Emozioni PDF

Title Emozioni
Course Psicologia Generale
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
Pages 12
File Size 300.4 KB
File Type PDF
Total Downloads 65
Total Views 127

Summary

appunti sulle emozioni di psicologia generale, facoltà di scienze dell'educazione...


Description

LE EMOZIONI INSIDE OUT: il film sulle emozioni Center!dell’Università di Berkeley in California) e dello psicologo Paul Ekman, autorità mondiale nello studio e riconoscimento delle emozioni e delle espressioni facciali molti che in questi giorni sono usciti comomossi ed entusiasti dalle sale cinematografiche. Com'è noto, il film ci condurrà in un viaggio all'interno della mente umana in compagnia delle nostre emozioni. Ma chi c'è dietro a questo itinerario? che negli anni hanno pubblicato decine e decine di studi a proposito delle emozioni: Dacher Keltner (professore di psicologia della University of California, Berkeley) e Paul Ekman (professore emerito di psicologia della University of California, San Francisco, famoso tra l’altro per i suoi studi sulle bugie che hanno sipirato la serie “Lie to Me”) che sottolineano come il personaggio più inaspettatamente importante di questo film sia proprio Tristezza. Qui di seguito trovate l’articolo pubblicato su!New York Times, scritto dai due professori tradotto da noi. proposito di un’idea per un film che voleva descrivere come le emozioni funzionano dentro alla testa delle persone e allo stesso tempo come queste fossero coinvolte nella relazione con altre persone. Voleva che tutto questo si svolgesse all’interno della mente di una ragazza di 11 anni che stava passando alcuni giorni difficili della sua vita. essere stati interpellati e abbiamo finito con l’essere consulenti scientifici del film, “Inside Out”, che è stato appena rilasciato. scienza collegata al cuore del film: Come le emozioni governano il flusso di coscienza? Come le emozioni colorano le nostre riscontrano che lo sperimentare emozioni positive decresce precipitosamente in frequenza ed intensità a quell’età) Paura, Tristezza e Gioia - che si cimentano a controllare la mente di una ragazza undicenne di nome Riley durante il tumultuoso trasloco dal Minnesota a San Francisco. (Uno di noi ha suggerito che il film avrebbe dovuto includere tutta la gamma di emozioni rilevate dalla scienza, ma Mr. Docter ha rifiutato l’idea per il semplice motivo che la storia avrebbe potuto gestire al massimo cinque o sei personaggi.) quello che sappiamo scientificamente. Gli studi rilevano che la nostra identità è definita da emozioni specifiche, che influenzano il modo in cui noi percepiamo il mondo, come ci esprimiamo e le risposte che evochiamo negli altri. la gente guadagna quando è guidata da sentimenti di tristezza. Riley perde gli amici e la sua casa nel trasloto dal Minnesota. Ancora più acutamente, Riley sta entrando della preadolescenza, il che implica la perdita dell’infanzia. è vista come un freno, un personaggio lento che Gioia letteralmente trascina per la mente di Riley. Viceversa, gli studi rilevano che la tristezza è associata ad un’elevata attivazione fisiologica, che prepara il corpo a rispondere alla perdita. nel film la tristezza è sciatta e scostante. Più spesso nella vita vera la tristezza di una persona suscita negli altri reazioni di consolazione e di aiuto. drammatizza con successo due intuizioni centrali della scienza delle emozioni.

