Schema riassuntivo di storia greca dall’età arcaica PDF

Title Schema riassuntivo di storia greca dall’età arcaica
Author Alice Taffurelli
Course Storia greca
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Summary

Lezione di Storia Grecia. Arcaica secolo a.) È caratterizzata da: Sviluppo (più cibo) Crescita demografica (più abitanti) Aumento del commercio (più scambi anche di tipo culturale) Uso della scrittura (il greco si basa fenicio, ma con di vocali). Chi non sapeva esprimersi bene in greco era chiamato ...


Description

Lezione di Storia Grecia. L’Età Arcaica (VIII-VI secolo a.C.) È un’epoca caratterizzata da:



Sviluppo dell’agricoltura (più cibo)



Crescita demografica (più abitanti)



Aumento del commercio (più scambi anche di tipo culturale)



Uso della scrittura (il greco si basa sull’alfabeto fenicio, ma con l’aggiunta di vocali). Chi non sapeva esprimersi bene in greco era chiamato “barbaro” (etimologicamente il termine significa “balbuziente”)

Gli abitanti si organizzano in poleis (singolare polis) ovvero città stato autonome. Ognuna si caratterizza per un centro urbano e un ampio territorio circostante. In tutte erano presenti due elementi fondamentali: l’acropoli (città alta), dove si trovavano i principali edifici sacri; l’agorà, la piazza centrale, sede sia dell’assemblea cittadina sia del mercato. Ogni poleis aveva diritto di:



Emanare le proprie leggi



Stabilire la pace o la guerra



Coniare la propria moneta (spesso, però, si tendeva a utilizzare la moneta delle poleis più importanti come la dracma di Atene)



Trattare con altre poleis da pari a pari



Fondare colonie: in questo modo la cultura e le istituzioni greche si diffusero in un’area geografica molto ampia: dalle coste del Mar Nero al bacino occidentale del Mediterraneo. In Italia le colonie greche presero il nome di Magna Grecia.

Le poleis erano indipendenti e autonome dal punto di vista politico. I greci erano molto orgogliosi di questo, del loro essere cittadini. Disprezzavano, invece, gli imperi assolutistici (per esempio l’Impero Persiano) perché lì tutto il potere era nelle mani di un unico sovrano e gli abitanti non erano cittadini, ma sudditi privi di libertà.

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Chi è cittadino (=polìtes) nell’antica Grecia? Era colui che aveva il diritto di partecipare ATTIVAMENTE alla vita della polis, ricoprendo cariche pubbliche. Stranieri, donne e schiavi non erano considerati cittadini, non potevano partecipare alla vita politica. Vita della polis = Vita politica. N.B. A differenza di quanto accade oggi, chi ricopriva cariche pubbliche non riceveva uno stipendio; era considerato un onore servire la città gratuitamente. In un primo tempo vennero considerati cittadini soltanto gli aristocratici ovvero i nobili, coloro che si vantavano di discendere da un personaggio illustre della mitologia. Si era aristocratici per nascita, era una questione di sangue (“sangue blu”), non di ricchezza. Gli aristocratici, tuttavia, di solito erano anche i più ricchi e con il denaro potevano acquistare le armi necessarie per difendere la città. Chi difendeva la propria città militarmente si meritava il diritto di ricoprire cariche politiche più importanti. Non avendo problemi economici, poteva far lavorare gli schiavi e così avere tutto il tempo per dedicarsi alla guerra e alla politica. In seguito, con lo sviluppo del commercio, il diritto di cittadinanza venne esteso anche a tutti coloro che, pur non essendo nobili, erano abbastanza ricchi da comprare un’armatura e contribuire così alla difesa della città. In questo modo si passò da un governo aristocratico (= governo dei migliori) a un governo timocratico (= governo dei più ricchi). Il legame tra ambito militare e politica resta sempre molto stretto. Il passaggio da oligarchia a timocrazia avvenne quando, all’interno del DEMOS (= il popolo. Formato da tutti coloro che non erano aristocratici ovvero da commercianti, artigiani, contadini e braccianti), si affermarono gli OPLITI = guerrieri appiedati muniti di scudo (in greco hoplon) e di armatura pesante che combattevano in formazione serrata, la falange. Erano sufficientemente ricchi da potersi permettere queste armi e cominciarono a pretendere di ottenere riconoscimenti politici in cambio del loro impegno militare. Ci furono scontri politici tra aristocratici e i settori più ricchi del demos. Gli aristocratici non volevano perdere i propri privilegi, non volevano condividere il potere con il demos. Alla fine, tuttavia, dopo 2

