Storia ED Istituzioni Europee PDF

Title Storia ED Istituzioni Europee
Course Storia e Istituzioni europee
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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appunti semestrali...


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STORIA ED ISTITUZIONI EUROPEE 2021-2022

Elisabetta CONTI

LIBRO  TELO’, “Dallo Stato all’Europa” (CAPITOLO 1, CAPITOLO 2, CAPITOLO 3 (NO 3.2, 3.4), CAPITOLO 4 (NO 4.3), CAPITOLO 5, CAPITOLO 6 (NO 6.4, 6.5, 6.6), CAPITOLO 7 (NO 7.6), CAPITOLO 8 (NO 8.1, 8.4, 8.5), CAPITOLO 9 (NO 9.6, 9.7), CAPITOLO 10 (NO 10.2, 10.4, 10.5, 10.6, 10.7), CAPITOLO 11 (NO 11.1, 11.2, 11.3, 11.6), CAPITOLO 12 (NO 12.1, 12.2, 12.3, 12.4, 12.5) Dopo la formazione dell’Europa, si è subito pensato di donare a questa nuova istituzione un inno, conosciuto come Inno alla gioia: venne scritto nel 1785 da Schiller e poi musicato sulle note della Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven del 1835. È stato adottato come inno europeo nel 1972 dal Consiglio d’Europa poiché “senza parole, con il linguaggio universale della musica, questo inno esprime gli ideali di libertà, pace e solidarietà perseguiti dall’Europa”. Si tratta di un’esaltazione dell’amicizia tra i popoli, di un inno alla felicità dell’incontro e dell’abbraccio tra la diversità. Nel 1985 è stato adottato anche dai Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri, in modo che fosse e attualmente sia utilizzato in tutte le cerimonie ufficiali (per esempio, l’inno nazionale e l’inno alla gioia sono sempre suonati prima di ogni riunione dei club Rotary, dal momento che gli ideali di questo club sono molto simili a quelli dell’Unione Europea). Questo inno, tuttavia, non è apprezzato da tutti in quanto considerato germanocentrico. Si tratta di un’ode alla gioia (An die Freude), composta dal poeta e drammaturgo tedesco Friedrich Schiller e basata su un ideale romantico di uomini legati da vincoli di gioia e amicizia universale. Già nell’inno si mostra il sostrato politico e filosofico dell’Europa. Gioia bevono tut i viventi dai seni della natura; tut i buoni, tut i malvagi seguono la sua traccia di rose! Baci ci ha dato e uva, un amico, provato fino alla morte! La voluttà fu concessa al verme, e il cherubino sta davanti a Dio! Lieti, come i suoi astri volano attraverso la volta splendida del cielo, percorrete, fratelli, la vostra strada, gioiosi, come un eroe verso la vittoria. Abbracciatevi, moltitudini! Questo bacio vada al mondo intero Fratelli, sopra il cielo stellato deve abitare un padre affettuoso. Vi inginocchiate, moltitudini? Intuisci il tuo creatore, mondo? Cercalo sopra il cielo stellato! Sopra le stelle deve abitare!

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Fondamentale è anche la bandiera dell’Unione Europea, caratterizzata da dodici stelle d’oro su uno sfondo blu. Venne adottata per la prima volta dal Consiglio d’Europa nel 1955. Lo sfondo blu rappresenta il cielo del mondo, mentre le stelle, dodici in totale, gli ideali di solidarietà, unità e armonia tra i popoli d’Europa. Il numero delle stelle è simbolico, non dipende dal numero dei Paesi membri. Anche la forma del cerchio è simbolo di unità.

Il terzo ed ultimo simbolo è il motto, che riprende una frase di Ernesto Teodoro Moneta, ossia In varietate unitas, che significa Unita nella diversità. È stato adottato per la prima volta nel 2000 ed indica come, per mezzo dell’Unione Europea, gli europei siano riusciti a collaborare in favore della pace e della prosperità, mantenendo al tempo stesso la ricchezza tipica della diversità.

