Sociologia delle emozioni riassunto PDF

Title Sociologia delle emozioni riassunto
Course Sociologia
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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riassunto sociologia delle emozioni...


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CAPITOLO 2: GLI INNOVATORI (TARDE E SIMMEL E PARETO) TARDE è francese (1843-1904), professore di filosofia e psicologia morale; studia diritto, criminologia e si sofferma soprattutto nell’ambito della sociologia, dove si riconosce. Il suo principale oggetto di studio è rapporto tra individuo e società, con l’obbiettivo di descriverlo provando ad individuare leggi generali e comportamenti che lo influenzano e lo regolano. Lui è il primo sociologo delle emozioni, quest’ultime sono elementi determinanti per il mantenimento dell’equilibrio e dell’ordine della società. Lui evidenzia una logica nella manifestazione sociale delle emozioni, descrivendo quest’ultime come non solo strumenti dell’integrazione sociale e incontro con l’altro (collante sociale) ma spingendo ad individuare costruzione sociale delle emozioni messa in atto da leader carismatici che le utilizzerebbero come strumenti di potere. Egli sostiene che la relazione sociale nasce grazie a 2 emozioni: il desiderio e la credenza; le quali caratterizzerebbero i comportamenti sociali degli individui nella società. Sostiene che i comportamenti sociali comuni vengono creati solo da pochi individui (quelli dotati di maggiore personalità, creano azioni sociali, attitudini, atteggiamenti), il resto dei soggetti non fa altro che desiderare di essere come gli altri individui, credendo che il comportamento di questi ultimi sia il migliore. Si verifica così un processo di imitazione, teso a copiare la prospettiva dominante, porterebbe ad una integrazione sociale e una scarsa fatica mentale da parte di coloro che imitano. (vantaggi) L’uomo sociale si comporta come un sonnambulo: si illude e crede di possedere idee proprie, quando queste vengono suggerite e imposte da altri attraverso un contagio emotivo. Nella storia dell’umanità ci sono stati diversi conflitti poiché gli individui non sono capaci di contenere le proprie emozioni, privilegiando quelle negative (portatori di disequilibrio) a scapito di quelle positive (pace) Nella società moderna spinge i suoi membri a essere emozionalmente oculati nei comportamenti messi in atto al fine di mantenere l’equilibrio sociale necessario affinché vi siano rapporti di collaborazione e pacifici tra i soggetti. infatti le emozioni positive giocano un ruolo principale. Le emozioni positive tengono insieme la vita sociale, ma esistono anche quelle negative. Esse “nascono dal cuore di ogni soggetto” si intrecciano a quelle provate dagli altri individui e possono mutare forma. Quindi la relazione sociale prende forma grazie all’azione svolta dal singolo individuo, il quale entra in contatto con il suo simile attraverso la messa in comune di un’emozione. L’individuo dotato di maggiore personalità (soggetto

guida) ha il compito di armonizzare tale incontro fare in modo che scaturiscano altre emozioni e sentimenti positivi e che rendano possibile la vita in comune; ecco perché nascono i gruppi sociali. Il ruolo del soggetto guida è quello di riuscire a creare e mantenere un equilibrio emotivo-sentimentale che permette alla società di vivere armoniosamente. È importante che le emozioni opposte che si generano all’interno della società trovino un accordo teologico al fine di garantire la sopravvivenza della società stessa. Se questo accordo non viene raggiunto, l’equilibrio si rompe e la società è costretta a rinnovarsi attraverso nuove elezioni, guerre e conflitti. Lui è il primo sociologo delle emozioni perché anticipa quella teoria che nella seconda metà del 900 sarà tematizzata interazionismo sociale delle emozioni  considera le emozioni come elementi esistenti nell’organismo umano che assumono forme grazie alle interazioni sociali. La costruzione sociale delle emozioni si trova in continuo mutamento, le emozioni cambiano inseguito alla modifica di regole di comportamento sociale e i rapporti tra individui. Tarde si occupa di studiare il rapporto tra le emozioni e la religione. Attraverso la religione le emozioni vengono addomesticate, gestibili, trasformate in un collante sociale che tiene insieme i membri di una comunità. Le religioni hanno la necessità di controllare e dirigere ciò che si prova naturalmente al fine di omologare gli individui ad una manifestazione e controllata del proprio sentire. Provare insieme un’emozione crea forza, trasmette autostima e genera coesione sociale. Il rapporto individuo/religione è biunivoco: da una parte è l’individuo che agisce, costruendo e mettendo in pratica il rito, imitando e lasciandosi contagiare dai suoi simili; dall’altra è da tale condivisione che nascono nuove emozioni in un processo di costruzione sociale che non ha mai fine. SIMMEL è considerato uno dei padri fondatori della sociologia. Analizza la manifestazione delle emozioni e sono intese come forme di socialità e di azione reciproca, possibili solo all’interno di una relazione. Per Simmel non esiste che un individuo moderno non senta, che non percepisca emozioni nel corso delle sue interazioni sociali. Sostiene che la comprensione dei fenomeni sociali è possibile se si tiene conto del ruolo svolto delle emozioni nelle interazioni messe

