Domande psicologia delle emozioni PDF

Title Domande psicologia delle emozioni
Author Marica Neri
Course Psicologia della personalità e delle emozioni
Institution Università telematica Unitelma Sapienza
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Summary

Domande...


Description

1 e 2. Allport e Cattell, contributi dal punto di vista teorico e metodologico sulla personalità. 3. Descrivi sinteticamente i contributi che Freud ha dato allo sviluppo della psicologia della personalità. 4. La struttura gerarchica dei tratti (metodo fattoriale e le sue applicazioni)

Domande a scelta multipla 1. Secondo H.Murray l’unità tematica corrisponde Alla combinazione di bisogni e pressioni 2. Gli studi finalizzati a rilevare le relazioni tra le risposte a questionari che misurano dimensioni temperamentali e i voti scolastici nella scuola secondaria sono un esempio di ricerca Correlazionali 3. Gli studi di Cattell che hanno portato all’identificazione dei tratti primari di personalità si basano prevalentemente su Studi osservativi e questionari 4. L’analisi fattoriale è una procedura statistica che consente di individuare Dimensioni che possono accomunare diversi comportamenti 5. Secondo Eysenck, tra le varie caratteristiche che lo psicoticismo riflette, troviamo Bassa empatia e distacco nelle relazioni intrapersonali 6. L’affermazione “mio fratello è una persona creativa” fa riferimento A un tratto di personalità 7. Il temperamento riguarda le seguenti aree di funzionamento Attenzioni, emozioni, attività motoria 8. Secondo Kagal, la reattività temperamentale si può osservare nei bambini di pochissimi mesi Dalla reazione di stress di fronte a stimoli nuovi 9. Secondo Thomas e Chess, tra le caratteristiche dei bambini difficili, si osservano Intense reazioni emotive negative, ritmi biologici irregolari, bassa soglia di responsività agli stimoli 10. I modelli dimensionali delle emozioni Sostengono l’esistenza di due dimensioni dell’esperienza affettiva: attivazione e valenza 11. Gli studi psicolessicali nello studio di tratti di personalità Hanno esaminato i tratti di personalità di base attraverso lo studio degli aggettivi presenti nei dizionari 12. L’affermazione di un questionario “i bisogni degli esseri umani sono più importanti dei bisogni economici” è una misura di Amicalità 13. Secondo Cervone e Pervin, le funzioni scientifiche dei tratti di personalità sono Descrizione, spiegazione, previsione 14. Lo sviluppo di “microteorie” che ha caratterizzato la psicologia della personalità negli anni 50 e 60 ha comportato Una focalizzazione su argomenti e costrutti più limitati, come singole disposizioni o particolari orientamenti cognitivi 15. Le pulsioni per Freud rappresentano Le determinanti ultime dell’attività psichiche

