Psicologia delle emozioni PDF

Title Psicologia delle emozioni
Author Matilda Artioli
Course psicologia delle emozioni
Institution Università degli Studi di Ferrara
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PSICOLOGIA DELLE EMOZIONI Nel secolo scorso ci si è focalizzati sulla psicologia cognitiva relegando le emozioni in un punto marginale dello studio della psicologia. Negli anni '90 iniziano a nascere insegnamenti che richiamano le emozioni nel loro titolo, ma nei settori scientifici ricopre ancora un posto marginale. Negli anni 2000/2001 le emozioni sono inserite nei più diversi curricola universitari. Excursus storico: Darwin Charles: "Le espressioni delle emozioni negli uomini e negli animali" (1872), in questo libro Darwin si approccia alle emozioni in un aspetto esteriore diversamente dal passato, in cui ci si focalizzava sull'interiorità e introspezione e l'espressività che caratterizza la manifestazione delle emozioni o i comportamenti emozionali, tenta di dimostrarci quante sono le somiglianze tra uomini e animali. William James: pubblico sul Mind nel 1884 un articolo informativo "Che cosa sono le emozioni?" e pubblica un libro molto importante "I principi della psicologia" (1890). Dal 1950 fino al 1980 il cognitivismo dominava gli studi della psicologia marginalizzando lo studio delle emozioni, per necessità di sapere come funzionavano le menti ma anche per oscurantismo. Dal 1980 Le emozioni hanno suscitato un interesse scientifico in cui hanno cercato di rispondere a domande cruciali: • • • •

Cosa le distingue dalle sensazioni? Quali e quante sono le emozioni? Quali influenze esercita la cultura, la società? Nessuno di noi esterna liberamente le emozioni. Come si sviluppano le emozioni? Approccio di natura evolutiva, origini dei fenomeni emozionali.

Implicazioni applicative di questi concetti: •

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Benessere dell'individuo: le emozioni sono centrali nella nostra vita, si parla di emozioni anche in ambito medico (psichiatria, patologie), l'intelligenza emotiva se ne parla nei vari contesti della vita di comunità, aziende, scuole. (capacità di leggere e interpretare l’informazione di natura emozionali altrui e proprie, capacità di controllare e regolare le emozioni proprie e altrui, capacità di rispondere a tali info in modo appropriato) Benessere delle organizzazioni: psicologia del lavoro La comunicazione: le emozioni sono fondamentali nelle conversazioni tra persone e comunicazioni di massa, in particolare con l'avvento del web 2.0 ha profondamente modificato la struttura comunicativa abbiamo una serie mezzi introducendo una nuova modalità di costruzione di messaggi avendo come punto di riferimento le conoscenze sulla ricerca della psicologia per influenzare.

Conferenze " Feelings and emotions" (visione soggettiva dell'esperienza emozionale durante il processo emozionale e delle emozioni fisiologiche). In queste conferenze prendevano parte ed esponevano i loro studi, volti molto importanti nella psicologia come Claparede, Wasinbrn, Magda Arnold …

Nell'ultima edizione, nel 2001 ad Amsterdam, vennero rappresentate le più diverse discipline e i saperi che si interessarono e puntarono sulla fertilizzazione reciproca delle varie conoscenze. Erano presenti studiosi importanti come Damasio (errore di Cartesio); Ekman (autore che ha pensato un metodo per tradurre le azioni dei muscoli facciali per identificare le emozioni); Scherer; Salovey (concetto di intelligenza emotiva); De Waal; Frijda. Le componenti emozionali In base alla disciplina, le emozioni, sono state definite focalizzandosi su aspetti diversi: • •

L'arousal (attivazione dell'organismo). L'aspetto biologico innato o definite come risposte alla discrepanza o come costruzioni sociali