sanguinosi conflitti (le vendette private tra i due schieramenti furono numerose) si passò da un governo oligarchico a un governo timocratico. Si era ancora molto lontani dalla democrazia (= governo del popolo, indipendentemente dalla ricchezza). Questa si affermerà solo ad Atene molto più avanti, nel V secolo grazie a Pericle, un politico ateniese che ebbe l’idea di dare un contributo economico a chi ricopriva cariche politiche. In questo modo anche i lavoratori meno ricchi avrebbero potuto occuparsi della polis in modo attivo ovvero dedicarsi alla politica. Ad Atene il passaggio da oligarchia a democrazia, tuttavia, non fu semplice, avvenne gradualmente. Uno degli obiettivi di questa lezione è mettere in evidenza i vari passaggi che portarono a questo cambiamento, innovativo per il mondo antico. Ricordiamoci che la democrazia nacque ad Atene in un’epoca in cui, nel mondo, la forma di governo più conosciuta era la monarchia assoluta (potere assoluto di un unico sovrano) o l’aristocrazia. I governi oligarchici (potere di pochi) prevalevano sui governi democratici. Le opere letterarie (poemi omerici; testi teatrali greci: tragedie e commedie), le attività sportive (le Olimpiadi per esempio) e le feste religiose in onore degli dei avevano un valore importante: riunendo la collettività, contribuivano a rafforzare il senso civico dei greci, a rafforzare il legame tra gli abitanti e la propria polis. I greci erano orgogliosi di appartenere alla polis.

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EVOLUZIONE DELLE FORME DI GOVERNO NELLA POLIS (IN GENERALE)

All'inizio MONARCHIA, retta da un basileus

Poi il potere del re si distribuisce tra gli aristocratici ARISTOCRAZIA OLIGARCHICA (=governo di pochi)

Dopo una serie di conflitti tra aristocratici e parte ricca del demos, si arriva a una TIMOCRAZIA (=governo dei più ricchi)

La timocrazia non annulla i contrasti tra aristocratici e demos. Le guerre civili si fermano soltanto grazie all’affermazione della TIRANNIDE nel VII secolo a.C.. Il tiranno era un personaggio ambizioso, di solito aristocratico che, con metodi violenti (uso delle armi) accentrò il potere politico, militare e giudiziario nelle sue mani. Il tiranno è contrastato dal demos. Quando il periodo della tirannide si conclude, le forme di governo che si formano variano da polis a polis. A Sparta, per esempio, si affermerà di nuovo un regime aristocratico, ma più moderato; ad Atene invece gradualmente si affermerà la democrazia. Sparta e Atene sono le due poleis più importanti, entrambe alla ricerca di una posizione egemonica.

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SPARTA. UN’OLIGARCHIA ARISTOCRATICA La città di Sparta si trova nella regione della Laconia, una vasta area pianeggiante nel Peloponneso. L’origine di Sparta è legata all’invasione dei Dori (si veda il capitolo sul Medioevo Ellenico), un popolo bellicoso che, dopo aver sconfitto i micenei, volle creare una forte organizzazione politica, militare e sociale. A Sparta era presente una rigida divisione della società in classi:

SPARTIATI PERIECI ILOTI

SPARTIATI = Discendenti diretti dei Dori. Erano guerrieri, possedevano terre (proprietà privata) ed erano i soli a esercitare i diritti politici. Erano cittadini soldato. PERIECI = Abitavano il territorio prima dell’invasione dei Dori, a cui si sottomisero spontaneamente. Conservarono la libertà individuale, ma erano privi dei diritti politici (non potevano partecipare e influenzare la vita politica della città). Si dedicavano ad attività commerciali e artigianali. ILOTI = Il termine significa “catturati”. Abitavano il territorio prima dei Dori; si ribellarono ai nuovi dominatori e, per questo, vennero resi schiavi. A Sparta solo gli spartiati erano cittadini. Secondo una leggenda l’ordinamento politico di Sparta fu opera di un mitico legislatore del IX secolo a.C. chiamato LICURGO. Egli ricevette la legge direttamente dall’Oracolo di Delfi (e dunque dal dio Apollo). Si trattava di una legge non scritta che stabiliva la presenza di: 