Le monete dell’Unione Europea Rivestono un ruolo fondamentale nella storia dell’Unione Europea anche le monete. Il 1° gennaio del 2002 venne introdotta la nuova moneta comune, l’euro, che è attualmente adottato solo da diciannove Paesi su ventotto. Il simbolo € si ispira alla lettera greca epsilon e rappresenta anche la prima lettera della parola Europa, mentre le due barrette orizzontali e tra loro parallele sono simbolo di stabilità (la stabilità è, appunto, uno degli interessi principali della Banca Centrale Europea). L’abbreviazione ufficiale della moneta è EUR. Ciascun Paese ha diritto ad emettere, ogni anno, due monete celebrative o commemorative, solo del valore di 2€. Finora i Paesi dell’area dell’euro hanno emesso congiuntamente quattro monete celebrative: • La prima nel marzo 2007, in occasione del cinquantesimo anniversario dei trattati di Roma; • La seconda nel gennaio 2009, per il decimo anniversario dell’Unione Economica e Monetaria; • La terza nel gennaio 2012, per i dieci anni delle banconote e monete in euro; • La quarta nell’agosto 2015, per celebrare il trentennale della bandiera dell’Unione Europea.

La festa dell’Unione Europea La festa dell’Unione Europea è convenzionalmente celebrata il 9 maggio, data che rappresenta l’anniversario della storica dichiarazione di Schuman. In occasione di un discorso a Parigi nel 1950, infatti, l’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman espose l’idea di una nuova forma di collaborazione per l’Europa, portando nel 1951 alla nascita della CECA, ossia la Comunità Economica del Carbone dell’Acciaio. La proposta di Schuman viene considerata come l’atto di nascita dell’Unione Europea.

Il mito di Europa Anche sulla nascita dell’Europa vi è un mito, che è appunto quello della fanciulla Europa, narrato nell’Iliade da Omero e nella Teogonia da Esiodo, ma ripreso anche nelle Metamorfosi di Ovidio. Europa era figlia di Agenore, re di Tiro, un’antica ed importante città fenicia. Il re degli dèi, Zeus, si innamorò perdutamente della fanciulla e decise di trasformarsi in un animale per poterla possedere e conquistare. Decise di assumere le sembianze di un toro bianco, che la ragazza vide per la prima volta mentre si recava sulla spiaggia con le sue ancelle. Europa trovò quell’animale molto bello e decise di cavalcarlo; il toro, allora, la rapì e scappò con lei attraverso il mare, fino all’isola di Creta. Dall’unione tra Europa e Zeus nacquero tre figli: Minosse, re di Creta, Radamanto, giudice degli inferi, e Sarpedonte. I tre figli vennero adottati da Asterio, re di Creta, che successivamente sposò Europa. Nel frattempo, i fratelli della ragazza erano stati inviati da Agenore a cercarla in tutto il Mediterraneo: Felix diventò re dei fenici, Celix re dei Cilici e Cadmo, giunto in Grecia, fondò la città di Tebe. Grazie al matrimonio con Asterio, Europa divenne regina di Creta e ricevette da Zeus tre doni: un gigantesco uomo di bronzo che faceva da guardiano all’isola, un cane e un giavellotto che non sbagliava mai la mira. Alla morte di Asterio, Minosse divenne re di Creta, dando vita alla civiltà minoico-cretese, periodo nel quale venne inventata la scrittura alla base della civiltà europea. Quando anche Minosse morì, i greci diedero il nome di Europa al continente che si trovava appunto a nord della Grecia, al fine di ricordare la figura della fanciulla. 2

Le rappresentazioni artistiche del mito di Europa Il mito di Europa è stato uno dei temi più rappresentati in ambito artistico, e la prima opera che si conosce è vaso risalente al 580 a.C., trovato nella zona di Selinunte. Dalla nascita del Cristianesimo in poi questo mito viene preso come immagine del dio che salva, mentre a partire dal Cinquecento diventa un simbolo di drammaticità. Viene, infine, utilizzato anche nell’epoca dei totalitarismi per mostrare la superiorità della razza europea, giustificata come superiore perché ha un passato mitico e addirittura discende da un dio. Oggi Europa viene, invece, rappresentata come la prima donna ad intraprendere un viaggio; quindi, come colei che muovendosi da Oriente a Occidente è in grado di spostarsi attraverso lo spazio, unendo popoli e tradizioni assai differenti tra loro. Uno dei dipinti più famosi è Il ratto di Europa di Tiziano, creato tra il 1560 e il 1562 su commissione del re di Spagna Filippo II; rappresenta un’intensa ed emozionante immagine della fanciulla disperata sul toro, che la conduce velocemente attraverso il mare, con degli amorini che osservano la scena. Il tema del ratto di Europa, tratto da un mosaico del III secolo d.C. ritrovato a Sparta, è stato scelto dalla Grecia per decorare la faccia nazionale della moneta da 2€. L’immagine di Europa, inoltre, si trova sulla banconota da 20€, in una serigrafia entrata in vigore da pochissimo tempo: è rappresentata in un ologramma a destra della moneta, di colore argentato.