Generando cosi infinite discussioni e contrapposizioni diverse. Qualsiasi definizione dei fenomeni emotivi non renderà mai giustizia a quello che si prova durante un episodio emozionale, ma cerchiamo di dargli una definizione: Episodio emozionale: è una sindrome reattiva multidimensionale o multicomponenziale. (1983, Reisenzein; 1988, Battacchi) Spieghiamo: Sindrome: un fenomeno che si sviluppa nel corso del tempo che ha un inizio, uno sviluppo temporale e una fine e che si manifesta attraverso ingredienti, sintomi o reazioni del nostro corpo. Reattività: l'emozione è sempre una risposta a qualcosa, è sempre possibile individuare a che cosa risponde la nostra emozione. Multidimensionalità o multicomponenzialità: siamo di fronte ad un insieme di risposte, che di solito si manifestano in modo separato e a un certo punto si coordinano dando luogo nel tempo al processo emozionale. Le cinque componenti o dimensioni fondamentali che intervengono nel processo emozionale: 1. Componente cognitiva di valutazione: l'emozione non si attiva sempre sotto la spinta delle valutazioni degli stimoli in ingresso, ma la maggior parte dei casi si attiva durante il processo di valutazione, possono essere consapevoli o inconsapevoli, automatici e rapidi. 2. Componente di attivazione fisiologica e neurofisiologica: sconvolgimento fisiologico che si manifesta durante il processo (sudorazione, pressione, battito cardiaco). Componente indagata in modo sistematico, poiché risposte possono essere quantificate e valutate per comprendere le emozioni. 3. Componente espressivo - motoria: descrizione obbiettiva, oggettiva delle emozioni. L'attività motoria dei muscoli mimici. Alcune espressioni facciali si associano sempre a certe condizioni emotive. 4. Componente motivazionale: ciò che giustifica il processo emozionale, l'aspetto centrale, un bisogno un oggetto. Non si può studiare ma soltanto inferirla durante la manifestazione delle emozioni.

5. Componente esperienziale - soggettiva: introspezione, soggetti addestrati a riferire durante la manifestazione delle emozioni ciò che si prova attraverso le parole (questionario) o neuroimmagini (guardare quali zone si attivano durante la somministrazione di eventi significativi). L'emozione, quindi, è un processo (non uno stato) che si sviluppa nel tempo e che assume forme mutevoli attraverso una stretta interazione tra queste componenti e dimensioni. È estremamente dinamico. La letteratura più recente tende a far riferimento ad un episodio emozionale (ciò rende giustizia alla complessità delle emozioni) poiché, in un episodio possono manifestarsi più di una emozione, il quale è il risultato di una sincronizzazione di sottoinsiemi dell'organismo. Questa complessità del processo da all'individuo una certa flessibilità e quindi una capacità a adattarsi all'ambiente sociale. Per descrivere la complessità del processo gli studiosi usano la teoria dei sistemi dinamici complessi non lineari (DST), la quale è un insieme di teorie matematiche. Questa teoria usa un modello e una serie di metodi che hanno dimostrato l'efficacia in altri ambiti della ricerca: • • • • •

Il sistema dinamico complesso; Stabilità dinamica/equilibrio; Emergenza o forma emergente; Auto - organizzazione; Attrattore/sistemi attrattori.

Potremmo quindi definire un episodio emozionale come multideterminato e dinamicamente assemblato essendo il risultato di multiple e reciproche interazioni tra numerose componenti o dimensioni nel corso del tempo. Per chiarimento: "Le emozioni sono PROCESSI non stati, poiché sono fenomeni che si verificano nel tempo e che si possono manifestare in un arco di tempo molto breve emozioni qualitativamente molto diverse (rabbia, paura, tristezza, possono susseguirsi in un arco di tempo brevissimo) questo sono episodi emozionali. Processo (l'interazione tra le 5 componenti, quando un'emozione emergere da queste interazioni, tipo gioia, questa condizione va ad influenzare le successive interazioni) ricorsivo ma che si modifica continuamente nel tempo, il cui esito rappresenta il punto di partenza del ciclo di interazioni successive. Noi siamo sempre attivati da un punto di vista emozionale. Durante il giorno viviamo decine e decine di emozioni".

