Schema riassuntivo per ripetizione Storia delle dottrine politiche PDF

Title Schema riassuntivo per ripetizione Storia delle dottrine politiche
Author Felisia Casale
Course Storia delle dottrine politiche
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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Summary

Machiavelli <<Il Principe>> (1513)Contesto storico: XV – XVI Secolo (Risorgimento, Famiglia De Medici, Savonarola, Repubblica)Machiavelli richiama alla mente il Rinascimento. È il considerevole fatto del crollo definitivo della maestosa costruzione medievale, che poggiava sulla doppia au...


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Machiavelli (1513) Contesto storico: XV – XVI Secolo (Risorgimento, Famiglia De Medici, Savonarola, Repubblica) Machiavelli richiama alla mente il Rinascimento. È il considerevole fatto del crollo definitivo della maestosa costruzione medievale, che poggiava sulla doppia autorità, del Papa nella sfera spirituale, e dell’Imperatore in quella temporale. In campo temporale, ecco che si affermano i grandi stati monarchici unificati: Francia, Inghilterra e Spagna. L’incomparabile Firenze era stata, più d’ogni altra città, sconvolta dalle lotte delle fazioni, finché i Medici non si impadronirono del potere (1434), con Cosimo. Diverse furono le congiure, la più famosa, quella dei De Pazzi, scoppiò nel 1477. Lorenzo muore nel 1492; il suo successore Piero fuggirà nel 1494, di fronte al popolo indignato per l’accordo che egli aveva negoziato col re di Francia Carlo VIII. A Firenze si stabilisce la Repubblica, ma è per cadere, da lì a tre anni, nelle mani di Gerolamo Savonarola, che agitava predicando su temi apocalittici. Il Monaco vi fonda una democrazia teocratica e puritana. Austerità e attacchi alla lussuria e alla cupidigia della Roma Papale saranno i pilastri fondanti. La sua avventura finirà, impiccato e bruciato, il 23 maggio 1498. Pochi giorni dopo il supplizio del Monaco, nel 1948, Niccolò Machiavelli entra ufficialmente nella vita della repubblica, come segretario della Seconda Cancelleria della Repubblica Fiorentina. Ben presto diverrà segretario dei Dieci di Libertà e di Pace, magistrati elettivi incaricati di servizi pubblici e della corrispondenza con i rappresentanti di Firenze all’estero. Machiavelli, come avviene agli impiegati di grado superiore dei ministeri, è stato frequentemente incaricato di missioni sia all’estero sia in Italia e ciò gli permise di esercitare una sicura influenza ufficiosa sulla diplomazia fiorentina. Quando il regime di Firenze cambiò nuovamente nel 1512, afferrata nei risucchi della lotta tra il Papa Giulio II ed il Re di Francia Luigi XII, i partigiani dei Medici approfittarono del disastro per ristabilire i magnifici Medici. Machiavelli, funzionario della Repubblica, fu cacciato da tutti i suoi impieghi e bandito da Firenze.

PRINCIPALI TEMI TRATTATI NELL’OPERA: PRINCIPATI: Bisogna distinguere tra i principati quelli ereditari e quelli nuovi. Ereditari, la facilità del compito del principe è allora tale che Machiavelli, addirittura ossessionato dall’instabilità dei regimi politici italiani del suo tempo, non mostra quasi interesse per questi regimi ereditari, troppo stabili, troppo facili, dove al principe , delle capacità normali gli permetteranno di mantenersi sul trono. Le vere difficoltà, sia per l’acquisizione che per il mantenimento, si riscontrano nei principati Nuovi; ma, tra questi, bisogna distinguere ulteriormente: gli uni sono nuovi del tutto; gli altri sono aggiunti allo stato ereditario (Regno di Napoli al Regno di Spagna); il principato nuovo e lo stato ereditario formano allora insieme un corpo che si può chiamare misto.

I principati studiati dal Machiavelli sono, in generale, . Avere forze sufficienti, questo è tutto, per acquisire come per conservare. La ragione prima ed ultima della politica del principe è l’impegno di queste forze, dunque la guerra: Quando e’ principi hanno pensato più alle delicatezze che alle arme, hanno perso lo stato loro. Per ogni stato, antico, nuovo o misto ma non possono esservi buone leggi là dove non vi sono buone armi, e al contrario, . Ma quali sono le buone armi per Machiavelli? Certamente non i mercenari, truppe , che in pace spogliano il principe, in guerra fuggono e disertano. Sole buone armi, solo buone truppe, quelle che appartengono al principe, composte dei suoi cittadini, dei suoi sudditi, delle sue creature; in una parola, le truppe nazionali.