Tradizionalmente, nella storia del pensiero occidentale, la vision prevalente è stata che le emozioni sono nemiche della razionalità e rottura delle relazioni sociali cooperative. memorie del passato e anche il nostro giudizio morale di giusto e sbagliato, più tipicamente in modi che abilitano risposte efficaci nella situazione attuale. Per esempio, gli studi rilevano che quando siamo arrabbiati siamo profondamente in sintonia con ciò che è ingiusto, il ché ci aiuta a mettere in atto azioni che pongano rimedio alle ingiustizie. processi di pensiero di Riley a proposito dei cambiamenti che sta subendo. Questo è molto evidente quando Tristezza aggiunge tonalità di blu alle immagini delle memorie di Riley della sua vita in Minnesota. Studi scientifici rilevano che le nostre emozioni correnti formano ciò che ricordiamo del passato. Questa è una funzione vitale di Tristezza nel film: è ciò che guida Riley a riconoscere i cambiamenti che tra attraversando e cosa ha perso, ciò che pone le basi per lo sviluppo di nuovi aspetti della sua identità. studi hanno rilevano, per esempio, che le emozioni strutturano (e non solo colorano) le più disparate interazioni sociali come l’attaccamento tra genitori e figli, i conflitti tra fratelli, il flirt tra giovani corteggiatori e le negoziazioni tra rivali. collettività sociali a protestare e rimediare alle ingiustizie. Una ricerca condotta da uno di noi ha rilevato che le espressioni di imbarazzo stimolino gli altri a perdonarci se abbiamo agito momentaneamente in un modo che violava le norme sociali. pensare alla tristezza come uno stato definito da inerzia e passività - l’assenza di qualsiasi azione intenzionale. Ma in “Inside Out” come nella vita vera, la tristezza spinge le persone ad unirsi in risposta alla perdita. Lo vediamo prima in uno scoppio di rabbia a tavola che porta Riley ad andare al piano di sopra e mentire da sola in una stanza buia, lasciando suo padre a chiedersi cosa fare. genitori, attraverso forme di contatto e suoni emozionali detti “esplosioni vocali” studiati da uno di noi in laboratorio - che trasmettono le profonde delizie della riunione. abbracci di tristezza, lasciarsi aprire, impegnarsi pazientemente con le lotte emotive di un preadolescente. Tristezza permetterà di chiarire ciò che è stato perso (l’infanzia) e muoverà la famiglia verso ciò che c’è da guadagnare: le fondamenta di nuove identità, tanto per i figli quanto per i genitori attivati da!trigger, stimoli scatenanti esterni e interni alla persona. sociali” e sono rimasti immutati nel corso dell’evoluzione come veicoli per comunicare agli altri messaggi specifici, in tempi rapidi. Essi comunicano il nostro atteggiamento, quello che proviamo in un dato momento, fungono da “termometro” della qualità dei rapporti interpersonali e sono segnali che ci permettono di preservare l’incolumità (fisica e psicologica) nostra e degli altri. secondarie (o complesse). Le primarie sono innate, sono universali, si manifestano – nel viso, nelle reazioni posturali, nei parametri della voce – nello stesso modo a prescindere dalla cultura di appartenenza. Esistono, per la verità, delle regole e prescrizioni comportamentali (display rules), che apprendiamo nel nostro ambiente familiare e sociale, che tendono a “mediare” il modo in cui manifestiamo queste emozioni.

Le emozioni primarie, secondo Paul Ekman, sono sette: felicità, paura, rabbia, disgusto, tristezza, disprezzo, sorpresa. Sono definite “famiglie”, poiché ognuna di esse racchiude diverse sfumature e tipologie legate a una stessa macro-categoria emozionale. Le emozioni secondarie, invece, variano da cultura a cultura e sono maggiormente influenzate da aspetti cognitivi, valoriali e propri della persona. Queste emozioni variano a seconda del particolare periodo di sviluppo della persona e sono influenzate dalla memoria, dal pensiero e dalle contingenze ambientali. Tra le emozioni secondarie troviamo la!vergogna, il!senso di colpa, lagelosia!e la!nostalgia. FUNZIONI DELLE EMOZIONI Le emozioni servono alla nostra sopravvivenza: ci permettono di adattarci all’ambiente e di interagire con gli altri. Sono presenti in tutto ciò che facciamo, colorano le nostre vite in maniera sensibile e ci motivano ad agire o reagire all’ambiente. Andiamo a teatro, vediamo un film, leggiamo un libro sempre alla ricerca di emozioni, perché sono il mezzo che ci permette di sentirci vivi e presenti, nel qui ed ora. Talvolta, però, non vorremmo provare certe emozioni che consideriamo negative o scorrette socialmente. La rabbia, ad esempio, può renderci violenti, la paura ci porta ad evitare alcune situazioni, la vergogna o il senso di colpa rischiano di compromettere la nostra visione del mondo, se non interveniamo per tempo. Eppure esistono e si manifestano, senza che noi possiamo fare nulla per impedirlo. Possiamo modulare l’intensità delle emozioni, acquisendo debite competenze e conoscendo quali trigger principali e soggettivi possono provocarle. Possiamo anche intervenire in modo costruttivo per migliorare i nostri rapporti interpersonali, se sappiamo riconoscere e gestire le emozioni del nostro interlocutore e interpretare i reali bisogni che esprime dietro il comportamento o l’atteggiamento che manifesta.