Quando ci spostiamo all'interno del nostro ambiente di riferimento i nostri sistemi cognitivi raccolgono informazioni che analizziamo in modo consapevole (con l'ausilio della coscienza) ma in larga parte anche in modo inconsapevole (i nostri sensi percepiscono gli stimoli ma non li percepiscono in modo sufficientemente approfondito e quindi non raggiungono la coscienza). William James: era particolarmente attratto dall'esperienza soggettiva delle emozioni, e riteneva che questa qualità fenomenologica derivasse dal nostro corpo e dalle sue risposte. Molti hanno indagato sul perché di questo collegamento tra le emozioni e le risposte corporee. Nelle teorie antecedenti al 1960 vi sono dei tentativi che destavano grosse difficoltà nel tentativo di immaginarli o descriverli.

Ma dal 1960 comincia a diventare estremamente importante una nuova scuola, il cognitivismo (processi cognitivi) che ha sviluppato la teoria dell'elaborazione delle informazioni, abbandonando la cibernetica e l'informatica, cercando di descrivere in che modo noi riusciamo ad elaborare gli stimoli attraverso una serie di operazioni. LA COMPONENTE (COGNITIVA) DI VALUTAZIONE DEGLI EVENTI-STIMOLO La funzione di questa componente è di operare una continua valutazione sugli stimoli in entrata, sia esterocettivi (che derivano dall'esterno) che interocettivi (provenienti dall'interno di noi stessi, legati agli interessi, motivazioni di ogni organismo) sono diversi per ogni soggetto, poiché sono in relazione alla rilevanza che essi rivestono rispetto agli scopi ed ai bisogni dell'organismo. Le teorie che hanno cercato di indagare questi processi sono nate negli anni 60, con Magda Arnold, Nico Frijda, K Sherer e avevano l'obbiettivo di spiegare l'emergere delle diverse emozioni, andando ad individuare come ciascuna di queste emozioni costituisca un particolare insieme di un certo numero di valutazioni. Teorie delle appraisal (valutazione) Uno dei primi modelli dell'appraisal è di Sherer. Ha individuato delle valutazioni estremamente rapide, se una di queste valutazioni o sec sono positive, allora iniziano interazioni tra queste che possono dare luogo o meno alle emozioni. Da cosa dipende l'inizio delle interazioni? • Dal grado di novità o imprevedibilità di uno stimolo (indaga i cambiamenti repentini ed improvvisi nell'ambiente circostante). • Dalla piacevolezza o la spiacevolezza inerente all'incontro, stimolo, evento o situazione in esame. • Dalla rilevanza dello stimolo in base agli scopi o ai bisogni che l'organismo ha in quel momento. • Dalla capacità o meno a far fronte a questo stimolo. • Dalla relazione con le norme o gli standard di carattere sociale o personale. Valutano quindi alcuni aspetti dello stimolo all'organismo in modo molto dettagliato, rapido e ricorsivo. Una valutazione rincorre l'altra. Il processo emotivo secondo Nico Frijda (1986) • • •

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L'evento stimolo viene analizzato mettendo in atto una serie di azioni cognitive che ci permetto di rilevare e codificare le caratteristiche dello stimolo. Il suo esito viene poi trasmesso. Al comparatore, la cui valutazione è inerente alla rilevanza dello stimolo. Quindi il suo esito viene trasmesso Al diagnosticatore, la cui valutazione è inerente a ciò che sta succedendo, mettendolo in rapporto con il contesto e quindi l'ambiente, chiedendosi il perché questo stimolo ha allertato le azioni cognitive. Al valutatore, viene chiesto di valutare l'urgenza, la serietà o difficoltà della situazione che l'organismo sta vivendo in quel determinato momento. I'esito viene trasmetto in fine. Al suggeritore d'azione, questo è il momento in cui qualcosa cambia nell'attività del nostro corpo, dalle espressioni facciale alle risposte fisiologiche.

Anche in questo caso le valutazioni si modellano all'organismo.

Le teorie dell'appraisal ci aiutano non solo a spiegare perché in alcuni casi si attiva una condizione emotiva rispetto ad un'altra, ma anche la natura delle differenze tra individui e che lo stesso individuo prova in sé stesso. Gli individui reagiscono in modo diverso perché valutano in modo diverso, si tratta di meccanismi strettamente collegati ai nostri bisogni, interessi, motivazioni. E siccome i nostri bisogni cambiano continuamente con una logica di appagamento e soddisfazione la nostra sensibilità rispetto agli stimoli si modifica nel tempo.