1. Allport contributi dal punto di vista teorico e metodologico sulla personalità La psicologia della personalità divenne un ambito di indagine autonomo grazie al contributo di Allport il quale mirò a elaborare teorie che indagano e spiegano ciò che c’è di universale e distintivo in una persona. Cercò di far conciliare le intuizioni della clinica con la ricerca rigorosa, superando così le tradizioni teoriche che avevano dominato il passato. Allport combinò metodi idiografici, che riconoscono che la singola persona può possedere un insieme unico di tratti, con i metodi nomotetici, come l’impiego di scale e questionari, che invece ricercano una tassonomia unica e comprensiva delle differenze individuali. Allport influenzò lo sviluppo della psicologia della personalità attraverso tre elementi. Il primo è la definizione dei tratti di personalità, riconosciuti come strutture neuropsichiche dotate della capacità di rendere molti stimoli funzionalmente equivalenti, nonché di generare e guidare forme coerenti di comportamento adattivo ed espressivo. I tratti vengono classificati come: universali (risultato delle influenze culturali che partecipano alla formazione della personalità), individuali (che esprimono la personalità individuale), cardinali (che sono passioni e sentimenti prevalenti che influenzano quasi tutte le azioni di una persona), centrali (che contraddistinguono la persona) e secondari (che sono quelli meno frequenti e importanti, circoscritti a specifiche sequenze di comportamenti). Il secondo elemento è la nozione di autonomia funzionale dei bisogni, che respingeva i modelli tensioriduttivi, psicanalitici e comportamentisti. L’autonomia funzionale dei bisogni afferma che un’attività intrapresa per una ragione può, nel tempo, diventare fine a sé stessa, acquisendo un valore autonomo e indipendente dal bisogno originale. Non è quindi possibile ricondurre le azioni ad un insieme più o meno ampio di istinti o pulsioni, data la natura illimitata della crescita dei bisogni. Il terzo elemento concerne la nozione di proprio, che si riferisce all’insieme di percezioni e opinioni di sé. Allport concepisce il proprio come l’essenza dell’identità personale, che si sviluppa nel tempo e contribuisce in maniera crescente alla coerenza del funzionamento e della personalità. Inoltre secondo Allport è l’interesse della società per i temi psicologici ed etici a far sì che le persone utilizzino un insieme di simboli linguistici per descrivere e valutare le caratteristiche umane. Con ciò, Allport e Odbert estrassero la più lunga lista di termini dal dizionario relativi alla persona, successivamente raggrupparono tali termini in quattro categorie: una, la più rilevante, era riferita ai tratti stabili di personalità, dove per tratti si intendevano le tendenze personali generalizzate, le altre invece includevano termini riferiti a umori temporanei e stati mentali, valutazioni sociali del carattere e infine a caratteristiche fisiche e abilità.

2. Cattell contributi dal punto di vista teorico e metodologico sulla personalità

Cattell ha dato un contributo importante alla psicologia della personalità attraverso l’ipotesi della sedimentazione linguistica. Tale costrutto afferma che la maggior parte delle differenze individuali di maggior rilievo sono codificate come singole parole nel linguaggio naturale. Cattell parte dalla lista di Allport e Odbert eliminando e selezionando dei termini relativi ai tratti, successivamente li riduce statisticamente a 35 gruppi di tratti bipolari. Applicando l’analisi fattoriale Cattell individua 12 fattori. Per lo sviluppo della teoria dei Big Five, Cattell ha avuto un ruolo rilevante con il suo questionario 16 personality factors. Per arrivare ad individuare questi 16 fattori Cattell ha sottoposto ad analisi fattoriale molteplici dati tratti da varie fonti, incluse autovalutazioni, eterovalutazioni e manifestazioni comportamentali dei tratti di personalità. I tratti che Cattell definisce primari sono: espansività (espansivo, riservato); intelligenza (brillante, ottuso); stabilità emotiva (stabile emotivamente, condizionato dai sentimenti); dominanza (assertivo, sottomesso); sorgenza (allegro, serio); coscienziosità (coscienzioso, opportunista); audacia (audace, timido); sensibilità

(sensibile, insensibile); diffidenza (diffidente, fiducioso); immaginazione (fantasioso, pratico); astuzia (astuto, ingenuo); apprensione (apprensivo, calmo); sperimentazione (sperimentatore, conservatore); indipendenza (indipendente, dipendente); impulsività (incontrollato, controllato); tensione (teso, rilassato). Nello studio dell’intelligenza inoltre Cattell ha distinto due espressioni dell’intelligenza generale: quella fluida (abilità di individuare relazioni complesse e di implementare nuovi modi di pensare nella soluzione di problemi, indipendente dall’apprendimento e dalla cultura) e quella cristallizzata (uso di abilità, conoscenze e modi di pensare acquisiti).