Etimologia del termine Europa In realtà, non si conosce esattamente quale sia l’etimologia della parola Europa, ma sono state fatte tre ipotesi principali: Eu – rope, che significa “ben irrigata”; Eurus – ops, che significa di “ampio sguardo”; Infine, secondo una diversa etimologia, si ipotizza un significato di oscurità, perché a occidente tramonta il sole. Il primo ad usare il termine Europa, poco citato in epoca latina, fu nel VI secolo il monaco irlandese san Colombano, fondatore dell’abazia di Bobbio, in una lettera al papa Gregorio Magno. Il termine, tuttavia, iniziò ad indicare una realtà politica nuova e concreta solo in seguito alla creazione dell’impero di Carlo Magno.

L’Europa fisica L’Europa rappresenta un quadro geografico ed allo stesso tempo un quadro culturale, dal momento che è composta da popoli, da uomini, da lingue, culture e religioni diversi. Non vi sono in questo continente dei grandi confini, delle barriere importanti. L’Europa è, infatti, circondata da mari, che però non rappresentano una grande sicurezza nei confronti delle invasioni. L’unico vero confine è, forse, quello dei Monti Urali, che separano il continente dalla Russia, ma che in realtà non sono invalicabili. Già nelle epoche più antiche molti popoli si sono mossi verso l’Europa, facilmente raggiungibile, e questa è stata una grande fortuna: lo scambio di culture e popoli è avvenuto molto rapidamente. Già nell’epoca neolitica l’uomo si sposta per l’Europa con delle specie di imbarcazioni fatte da pali legati tra loro, portando con sé la zappa e la ruota, quindi cominciando a coltivare la terra e a spostarsi sempre più velocemente e facilmente. Oggi si parla di Europa fino ai confini con la Russia, dal momento che tutti i paesi vicino alla Russia si sono 3

resi indipendenti da questo stato e fanno parte dell’Europa: inoltre, tutti chiedono ora di poter entrare nell’Unione Europea, ma ci sono dei limiti molto severi per l’ingresso che devono necessariamente essere rispettati. L’apertura europea era ed ancora oggi è fondamentale. Nella storia più antica, l’Europa è stata invasa anche dagli arabi e dai turchi, i quali cercavano un territorio molto ricco, con legna e metalli, con terre da coltivare, ecc. Gli arabi premevano sulla Spagna, mentre i turchi sull’Italia, e in particolare sulla zona di Venezia: si trattava di un luogo interessante, sia dal punto di vista geografico sia da quello delle ricchezze, soprattutto nell’ambito del periodo della Serenissima e della supremazia di questa città, durata fino al Settecento.

