso di avere informazioni commerciali inviò due emissari che parlavano arabo i quali nel 1490 inviarono un rapporto dal Cairo; Giovanni II iniziò così i preparativi per la ricerca delle spezie indiane. 3. Il primo viaggio di Vasco da Gama 1497-1499 Emanuele I nomina Vasco da Gama comandante per la spedizione in India la cui squadra salpò nel 1497, con un certo ritardo. I motivi di tale ritardo furono l'attesa degli emissari di lingua araba, problemi militari in Marocco e dovette affrontare l'esodo degli ebrei cacciati dalla Spagna. A questo si aggiunse il fatto che papa Alessandro VI con la Inter Cetera assegnò alla Spagna il pieno controllo sulle terre scoperte da Colombo, tutto ciò che era a ovest delle Azzorre era della Spagna. Giovanni II raggiunse un accordo coi sovrani spagnoli e nel 1494 si ebbe il trattato di Tordesillas con il quale si fissava a 270 leghe dalle Azzorre, il limite fissato dal papa. I portoghesi si garantirono così un passaggio per l'India, l'Atlantico meridionale e il Brasile. La flotta di Gama salpò da Lisbona nel 149 e dopo una sosta a Capo Verde doppiò il capo di Buona Speranza. Nell'Oceano Indiano vide il radicato potere economico arabo la cui ostilità durante le soste in Mozambico e a Mombasa non mancò di uscire allo scoperto. L'accoglienza fu più favorevole in Malindi dove ottenne un'abile pilota che guidò i portoghesi fino alle coste del Malabar traboccanti di spezie. A Calicut si cercò un accordo per il commercio del pepe ma le ostilità e gli intrighi dei mercanti arabi influenzarono il sultano. Gama riprese il viaggio verso Lisbona carico di spezie e dopo esservi arrivato nell'estate del 1499 ricevette il titolo di Dom, una ricca pensione annua e il titolo di ammiraglio dei mari indiani.

4. La costruzione dell'Impero delle spezie in Asia 1500-1520 Emanuele I sfruttò le scoperte di Vasco da Gama e credeva che fosse volontà di Dio che il Portogallo governasse certe parti dell'Asia e vi diffondesse la fede cattolica. Era dunque vitale inviare una forza per difendere e imporre la presenza portoghese in Africa orientale e in India. Per questa spedizione venne messo a capo Pedro Cabral a cui vennero date istruzioni precise e doni preziosi per i sovrani locali. A Cabral venne data pure una lettera per lo zamorin di Calicut dove si parlava di commercio e amicizia ma anche di potenza e minaccia da fuoco. La flotta partì e nel marzo del 1500 si scoprì il Brasile, una nave venne mandata indietro a riferire la notizia. La traversata atlantica fu difficile per le 11 navi che si imbatterono contro una tempesta che ne distrusse 4; dopo essersi ristoranti in Mozambico ed essere stati malamente accolti a Kilwa, Cabral fece vela per il Malindi, a settembre arrivò a Calicut dove il nuovo zamorin era ben lieto di espandere i suoi possedimenti e suoi commerci. Tuttavia anche questo viaggio fu un fallimento perché l'accordo saltò a seguito di reciproci sospetti e incomprensioni tanto che il 16 dicembre i portoghesi acquartierati a terra furono massacrati dagli arabi e la base fu abbandonata. Cabral si vendicò bruciando 10 navi e bombardando Calicut. Salpato alla volta di Cochin vi trovò un sovrano disponibile il quale gli vendette un grosso carico di spezi, tessuti e ceramiche e concesse ai portoghesi di costruire un fondaco. Nel 1501 Cabral rientrò a Lisbona carico di spezie e beni di lusso; Emanuele I grazie al carico recuperò l’investimento e fece un profitto pari al 100%. La spedizione tuttavia lasciava problemi irrisolti: le relazioni con lo zamorin erano difficili, il fondaco era debole e gli arabi avevano il pieno controllo sul commercio. Come disfare questo monopolio dunque? vi era una sola soluzione: la guerra. La spedizione capitanata da Vasco da Gama comprendeva 20 navi utilizzate per costringere il sultano di Kilwa ad accettare ogni sua condizione, per intercettare le navi arabe in arrivo dall'India e sconfiggere la flotta dello zamorin di Calicut. Gama ritornò in Portogallo mentre i suoi parenti Vicente e Bras Sobrè posero fine alla navigazione araba nel mar Rosso e golfo persico; intanto lo Zamorin attaccò Cochin costringendo gli agenti portoghesi a fuggire. A partire dall'agosto 1503 la potenza navale portoghese divenne molto forte nella costa del Malabar; questa potenza di fuoco portò lo Zamorin a cedere permettendo al viceré Albuquerque di costruire una fortezza a Cochin. Nel 1504 arrivarono 14 navi e oltre 1000 soldati: l'intento era di restare in India. Per contrastare questo ipotetico sviluppo, le potenze islamiche prepararono un contrattacco dato che circolava voce che i portoghesi volevano conquistare il porto islamico di Gedda; l'emiro Husain fu inviato a sventare la minaccia...la reazione islamica fu alquanto contenuta. La vera reazione islamica arrivò nel 1507 quando Husain salpò alla volta del mar Rosso con 12 navi e 1500 uomini per difendere il predominio arabo sui traffici nell'oceano Indiano. Emanuele I aveva nominato Francisco de Almeida come vicerè dei possedimenti asiatici. Almeida preparò una flotta di 22 navi e 2500 soldati e dopo la presa di Kilwa saccheggiò Mombasa per poi arrivare in India; qui furono fortificate Angediva, Cannannore e Cochin, dove risiedette la sede della sua autorità. Per consolidare il potere portoghese nell'Oceano Indiano, Almeida firmò un vantaggioso accordo commerciale con sultano di Malacca per quanto