I primi modelli si basavano su processi non-automatici (consci, consapevoli, espliciti): le emozioni si attivavano quando consciamente rilevavamo uno stimolo significativo nell'ambiente. Poi la ricerca cognitiva ha messo in evidenza come i nostri processi cognitivi siano in larga parte automatici (inconsapevoli, inconsci, impliciti), come per esempio, decidere le parole nell'eloquio. I processi di apparaisal si collocano all'interno della fase di decodifica dello stimolo. Meccanismi preattentivi, pre-consci. L'insieme di analisi dello stimolo, acquisiscono mano a mano consapevolezza e quindi diventano poi non-automatici. Questi processi di valutazione si dividono in tre livelli di processamento delle informazioni in ingresso che si attuano contemporaneamente: 1. Livello sensomotorio: È costituito da una serie di set espressivo-motori e da sistemi di attivazione cerebrale, che sono innescati automaticamente da una varietà di stimoli esterni o interni. Questi meccanismi rappresentano la capacità di base di risposta emozionale dell'organismo e generano i primi comportamenti emotivi (È costituito da una serie di valutazioni di base in grado di suscitare le prime risposte emozionali inerenti a stimoli imprevedibili.) Leventhal e Sherer preferiscono definire sesorio-percettivo più tosto che cognitivo poiché è un livello precoce di processing. 2. Livello schematico: L'interazione con l'ambiente permette la creazione di schemi, cioè la costruzione di rappresentazioni riguardanti situazioni emozionali prototipiche. Questi schemi sono rappresentazioni in memoria delle componenti che costituiscono la sequenza di reazioni durante uno specifico episodio emozionale. I processi schematici sono anch'essi automatici: lo schema organizza l'esperienza dell'emozione e il comportamento emozionale sulla base di incontri precedenti dell'organismo con episodi emozionali analoghi. (Utilizza come confronto rispetto alle caratteristiche dello stimolo, degli schemi e quindi delle rappresentazioni in memoria d'incontri precedenti con quello stimolo specifico). 3. Livello concettuale: Il bambino crescendo, gradualmente sviluppa la capacità di riflettere sulle proprie risposte all'ambiente, astrarre e utilizzare strategie. L'elaborazione di tipo concettuale implica memorie circa le specifiche emozioni e meccanismi o procedure per l'uso cosciente di queste strutture in memoria. (L'unico che prevede consapevolezza, il soggetto riflette in modo conscio sulle proprie risposte all'ambiente, astrae una serie di informazioni, e utilizza consapevolmente una serie di strategie). Processi di valutazione automatici, impliciti e non consapevoli. Vi sono una serie consistente di dati che ci rassicurano circa l'esistenza di questi fenomeni. Una delle prime strategie utilizzate era l'utilizzo di una macchina, il tachistoscopio, che ci permette di presentare stimoli visivi consentendo un'esposizione variabile, con dei momenti di esposizione così brevi che sono percepiti in modo automatico dai sensi. A volte si è consapevoli di questo automatismo, perché ci troviamo coinvolti in un processo emozionale senza poter comprendere quale stimolo abbia innescato il processo, si rende cosi

evidente, che questi meccanismi percettivi automatici hanno un ruolo rilevante nell'innescare il processo emozionale. Questi meccanismi percettivi, che agiscono al di fuori della nostra consapevolezza sono stati sfruttati dalla pubblicità, e più in generale dalla comunicazione con intenti persuasivi, i cosiddetti messaggi subliminali (esperimento fotogrammi coca-cola o popcorn) i messaggi subliminali hanno un ruolo nell'analisi consapevole dello stimolo. COMPONENTE MOTIVAZIONALE La principale funzione della componente di valutazione degli eventi-stimolo è di operare una continua valutazione sugli stimoli in entrata, sia esterocettivi che enterocettivi e questo avviene alla rilevanza che essi rivestono rispetto agli scopi ed ai bisogni dell'organismo, quindi si tratta di una valutazione che si attiva in base ai bisogni o motivazioni che in quel momento caratterizzano un individuo specifico. L'emozione rileva la motivazione dal momento in cui si attiva il processo. La motivazione, i motivi, le disposizioni, gli interessi, i bisogni, le mete, gli scopi fanno da sfondo e regolano le emozioni consentendoci di spiegare perché rispondiamo in modo diverso a stimoli uguali in momenti diversi (intrasoggettive) e perché due individui reagiscono in modi diversi allo stesso stimolo nello stesso momento (intersoggettive). Le motivazioni possono essere: •