preferisco chiamarle costruttive o distruttive, in quanto ritengo che tutte le emozioni siano positive solo per il fatto che ci hanno permesso di evolverci e sopravvivere. hanno invaso il Tibet, anche il Dalai Lama ha dichiarato di essere stato estremamente arrabbiato. Come tutti gli uomini anche lui, che per tutta la sua vita ha praticato la non violenza e, attraverso la meditazione, è in grado di gestire con molta consapevolezza le sue emozioni, non ha potuto evitare di provare rabbia. Durante la sua intervista, mi ha colpito il suo punto di vista e la prospettiva che ha fornito rispetto a questa emozione. Non era indirizzata contro il popolo cinese, bensì verso i fatti e le azioni che si stavano compiendo. mettere una barriera e a compromettere il rapporto: in questo caso, l’emozione diventa nemica e distruttiva. Indirizzare la rabbia verso il fatto e l’azione che la persona sta compiendo ci permette di salvaguardare il rapporto, in quanto il focus rimane sul comportamento e non sulla relazione o su giudizi di natura valoriale. In questo caso, l’emozione diventa alleata e costruttiva.

con Toy Story nel 1995. Questa collaborazione tra Disney e Paul Ekman si è concretizzata anche qui in Italia e siamo stati orgogliosi di aver potuto fornire il nostro apporto scientifico ad alcuni contenuti creati e inerenti il Profilo Emotivo Comportamentale delle cinque emozioni rappresentate nel film. facciali digitalizzate grazie al quale lo spettatore si sente subito coinvolto e vive con i personaggi le loro emozioni. è stato condotto un profondo studio delle componenti verbali e non verbali specifiche da utilizzare per singola emozione: ad esempio, Rabbia, quando si attiva, abbassa e