L’identità europea Si parla di identità europea a partire dall’immagine ricostruita in 3D del cranio di un uomo preistorico, il quale era solito viaggiare per tutta Europa principalmente per curiosità, al fine di conoscere e capire, di scoprire nuove terre e di incontrare nuovi popoli. Gli uomini primitivi erano infatti molto curiosi, ed è importante notare come si spostassero di luogo in luogo con un bastone, il quale aveva una duplice funzione: quella di ausilio per la camminata e quella di arma contro bestie feroci. Già dall’antichità, quindi, i vari popoli si muovevano, tanto che si potrebbe quasi parlare di cosmopolitismo, termine che successivamente Kant definisce come fondamentale per l’Europa. Il viaggio è un elemento chiave nell’immaginario occidentale, che porta appunto al dinamismo, all’apertura e, soprattutto, al cosmopolitismo. Si sviluppa la mente del viaggiatore (Leed), la quale è sempre aperta alla trasformazione e al cambiamento, fa esperienza e, spesso, trova comunanza di idee o di modi di vivere. Anche nella modernità (e quindi a partire dal XVIII secolo) il viaggio è stato fondamentale per vari motivi: ha portato l’uomo a contatto con nuove condizioni di vita; è stato fonte di conoscenza e socializzazione, ma anche di scoperta; è stato motivo di formazione e, soprattutto, momento chiave dell’esperienza personale dell’uomo (ossia della storia dell’uomo); è, inoltre, stato causa dell’incontro con altri uomini e quindi di numerosi scambi culturali. A partire dal 1600 scrittori, letterati e uomini di cultura avevano il desiderio di viaggiare in Europa, di compiere il cosiddetto Grand Tour, che comprendeva almeno la visita di Francia, Spagna, Italia, Inghilterra, Austria e Ungheria. Si trattava, purtroppo, di un motivo di conoscenza e di cultura riservato a pochi, ossia a coloro che avevano grandi possibilità economiche; tuttavia, era un sogno anche per i meno abbienti. L’uomo di oggi, il giovane di oggi, sogna esattamente ciò che veniva sognato nel passato, e vede il viaggio come un’esperienza diretta che lo porta a compiere percorso di autonomia, un processo di socializzazione e di costruzione personale aperta, di completa umanizzazione dal punto di vista individuale, culturale e sociale. Il viaggio, allora come adesso, è dunque una metafora del formarsi. Attualmente gli uomini, e i giovani in particolare, hanno molte possibilità di viaggiare, e alcune delle 4

modalità preferite sono: il viaggio di maturità, i viaggi tematici (per esempio, gli itinerari enogastronomici) e soprattutto le proposte low-cost (Ryanair, Interrail, ecc.).

Una grande possibilità per i giovani: l’Erasmus “Alla base della cultura europea si trova un lungo dialogo tra letterature, filosofie, opere musicali e teatrali. Ed è qui che si fonda una grande identità, una comunità che resiste alla più grande delle barriere: quella linguistica! Questo è possibile soprattutto grazie al programma Erasmus, perché l’Europa, grazie ai padri fondatori, è divenuta una patria comune – Umberto Eco” Tra i giovani che hanno viaggiato vi sono, infatti, maggiori possibilità che venga a crearsi una situazione di plurilinguismo, intesa non solamente come il saper parlare, ma anche semplicemente come il comprendere qualche parola delle varie lingue con cui si entra in contatto. Il nome Erasmus è un acronimo che di EuRopean community Action Scheme for the Mobility of University Students e deriva dal nome del grande filosofo ed intellettuale Erasmo da Rotterdam. Questo progetto nacque nel 1987 per i giovani universitari, e finora ne hanno usufruito più di tre milioni di studenti. I paesi maggiormente scelti per trascorrere un periodo di studio all’estero sono Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Svezia.

LA STORIA DELL’EUROPA Il sogno di un’Europa unita: l’ultima glaciazione e la Preistoria L’Europa, oltre che dagli aspetti culturali, era stata unita, durante l’epoca dell’ultima grande glaciazione, anche da aspetti climatici. Circa 20.000 anni fa, infatti, l’Europa era nella parte a nord completamente ghiacciata, dunque non abitabile. Era possibile vivere solo nel sud, e principalmente in Spagna, in Italia e in Grecia. L’uomo, dunque, aveva iniziato a lasciare le terre fredde e ghiacciate del nord, spostandosi a poco a poco verso le foreste del sud. È proprio nella zona meridionale dell’Europa che apparve, a poco a poco, la prima forma di vita del popolo neolitico. Già nel neolitico vi furono degli scambi culturali, dal momento che i singoli viaggiatori iniziarono a collaborare e ad aiutarsi per sopravvivere. Fu però solo nell’Età dei Metalli (Età del Rame, Età del Ferro ed Età del Bronzo), a partire dal 3.000 a.C., che l’uomo iniziò a viaggiare, portando ovviamente con sé i propri metalli e i propri oggetti. L’uomo preistorico diventò un guerriero, iniziò a produrre, ad affilare e a battere le armi per poter sopravvivere agli attacchi di nemici o di animali selvaggi. Il paese di Remedello, nella bassa bresciana, è conosciuto come primo paese nel mondo di allora in cui si batte il rame. In quest’epoca non vi erano affatto uomini fissi e stabili in una posizione, tutti erano viaggiatori e questo ha consentito un immenso scambio di cultura. Un esempio di uomo preistorico è Ötzi, che scese dal nord dell’Europa, dove la glaciazione aveva creato un clima invivibile, verso il sud viaggiando a piedi o con le canoe. L’età dei metalli, con tutte e tre le sue sottocategorie, è quella in cui l’uomo viaggiava in Europa, che non era disabitata, ma anzi era una terra di incontri di uomini e cultura. C’erano quindi dei momenti in cui l’Europa veniva raggruppata e trovava unità in una stessa identità, per esempio linguistica o religiosa – si trattava di un’Europa percorribile, come si nota successivamente, soprattutto in epoca greca o romana. L’uomo preistorico dell’età del rame creò alcuni oggetti particolari che poi vennero trasportati per tutta Europa: un esempio è il vaso potorio di terracotta, dalla forma arrotondata, utilizzato per accompagnare i morti nell’aldilà. Questo esempio mostra come, già in quest’epoca, ci fosse unità nel modo di seppellire i morti, e quindi unità dal punto di vista sacro e religioso.

