Huarte - Riassunto Storia dell\'educazione e delle pedagogie PDF

Title Huarte - Riassunto Storia dell\'educazione e delle pedagogie
Course Storia della Pedagogia
Institution Università degli Studi di Parma
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riassunti...


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Juan Huarte de San Juan, Essame degl’Ingegni, traduzione di Camillo Camilli, 1582. Stampato per la prima volta a Baeza nel 1575, l’Examen des ingenios para las ciencias fu per quasi cent’anni un best seller del pensiero educativo: numerose ristampe in spagnolo, a dispetto della messa all’Indice, numerose e precoci traduzioni in tutta Europa, molte dall’edizione non espurgata. Tale è la versione di Camilli. Le attrattive dell’Examen sono certamente nei contenuti, ma non meno nell’alterna fortuna che lo accompagna dopo la stagione (va ammesso, lunga) del successo; l’introduzione di Salvarani&Casalini illumina le prime e indaga le seconde, tratteggiando per il lettore un panorama dettagliato e vivacissimo della temperie in cui Huarte si forma e scrive. Cosa scrive, il dottor Juan Huarte licenziato medico ad Alcalà sul finire del 1559, e perchè? Il motivo pare dichiarato in apertura del primo proemio, la dedica a Filippo II:

Perchè l’opere de gli artefici havessero la perfettione che conveniva all’uso della Republica (...) Dal che resulterebbe ne’ vostri stati & Signorie, che vi sarebbono i maggiori artefici del mondo, & l’opere sarebbono di maggior perfettione: non per altro, che per unir l’arte con la natura.

Questa è una motivazione vera, sì, ma anche (oltre che una captatio benevolentiae rituale nei confronti del sovrano) una conseguenza logica delle conclusioni che Huarte deriva dalla trattazione vera e propria, compendiata nel secondo proemio, quello rivolto al lettore: che ad ogni ingegno umano la natura dona una sola eccellenza (in intelletto, immaginativa o memoria), che questa eccellenza è incline per una sola disciplina, nella sua manifestazione o pratica o teorica. Ne risulta che, se ogni ingegno fosse coltivato per eccellere nella materia per la quale è naturalmente predisposto, anche gli uomini di Stato sarebbero necessariamente i migliori. Quindi l’apparente causa del trattato è in realtà un auspicabile effetto. Juan Huarte era un medico, coscientemente portato per il lato teorico della disciplina; per la filosofia naturale, insomma; sicuramente orgoglioso del prestigio spagnolo cinquecentesco quanto a studi di anatomia e medicina, non se ne appaga, perchè vi riconosce esercitato solo il potenziale tecnico, chirurgico, quello dedito a curare le malattie e appianare gli squilibri, percepiti come un ostacolo allo sviluppo armonico dell’individuo. Attraverso il recupero di Galeno a monte delle glosse medievali (altra tendenza della medicina accademica contemporanea) approfondisce la teoria umorale dei temperamenti e la elegge come alternativa alla teoria funzionale del corpo umano allora accettata, l’alchimia paracelsiana. Con questi presupposti Huarte progetta di ottimizzare i risultati partendo dalle cause: se l’ingegno è predefinito dalla natura che assegna ad ognuno un temperamento, tanto vale potenziare fin dall’infanzia l’inclinazione naturale dell’individuo, con l’educazione e la dieta, per ottenerne il meglio. In questi termini stanno le ragioni dello scritto di Huarte, e l’Examen ci vorrebbe insegnare a riconoscere le specificità dei vari ingegni e coltivarle. Nella dissertazione di Huarte Dio non ha spazio, se non per organizzare il cervello dell’uomo come contenitore, entro cui la natura, creazione dello stesso Dio, riverserà (o non riverserà) i suoi doni. Le implicazioni teologiche di questo atteggiamento sono ovvie quanto delicate, tanto da essere solitamente tralasciate da tutti i recuperi “moderni” dell’Examen, finanche gesuitici.

I riferimenti novecenteschi al pensiero di Huarte non mancano – tra gli altri, Mauricio de Iriarte, Noam Chomsky, Guillermo Serès - ma ognuno privilegia una porzioncina di Examen, funzionale di volta in volta alla psicologia, alla linguistica, alla retorica. Mancava sempre uno sguardo critico complessivo e privo di pregiudizi di casta, per riabilitarlo nella sua dimensione, se non esclusiva, eminentemente pedagogica. Fino ad ora....


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