LETTERATURA LIQUIDA PDF

Title LETTERATURA LIQUIDA
Course Letteratura italiana contemporanea
Institution Università degli Studi di Catania
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Riassunto di letteratura liquida....


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LETTERATURA LIQUIDA Durante la crisi del positivismo l’uomo contemporaneo ha iniziato a sentirsi estraneo al suo stesso mondo e perdere fiducia nella sua conoscibilità scientifica; è un momento in cui per la prima volta si è arrestata la spinta storicista e teologica. Il 21° secolo, deve dar conto dello stato di minorità e di debolezza in cui l’uomo contemporaneo sente di vivere  Non si tratta di scoprire la realtà scientifica del moderno, ma di misurarsi con le ragioni per cui si è massicciamente diffusa una percezione di postumità al moderno, un senso di decadenza e declino. A tal proposito, Arnold Joseph Toynbee introdusse il termine postmodernismo per indicare un’irreversibile svolta nella storia occidentale (collocabile intorno al 1875) che consiste nell’irrompere della società di massa, in mass culture, mass education e mass movement.  Ci riferiamo al periodo dell’unificazione italiana, della nascita dell’Impero guglielmino, e la Germania che divenne, da quel momento in poi, il nuovo riferimento principale di tutti i programmi di politica estera dei Paesi avanzati, contendendo la scena ad un altro grande attore che sembrava provenire da uno spazio estraneo alla modernità: gli Stati Uniti. L’insieme di questi processi sociali, economici e politici, fece diffondere l’idea che la linea del tempo si fosse spezzata e che bisognasse inventare forme e linguaggi nuovi per parlare di contemporaneità; le poetiche del Decadentismo sono simbolo della prima esigenza di fondare un’estetica conforme a quel disagio. La società di massa e la sfiducia ideologia, sono dei tratti che vengono percepiti come postmoderni; a questi verranno indirizzati i nostri stili di vita abituali, le nostre identità, la precarietà o liquidità delle nostre relazioni. L’uso\abuso corrente dell’aggettivo “postmoderno” ha introdotto in Italia la sovrapposizione tra questa condizione di abbandono e una ben più circoscritta corrente artistica, filosofica e letteraria, fiorente tra gli anni 70 e 90 del 900. Gli uomini del 20° e 21° secolo si condannano a ripetere sempre gli stessi errori e a non scoprire niente di nuovo. La vera e imprevedibile rivoluzione delle vite degli individui e dei popoli è quella che avviene dentro le loro case, attraverso device su cui uomini e donne abitano uno spazio virtuale, si danno identità, si relazionano. Calvino e Eco sono due casi utili per rendersi conto di come si impoverisca la recente storia della letteratura italiana, qualora le loro opere si liquidassero come superfetazioni industriali: entrambi giocano con le forme della cultura popolare, con gli automatismi della scrittura combinatoria; Calvino racconta una desolante assenza di una Verità, di un Significato, di un Assoluto che regga il mondo e lo sostenga; Umberto Eco compie un’operazione di segno opposto, sceglie uno dei generi di consumo, il giallo, il quale, per sua natura statutariamente conclusa, impone alla vicenda del Nome della Rosa di compiersi pienamente, complice anche il rispetto delle unità aristoteliche di tempo, di luogo e di azione: Per loro il postmodernismo è lo smascheramento crudo delle dinamiche per le quali l’uomo contemporaneo si dibatte fra la tirannide della forma chiusa e il caos dell’insignificanza.  Entrambi mettono al centro della propria opera la lettura della società contemporanea come labirinto, verità in disaccordo, indizi, relazioni in cui l’individuo si muove alla ricerca di un senso complessivo. Per Calvino, la letteratura è un metodo per decifrare il disorientamento umano, per Eco il labirinto è un archetipo positivo, è la forma propria di ogni vicenda umana, rispondente ad un istinto naturale e razionale: al labirinto positivo della realtà si contrappone il rizoma delle verità supposte, la vertigine delle connessioni, un groviglio che ha natura intrinsecamente linguistica e non ammette né ingressi né uscite. La crisi della modernità coincide con un'attrazione verso il futuro, in quanto il presente non soddisfa più Il controllo sociale oggi è esercitato dagli agenti economici, attraverso la matematizzazione delle abitudini e la coalizione all'uso delle tecnologie digitali: quanto più diventiamo cittadini del web, tanto più le nostre identità le nostre competenze e i nostri consumi vengono tradotti in algoritmi che hanno la presunzione di rappresentarci in forma oggettiva.