unisce le sopracciglia, usa un tono di voce aspro ad alto volume, serra il pugno e gonfia il petto. Durante le esplosioni violente, la reazione neurofisiologica principale fa sì che il flusso sanguigno salga verso la testa, che prende fuoco, e si diriga nelle braccia, che si attivano. Questo meccanismo, modellato dall’evoluzione, ci ha permesso di prepararci al combattimento per sopravvivere. estratti da 50 anni di ricerche di Paul Ekman, che ha individuato le caratteristiche di manifestazione universale delle sette emozioni primarie. altre due emozioni universali: Disprezzo e Sorpresa. Se osserviamo la comunicazione verbale e non verbale di Disgusto, ci rendiamo conto che è caratterizzata da un mix tra disgusto e disprezzo. La componente mimica di disprezzo è un ghigno di indignazione, un sorriso unilaterale (che coinvolge la compressione e il sollevamento di un angolo della bocca). Il labbro superiore sollevato, invece, è tipico del disgusto. comportamenti di repulsione, di nausea ad alcuni stimoli, in altri momenti assume un atteggiamento di superiorità morale, è sarcastica e pungente, elementi comportamentali del disprezzo. Quando Riley (la protagonista del film) dorme la prima sera nella casa nuova, la mamma le chiede di continuare ad essere felice e di farlo anche per sgravare il papà dal senso di colpa di averle portate così lontano dai loro affetti. Un atteggiamento di gioia non reale avrebbe garantito sollievo al padre e non avrebbe creato tensione in una famiglia alle prese con il trasloco. confusione nell’equilibrio emotivo di Riley e aumenta il suo livello di stress. La ragazzina non si sente capita e comincia a non controllare più le sue emozioni. Tristezza è bloccata da Gioia nelle azioni, ma la tristezza in Riley è presente, forte e in sordina, per cui il personaggio comincia a comportarsi in modo strano, creando disagio e confusione nella “cabina di controllo” della mente di Riley. emozioni forti e distruttive vengono provate e prendono il sopravvento. Ogni tentativo coercitivo di bloccarle è vano e crea conseguenze peggiori, anziché migliorare il nostro equilibrio, mettendo seriamente a repentaglio la nostra identità, il nostro atteggiamento, il nostro comportamento usuale, le nostre motivazioni e bisogni. così facendo Riley prova la nostalgia, un mix appunto di gioia e tristezza. Questa nuova emozione permette alla bambina di provare il bisogno di tornare a casa. Giunta davanti ai genitori, decide di comunicare loro la tristezza che prova in conseguenza del trasloco a San Francisco e i genitori empatizzano con la figlia, comunicandole che la stessa emozione la provano anche loro. caso di tristezza, abbiamo la necessità di sentire la vicinanza delle persone amate: solo così ci sentiamo capite e sollevate. A questo punto, possiamo essere aiutati a traghettare la tristezza che stiamo provando verso altre emozioni. La situazione si risolve perché finalmente ognuno di loro è stato sincero circa le emozioni che prova realmente. I genitori hanno mostrato di avere un elevato livello di intelligenza emotiva. nostro interlocutore, perché non sempre il buon senso è sufficiente lasciato perplesso, da un punto di vista tecnico, la scelta di insignire Gioia del titolo di leader “tacito” delle altre emozioni: sembra essere un “capo che coordina i lavori” e distribuisce mansioni alle altre, al di sopra delle altre emozioni in termini di importanza e responsabilità sul benessere di Riley. emozioni piacevoli: siamo tutti “alla ricerca della felicità”. Un atteggiamento positivo e ottimista apre, infatti, alle relazioni interpersonali e crea contatto, ci rende pro-attivi,

disponibili, ci aiuta ad affrontare al meglio le situazioni avverse, preserva la nostra autostima e la nostra percezione di auto-efficacia nella risoluzione di un problema.

psicologici hanno dimostrato che sorridendo, assumendo una postura eretta, usando un linguaggio verbale positivo, attiviamo in noi pattern neurofisiologici specifici che contribuiscono a generare le emozioni, in questo caso la felicità. costruzione del Facial Action Coding System (2002), assunse in modo deliberato centinaia di espressioni facciali. Man mano che eseguiva alcune mimiche, si accorse che, attivando i muscoli che caratterizzavano un’espressione facciale di un’emozione specifica, dopo un breve lasso di tempo sentiva di provare realmente (anche se in maniera attenuata) le emozioni che semplicemente simulava con il volto. Sorridere, insomma, genera in noi felicità. positivo, fuori contesto e fuori luogo, è molto pericoloso. Si rischia di ignorare, in modo deliberato, le informazioni dell’ambiente e si sviluppa stress nel riscontrare che le nostre aspettative si scontrano con la “dura realtà” oggettiva. In più, si rischia di non vivere con serenità le altre emozioni, di evitarle. Provare emozioni è umano. E ogni emozione ha senso che esista in noi per essere sperimentata. misura durante una giornata, ma saperle riconoscere nel contesto in cui ci troviamo e gestirle con un alto livello di consapevolezza è un requisito indispensabile. Ci rende vivi, consapevoli e liberi, in sintonia con noi e gli altri COSA SONO LE EMOZIONI? mentali, dell’organismo in relazione a eventi che accadono entro un dato contesto. potenzialmente capaci di rispondere in modo flessibile, efficace e dinamico agli eventi contingenti. EMOZIONI “SALE DELLA VITA” Le emozioni intersecano (e “colorano”) tutte le attività mentali umane: •

Memoria



Motivazione



Pensiero, ragionamento



Percezione



Benessere



Psicopatologia



personalità…

Nelle psicoterapie e nella psicoanalisi in particolare, le emozioni sono considerate cruciali e fondamentali, e il fulcro del lavoro è su di esse. Differenza tra emozioni e sentimenti

Stress, trauma emotivo e memoria



Intensi disturbi della memoria ■

Amnesia, frammentazione dei ricordi



Flashback



Assenza di ricordi di aspetti contestuali e di particolari



Narrazione apatica e carente o priva di emozioni (distacco emotivo: scissione tra aspetti cognitivi e affettivi del trauma; isolamento dell’affetto; ottundimento emotivo) Come le emozioni facilitano la memoria?