Primarie o viscerogene: sono strettamente legate alla nostra sopravvivenza (cibo, calore, stimolazione sensoriale, libero controllo dei movimenti e delle azioni, sicurezza, sessualità, etc.) queste motivazioni riescono a suscitare emozioni molto intense se disattese o appagate. Secondarie o psicogene: derivano dal contesto culturale in cui viviamo, motivazione al lavoro, all'apprendimento, alla scoperta, al successo, alla ricerca di sensazioni, alla competenza, al potere, al possesso, all'amore, al l'autorealizzazione. Superficiali (Frijda): la pubblicità alimenta queste motivazioni

Questi concetti sono invocati come ragioni per agire, cercare, evitare e quindi orientarci nel prendere decisioni e sono anche fattori che scatenano l'attivazione del processo emozionale. La motivazione, quindi, è l'esperienza di un bisogno, la rappresentazione di una meta (soddisfacimento di un bisogno) e l'anticipazione di una serie di percorsi di raccordo tra motivazione e meta. Gli interessi diventano evidenti solo quando le condizioni in cui ci si trova deviano dalle condizioni di soddisfazione oppure quando segnalano una condizione di soddisfazione che potrebbe essere raggiunta. Le emozioni sono sindromi e quindi transitorie, le motivazioni invece paiono stabili e perseverative, sebbene soggette al cambiamento in base alla scala di soddisfazione o ricerca. Molti autori hanno cercato di definire la personalità come un insieme gerarchicamente organizzato di motivazioni primarie e secondarie. Quindi, soltanto se quel particolare stimolo va a toccare gli interessi e quindi le motivazioni di quel soggetto in quel particolare momento allora si attiverà il processo o la risposta emozionale. "Senza motivazione non c'è emozione" Frijda. Nel processo emotivo secondo Frijda, le motivazioni o interessi, agiscono già nel secondo livello della valutazione dello stimolo (comparatore), quindi nel momento in cui si valuta la rilevanza dell'evento. Se non rilevante il processo s'interrompe e non vi è nessuna emozione, se invece, è rilevante, allora incominciano ad attivarsi i segnali di rilevanza, e quindi quell'incontro è considerevole in rapporto agli scopi di

quell'individuo e quindi il processo inizia a prendere forma. Se questo esito caratterizza gli altri livelli di analisi (diagnosticatore e valutatore), allora, i segnali prendono sempre più importanza, e diventano segnali di precedenza di controllo, e il processo acquista autonomia e tende a imporsi all'individuo in quel particolare momento in quella particolare situazione. Lo stimolo è quindi in larga parte autogenerato, esistono però stimoli capaci di attivare le stesse emozioni in tutti gli individui (un forte rumore, una luce accecante). La correlazione della componente di valutazione degli effetti stimolo con quella motivazionale è responsabile di una sincronizzazione temporanea di tutti i maggiori sottoinsiemi di funzionamento dell'organismo. L'individuo ha individuato, colto o percepito qualcosa di rilevante e a causa di questa rilevanza, i sistemi dell'organismo si coordinano, iniziano a sincronizzarsi per organizzare un'insieme di risposte del nostro corpo che riguardano le restanti componenti (di attivazione fisiologia e neurofisiologica, espressivo - motoria ed esperienziale - soggettiva). L'emozione di paura: •

Componente di valutazione: percezione di una minaccia, di un pericolo a cui non siamo in grado di fare fronte (mancato senso di protezione e sicurezza) o aspettative rispetto al possibile verificarsi di un ...


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