Dopo la crisi del Positivismo non avranno più vigore le grandi narrazioni ottenuto dell'armonizzazione di umanesimo e scienza, perché entrambi i corpi strutturati del sapere moderno sono stati spazzati via dalla liquidità futurista della tecnica.

RIFLESSIVITA’ La migliore sociologia della letteratura è quella che pone in essere una critica letteraria della società. La letteratura è un oggetto invariabile qualunque sia il tipo di critico che se ne occupa, ma è portatrice di contenuti informazioni messaggi risposte a seconda delle interrogazioni che le vengono poste. Quello che si deve chiedere alla letteratura è cosa sia, o meglio, come sia la società  Dobbiamo guardare alla letteratura come allo spazio della conoscenza che ci consente di scoprire della realtà quello che nessun’altra disciplina ci restituirebbe con altrettanta forza e ricchezza di articolazione: pertanto il critico letterario è richiamato sempre al suo dovere fondamentale di studioso di testi, pena la perdita del suo specifico ruolo. La letteratura seduce perché reca in sé un'impronta creatrice, perché riesce a contenere in uno spazio limitato e quindi domabile, elementi disparati, cose che altrimenti sembrerebbero contraddittorie e persino conflittuali.  La scrittura nel momento in cui si propone, suggerisce non solo la propria indispensabilità, ma anche la propria perfezione, forse fittizia, artificiale, ma comunque non statica mente riproduttrice dell'armonia e dell’unicità originarie. Al principio della modernità, il valore artistico dell'opera fu associato al riconoscimento in esso di un valore etico, consistente nella correzione degli errori e delle imperfezioni presenti natura: se l'arte fosse un mero riflesso della natura, sarebbe appena un’imitazione e dunque non potrebbe apportare alcun accrescimento morale all'individuo. Ma allora, la letteratura è uno specchio, un riflesso del mondo reale, o è la registrazione dell'impossibilità di raggiungere l'essenza della realtà? Di cosa parla dunque la letteratura? Il secolo barocco aveva enfatizzato il potere illusionistico della letteratura, consistente nell'indurre un continuo spostamento dello sguardo e dell'attenzione del lettore non dando loro il tempo di interrogarsi sulla realtà e sul rapporto fra essa e la parola; il secolo dei lumi impone poi un ritorno al razionalismo e alla funzione morale della letteratura, Il ruolo pubblico dello scrittore non poteva essere messo in discussione nemmeno con la successiva potente stagione romantica, segnata dalla riflessione intorno alle radici nazionali della cultura, tutta la querelle tra classici e romantici si sviluppa a partire dalla Germania, ma non si sottrae nessuna regione dell'Europa occidentale, e questo si spiega con la necessità di sostituire il cosmopolitismo tipico dell'intellettuale settecentesco, con un profondo radicamento nelle vicende nazionali del popolo che si divincola dalle catene dell'antico regime e si merge nelle forme statuali moderne. L'Italia non è affatto estranea a questo processo, ma la scarsa penetrazione nel bel paese del romanticismo dipese da quella spinta che i nostri maggiori scrittori del tempo. Come per esempio Ugo Foscolo e Giacomo Leopardi, avvertirono verso le radici razionali della lingua e della letteratura, radici che non potevano che essere rintracciate nella cultura greco latina, che in Europa iniziava essere percepita come estranea antimoderna, in Italia invece appariva la via al riconoscimento di una tradizione autentica e unificante. Il classicismo del nostro paese è avvertito come un puntello della nazionalità e della stessa modernità, è il modello del romanticismo italiano, non poteva che essere classicista. Nell'800 inizia la colonizzazione tecnologica della creatività artistica, anche se questo lungo processo si vede un po' di più nelle arti visive, Lo scrittore moderno invece, deve rispondere a una maggior richiesta di novità e di originalità, di capacità di invenzione di situazioni, di sentimenti non comuni, un atteggiamento che già prelude alla post-moderna manipolazione industriale dell'idea letteraria. Il momento decisivo per una teoria della letteratura come registrazione esatta della vita sociale, è quello del positivismo filosofico scientifico e delle sue articolazioni estetiche, tra naturalismo e verismo: questo è il tempo in cui la nozione di letteratura come riflesso acquisto la declinazione più netta; in quanto osservatore, il romanziere pone i fatti che ha osservato.