3. Contributi di Freud alla psicologia della personalità Freud è il padre della psicoanalisi, un movimento culturale e scientifico di stampo razionalista che influenzò la psicologia del ‘900. Il metodo psicoanalitico mira a scoprire i principi regolatori del funzionamento psicologico attraverso la ricostruzione del passato. La regressione e l’autoriflessione fanno emergere il materiale psichico precedentemente represso, ciò permette di individuare la fonte del conflitto e il significato che gli individui hanno dato a certi eventi della loro vita che li hanno turbati. La fisica rappresentò un sistema di riferimento per concepire l’apparato mentale come un sistema tensio-riduttivo. Tal sistema ha lo scopo di mantenere un equilibrio interno stabile, regolando la relazione tra organismo e ambiente. Il funzionamento mentale dell’individuo viene regolato dal principio del piacere e quello della realtà. Il primo mira a ridurre la tensione psichica soddisfando i bisogni dell’individuo, il secondo invece tiene conto dei vincoli e delle opportunità forniti dall’ambiente. Le pulsioni sono alla base della teoria freudiana e rappresentano le determinanti ultime di tutta la vita psichica, sono la rappresentazione di stimoli endosomatici che collegano mente e corpo. Le pulsioni intese da Freud non sono propensioni ma istinti veri e propri al quale è impossibile sottrarsi, se queste non vengono soddisfatte si genera tensione che si manifesta in nevrosi. Tra le proprietà che caratterizzano una pulsione ci sono: la fonte, l’intensità, il fine e l’oggetto. Freud distingue due tipi di pensiero, quello primario e quello secondario. Il pensiero primario è illogico e senza tempo, opera per simbolizzazione (sostituzione di un’immagine con un’altra), spostamento (cambio di focus da un contenuto mentale a un altro) e condensazione (fusione di più immagini o idee). Il pensiero secondario risponde al principio della realtà e diviene sempre più importante durante lo sviluppo dell’individuo in quanto questo impara a volgere impulsi ciechi e affetti in scopi socializzati. Freud suddivide l’apparato psichico in inconscio, preconscio e conscio, che corrispondono ad Es, Io e Super-io. L’Es opera in modo del tutto inconscio e risponde al principio del piacere, è la struttura più arcaica del funzionamento psichico; l’Io risponde al principio della realtà per soddisfare i bisogni dell’Es, quindi opera sia consciamente che inconsciamente; il Super-io si sviluppa attraverso l’internalizzazione di norme sociali e valori veicolati principalmente dai genitori e funge da giudice dell’Es e dell’Io, anch’esso inconscio. L’individuo inoltre è sempre in conflitto con la società nella visione freudiana in quanto in essa può trovare giustizia, ma non comprensione. A suo tempo la teoria psicanalitica ha dato un grosso contributo: ha soddisfatto l’esigenza sociale di trovare una spiegazione psicologica allo sviluppo personale e al funzionamento integrato dell’individuo; ha dato voce all’interno della tradizione antropocentrica e razionalistica occidentale ai problemi psichici dell’uomo moderno; ha riconosciuto ai conflitti intrapsichici un ruolo fondamentale, dando la speranza di poter gestire aspetti contrastanti del sé; ha reso possibile ai pazienti l’accesso al significato delle proprie esperienze e fantasie; ha aperto la strada a studi sull’attaccamento e sui meccanismi difensivi che regolano l’elaborazione delle informazioni. Inizialmente ha svolto un ruolo centrale nello studio del pensiero e degli affetti inconsci, della cognizione motivata, del ruolo delle interazioni interpersonali nello sviluppo delle rappresentazioni interne del mondo sociale, della costruzione e rappresentazione del sé. Ma gli sviluppi riguardanti quest’aree devono poco alla teoria psicanalitica. I media spesso inducono a pensare che la psicologia della personalità sia parte della teoria psicoanalitica o che si identifichi con essa. Tuttavia solo una parte della psicoanalisi risulta avere un ruolo di rilievo per la teoria della personalità contemporanea. Ora come ora le

loro strade si sono separate ed è difficile invertire tal processo. La critica scientifica alla psicoanalisi aumentò nel corso del tempo e, nonostante gli psicanalisti riconoscettero i limiti dei costrutti di Freud, non fecero nulla per modificarli, i non psicanalisti che lavoravano nell’ambito della personalità non comunicavano con il mondo psicanalitico. I non analisti non si concentravano sulla clinica psicanalitica e gli analisti si interessavano poco allo sviluppo della teoria della personalità in generale.

