Libertà del cristiano PDF

Title Libertà del cristiano
Author Alessio Casula
Course Storia Moderna
Institution Università degli Studi di Cagliari
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Summary

Breve excursus sulla libertà del cristiano...


Description

La libertà del cristiano Lettera a Leone X Questo breve trattato viene scritto da Lutero in seguito alla bolla exsurge domine, pubblicata il 15 giugno 1520, che Intimava a Lutero di ritrarre ufficialmente le sue posizioni o di comparire a Roma per fare altrettanto, pena la scomunica La bolla fu conosciuta in Germania alla fine di settembre. Il 3 ottobre era a Wittenberg. II 12 ottobre il cavaliere Von Miltitz suggerì a Lutero di compiere un ultimo tentativo di soluzione pacifica scrivere una lettera privata al Papa, professandosi ossequiente alla sua persona, più una esposizione serena dei principi luterani. Lutero, per non lasciare nulla intentato, acconsenti ma a due condizioni che la lettera fosse contemporaneamente resa pubblica, in latino e in tedesco, e che fosse antidatata al 6 settembre, perché la sua improvvisa mitezza non fosse attribuita a paura. Cosi nacque il primo trattato sulla Liberta del cristiano e come prefazione di esso, l'Epistola a Leone X. Il trattato della libertà cristiana, scritto con intento conciliativo, presenta la dottrina luterana nel suo più bello equilibrio.

Lettera a Leone X L'epistola dedicatoria ha un'intenzione che può definirsi di pace con il voluto rispetto alla persona del pontefice. Lutero inizia dicendo "Tanimo mio non si è mai estraniato da te [.] ogni volta che ho pensato alla tua persona, ho parlato di te nel modo migliore e più degno". Nonostante ciò, non nega la sua avversione per lo scandalo romano "ho attaccato vivacemente la sede romana che è più scandalosa e abominevole di qualunque Sodoma, Gomorra o Babilonia. Non si può curare la sua malvagità, tutto è estremamente disperato. Perciò mi sono sdegnato, perché sotto il tuo nome e con l'immagine della romana Chiesa, s'inganna il povero popolo del mondo intero. Ed attacca voracemente la curia "non vi è nulla sotto il vasto cielo di più malvagio, pestifero, odioso della corte romana [.] La causa per cui mi sono scagliato cosi aspramente contro codesta cattedra pestilenziale è che ritengo che sarebbe per te e molti altri buono e salutare tutto ciò che gli uomini dotti possono compiere contro lo sfrenato disordine dell'empia corte". Lutero continua affermando che egli si sarebbe astenuto dall'insorgere contro di essa, prediligendo la serenità degli studi. Ma Satana ha incalzato il suo servitore Giovanni Eck (teologo tedesco noto per la sua ferma opposizione a Lutero) a trario in combattimento, turbando i piani di pace che lui e il Dr. Milititz (cavaliere che consiglia a Lutero la stesura di questa lettera) maturavano. Lutero conclude "santo padre Leone, se è possibile che tu voglia porre mano a mettere un freno agli adulatori che sono nemici della pace e pur fingono di volerla [-] non posso soffrire che questi pongano limiti o modi di interpretare la Scrittura, poiché la parola di Dio non deve né può essere prigioniera. [.] La tua santità può ordinare il silenzio e la pace […] Le ultime frasi anticipano la stesura del trattato La libertà del cristiano

La libertà del cristiano 1.-4 L'uomo: anima e corpo •

Un cristiano è un libero signore sopra ogni cosa, e non è sottoposto a nessuno.



Un cristiano è, allo stesso tempo, un servo volenteroso in ogni cosa, sottoposto ad ognuno.



Questa forma antitetica trae la sua originalità dalla simultanea affermazione di tesi contrarie.



Ogni cristiano ha una doppia natura, spirituale e corporale.



Secondo l'anima, è detto uomo spirituale, nuovo, interiore.



Secondo la carne e il sangue, è detto uomo corporale, vecchio ed esterno.



Se osserviamo l'uomo interiore, è chiaro che nessuna cosa esterna può farlo libero né pio. Poiché né la sua pietà e libertà, né la sua malvagità e servitù sono corporale o esterne.



Nessuna di queste cose arriva fino all'anima per liberarla o imprigionarla, renderla pia o malvagia. Perciò non serve all'anima che il corpo sia vestito di paramenti sacri, che sia nelle chiese o in luoghi sacri, che si occupi di cose sacre, o che corporalmente faccia preghiere, digiuni, vada in pellegrinaggio.



Tutte queste cose pratiche, opere e atteggiamenti, li può fare e avere anche un uomo malvagio.

5 - 10 L'essenza del cristianesimo. L'anima non ha nessun'altra cosa, né in cielo né in terra, per cui sia viva e sia pia, libera e cristiana se non il Santo Vangelo e la Parola di Dio. L'anima può fare a meno di ogni cosa, fuorché della Parola di Dio, e senza di essa nessuna cosa le giova. 

Ma quando ha la parola di Dio non ha bisogno di nessun'altra cosa.



Cosa è la Parola: non è la materialità del testo biblico, ma il vivente verbo di Dio, che incarnatosi in Cristo, media all'uomo la conoscenza di Dio e di sé, vero tramite sacramentale della grazia · La Parola va usata attraverso la predicazione di Cristo, cosi come il Vangelo la contiene.