Due RE con funzioni sacerdotali e militari



La GHERUSIA, l’assemblea degli anziani (>60 anni). Proponeva e discuteva le leggi; ricopriva la funzione di giudice nei processi più importanti che prevedevano pene severe come la condanna a morte o l’esilio.



Cinque EFORI, “sorveglianti”, che con il tempo svolsero la funzione di tribunale supremo. Sono eletti dall’Apella.



APELLA, assemblea di tutti gli spartiati di età > 30 anni. Era l’età considerata giusta per cominciare a occuparsi in modo responsabile della città. 5

ATENE. IL LUNGO PERCORSO VERSO LA DEMOCRAZIA Ad Atene la figura del re perse progressivamente importanza finché non venne sostituita da TRE ARCONTI



BASILEUS, con funzione religiosa (presiedeva agli atti di culto)



EPONIMO, con funzioni giudiziarie; dava il nome all’anno



POLEMARCO, si occupava dell’ambito militare in qualità di comandante Gli arconti erano scelti anno per anno, sempre e solo tra gli aristocratici. L ’incarico durava solo un anno per evitare che le persone si affezionassero troppo al potere. In seguito si aggiunsero altri sei magistrati, chiamati “tesmoteti” (=custodi della legge), e si arrivò a un COLLEGIO DI NOVE ARCONTI. Al termine del mandato annuale, gli arconti ritenuti moralmente irreprensibili (onesti, rispettosi delle regole della città), entravano a far parte del consiglio dell’AREOPAGO, chiamato così perché l’assemblea si svolgeva sulla collina dedicata al dio Ares. L’AREOPAGO svolgeva i seguenti compiti:



Giudicava i delitti di sangue



Controllava l’operato dei magistrati e la dignità degli aspiranti all’arcontato (per diventare arconti bisognava essere onesti, integerrimi)



Curava la retta amministrazione della giustizia e delle finanze. Un’altra istituzione importante era l’ECCLESIA, l’assemblea formata da tutti i cittadini maschi > 20 anni.

Quando, ad Atene, gli scontri tra aristocratici e demos divennero pesanti (una vera e propria guerra civile) perché gli aristocratici non volevano rinunciare ai propri privilegi, la popolazione chiese all’arconte DRACONE di emanare un codice di leggi scritte che regolamentasse i delitti di sangue. Le leggi proposte da Dracone nel 624 a.C. furono particolarmente severe. Egli rese illegale la vendetta privata dei singoli (il farsi giustizia da sé) e istituì il primo tribunale pubblico.

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Ma i contrasti continuarono perché il settore ricco del demos voleva più potere politico. Atene era ancora un’oligarchia aristocratica. Nel 594 a.C. fu nominato arconte SOLONE, considerato il precursore della democrazia ateniese. Grazie alla sua riforma, che migliorò le condizioni di agricoltori e artigiani e abolì la schiavitù per debiti, Atene passò da un governo aristocratico a un governo timocratico (timocrazia = il potere politico è legato alla ricchezza, al patrimonio che si possiede, non alla nobiltà di nascita). Gli scontri continuarono perché gli aristocratici non si rassegnavano alla perdita dei privilegi (non volevano condividere il potere con il demos), mentre il demos desiderava riforme più radicali. Nel VI secolo a.C. emerse un abile politico che, con l’uso della forza, approfittando degli scontri tra aristocratici e demos, divenne il tiranno di Atene: PISISTRATO. Egli promosse importanti iniziative culturali: 

Fece raccogliere in forma scritta i poemi omerici, sino ad allora tramandati quasi esclusivamente in forma orale.