in atto dagli individui del modo in cui essi sentono, entrano in relazione e creano forme di socialità. L’avvento della modernità, della cosiddetta vita metropolitana e epoca del denaro abbia cancellato antichi modi di manifestazione delle emozioni per lasciare spazio a un intellettualismo moderno che si presta a dominare nella gestione delle azioni individuali. Una delle principali caratteristiche della vita quotidiana moderna è infatti una intensificazione della vita nervosa. L’utilizzo dell’intelletto, quella facoltà che permette agli individui di gestire molteplici attività anche contemporaneamente, Mentre la ragione è quella facoltà della coscienza che dona al soggetto la possibilità di riflettere sul mondo e di dargli un senso, che quindi implica un confronto con le emozioni provate. Simmel ipotizza che gli abitanti della metropoli travolti dal bombardamento di stimoli, presente nella modernità, che potrebbe indebolire la loro capacità di approfondire le interazioni, di emozionarsi, di sentire ciò porta alla nascita del cosiddetto uomo blasé. l’uomo blasé è colui che non ha più una sensibilità rispetto alle differenze tra le cose, nel senso che il loro significato e il loro valore vengono spesso equiparati a causa dei ritmi frenetici imposti della vita quotidiana moderna. L’essere blasé è quindi un necessario atteggiamento difensivo attraverso cui l’individuo moderno protegge la sua capacità di riflessione e di emozionalità dalla onnipresenza di stimoli, informazioni, che caratterizzano la sua esperienza nella quotidianità. Le emozioni sono parte integrante del soggetto, assumono nel loro manifestarsi, aspetti che vanno oltre la singolarità dell’individuo, divenendo così fenomeni sociali: producono a loro volta interazioni sociali. Le emozioni giocano un ruolo ambivalente nella modernità: si configurano sia come mezzo di comunicazione e di identificazione verso gli altri, sia come strumento di autocomprensione e di individuazione personale. Sono forme elementari di socialità, ponti tra individuo e società, perché la società si basa su presupposti strutturali oggettivi, non potrebbe radicarsi se non si appoggiasse su sentimenti, credenze, rappresentazioni immaginarie, desideri, aspirazioni. In questo