Perché proviamo le emozioni?! Diverse teorie….4 1. Emozioni come ADATTAMENTO ALL’AMBIENTE (dal Pleistocene in poi)

Qualche esempio di specificità linguistiche….

+rispetto

vergogna, 9 emozioni differenti

soggetto ad una situazione pericolosa;

verso persone o cose, considerate prive di dignità morale o intellettuale;

complesse):

Copioni emotivi (script) sequenzialmente a livello temporale e psicologico, in cui l’evento è scomposto in sottoeventi (Abelson, 1981).

parole; cinese di Taiwan: 750 parole; lingua Malay: 230 parole…) emotiva da una cultura a una altra Ostensione emotiva o “display emotivo” variano da cultura a cultura e vengono apprese nei primi anni di vita. Fisiognomica delle espressioni emotive una persona dalle sembianze” (Analitici primi). motorie della configurazione del viso in funzione di una singola emozione:

tutto il mondo, sono universali. Emozioni automatiche. UNIVERSALITA’ DELLE ESPRESSIONI EMOTIVE empiricamente la universalità di 6 emozioni. presente in ogni cultura, riconosciuta da tutti, innescata e governata da un preciso programma neuromotorio che attiva una specifica configurazione di fasce muscolari. E i bambini?? da circa 6 mesi di vita. partire da quelle universali: prima la GIOIA, poi la RABBIA, infine PAURA E TRISTEZZA. particolare a partire dai cinque o dai sei anni, cominciano a manifestarsi nei piccoli anche le cosiddette!emozioni sociali, come vergogna, imbarazzo, gelosia,! invidia, colpa. emozioni!contemporaneamente, vale a dire stati d’animo più complessi, che richiedono una maggiore consapevolezza di sé e una più accurata valutazione degli eventi connessi alle emozioni.

gradualmente tra i 4 e i 5 anni - I termini delle emozioni orgoglio, vergogna, colpa compaiono gradualmente tra gli 8 e i 9 anni. po' meno sociale. La vergogna è l’emozione che scaturisce una inadeguatezza percepita dal mio corpo o di quello che ho detto è che ho fatto. una preoccupazione di una mia inadeguatezza, ma il fatto che l'altro sta male per colpa mia. La colpa è la colla delle relazioni umane, cerchiamo infatti di non danneggiare gli altri. Nella colpa c’e la relazione con l'altro, che ho ferito o penso di aver ferito. Nella vergogna c’e solo una preoccupazione per se stesso

Prospettiva contestualista e situazionista emozioni determinata realtà tramite l’uso di indizi contestuali) è utile una prospettica contestualista/situazionista: il contesto fisico e sociale aiuta a comprendere l’emozione.

REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI

dell’emozione):



Selezione delle situazioni Modificazione della situazione Dislocazione dell’attenzione:sposto l’attenzione su qualcosa che mi fa stare bene



Rivalutazione della situazione

■ ■

Interventi sull’arousal ossia la reazione fisiologica (esercizi fisici: yoga, corsa, training autogeno, meditazione, mindfullness…) per abbassare le intensità delle emozioni e sulle display rules (accentuo o diminuisco l’espressione facciale….) Display rules: es. cominci a sorridere di più, questo ha un impatto sulla tua mente involontariamente e gli altri possono cominciare a trattarti diversamente, innalzano la possibilità di indurti emozioni positive .





Il 90% delle persone condivide le emozioni appena può (Rimé, 2005): elaborazione



Scrittura espressiva



Artiterapie



Musicoterapia



TECNICHE di condivisione per aumentare l’ INTELLIGENZA EMOTIVA —> tipo di intelligenza che ci permette di capire il nostro posto insieme agli altri. Intelligenza emotiva di mettere insieme l’emozioni con la mente e l’ela...


Similar Free PDFs