ACQUISIRE E CONSERVARE: Si acquisisce per: -

Propria virtù (per le proprie armi); virtù che deve essere tuttavia attenuata dal fatto che nessuno, qualsiasi sia la sua virtù, è completamente sottratto alla fortuna ( fatum). Il capitolo XXV è dedicato ai rapporti tra fortuna e virtù “dunque l’uomo può e deve resistere alla fortuna, prepararle, con la sua virtù, duri ostacoli; è addirittura bene che si mostri impetuoso nei suoi confronti. Perché essa pronta a cedere a coloro che usano la violenza e che la trattano rudemente, ai giovani , audaci, autoritari, piuttosto che agli uomini maturi e rispettosi” e ancora “Quelli che divengono principi per la loro virtù personale e le loro armi incontrano molte difficoltà per installarsi nel loro principato, per radicarvisi, ma molta facilità, in seguito, a conservarlo”. La maggiore di queste difficoltà iniziali consiste nello stabilire nuove istituzioni, impresa obbligatoria per la fondazione del nuovo governo e la stabilità del nuovo principe. - Fortuna (e le armi altrui); per i principati nuovi, acquistati con le armi altrui, la regola è inversa: facilità ad acquistare e difficoltà a conservare. I Principi dipendono troppo dalla volontà e dalla fortuna, che sono mutevoli, di coloro che li hanno creati; non dispongono affatto di forze affezionate e fedeli. - ; L’interesse essenziale del capitolo consiste nella morale che Machiavelli ne ricava circa il buono ed il cattivo impiego della crudeltà per conservare uno stato usurpato. Ci sono Crudeltà ben eseguite (sono quelle commesse tutte insieme all’inizio del regno per provvedere alla sicurezza del principe nuovo. Il principe nuovo deve stabilire pacatamente tutte le crudeltà che gli è utile commettere, ed eseguirle in blocco, per non dovervi ritornare sopra tutti i giorni; perché le crudeltà, le ingiurie provate meno a lungo sembrano meno amare, offendono meno) e Crudeltà mal eseguite (quelle che si rinnovano e, poco numerose all’inizio, . I sudditi perdono ogni sentimento di sicurezza, non soltanto il principe non può contare su di loro, ma è sempre obbligato , il che finisce per concludersi male) - ; l’acquisizione di un principato per il favore dei propri concittadini esige senza dubbio una certa virtù, ma non tutta la fortuna, né tutta la virtù: piuttosto una , una destrezza felice. A fare così un

principe è talvolta il popolo, talvolta i grandi. In ogni città . Il principe fatto dai grandi – che si credono suoi uguali, sono insaziabili, e che egli non riesce a tenere in pugno – fa più fatica a mantenersi del principe elevato dal popolo. Per questo il principe della prima categoria, fatto dai grandi contro il volere del popolo, dovrà mettere tutto in opera per riconciliarsi al più presto con il popolo; non avrà allora sostegno più fedele. - Principati ecclesiastici; altro tipo di governo legale. Questi principati si conquistano anch’essi per fortuna o per virtù, ma il fatto notevole è che, per conservarli, non c’è poi bisogno né di fortuna né di virtù. Basta il potere delle antiche istituzioni religiose che rimpiazzano tutto il resto: buon governo, attaccamento dei sudditi, abilità, valore guerriro. Infatti essi sono .

DISTINZIONE TRA GLI STATI A SECONDA DEL TIPO DI GOVERNO: -

Principato Dispotico; governato da un principe che tiene tutti i suoi sudditi in condizioni di schiavitù, è difficile da conquistare, perché tutti i sudditi si stringono intorno al principe, e lo straniero non può sperare nulla da essi. È facile invece da mantenere, basta estinguere tutta la famiglia del principe perché non resti ; questo popolo, abituato per definizione all’obbedienza, è incapace di scegliere da sé un nuovo principe, e di riprendere le armi. - Principato Aristocratico; governato da un principe assistito da grandi, da signori di antica razza, che detengono un potere proprio, nascente non dal favore del principe ma da questa stessa antichità di lignaggio, è facile da conquistarsi. Vi si trovano sempre dei grandi scontenti, pronti ad aprire un varco allo straniero ed a facilitare la sua vittore. È difficile da conservare, perché non è possibile contentare tutti i grandi, né eliminarli tutti; . Il principe nuovo perderà questa fragile conquista . - Repubblica; che viveva libera sotto le proprie leggi, è un tipo di stato straordinariamente difficile da mantenere sotto il gioco di un principe nuovo, essendo esattamente agli antipodi del principato dispotico, dove i sudditi sono educati all’obbedienza: .

