Storia delle istituzioni politiche PDF

Title Storia delle istituzioni politiche
Author Francesco Pennacchi
Course Storia delle istituzioni politiche
Institution Università di Pisa
Pages 79
File Size 600.6 KB
File Type PDF
Total Downloads 45
Total Views 386

Summary

L. 11) Origine della disciplina La materia delle istituzioni politiche necessità di definizioni e riflcittadini. essioni che vertono sul tema dell’essere Uno degli ambiti che andremo ad analizzare è quello costituzionalscenari pubblici democratici. e, un terreno di scontro ricorrente negli Gaetano ...


Description

L. 1 1) Origine della disciplina La materia delle istituzioni politiche necessità di definizioni e riflessioni che vertono sul tema dell’essere cittadini. Uno degli ambiti che andremo ad analizzare è quello costituzionale, un terreno di scontro ricorrente negli scenari pubblici democratici. 

Gaetano Mosca

La Storia delle Istituzioni politiche è una disciplina relativamente recente. Gaetano Mosca (1858 – 1941) è il padre di questa disciplina. Gaetano Mosca fu anche un importante pensatore politico del suo tempo, padre dell’elitismo politico. Mosca avviò un corso di studio, all’università di Milano, rivoluzionario, denominato “Storia delle idee e delle Istituzioni politiche”. Successivamente, a Roma, riproposte parte del corso denominandolo “Storia del Pensiero politico”. Mosca amava definirsi come “Scienziato politico”, divenendo così il progenitore della scienza politica. Il Pensiero politico e le Istituzioni politiche sono due ambiti strettamente collegati tra loro; Mosca affermò che “Non si possono studiare le dottrine senza lo studio delle istituzioni”. La riflessione su determinati temi e la volontà di tradurre tale riflessione in atto, legano strettamente il Pensiero politico con le Istituzioni politiche, legate così sia da un livello spaziale che da un livello temporale. A tal proposito il pensiero occidentale è coeso, pur presentando dottrine differenti. Noi ci concentreremo sul pensiero occidentale, nello spazio e nel tempo storico. 2) Concetto di “Istituzioni Politiche” Il concetto di “Istituzioni” è difficilmente definibile. 

Fluidità e Solidità delle Istituzioni

Dobbiamo porre una “Scala di fluidità” ove porre le differenti istituzioni, in apparenza molto differenti ma connesse dai medesimi principi fondativi. Le istituzioni possono essere molto fluide, quindi poco solide, oppure possono essere poco fluide, quindi molto solide. Ponendo come definizione generale di istituzione un insieme di individui riuniti con un medesimo obiettivo e con regole comuni, possiamo creare una scala di fluidità. Tale definizione infatti si fonda sul l’etimologia greca del termine, il quale deriva da “Istemi” che significa “Porre”, “Stabilire”, “Costituire”. L’amicizia è l’istituzione più fluida e quindi meno solida in assoluto, ciò è causato dall’assenza di regole. Il Partito, invece, è un’istituzione solida, in quanto presenta delle regole molto stringenti che impongono sanzioni quali l’allontanamento dal partito dei membri che non le rispettano. In base al numero ed alla qualità delle regole, un’istituzione è definita più o meno solida.



Concetto di “politiche”

Le Istituzioni sono definite “politiche” in quanto “pubbliche”, ovvero riguardanti la totalità, o quasi, dei cittadini. 

Stabilita delle Istituzioni politiche

Le istituzioni possono essere permanenti e stabili in un preciso momento storico, ma non in un tempo assoluto. Le istituzioni sono dinamiche e mai permanenti, infatti esse sono il frutto dei cambiamenti sociali e culturali di un popolo. Lo studioso delle Istituzioni politiche deve cogliere i momenti di cambiamento che comportano il Mutamento delle Istituzioni politiche di un determinato periodo storico. 3) Lo Stato 

Lo Stato come Istituzione politica

Lo Stato è l’istituzione politica più solida in assoluto, inoltre esso appare come la somma di più istituzioni. In esso le regole sono estremamente formalizzate ed un loro sgarro implica sanzioni più o meno pesanti, che possono comportare la privazione di beni, di libertà ed anche della vita del reo. Lo Stato è inoltre l’istituzione più coercitiva di tutte. In esso il Potere, la forza, è centrale; ma essa non è posseduta unicamente dallo Stato, anzi, tutte le istituzioni possiedono una forza pari alla propria solidità. Lo Stato è il momento più alto delle Istituzioni politiche, nel quale si esplica il maggior potere sui cittadini. 