Istituì le feste Dionisie (in onore del dio Dioniso), durante le quali vennero messi in scena importanti testi teatrali in gara fra loro.

Quando Pisistrato morì, salirono al potere i suoi figli, Ipparco e Ippia, che assunsero comportamenti dispotici. Volevano tutto il potere per sé. Ipparco venne ucciso e i suoi assassini (Armonio e Aristogitone) divennero un simbolo di libertà, coloro che erano riusciti a liberare la città dal tiranno; Ippia, invece, fuggì e trovò rifugio in Persia, presso l’Imperatore. Ad Atene la vera democrazia arrivò con CLISTENE, un importante politico ateniese. La sua riforma puntava a rafforzare il senso civico dei cittadini, il loro senso di appartenenza alla polis.



Stabilì che, al momento della nascita, ogni cittadino venisse registrato in un demo (= unità politico-amministrativa in cui era diviso il territorio dell’Attica, la regione di Atene). In tutto esistevano 180 demi.



I 180 demi erano raggruppati in 10 tribù, ma i 18 demi presenti in ogni tribù non erano confinanti. Ogni tribù doveva comprendere demi di pianura, demi di montagna, demi della costa. Perché questo? Per fare in modo che in ogni tribù ci fossero persone provenienti da differenti classi sociali. N.B. Il territorio dell’Attica comprendeva zone di pianura (le più ricche, qui 7

vivevano gli aristocratici); zone di montagna (le più povere, popolate da contadini) e zone sulla costa (qui vivevano i commercianti). 

In ogni tribù c’erano aristocratici (provenienti dalla pianura); commercianti (provenienti dalla costa) e contadini (provenienti dalla montagna). Perché questo è così importante? Perché Le 10 tribù, secondo la riforma di Clistene, sono la base per partecipare alla vita politica.

Da ogni tribù venivano estratti per sorteggio 50 rappresentanti, destinati a costituire il Consiglio dei 500 (50 x 10 tribù) o Bulè, un’assemblea importantissima ad Atene. Il sorteggio consentiva di assegnare l’incarico anche a persone non aristocratiche. Spesso, tuttavia, i più poveri non accettavano l’incarico perché l’attività politica continuava a non essere retribuita. Con Clistene la democrazia si affermò più a livello teorico che reale: in teoria anche un contadino avrebbe potuto far parte della Bulè, nella realtà solo i più ricchi potevano permettersi di accettare gli incarichi pubblici perché, mentre si recavano in assemblea, gli schiavi potevano lavorare nei campi al loro posto. Oltre alla Bulé, un’altra assemblea importante era l’ECCLESIA, l’assemblea popolare a cui avevano diritto di partecipare TUTTI i cittadini, non solo i loro rappresentanti; divenne più influente dell’Aeropago che, invece, perse rilievo. N.B. Non tutte le cariche venivano assegnate per sorteggio. La carica di stratega, per esempio, veniva assegnata in base a particolari capacità (competenza in ambito militare). La vera democrazia giunse ad Atene soltanto molto tempo dopo, dopo le guerre vittoriose contro i persiani, durante l’età di Pericle, nel V secolo. Il V secolo non è più età arcaica, ma età classica, l’epoca di maggior splendore per Atene. PERICLE garantì una retribuzione ai cittadini che ricoprivano un incarico pubblico. Fu il primo a pagare i politici! In questo modo anche chi non era ricco poteva occuparsi della città. La Democrazia ateniese del V secolo era una forma di governo innovativa per l’epoca, ma non è paragonabile al nostro attuale concetto di democrazia. Pericle stabilì che si era cittadini ateniesi solo se entrambi i genitori erano ateniesi (molte mogli straniere vennero ripudiate dai mariti nel V secolo, perché solo una moglie ateniese avrebbe potuto garantire una discendenza legittima, figli in grado di godere dei diritti politici). Continuavano ad essere esclusi dalla vita politica gli stranieri, le donne e gli schiavi.

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Per gli ateniesi il pensiero che una donna potesse occuparsi di politica era ridicolo e ironizzarono su questo in opere famose come la commedia Le donne al Parlamento di Aristofane. Qui vengono descritti i danni che le donne potrebbero compiere se avessero potere politico.

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