MEZZI PER DOMARE I PRINCIPATI: -

Il principe vada a risiedere personalmente nel paese per reprimere immediatamente i disordini che nasceranno - Far governare i vari paesi secondo le loro leggi, per mezzo dei loro cittadini, riservandosi la riscossione di un tributo. - Nonostante sostenitore della Repubblica, per obblighi verso il Principe a cui è destinata l’opera, Machiavelli vede si assolutamente sicuro per il nuovo principe distruggere, annientare l’antica e incurabile Repubblica.

COME SI DEVE COMPORTARE IL PRINCIPE? Il principe che vuole mantenersi deve dunque imparare a: -

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Non essere sempre buono, ad esserlo o non esserlo a seconda della necessità Evitare i vizi vergognosi che gli farebbero perdere lo stato Essere reputato liberale e generoso La Parsimonia è uno dei vizi che fanno regnare Essere temuto. Perché? Innanzitutto gli uomini sono generalmente ingrati e cupidi di guadagno, “mentre fai loro bene, sono tutti tua; ma quando ti si appressa, e’ si rivoltano>>. E poi gli uomini temono molto meno di offendere chi si fa amare che non chi si fa temere. Essere Volpe e Leone. La del machiavellismo. Machiavelli trova ispirazione nel mito di Achille e del centauro Chirone (mezzo cavallo e mezzo uomo). Il principe compiuto, armato per la lotta, di cui Achille costituisce il tipo, deve possedere in un certo senso queste due nature, umana e bestiale, di cui l’una è sostenuta dall’altra. E, tra le bestie, il principe deve sceglierne due come modelli, la Volpe e il Leone. Astuto come una volpe in materia di promesse e impegni, cioè non mantenere la parola quando mantenerla causerebbe un danno e quando sono venute meno le ragioni della sua promessa; forte come un Leone. Dissimulare e prosperare; Machiavelli dipinge la virtù dell’apparire, del far credere, dell’ipocrisia, l’onnipotenza del risultato. . Non rendere mai un altro principe potente, perché significherebbe lavorare alla propria rovina Ascoltare sempre i consigli di consiglieri e ministri, ma e senza mai lasciar prendere il sopravvento a coloro che lo consigliano. Un buon ministro è colui che non pensa mai a sé stesso, ma sempre al principe; e d’altro canto, el principe, per mantenerlo buono, debba pensare al ministro colmandolo di ricchezze, considerazioni, onori e dignità.

QUAL E’ IL SEGRETO DI MACHIAVELLI? Nell’ultimo capitolo del suo libro Machiavelli svela che il suo più grande segreto è l’Italia. Machiavelli è ossessionato, come Dante e Petrarca, dal sogno di un liberatore, di un redentore dell’Italia (che prima cercherà in Cesare Borgia e poi nei Medici). Repubblicano in cuor suo, Machiavelli aveva senza dubbio immaginato la realizzazione di una Repubblica Italiana, erede della Repubblica romana idealizzata da Tito Livio, perché animata da una libertà civica all’antica, creatrice di un’armata nazionale. IL DESTINO DELL’OPERA L’interesse fu mediocre. L’opera fu molto letta da sovrani, ministri, appassionati di potere che fanno del Principe il breviario dell’assolutismo. Napoleone, che domina nel XIX secolo, appare ai suoi nemici, come la realizzazione perfetta del Principe secondo Machiavelli. Nel XX ritroverà lo spirito nazional-popolare dove Benito Mussolini loda Machiavelli.