Il sogno di un’Europa unita: l’epoca romana Il sogno di costruire un’Europa unita nacque addirittura in epoca romana. L’Impero Romano, nel periodo della sua massima espansione, inglobava quasi tutta quella che attualmente è l’Europa, ma si spingeva anche oltre, comprendendo l’attuale Turchia, parte del Libano, dell’Egitto e del Nord Africa in generale. Fu proprio in epoca romana che iniziò la vera e propria unione tra culture, principalmente con la creazione di uno ius comune per tutti i popoli appartenenti all’Impero. La base e il sostrato europeo sono dunque comuni, e si trovano nella civiltà romana (ma non solo). La massima espansione dell’Impero si raggiunse intorno alla nascita di Gesù, quindi vicino all’anno 0. La religione cristiana, diffusasi abbastanza velocemente, venne inizialmente perseguitata, dal momento che gli imperatori si consideravano divinità da adorare e dal momento che l’unica forma di religione ammessa era il paganesimo, che venerava divinità 5

basate sull’Olimpo greco, a cui tutti i cittadini dell’Impero dovevano sottostare. Dopo la nascita di Gesù, tuttavia, la religione cristiana ebbe una diffusione sempre maggiore, quindi i seguaci aumentarono e, attraversando a piedi l’Europa, permisero a tutti di conoscere questo nuovo credo. Vi furono addirittura imperatori cristiani, che proclamarono la libertà di culto o che addirittura promossero il cristianesimo come religione di stato. Grazie a questa libertà di culto, crebbero sempre più le figure dei sacerdoti o comunque degli uomini di chiesa. Ci furono in epoca romana due personaggi bresciani assai importanti, i Santi Faustino e Giovita, che vennero perseguitati come i primi cristiani. I due erano figli di un’importante famiglia della Val Trompia, e servivano l’impero per mezzo della loro professione di soldati. Dopo essere venuti a contatto con la predicazione del cristianesimo ed essersi convertiti, erano stati catturati, processati e puniti. Le due leggende sulla vita di questi uomini narrano che, quando vennero dati in pasto alle bestie feroci nella città di Brescia, queste si fermarono e non attaccarono i due giovani, e lo stesse accadde anche quando vennero portati a Roma, per essere puniti nel Colosseo. I due fratelli diventarono quindi sacerdoti, come si nota da alcuni quadri che li mostrano vestiti con il saio; altri quadri, invece, li ritraggono con la corazza, per indicare come queste figure siano divenute i soldati della cristianità. A causa della loro religione, tuttavia, vennero uccisi e le loro spoglie furono poste nel cimitero latino della chiesa di Sant’Angela; oggi si trovano, invece, nella chiesa a loro intitolata, quella appunto dei Santi Faustino e Giovita. Attualmente l’Europa si riconosce, dunque, anche in un’origine religiosa comune, che è appunto quella cristiana. I romani furono, inoltre, molto importanti perché si occuparono di collegare per mezzo delle loro strade un percorso già esistente per quanto riguarda usi e costumi, ma completamente diverso in ambito linguistico: ampliando i loro possedimenti in tutta Europa, tuttavia, imposero anche ai coloni di parlare latino, privandoli di un aspetto culturale fondamentale. I romani crearono, dunque, il loro sogno europeo per mezzo delle strade che collegavano tutti i territori sottoposti al loro potere.

Il sogno di un’Europa unita: l’epoca di Carlomagno Un altro sognatore dell’Eur...


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