Definizione Weberiana

Max Weber, nel 1919, definì lo Stato come: “Lo Stato è, come le associazioni politiche che storicamente lo precedono, un rapporto di dominio di uomini su uomini, basato sul mezzo della forza legittima” La definizione Weberiana mostra lo Stato come una delle tante Istituzioni politiche nate e scomparse nella storia umana. Egli si oppone a coloro che definivano “Stato” anche lo Stato greco e romano, per Weber il termine “Stato” può riferirsi unicamente allo “Stato moderno”, nato in Europa tra il XV e il Xvi secolo d.C. Inoltre Weber mostra come lo Stato tragga la propria forza dall’uso legittimo della forza. Il potere diviene così la capacità di condizionare l’azione degli individui tramute la minaccia dell’uso della forza, ma tale forza è al contempo legittima perché propria e normata dallo Stato. Istituzioni criminali, quali la Mafia, pur mostrando una struttura simil-statale, non sono definibili Stato in quanto non presentano una “Forza legittima”. 4) Costituzione

La Costituzione presenta al proprio interno la massima regolamentazione del Potere statale, il quale trae la propria legittimità dalla costituzione stessa. 

Costituzione come termine ambiguo

Il termine “Costituzione” possiede due significati distinti: 1. “Atto di Costituzione”, ovvero il momento di creazione, di nascita e di origine di un individuo, nel caso politico individua la fondazione di una società. 2. “Costituzione di un corpo”, ovvero la stabilità e le strutture bene definite di un costrutto o di un organismo, in sintesi lo stato in cui si trova il corpo in esame. 

Costantino Mortali

Costantino Mortali (1891 – 1985) fu uno dei Costituenti italiani durante la stesura dell’attuale Costituzione italiana. Mortali distinse 2 significati di Costituzione, entrambi essenziali per inquadrare nell’ottica politica il termine in esame: 1. Costituzione Formale Essa è la “Carta costituente”, scritta e concreta. L’Italia, nel momento in cui Mortali espose questa doppia definizione di Costituzione, non era ancora in possesso di una costituzione, ma la Costituente era già all’opera e si conoscevano già i punti cardine in antitesi al ventennio Fascista. 2. Costituzione Materiale Essa indica lo spirito sociale e popolare dell’epoca in cui la Costituente era al lavoro e dal quale la Carta costituzionale si origina. Tale spirito nuovo volenteroso di cambiamento è il cuore della Carta Costituzionale. Esso costituisce un “Patto sociale”, indice di compattezza nazionale e definibile come il motore propulsivo che conduce alla stesura della Carta costituzionale, la quale sarà una cesura con il passato. Ciò è ben più importante della Carta costituzionale in quanto fonda una nuova comunità posta su valori e volontà nuove. Questa doppia definizione di “Costituzione” è attualmente banalizzata dai politici e dai giornalisti italiani. L. 2 1) L’attuazione della Costituzione La disciplina delle Istituzioni politiche necessità di un approccio proprio, atto a distinguerla dalle altre discipline politiche. Tale approccio proprio dovrà essere l’approccio storico ai problemi, identificando le principali fratture e punti di rivoluzione con il passato. 

Modifiche costituzionali

La doppia definizione di Mortali è molto incisiva ed utilissima, utile per mostrare come il Costituzionalismo sia una materia viva, la quale muta e si adatta con la vita politica e sociale dell’uomo. Un distacco troppo netto tra Costituzione Materiale e Costituzione Formale causa gravi disordini e repentine richieste di riforma costituzionale. Le modifiche costituzionali causano modifiche a catena; attualmente vi è una selva di proposte di modifiche costituzionali in attesa di essere prese in esame, esse cercano di modernizzare la costituzione e renderla capace di tutelare gruppi sociali e minoranze poco e per nulla tutelate. Le Costituzioni nate nel Secondo Dopoguerra mostrano un forte nesso tra “Democrazia” e “Costituzione”, concetti fino ad allora separati e distinti. 