Bodin (1576) Contesto storico: XVI-XVII (Rinascimento, Riforme teologiche, Guerre di religione) All’indomani della notte di San Bartolomeo (1572, rappresenta la strage in Francia condotta da parte della fazione Cattolica a danno degli Ugonotti), nel 1573, FRANCOIS HOTMAN, noto giurista, lascia da Ginevra un pamphlet divenuto celebre: Franco-Gallia. Il pamphlet si presenta come lo studio sulle origini dell’istituto monarchico in Francia. Secondo l’autore: -

gli antichi re di Francia dovevano la loro corona all’elezione ed erano eletti per essere re secondo leggi e condizioni stabilite, e non tiranni detentori di un potere assoluto, eccessivo e infinito. - Il popolo poteva dunque togliere la corona a chi non rispettasse tali condizioni. Una sovranità revocabile non era una sovranità assoluta, ma un governo misto; - miglior tipo di governo secondo Hotman, , ed in cui l’aristocrazia funge per diritto di nascita da intermediaria tra l’autorità reale e l’autorità popolare, . Questa Franco-Gallia era un attacco diretto alla preponderanza del potere reale. Chi avrebbe raccolto questo attacco, questa sfida? MICHEL DE L’HOPITAL, membro del partito Politici non che massimo esponente, che si separa dal partito cattolico e quello protestante che vedevano il Re come un “capo-partito”, poneva il Re al di sopra della disputa tra cattolici e protestanti perché non voleva che vedere il Re come un “arbitro” e “protettore supremo” di tutti i culti. Un Re forte, che tiene vigorosamente nelle sue mani, contro i venti e le maree dei fanatismi in lotta, l’autorità sovrana: questa era, agli occhi dei Politici, la sola àncora di salvezza. Così soltanto avrebbe potuto essere assicurata l’unità della nazione malgrado il dualismo religioso – evitando intolleranza e anarchia. JEAN BODIN, professore di diritto e poi magistrato, si riallacciava ai Politici. Bodin cerca nella storia nella storia uno : . In quest’ultima frase è tratteggiato il piano della République. Da questo mare di idee e di ragionamenti, emerge un’isola centrale immersa in una luce cruda che fa spiccare netti i suoi contorni di marmo: la Sovranità.

COSA INTENDE PER REPUBBLICA? La Repubblica è un governo giusto di più nuclei familiari e di ciò che è loro comune, con potere sovrano. In tutte le cose bisogna cercare il fine principale, e poi i mezzi per giungervi. Per Repubblica egli intende, nella maniera antica, la cosa pubblica, la comunità politica in generale, e non una forma di governo opposta alla Monarchia o all’Impero. Si vede, nello stesso tempo, che egli si pone non sul piano del fatto (Machiavelli), ma della legittimità: la comunità politica di cui

propone imperiosamente la teoria è un governo giusto. E con “giusto” intende: non solo conforme a certi valori morali di ragione, giustizia, ordine nel senso più elevato ma anche che trova il suo fine, il suo scopo, nella realizzazione di questi valori, al di là della realizzazione dei fini materiali, che non ne costituiscono che la prima tappa. Mireremo ad un “obiettivo più alto” della felicità. Si vede poi che la famiglia occupa il posto d’onore: è il punto di partenza, la cellula madre, ed è anche l’immagine e il modello della comunità politica ben ordinata. Si vede infine che il potere sovrano è considerato, senza discussione, inerente alla nozione stessa, rettamente intesa, di comunità politica.

COSA INTENDE PER SOVRANITA’? . Egli avverte che nessuno, prima di lui, ha saputo cogliere rigorosamente le vere caratteristiche della sovranità, quelle che permettono ai sudditi di riconoscere il vero titolare. La sovranità è quella forza coesiva, unificatrice della comunità politica, senza la quale essa si sfascerebbe e che cristallizza quel ricambio di che la natura delle cose impone a ogni gruppo sociale che voglia vivere. È il potere assoluto e perpetuo di una repubblica. -

PERPETUO: . Bodin rimprovera molti autori per aver confuso Magistrati e Sovrano. - ASSOLUTA: .

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E LA CONSUETUDINE? .

PERCHE’ PREFERISCE LA MONARCHIA? La sovranità secondo Bodin, può teoricamente risiedere sia nella moltitudine (democrazia) o in una minoranza (aristocrazia), che in un uomo solo (monarchia).