Ma questa fiducia di conoscenza scientifica del corpo sociale entrerà in crisi e sarà costretta a ridimensionarsi in modo molto più problematico a causa del perdurare delle conseguenze della crisi di fine secolo, prima e dopo la 1°guerra mondiale. E’ il periodo della psicanalisi di Freud, che apre un dibattito sull'inconscio, che mette in mostra uno scenario nell'arte modernista e d’avanguardia, com’è noto nelle opere di Svevo e di Pirandello, dove i temi principali sono la follia la nevrosi il doppio. Il futurismo, pur coinvolgendo nel suo disprezzo per le ideologie conservatrici portava all'estremo l'idea dell'arte come liberazione dalle convenzioni formali e la spingeva fino al rifiuto di ogni culto dei classici, che rappresentavano il rallentamento della creatività. Adorno vede nella cultura di massa una natura intrinsecamente e inguaribilmente conformista, alla quale non può contrapporsi la letteratura come traccia utopica di una via di fuga: essa però può perseguire questi scopi solo se la sua lingua si sottrae all’omologazione.

AUTORIALITA’ I sei personaggi in cerca d'autore di Luigi Pirandello si fissano nella storia della letteratura e del teatro come mito fondativo della post modernità: una post tragedia, in quanto mimava l'ipotesi di un'inversione cronologica fra messa in scena e scrittura del testo, fra creazione e intenzione. La storia dei sei personaggi, che chiedono sia data compiuta espressione alla loro tragedia, non è soltanto un'esercitazione sulle strutture del dramma borghese, è soprattutto la missione dell'impotenza dell'autore novecentesco a seguito della scoperta di essere egli stesso inetto, incapace di dare una forma alla complessità del mondo circostante. I sei personaggi fanno esplodere la maschera metaforica: non è il personaggio ad essere sconfitto perché scambia l'arte con la vita, ma l'artista fallisce perché il suo magistero può condurlo solo sulla soglia dell'orrore, ma non è in grado di aderire in maniera autentica sincera e totale alla violenza della vita. La debolezza dell'autore può manifestarsi nella letteratura post-moderna attraverso alcuni artifici di nascondimento da sempre presenti nella storia della letteratura di ogni tempo, ma declinati con un'ironia che ne cancella l'antica innocenza e si pone al servizio di una sorta di identità diminuita o aumentata. Solitamente in letteratura un'opera è anonima quando si è persa la sicura identificabilità dell'autore, quindi in questo caso l’anonimia non è frutto di una scelta bensì di uno smarrimento di informazione; Tuttavia, esiste almeno un caso in cui l'anonimia è la conseguenza di una scelta, ed è quello in cui si preferisce che l'opera circoli priva di paternità per proteggere l'autore da probabili conseguenze persecutorie.  Questo accade quando il testo è portatore di contenuti disdicevoli sul piano morale oppure contestatori nei confronti del potere politico o religioso, Viceversa il nascondimento dell'identità che non recide, però, il legame di paternità è lo pseudonimo: è possibile,infatti, che si faccia ricorso a un nome d'arte per proteggere identità anagrafica da possibili contrasti o per far passare in secondo piano determinati rapporti di parentela; l'autore che sceglie per se un altro nome crea un Ur-Personaggio, Un artificio letterario così tradizionale come la pseudonima assume gradualmente, nell'età contemporanea, un significato meno innocente: il conflitto identitario inversione dei rapporti fra realtà e virtualità, incrocia così una consuetudine tipica dei nostri giorni, ossia quello del nickname. Il ricorso divertente al soprannome è diventato una generalizzata abitudine all'invenzione di identità alternativa, per nascondere quella anagrafica, per agire indisturbati sotto questa maschera, per darsi una connotazione aggiuntiva, poiché quella convenzionale non appare sufficiente a conquistare uno spazio adeguato. Un secondo tipo di turbamento autoriale è quello della eteronomia: si intende il ricorso a nomi alternativi da parte di autori già noti col proprio nome  il caso più famoso è quello del poeta portoghese Fernando Pessoa che creò ben quattro identità alternative: Alvaro de Campos, Ricardo Reis, Alberto Caeiro e Bernardo Soares, sotto il cui nome diffuse le sue opere principali, mentre firmò col suo vero nome le poesie scritte in una lingua acquisita, l’inglese.