4. La struttura gerarchica dei tratti (metodo fattoriale e le sue applicazioni) L’analisi fattoriale è una tecnica che permette di evidenziare l’esistenza di una struttura di tratti latenti, non misurabili direttamente, all’interno di un insieme di variabili osservabili direttamente che si relazionano con tali tratti latenti. Eysenck utilizza tale metodo per individuare, piuttosto che un numero ampio di tratti correlati, un sistema semplice di fattori indipendenti. Egli ha realizzato un’analisi fattoriale di secondo ordine che esamina la struttura presente in un insieme di dimensioni correlate, identificate loro stesse da un’analisi fattoriale. Eysenck così ha ottenuto due fattori di secondo ordine detti superfattori: estroversione e nevroticismo, successivamente aggiunse a questi anche lo psicoticismo. Questi tre superfattori sono all’apice di una gerarchia in cui ogni superfattore sussume un insieme di tratti più specifici, che a loro volta sussumono configurazioni comportamentali abituali (es: estroversionesocievolezzaraccontare barzellette). Un altro psicologo che individuò una gerarchia dei tratti fu, successivamente, Comrey che affermò esistere dei tratti posti gerarchicamente a un livello superiore che organizzano gruppi di tratti a livello inferiore. I tratti collocati a livelli più bassi sono ricavati mediante analisi fattoriale eseguita sugli item di questionari di personalità. Raggruppamenti omogenei di item simili definiscono i tratti sottordinati nel sistema CPS e sono definiti dimensioni di item omogenei fattorializzati (tratti più comprensivi di maggiore significato teorico). Il modello Comrey personalità scale valutò 8 ampie dimensioni.

-In cosa consistono le display rules di Ekman? Sono le regole sociali dell’espressione delle emozioni -Persone con elevata volontà di riuscita, quali compiti ricercano? (McClelland) cercano compiti moderatamente difficili per migliorare se stessi -Quale non è un’emozione di base? L’orgoglio -La teoria social-cognitiva è incentrata su Standard, convinzioni di autoefficacia, obiettivi ecc. -Un costrutto può essere attivato da Stimoli ambientali e sociali -Due dimensioni del goal setting Specificità e prossimità -Le persone e gli stili di coping repressivo Reprimono vissuti fortemente emotivi -Lo stato di flow consiste Stato di attenzione continua e duratura durante un’attività piacevole e finalizzata che impegna l’individuo -I costrutti sono Strutture di personalità relativamente durature che guidano la conoscenza e le anticipazioni delle persone su se stesse e sul mondo -I meccanismi di difesa sono dati da interazioni tra processi affettivi e cognitivi -Che cosa sono le autovalutazioni emotive reazioni emotive che si associano alle valutazioni di se stessi e costituiscono una fonte interna di motivazione -Secondo Lazarus in cosa consistono l’appraisal primario e secondario? Valutazioni di una situazione rispetto ai propri scopi e formulazione di eventuali strategie per fronteggiare l’evento -Gli aggettivi di prevenzione in higgins (focus negativo) negativo o di prevenzione riguarda la sensibilità alla presenza o all’assenza di esiti negativi -Come si può definire il genere Insieme di caratteristiche di mascolinità o femminilità che riflettono i processi di socializzazione -Gli schemi relativi al se riguardano Generalizzazioni cognitive che guidano all’elaborazione delle informazioni relative a se stessi e al proprio comportamento -Priming Alza il livello di attivazione di un costrutto -Secondo il modello della confluenza di Zajonc Primogeniti hanno un quoziente intellettivo più alto perché hanno interagito per più tempo con gli adulti -Russell e le due dimensioni dell’emozione Valenza e attivazione -Quale autore ha maggiormente approfondito lo studio dei valori Schwarz -Negli studi sull’aggressività, quale differenza è emersa tra uomini e donne Le donne fanno maggiormente ricorso a forme di aggressività indiretta, come la manipolazione sociale -Studi recenti riguardano che l’elaborazione inconscia riguarda anche Apprendimento e problem solving -Limiti dei costrutti disposizionali Disposizioni sovraordinate, gerarchie e universali