L’insegnamento dello spirito Costituzionale

In Svizzera, paese fortemente democratico e caratterizzato dalla democrazia diretta, è stato varato un progetto per istruire i bambini alla democrazia. Tale progetto sperimentale prende in esame delle comunità di bambini di tre anni, spingendolo inizialmente ad adottare dei simboli per la loro comunità (bandiera), successivamente spingendoli a decretare tramite elezione quale sistema decisionale (voto palese o voto segreto) verranno prese le decisioni, infine vengono spinti a prendere decisioni concrete che influenzeranno la loro stessa vita sociale ed individuale. 

Applicazione di nuove forme decisionali democratiche

In Francia è stata sperimentata, tra il 2019 e il 2020, la “Convention Citoyenne Pour le Climat”. Tale progetto, approvato da Macron e dall’opinione pubblica francese, selezionò 150 cittadini, scelti secondo criteri atti a garantire un’equa rappresentanza per l’intera popolazione francese, con l’incarico di decidere delle riforme per porre rimedio al problema dei cambiamenti climatici. Questo gruppo di 150 individui venne suddiviso in piccoli gruppi che, interagendo e confrontandosi con esperti, decretarono delle risoluzioni. Ma tali risoluzioni, quando vennero mostrate al mondo politico, suscitarono scalpore e Macron, che garantì pieno appoggio e una repentina legiferazione che tenesse presenti tali decisioni, fece un passo indietro. Anche l’opinione pubblica si è dimostrata contraria alle proposte di legge formulate dalla Convention. Tale progetto rappresenta un tentativo di arginare i grandi problemi attinenti all’elevata popolazione delle democrazie contemporanee. Il tentativo però ha creato nuovi problemi che dovranno essere a loro volta affrontati. La democrazia si mostra nuovamente come un amplio campo di tensioni. 2) La “Politetia” greca 

Contestualizzare l’antichità

Gli antichi greci non possedevano una Costituzione Formale, non presentavano infatti codici Costituzionali scritti e formalizzati. Possedevano però una Costituzione Materiale, intesa come una riflessione sui temi sociali e politici della Polis.

La Democrazia non segue un percorso storico migliorativo, come osserva Weber vi sono nel corso della storia dei momenti di frattura e di discontinuità con il passato, i quali momenti recano con sé mutamenti e nuovi scenari politici. Non sono quindi consentite etichette valutative, esse sono infatti estranee dal mondo dell’analisi storicoanalitica della politica. L’analisi politica risulta essere differente dalla Forma politica. 

Il ripensamento politico del IV secolo

Nel IV secolo A.C., periodo di grandi cambiamenti e sconvolgimenti in Grecia, i grandi pensatori greci iniziarono a riflettere sull’esperienza politica delle Polis, oramai esperienza politica in via di disfacimento a causa delle sempre più forti fazioni e scontri tra ricchi e poveri (Stasis) all’interno della comunità stessa. I pensatori politici ricercarono così nel passato, in particolare con lo scontro tra Grecia e Persia, le origini della prospera democrazia greca. Ripensamento della politica, per riconciliare le fazioni in lotta, necessario. Viene così creato il termine “Politetia” per indicare la necessaria armonia della Polis. Il termine “Politetia” viene tradotto normalmente con “Costituzione”, ma tale traduzione non può includere il concetto di “Costituzione Formale”. Il termine “Politetia” inoltre presenta numerosi campi semantici differenti, il termine allude così a numerosi concetti differenti tra di loro. Politetia indica così 2 principali concetti: 1. L’essere di una Polis, considerata sotto la forma del suo ordinamento politico interno considerando le magistrature della Polis stessa. Ciò si sovrappone così alla forma di governo vigente nelle Poli. 2. È però anche qualcosa in più, che influisce sul modo di essere della Polis. La cultura della comunità della Polis è così fondamentale. La Politetia diviene così come l’Anima della Polis, come la definì Aristotele. Il termine Politetia indica così “Come è la Polis” (Descrittiva) sia “Come dovrebbe essere la Polis” (Normativo). 

Aristotele e la “Politetia”

Per Aristotele la Politetia rappresenta il modello ideale di cittadino. La partecipazione dei cittadini alla vita della Polis ed alla sua gestione è fondamentale, la partecipazione dei cittadini deve essere forte ed incisiva. 