Un altro caso è quello di Stephen King, che pubblicò 5 romanzi di modesto successo, firmati con l’eteronimo Richard Bachmen, abbandonato non appena la vera identità venne scoperta con un'indagine sui diritti d'autore. La vicenda che lo spinse a crearsi una finta identità alternativa è ricordata dallo stesso scrittore sul sito ufficiale; si sarebbe trattato di due interessi: 1. l'interesse dell'autore, che sorpreso dei suoi clamorosi successi, voleva fare qualcosa nelle vesti di qualcuno che non fosse Stephen King; 2. quello degli editori, preoccupati che nuovi titoli potessero ingolfare la disponibilità ai consumi dei suoi lettori abituali, tanto più che essi sarebbero rimasti spiazzati dal cambio di genere letterario. Il caso più misterioso degli ultimi vent'anni è quello di un poeta napoletano, conosciuto con il nome di Tommaso Pignatelli iniziò a circolare la voce che in realtà dietro a quello pseudonimo si nascondeva una delle figure più eminenti del Parlamento italiano, nascosto poiché nella nostra cultura il poeta rimane ancora un po' matto, un po' svanito poco adatto quindi a occuparsi di politica.  Venne azzardata un'attribuzione clamorosa, ossia che si trattasse di Giorgio Napolitano, anche se il capo dello Stato smentì e non se n’è mai più parlato. L'auto finzione e anch'essa una pratica antica, come per esempio il caso di Guido Gozzano, che nella Signorina Felicita, narra la vicenda amorosa di un personaggio che si chiama come lui ha fatto come lui studi giuridici ai suoi stessi vizi, e pure non è lui. L'autore dell'autofiction si propone come oggetto accatastato fra gli altri Mentre nell’autobiografia l'autore pretende di essere creduto, afferma che ciò che racconta di sé costituisce l'unica verità autorizzata e fa sentire il lettore come un confessore, nell'auto fiction l'autore gode della costruzione romanzesca della propria vita. Il 900 si è spinto più volte verso il sogno di una letteratura senza autore, In Italia ad esempio, Sveva Casati Modigliani, è lo pseudonimo multiplo sotto il quale si celava il lavoro romanzesco di Bice Cairati e di suo marito Nullo Cantaroni, e proprio perché l'identità industriale è dissociata rispetto alle autobiografie reali, Sveva Casati Modigliani continua ad sopravvivere alla morte di uno dei due autori originali, proprio come avviene per i brand commerciali che resistono alle modificazioni societarie.