rapporto biunivoco tra individuo e società vi è presente un’ambivalenza emotiva, es. la solitudine che caratterizza la vita dell’individuo moderno: Tale solitudine è ambivalente perché se si rischia, da una parte, di insinuare nel soggetto una sorta di comportamento schizofrenico a causa degli ininterrotti stimoli emotivi subiti da una vita metropolitana frenetica e tecnologica, dall’altra gli consente di andare alla ricerca di innumerevoli esperienze e interazioni emotive. Gli abitanti della modernità agiscono, o meglio, re-agiscono a questa ambivalenza attraverso l’utilizzo dell’intelletto, cercando così di proteggere sentimentalità dall’accelerazione dell’esperienza e dall’eccedenza di stimoli. L’ambivalenza della modernità costringe ai soggetti a timore di non ritrovare più sé stesso. L’amore è un’emozione totalizzante che produce un’esperienza sconvolgente per l’individuo, perché l’amore mette in relazione due totalità: due soggetti che si svelano l’uno all’altro e l’uno per l’altro, per quello che sono e che non sono. Egli vede l’amore come una forza rivoluzionaria in grado di creare scompiglio nella realtà esistente, ma al tempo stesso di riplasmare le loro emozioni creando un nuovo ordine e una nuova realtà sociale accessibile solo dai soggetti coinvolti nell’interazione. Ego ha bisogno di Alter poiché soltanto grazie alla sua presenza che riesce a provare l’esperienza d’amore. È grazie alla “contaminazione” con l’altro che è possibile guardarsi da un’altra prospettiva e andare a fondo nel rapporto con il proprio sé. PARETO è un sociologo “atipico” perché positivista critico che studia le scienze sociali utilizzando il metodo scientifico. È interessato alla parte emotiva del comportamento individuale. Lui distingue le azioni in: - azioni logiche caratterizzate da un ragionamento compiuto dal soggetto sui mezzi più appropriati da impiegare per raggiungere gli obbiettivi che si prefigge. - azioni non logiche che non sono non razionali, ma è lo stato psichico del momento a influenzare l’agire dell’individuo. Tali azioni si rivelano non intenzionali.

Secondo Pareto, il comportamento individuale si basa su azioni non logiche poiché provengono dalle parti emotive, sentimentali degli individui. Le emozioni svolgono il ruolo principale di “spinta” alle azioni non logiche, in un’ottica di interdipendenza che viene a crearsi tra stato emotivo provato e azione manifestata. Poi emerge l’impostazione positivistica dell’autore con il tentativo di imporre anche nelle scienze sociali il metodo delle scienze naturali, logicosperimentale. Pareto ci parla dei tipi di residui, che sono gli elementi fondamentali dell’essere sociale. Esse rappresentano la spinta all’agire sociale dell’individuo. I residui sono di 6 tipi: 1. il bisogno di manifestare con atti esterni le proprie emozioni (ragionamenti prodotti) 2. l’istinto alla combinazione : emozioni legate all’interesse di creare un mutamento sociale. 3. la persistenza degli aggregati : serenità, poiché legate al mantenimento della stabilità del la società. 4. La socialità : emozioni di altruismo provate reciprocamente tra i membri di una società 5. L’integrità della persona: emozioni di soddisfacimento per lo sviluppo della personalità individuale. 6. La sessualità : emozioni di trasporto, entusiasmo, poiché legata all’ambito, ai rapporti sessuali. Ma i residui non possono spiegare logicamente il comportamento umano; hanno bisogno di una logica, produrre giustificazioni dei propri comportamenti le quali vengono chiamate derivazioni. Quest’ultime sono un insieme di rappresentazioni mentali che occultano i residui e propongono una legittimazione del comportamento in termini “logici”. L’emozione è composto da 2 elementi: 1. La sensazione che è la dimensione biologica delle emozioni caratterizzate da stati fisici: l’istinto, appetito. (dimensione biologico-istintuale) 2. La credenza che è la dimensione cognitiva delle emozioni ed è legata e generata dall’ambiente sociale frequentato dal soggetto. Essa svolge un effetto di ritorno sulle sensazioni, rafforzandole o mettendole in discussione. (dimensione cognitiva) Entrambi contribuisco a definire la situazione sociale in cui l’individuo si trova e sono come una bussola per costruire ed orientare le proprie rappresentazioni emotive. Vi è un “logica delle emozioni:  Se la razionalità è analitica, l’emozione è sintetica;  Se la ragione segue i principi logici, l’emozione segue quelli giustificativi, persuasivi e non dimostrativi.