Bodin non vede assolutamente la possibilità di dividere le prerogative della sovranità per costruire una Repubblica (contrariamente a quanto sosteneva Hotman), la quale non potrebbe essere che un mostro. La Repubblica mista è corruzione della Repubblica, regime bastardo e foriero dei peggiori dissensi, finché la sovranità, spezzata, torturata, non si sia ricomposta integralmente a vantaggio di un titolare definitivo. Perché, fra le tre forme autentiche di Repubblica, Bodin preferisce la monarchia? Egli preferisce la monarchia – cioè la forma di repubblica , in cui la sovranità assoluta - perché: -

La monarchia è il regime più conforme alla natura. La famiglia, modello della Repubblica, non ha che un capo. Il cielo non ha che un sole. Il mondo non ha che un Dio supremo. - . - La monarchia assicura maggiori garanzie a quella che, in termini moderni, chiameremmo la scelta delle competenze: “i saggi ed i virtuosi sono dovunque una minoranza, così che, il più delle volte la parte più sana e migliore è costretta a piegarsi, sotto il peso della più numerosa, all’appetito di un impudente tribuno o di uno sfrontato arringatore. Ma il monarca sovrano può unirsi alla più sana, e più piccola parte, e scegliere uomini saggi e versati negli affari di Stato – mentre la necessità costringe, nello Stato popolare ed aristocratico, a dare ascolto a saggi e folli insieme” QUALE TIPO DI MONARCHIA SCEGLIERE? Al di sopra delle leggi del sovrano, Bodin, come San Tommaso d’Aquino ed i canonisti cristiani, mantiene la supremazia delle leggi di natura, riflesso della ragione divina (quindi è da scartare l’ipotesi di una Monarchia tirranica). E, tra queste leggi naturali, figura in primo piano il rispetto per la libertà dei sudditi e la loro proprietà. La monarchia esaltata dal giurista non potrebbe essere che la monarchia regia o legittima, come egli la chiama, . In essa il re dirige le proprie azioni in base alla giustizia naturale .

COME SI GOVERNA QUESTA MONARCHIA? -

Popolarmente: quando il principe accorda impieghi e benefici in base ad un criterio rigorosamente egualitario - Aristocraticamente: dove si tiene conto delle persone, dei meriti e delle risorse: dove impieghi e benefici vengono riservati - Armonico (preferito da Bodin): Una monarchia, dunque, che per quanto assoluta esige un consiglio permanente chiamato Senato o Parlamento, gli Stati generali e provinciali, quali organi di consultazione periodica. Ma monarchia in cui nessuna di queste associazioni potrebbe esistere senza permesso del sovrano, né sconfinare nella sua autorità.

RELIGIONE REGIA .

Hobbes (1651) Contesto storico: XVII (Assolutismo, fine guerra dei trent’anni 1648 e pace di Vestfalia) Il secolo XVII, correntemente definito il secolo dell’assolutismo, fu, verso la sua metà, tragico per i re assoluti. L’Inghilterra, dopo essere caduta dalle mani forti e abili dei Tudor in quelle, maldestre e febbrili, degli Stuart, non aveva conosciuto che convulsioni. Nel 1642 era cominciata la lotta armata tra Carlo I Stuart e il suo parlamento, in maggioranza puritano. Dopo molte peripezie il Re, vinto dall’armata parlamentare di Cromwell, era stato giustiziato. 1651. Cromwell regna sull’Inghilterra divenuta Repubblica (Commonwealth). A Londra appare un libro dallo strano titolo: Leviathan or the Matter, Forme, and Power of a Common-Wealth Ecclesiastical and Civil.

COS’E’ IL LEVIATANO? . Quest’uomo artificiale, dice Hobbes, è composto da: -

Un’Anima artificiale: la Sovranità, che dà vita e movimento al corpo intero Nervi: rappresentati dalla ricompensa e il castigo Una Forza: Opulenza e ricchezze di tutti gli individui Una Funzione: Salus Populi, la salute del popolo Una Ragione e Volontà artificiali: Equità e leggi Una Salute: Concordia Una Malattia: Sedizione Una Morte: la Guerra Civile Un fiat o : Patti e Contratti che all’origine presiedettero alla costituzione, all’assembramento ed all’unione delle parti di questo corpo politico

LA GEOMETRIA EUCLIDEA Scoperta, all’età di quarant’anni, la geometria euclidea, aveva elaborato un sistema di assoluto rigore, perfettamente concluso in tutte le sue parti, in base al quale il mondo psicologico, morale e politico, non meno di quello fisico, apparivano determinati dalle leggi del movimento.

L’UOMO COME MECCANISMO All’inizio di tutto c’è il movimento. L’uomo è un meccanismo. Dal movimento nasce la sensazione. Appetito o desiderio, avversione o odio, sono...


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