“Le Leggi” di Platone

Platone in “Repubblica” espone un modello ideale di Polis (Callipolis, letteralmente “La città bella”), ovvero “Come dovrebbe essere la Polis”, mostrando così il livello Normativo di Politetia. L’opera fu intitolata da Platone “Politetia”, tradotta poi in “Repubblica”.

Platone in “Le leggi”, testo tardivo ricollegabile all’ultimo periodo della produzione di Platone, viene mostrato un concetto di Politetia e di Democrazia molto innovativo, in contrasto anche alle opere passate dello stesso Platone. L’opera è un dialogo tra un Ateniese (probabilmente lo stesso Paltone), uno Spartano e un Cretese, i quali discutono su quale sia la corretta legislazione per l’immaginaria colonia Magnesia posta a Creta. L’analisi politica risulta maggiormente pragmatica rispetto alle idee espresse in “Repubblica”, ad esempio il concetto di ugualianza uomo e donna viene meno. Proponiamo 3 citazioni per illustrare le tematiche principali dell’opera: 1. Citazione 1 (Libro III 693D) L’Ateniese sostiene che tutte le differenti espressioni politiche possibili derivano dall’unione di 2 madri distinte. Tali madri sono la Democrazia greca e la Monarchia persiana. Tale affermazione è però contraria alle stesse tesi di Platone espresse in “Politica” e in “Repubblica”, opere nelle quali la democrazia è definita come una delle tante forme di governo, addirittura la peggiore dopo la tirannide. Platone si allontana così dai propri scritti precedenti. 2. Citazione 2 (713E) L’Ateniese sostiene che dove vi è un tiranno o fazioni che dominano su altre fazioni non si hanno Costituzioni, ovvero non si ha la Polis, ma solamente degli “Insediamenti urbani”. La Politetia non è solamente un insieme di persone vicine, ma è anche un collante che rende tutti i cittadini di pari grado, la Politetia è così un’anima come la definì Aristotele. 3. Citazione 3 (715A) L’Ateniese sostiene che l’ascesa al potere, se frutto di lotta e violenza, sarà esclusivo appannaggio di soli gli individui gelosi e guardinghi. In tale contesto non vi è partecipazione alla cosa pubblica. Non vi è un comune interesse ed il senso di “Giustizia” è vuoto. Con queste tre citazioni la parola Politetia si evince come gli antichi cercarono non un modo per Governare e gestire la Polis, ma cercavano di definire un Ideale più profondo che guardava al passato per sanare il presente. La chiave nostalgica in tutto ciò è molto forte. Il mondo degli antichi è profondamente diverso dal nostro e dal mondo della contemporaneità in generale. Le Costituzioni nate dal Secondo Dopoguerra tutelano la totalità del gruppo sociale di uno Stato. Furono però i vincitori a scrivere tali Costituzioni ed in tale contesto rappresentavano solamente una parte della comunità dei paesi ex-nazifascisti. Platone in “Le Leggi” si possono ritrovare 3 punti innovativi per l’epoca, concentrati nel termine “Politetia”, le quali si concretizzarono solamente nei secoli successivi:

1. Differenza tra Leggi e Costituzione. Tale concetto si ritrova solamente alla fine del ‘700 con le rivoluzioni. 2. Costituzione legittimata da figure antiche e mitiche (Licurgo, Solone, Mosè). Ciò pare una bozza di “Potenza costituente”, nata alla fine del ‘700 con le rivoluzioni. 3. Presenza di una sorta di “Vigilanza Costituzionale”. Nulla di simile all’odierna “Corte costituzionale”, essa era ipotizzata come un’assemblea di anziani che supervisionava e discuteva sull’effettiva legittimità delle leggi proposte dopo l’emanazione della costituzione. L. 3 1) Democrazia Le Costituzioni nate dal Secondo Dopoguerra intrecciano saldamente i concetti di “Democrazia” e “Costituzione”, fino ad allora concetti slegati. Tale unione rappresenta la “Politetia dei Moderni”. Per analizzare la democrazia vi sono 2 piani d’analisi: 1. Cogliere la polisemia del termine “Democrazia” Si inserire un nuovo lemma nel discorso, con un contorno di significati da valutare con attenzione. 2. Entrare nel merito della Democrazia Come funziona la forma di governo democratica Inizieremo la nostra analisi dal primo punto. 1. L’origine del termine Democrazia La Forma di governo Democratica, intesa come sistema politico molto inclusivo, compare ancora prima della codificazione del termine “Democrazia”. Il passaggio dalla Monarchia alla Democrazia, avvenuto in Grecia, fu lungo e difficoltoso. Esso assunse caratteristiche proprie a seconda del luogo, ma possiamo individuare come periodo di rivoluzione Democratica l’arco temporale che corre dal VI al IV secolo a.C. 