 Le emozioni possono essere ambivalenti e contradditorie. Le emozioni influenzano il modo in cui il soggetto guarda la società. Non esiste e non può esistere una società determinata esclusivamente dalla ragione. Pareto dimostra un duplice limite della sua teoria: egli si concentra soltanto sull’azione trascurando quello delle intenzioni (aspettative) e cerca di studiare le azioni non logiche tramite una metodologia positivistica, considerando le emozioni come fatti esterni manifestati dall’individuo (attraverso il linguaggio) e suscettibili al controllo logico-sperimentale. CAPITOLO 3: GLI AUTORI DI PASSAGGIO (ELIAS, GOFFMAN, PARSONS) ELIAS (tedesco). La sua opera principale è “il processo di civilizzazione” in cui teorizza uno sviluppo psicologico-sociale nei comportamenti individuali che tendono ad un autocontrollo delle manifestazioni emotive. Le sue analisi rientrano nella sociologia storica: le emozioni umane possono esser studiate solo attraverso una contestualizzazione storica, sociale e culturale dei soggetti che le esprimono, e delle funzioni che queste svolgono in un tempo e in uno spazio. Sempre nella sua opera principale, Elias studia una serie di manuali di comportamento (dal processo di feudalizzazione dell’Occidente) che descrivono le abitudini sociali e nei diversi contesti europei. E studiando questi, nota come proseguendo nei secoli, le forme di comportamento divengano sempre più civili, ossia improntate a un rispetto delle persone con cui interagisce. E in questa situazione che le espressioni emotive svolgono un ruolo principale perché in base alla loro intensità possono e devono dimostrare il loro grado di interazione civile. Es.: ai nobili guerrieri in: o età medievale veniva richiesta una manifesta aggressività che trovava il culmine nella furia espressa nelle battaglie. Vi era una contrapposizione di emozioni: tra emozioni di aggressività (guerrieri) e emozioni di dolore che caratterizzava la popolazione non nobile a causa delle condizioni storiche: carestie, guerre. In età moderna veniva richiesto un autocontrollo sulle proprie emozioni, e una gestione delle proprie espressioni emotive basate sull’educazione. Le guerre non più nel campo ma nei salotti, non più scontri fisici ma avvengono più su un piano di cultura ed educazione. Più ci si riesce ad autocontrollare le proprie emozioni e più facilmente si arriverà a chiudere favorevolmente un accordo. Quindi, all’interno del processo di civilizzazione, Elias, individua una forte e crescente pressione della società sul singolo, al quale vengono imposte regole di comportamento e di espressione

emotiva sempre più precise. Per arrivare completamente civilizzato è necessario comportamenti emotivi.

ad un mondo controllare i

Lo stato moderno arriva detenere il monopolio pubblico della violenza fisica e il controllo dell’apparato fiscale; entrambe sono pilastri su cui si basano l’interiorizzazione e la messa in pratica di comportamenti emotivi normati; condivisi tra coloro che vivono e lavorano all’interno dello stesso spazio sociale. il processo di civilizzazione può assomigliare a un processo di omologazione delle espressioni emotive, e il risultato sarà una pace perpetua tra i popoli europei e un rispetto universale. Attore sociale mette in atto strategie e tecniche di gestione per il controllo delle emozioni mirate sia per obbiettivi personali, sia al rispetto di quelle regole istituzionali di incontro e confronto. Nel 900 vi è la necessità del controllo pubblico alle emozioni. Ciò va ad influenzare le modalità di espressione di due emozioni: -- pudore: la società indica di essere pudichi nelle interazioni sociali, non oltrepassare i confini di rispetto nel rapportarsi con agli altri nella vita quotidiana emergere, data la teorica partecipazione affettiva dei membri facenti parte di essa. Mentre in rapporto tra datore di lavoro e operaio la neutralità affettiva sarà dominante, dato il carattere strumentale della relazione. Secondo G. la gratificazione è più o meno presente in tutte le relazioni sociali come fonte dell’interazione stessa e come strumento di controllo sociale. La gratificazione rappresenta uno dei fini cui l’individuo tende, la neutralità affettiva si pone come uno degli orientamenti normativi presenti all’interno del sistema. Parsons riconosce alcuni effetti negativi che ha portato la crescente autonomia degli ambiti sociali (famiglia): ad esempio mancanza di affettiva, crisi dell’identità. CAPITOLO 4: L’UFFICIALIZZAZIONE DELLA DISCIPLINA La prima legittimazione accademica della sociologia delle emozioni avviene negli Stati Uniti, alla fine degli anni ’70. Le emozioni vengono studiate in modo sistematico e strutturato da prospettive sociologiche, e possono essere modellate e controllate e gestite in base alle regole culturali e del contesto in cui i soggetti si trovano ad agire. Gli elementi che fondano la sociologia delle emozioni sono: (Turnaturi)  le emozioni subiscono una determinante incidenza sociale nel loro costruirsi in comportamenti.  Le emozioni sono attivate direttamente dalle interazioni che prendono forma tra i soggetti