DOMANDE: 1.Esporre brevemente le relazioni tra goal-setting e motivazione compito 2.Esporre le relazioni tra emozioni e processi cognitivi

-I tipi di personalità Corrispondono a particolari tratti ricorrenti in una popolazione -Con il concetto di tratto ci si riferisce A costellazioni di modi di pensare, agire e sentire -Uno dei limiti dei 5 fattori consiste nel fatto che Scarsa conferma a livello individuale -Nel contributo di Salovey e Mayer allo studio dell’intelligenza emotiva Vengono distinti tre particolari domini, il riconoscimento delle emozioni, la regolazione delle emozioni e l’uso strategico delle emozioni -Le componenti di Eysenk Estroversione, nevroticismo e psicoticismo -Una definizione moderna della personalità è Un sistema complesso del quale deriva l’unità etc. -Con il concetto di temperamento ci si riferisce Agli aspetti formali del comportamento e della condotta -Le tre principali strategie di ricerca Clinica, sperimentale e correlazionale -Secondo l’ipotesi della sedimentazione linguistica Il linguaggio naturale costituisce una buona base di ricerca per lo studio delle relazioni interpersonali -Cosa hanno in comune Eysenk, Cattell, Comrey e Guilford Analisi fattoriale -Tratto per Allport Strutture neuropsichiche -Cosa studiava Mugnusson Determinanti biologiche, psicologiche e sociali -Cosa sono i marker Indicatori più rilevanti di ogni fattore DOMANDE: 1. Meriti e limiti del Big Five 2. Temperamento

1.Meriti e limiti del Big Five Il modello dei Big Five costituisce un elemento utile per descrivere e valutare grandi gruppi di individui, ad esempio popolazioni intere, tal sistema è utile anche per studiare il comportamento politico in quanto i Big Five sono risultati associati alle preferenze politiche più di altri fattori standard quali ad esempio il sesso o l’età. Ci sarebbero poche controversie quindi se tal modello fosse considerato come un modo per descrivere le differenze individuali nelle tendenze osservabili dalla popolazione. Tuttavia tal modello è stato ritenuto idoneo non solo per una valutazione psicologica, bensì anche per la teoria della personalità. I sostenitori del

Big Five si dividono in due prospettive. Alcuni sono prudenti nel considerare i fattori come un’utile organizzazione descrittiva delle differenze individuali osservabili, piuttosto affermano che forniscono un insieme di concetti di base con i quali possono essere descritti i tratti delle persone ma a livello astratto. Altri assegnano ai fattori lo status di cause, ovvero affermano che se le differenze individuali sono identificate attraverso una struttura a 5 fattori, ciò comporta che ogni individuo possiede tutti i fattori a livelli diversi; quindi considerano i 5 fattori come la materia prima universale della personalità, dove universale sta per valido per tutti gli individui e quindi anche per tutte le culture; in quest’ottica quindi i fattori sono le cause degli atteggiamenti, delle mete personali e del concetto di sé. Di quest’ultima visione possono essere contestati due presupposti: uno è che il modello si applica a livello di individuo e due che la struttura della personalità corrisponde alla consistenza dell’esperienza e del comportamento. Non è detto che se un costrutto riferito alla popolazione sia automaticamente riferito a tutti gli individui di questa, ad esempio se si dice “gli indiani d’america sono orgogliosi” tale affermazione può essere riferita anche a tutti gli individui di quella popolazione, ma se si dice “gli indiani d’america stanno scomparendo” non si può applicare lo stesso ragionamento, perché non tutti gli individui stanno scomparendo ma la maggior parte di loro. Con ciò la struttura a cinque fattori non è stata applicata ad analisi individuali ma solo collettive. Persone inoltre con ugual punteggi in determinati fattori possono avere comportamenti differenti a seconda delle persone con la quale interagiscono e in base alle esperienze che hanno subito, quindi risulta insufficiente il metodo dei 5 fattori per descrivere le differenze individuali.

2.Il temperamento Il temperamento viene concepito come uno degli attributi...


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