Efialte e le riforme ateniesi del 462

L’esempio di Democrazia più conosciuto è quello Ateniese. Ad Atene, con le riforme di Efialte del 462 a.C., nacque la Democrazia Le riforme di Efialte scardinarono l’ultimo baluardo politico dell’aristocrazia, ovvero il tribunale dell’”Aeropago”, al quale vennero sottratti vari poteri che vennero affidati ad un Tribunale Popolare che ben presto divenne uno degli organi più importanti di Atene. Con le riforme di Efialte de 462 a.C. nacque la Democrazia ed il pensiero democratico, ma il termine “Democrazia” non era ancora stato coniato.



“Storie” di Erodoto e l’apparizione del termine “Democrazia” nel 440

Nelle “Storie” di Erodoto, in particolare nel Libro IV, appare il termine “Democrazia” per la prima volta in assoluto nella storia. Il termine “Democrazia” è così databile al 440 a.C. Contrariamente a ciò che possiamo credere, il termine “Democrazia” non appare nel dialogo tra Dario, Megabizo e Otane, dialogo che rappresenta il “Logos Politicos” nello scontro tra Monarchia, Oligarchia e Democrazia. Nel periodo che corre tra il 440 ed il 400 a.C. ritroviamo solamente 15 occorrenze del termine “Democrazia”, ciò dimostra come il termine non era ancora molto diffuso, nonostante il fervente Spirito Democratico. 

Eschilo in “Le supplici” e lo Spirito Democratico

Eschilo nel 463 a.C. creò la tragedia “Le supplici”, un pezzo di una trilogia ad oggi andata perdura. Eschilo partecipò alla battaglia di Maratona, l’apice della storia greca, e scrisse le proprie opere mentre Atene era al suo massimo splendore. La tragedia “Le supplici” ci forniscono uno scorcio del nascente Spirito Democratico Ateniese dell’anno 463, di un anno precedente alle riforme di Efialte. Eschilo parla di Democrazia e di attualità nascondendosi dietro il velo dell’antichità della narrazione teatrale, attribuendo ai personaggi frasi e discorsi pregni di Spirito Democratico. La Tragedia, ambientata in tempi mitici passati, ci narra le vicende di 50 fanciulle e del loro padre, il re della Lidia, che scappano ad Argo per non sposare i 50 cugini egiziani loro promessi sposi. Le ragazze ed il loro padre chiedono asilo politico al re di Argo, il quale afferma che la legge sacra dell’ospitalità deve essere approvata e votata dal Popolo di Argo, in quanto l’ospitalità concessa alle fanciulle può causare lo scoppiò una guerra con i loro 50 cugini. Le questioni importante devono essere discusse e decise dal Demos riunito in assemblea. Le fanciulle usano espressioni evidentemente Democratiche, ma, essendo estranee alla politica, riferiscono tali espressioni non al Demos ma al re. Eschilo sostiene che chi afferma che sia il re a detenere il potere ed il controllo della Polis è ingenuo quanto una fanciulla. Il re consulta i cittadini ed il re della Lidia, il quale ha assistito alla consultazione popolare, riferisce alle figlie l’esito positivo della consultazione. Le ragazze ed il loro padre vengono così accettati nella comunità e successivamente scoppierà una guerra con i 50 cugini. Eschilo mostra come il popolo di Argo utilizzò una votazione palese per alzata di mano. Eschilo fornisce numerosi elementi democratici, formulando un giudizio positivo per questa forma di governo. 2. Entrare nel meri...


Similar Free PDFs