 Esiste sempre una corrispondenza normativa delle emozioni, per cui ogni società ha le proprie regole su quali emozioni sono accettabili e su come debbano manifestarsi. Le norme prescrivono l’espressione e il controllo delle emozioni (coping) in modo che in ciascuna organizzazione sociale si arrivi a una certa uniformità nell’espressione delle emozioni.  Le emozioni e la loro espressione cambiano nel corso della storia  Le emozioni vanno distinte dalle loro espressioni  Le emozioni hanno una funzione cognitiva. Le emozioni sono strumenti ermeneutici: necessari per studiare i comportamenti collettivi e individuali nella realtà sociale. Si crea un processo circolare tra emozioni e conoscenza attraverso le espressioni emotive si riesce ad entrare, agire e uscire dalle diverse situazioni sociali in cui è possibile trovarsi. Attraverso la gestione di questi stati è possibile interagire con altri soggetti e, nello stesso tempo, immergersi in un processo autoriflessivo di scoperta del sé. Tale processo porta gli studiosi a riconoscere le emozioni come prodotto sociale. Possiamo distinguere lo studio delle emozioni secondo la prospettiva sociologica da cui esse vengono analizzate, una tripartizione degli approcci possibili: a) Positiva teorizza la presenza di alcune emozioni universali, di origine naturale, che tuttavia possono esser influenzati dal contesto sociale in cui si manifestano. b) Costruzionista vede le emozioni come prodotti esclusivi delle norma e dei contesti socio-culturali. c) Interazionista identifica le emozioni come elementi esistenti nell’organismo umano (sentire) ma che assumo forme differenti in rapporto alle interazioni sociali che prendono forma in spazi e tempi culturalmente definiti (credenza); come qualcosa che si forma contemporaneamente alla loro interpretazione e alla coscienza che ha il soggetto. La costruzione sociale delle emozioni è un tutt’uno col manifestarsi dell’emozione stessa. Oggi, i tre filoni si sono differenziati al loro interno:  DRAMMATURGICO-CULTURALE : le emozioni vengono analizzate come elementi di cultura condivisa e come mezzi di comunicazione interazionale all’interno di regole socialmente pattuite. Questo approccio discende da quello “drammaturgico” di Goffman che teorizza il soggetto come un attore su un palcoscenico che mette in scena la propria performance.  RITUALE : (Collins) le emozioni come forza capace di creare integrazione sociale e solidarietà tra i membri di un gruppo attraverso interazioni rituali. Le emozioni si presentano sia come

una componente generante tali rituali sociali (incontri) sia come prodotto degli stessi.  INTERAZIONISMO SIMBOLICO: (Shoot) le emozioni giocano un ruolo caratterizzante nella costruzione dell’identità individuale attraverso la “messa dei panni dell’altro” che partecipa all’interazione. Esse esistono in relazione agli atti sociali umani e dipendono dall’universo simbolico costruito dai soggetti.  INTERAZIONISTA-STRUTTURALE: La manifestazione delle emozioni dipende dalla posizione occupata (status) dal soggetto.  INERENTE ALLA TEORIA DELLO SCAMBIO: le emozioni sono assunte come mezzi di scambio nelle interazioni sociali e sono come strumenti di potere che vengono utilizzati per ottenere ricompense e garantire controllo sociale.  EVOLUZIONISTICO: gli aspetti biologici delle emozioni vengono utilizzati come model...


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