riguardava il commercio delle spezie (il figlio di Almeida iniziò il commercio di cannella dall'isola di Ceylon). Fu inoltre formalizzato il sistema dei certazes ovvero i permessi necessari ai capitani locali per commerciare nell'oceano Indiano; squadre armate avrebbero pattugliato le rotte commerciali principali. Nel 1508 i portoghesi stavano avendo la meglio nella lotta contro l'Islam nei traffici commerciali; essi stavano riuscendo ad affievolire il tradizionale afflusso di spezie attraverso il Levante. Per impedire che ciò accadesse, la flotta di Husain si unì a quella di Malik governatore del porto di Diu per conto del sultano del Gujarat. Nel marzo 1508 Lourenco de Almeida (figlio di Francisco) attaccò questa potente flotta: le perdite portoghesi furono notevoli e Lourenco perse la vita. La notizia della vittoria degli arabi fu festeggiata al Cairo per tre giorni; ben diversa fu la reazione di Francisco di Almeida. In quel periodo il re aveva nominato Alfonso di Alburquerque come viceré d'India ma Alfonso si rifiutò di cedere il posto finché non si sarebbe vendicato della morte del figlio. Fu così che venne allestita una flotta nel dicembre 1508 e che arrivò a Diu nel 1509. La flotta musulmana venne distrutta distruggendo più in generale la potenza navale islamica nell'oceano Indiano portando ad un ulteriore espansione portoghese in Asia. La potenza navale portoghese e le fondamenta dell'impero commerciale in Asia furono confermate durante il governatorato di Alfonso de Albuquerque. La strategia di Albuquerque era votata a dominare i punti strategici delle tradizionali rotte commerciali come le città che entravano nel golfo Persico e nel Mar Rosso oppure il controllo degli snodi dei traffici malesi e indonesiani. In tutti questi snodi era fondamentale costruire fortezze per svolgere attività di controllo sui permessi, attività di magazzino e trasbordo delle spedizioni commerciali verso l'Europa. Albuquerque iniziò il secondo viaggio in India nel 1506, dopo aver bombardato la costa orientale africana imperversò contro le città nel litorale dell'Oman per poi cercare di mettere le mani sul porto di Hormuz. L'arrivo del maresciallo del Portogallo Fernando Coutinho portò gli ordini che confermavano Albequerque come nuovo governatore; inoltre Coutinho aveva l'ordine di distruggere il potere dello Zamorin di Calicut. Albuquerque in questo modo poteva attuare suoi piani per l'affermazione del Portogallo nell'oceano Indiano, dato che disponeva pure di una flotta di 23 navi. Successivamente, dietro consiglio del corsaro indu Timoja, rivolse la sua attenzione verso la città di Goa che conquistò nel marzo 1510 per poi perderla a maggio e riprenderla definitivamente nel novembre. Per controllare il ricco traffico malese e indonesiano nel 1511 conquistò Malacca e la fortificò. Nel 1512 decise di sottomettere Aden all'ingresso del mar Rosso, ma si rivelò un fallimento. Nel maggio 1515 conquistò allora Hormuz che mantenne fino al 1522. Albuquerque morì il 16 dicembre 1515 consolidando le basi del dominio portoghese nei commerci nell'oceano Indiano. 5. L'Estado da India 1520-1600 L'impero portoghese creatosi in India prende il nome di Estado da India e aveva come centro amministrativo Goa. Esso era composto da insediamenti fortificati (Malacca, Hormuz, Diu ecc) in luoghi strategici per le rotte commerciali. La potenza da fuoco della navi garantiva sicurezza sui mari mentre le fortezze di terra servivano a contrastare gli attacchi degli europei e dei locali. Dal punto di vista economico, l'Estado da India si fondava sulla:





Carreira da India: viaggio annuale Lisbona-Goa e Goa-Lisbona che interessava tutti i domini portoghesi dell'impero. Dall'Europa partivano soldati, mercanti e religiosi insieme a mercanzie europee (verso Pasqua); verso gennaio febbraio invece le navi tornavano a Lisbona con spezie, pietre preziose, tessuti ed eventuali documenti del governatore. Il sistema delle Cartazes: la corona portoghese rivendicò il monopolio del traffico marittimo nell'oceano Indiano; ogni nave doveva comperare le cartaz ovvero i permessi presso le fortezze portoghesi. Chiunque fosse stato sprovvisto si sarebbe visto il carico confiscato e l'equipaggio ucciso o messo in schiavitù; per assicurarsi tutto ciò vennero create delle squadre con lo scopo di intercettare i trasp...


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