INTERESSE Quando parliamo di trasformazione della letteratura in un segmento industriale non possiamo non considerare che nel campo dell'interesse si gioca una contesa, si tratta il conflitto fra due ordini: il primo in quanto pertinente alla produzione libraria, il secondo in quanto fine dell’invenzione testuale.  Dopo l'atto della creazione autoriale, i due sistemi tendono a divergere, orientando il sistema editoriale verso l'obiettivo del profitto. L'umanista editore è una figura connaturata alla stessa storia dell'editoria, ma è soprattutto nel 20° secolo che gli assume una funzione necessaria come punto di equilibrio fra le due nature che si nascondono dietro un'opera, la quale e testo in quanto è stato scritto e appartiene all'autore, e del libro in quanto è stato pubblicato e appartiene all'editore. Man mano però che la filiera del libro assume un'importanza maggiore rispetto alla filiera della lettura, l'umanista editore viene marginalizzato nei processi decisionali, fino a non trovare più posto nell'attuale industria culturale. La scelta del testo da trasformare in un libro, a questo punto corrisponde al criterio unico della vendibilità. Il processo di trasformazione industriale della materia prima, che è il testo, in libro, è l'editing, che consiste nell’acconciamento del testo originale fra i due produttori del libro, l'autore e l’editore, il secondo è sempre più determinante, Nasce l'agente letterario, un vero e proprio impresario che ha il compito di fornire la materia prima agli editori e di curare gli interessi contrattuali degli autori.

Il rapporto che si instaura fra l’agente e l'autore è particolare: è ben noto che nessun editore di dimensioni medio grandi legge i manoscritti inviati da speranzosi autori in cerca di attenzione, mentre questo compito è in qualche misura appaltato ad agenzie letterarie che solitamente, a fronte di un pagamento, la cosiddetta tassa di lettura, valutano il dattiloscritto, il quale, a secondo della serietà e della professionalità, verrà scartato oppure preso in considerazione, cioè proposto dalla gente ad un certo numero di editori con cui intrattiene un rapporto privilegiato. Per raggiungere questo scopo la gente può chiedere all'autore delle modifiche prima ancora che esso venga accolto da un editore: all'autore viene chiesto già in questa fase un adeguamento linguistico, formale e talvolta persino strutturale, magari con il supporto di un editor messo a disposizione dall'agenzia, ovviamente dietro lauto compenso  Il rapporto fra l'autore e il lettore si assottiglia e allontana sempre di più. L'editore contemporaneo ha necessità di evitare le perdite e calcola la sua bravura sulla capacità di intercettare il lettore reale, cioè di confezionare un catalogo che venga consumato rapidamente. Una parte significativa della comunicazione fra il testo e il lettore si svolge in forma liminare, intorno al packaging del libro e non attraverso le sue pagine, la confezione esterna del libro, risponde ad una strategia di marketing e il cui primo scopo è quello di catturare l'attenzione; Non sarà certo un caso se la maggior parte dei libri commercialmente poveri, cioè quelli da cui non ci si aspetta grandi incassi e che si rivolgono ad un pubblico di nicchia, ha una copertina sobria. Oggi pare profilarsi all'orizzonte la scomparsa delle collane, per far posto a un processo di individualizzazione del libro, il cui aspetto estetico deve tendere al massimo grado di unicità, di originalità possibili, al fine di conquistare spazio nel mercato.

SINCERITA’ Una pelliccia che sembra ecologica, ma in realtà è vera, viene acquistata con lo scopo di non creare imbarazzo e affinché non si dissoci dal senso comune, in un tempo di temi politically correct, dove si ha l’ampia e crescente condanna nei confronti dello sterminio animale che è necessario per produrre le pellicce. Nella letteratura di consumo, l’ambiguità tra innocenza e funzionalità morale è un fattore decisivo: Il poliziesco, la fantascienza, il fantasy, la stampa periodica la musica porto il cinema e la televisione dividono gli studiosi circa la loro natura progressista, in quanto di largo consumo, o al contrario la loro natura conservatrice, in quanto costruita secondo moduli fissi. La tipizzazione dei prodotti è funzionale alla sua facile riconoscibilità e alla adattabilità ho un lettore inteso come consumatore medio; è il consumatore medio che viene restituito attraverso i sondaggi di mercato, e oggi soprattutto attraverso la nostra identificazione digitale.  Tuttavia, lo sviluppo progressivo del mercato necessita anche di aumentare la varietà dell'offerta, lo sforzo non riguarda solo i caratteri formali o di confezione, ma gli stessi valori semantici dell'oggetto. Secondo Morin la contaminazione più tipica della cul...


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