L'uomo deve abbandonarsi in lui con salda fede e confidare in lui vigorosamente.



Quando la predicazione evangelica è cosi viva da apparire come una sorta di esigenza incondizionata, essa travalica i confini della parola parlata e diviene rivelazione diretta. Sottolinea cosi i due momenti della salvazione per fede: la disperazione di sé e un fiducioso abbandono a Cristo. Si tratta, dunque, di una disperazione che è fatta di fede, che si origina dalla fede e nella fede si placa.



Questo dev'essere il solo esercizio che tutti i cristiani devono praticare formare in sé la Parola e Cristo, ed esercitare e fortificare continuamente quella fede.



La fede in Cristo è una sovrabbondante ricchezza, poiché essa porta con sé ogni beatitudine e toglie via ogni infelicità.



La fede, inoltre, giustifica tutti coloro che la possiedono, tanto che essi non hanno bisogno di nulla per essere giusti e pii.



Il concetto fondamentale è che: soltanto la fede senza alcuna opera rende pio e beato.



La Sacra scrittura è divisa in:

Comandament: che insegnano e prescrivono all'uomo molte buone opere. Comandano, appunto, ma non aiutano: insegnano ciò che l'uomo deve fare, ma non danno alcuna forza a farlo. I comandamenti aiutano l'uomo a comprendere e sentire la sua impotenza, lo aiutano a rendersi conto di essere peccatore e da ciò impara a diffidare di sé e a cercare aiuto altrove per essere senza cattivi desideri. Cosi egli inizia a chiedersi come può soddisfare i comandamenti, dal momento che dentro di sé non possiede nulla di pio che possa

aiutarlo. Parola, la promessa divina: per adempiere ai comandamenti uomo deve credere in Cristo. Se crede ha, se non crede, non ha. Le promesse, in sintesi, danno ciò che comandamenti richiedono 

In questo modo l'uomo diventa figlio di Dio (cit. apostolo Giovanni): L’uomo si affida a Dio, alla vera fede, in modo tale che l'anima e la Parola possano diventare una cosa sola.



La fede sta attaccata alla parola divina, ed insieme governano l'anima.



Al cristiano basta la fede e non ha bisogno di nessuna opera per essere pio.



Quando Lutero parla di libertà del cristiano fa riferimento al concetto secondo cui l'uomo, non avendo bisogno di nessuna opera, è sciolto, libero da tutti i comandamenti e le leggi. E la fede la libertà del cristiano che non ha bisogno di niente per ottenere pietà e beatitudine.

10-13. La fede: 

Il più grande onore che l'uomo possa fare a Dio è quello di credere in lui, cosi come la più grande offesa è non credere in lui.



Quando Dio vede che un'anima lo riconosce, crede in lui e lo onora, cosi egli la onora di ritorno e la rende pia e verace.



Lutero distingue una doppia giustificazione in tal senso: L’uomo giustfica Dio, riconoscendo per vero il giudizio e accettando la condanna che la coscienza pronuncia su se stessa in nome di Dio Dio giustifica l'uomo, assolvendolo dai peccato.



E questa la caratteristica della fede: unire l'anima a Cristo, come in uno sposalizio, cosi che questi due elementi diventino una cosa sola. Perché Cristo è Dio e non ha mai peccato, se assume come propri, per mezzo della fede, i peccati dell'anima credente, questi vengono inghiottiti nella sua immensità, poichě la sua giustizia è infallibile. Dunque, l'anima, soltanto per mezzo della fede e di Cristo, è resa pura e libera da tutti i suoi peccati.



In questo scenario le opere sono cose morte, e non possono glorificare, né lodare Dio.



Il concetto di riferimento è quello di fede del cuore il pensiero è che nelle azioni fatte per la gloria di Dio, quel che glorifica Dio non è una qualche qualità dell'opera, ma l’interiore disposizione, cioè la fede, di chi la compie.

14. - 18. Come Cristo anche l'uomo è sacerdote e re. 

Cristo è re e sacerdote, spiritualmente invero: poiché il suo regno non é terrestre né in cose terrestri, ma in beni spirituali, quali sono verità, sapienza, pace ecc. Ma con questo non sono esclusi beni temporali: poiché ogni cosa è sottoposta a lui, sebbene non si veda, perché egli regna spiritualmente, invisibilmente. Egli esercita, inoltre, il sacerdozio attraverso le due funzioni essenziali: preghiera e amministrazione del cuore.



Cristo rende tutti i cristiani re e sacerdoti per mezzo della fede: Il cristiano è re nel momento in cui, innalzato al di sopra di tutte le cose, ne è spiritualmente signore, poiché nessuna cosa può nuocere alla sua beatitudine. Il cristiano è sacerdote, e questo lo rende degno di farsi avanti in presenza di Dio, di presentarsi spiritualmente davanti a lui e pregare. Lutero afferma che si è fatto torto alle parole sacerdote, prete, ecclesiastico cessando di applicarle alla generalità dei cristiani per riservarle al clero, anche se la Sacra scrittura non indica nessuna differenza a tal proposito. Inoltre, ora da questo ministero è venuta fuori una signoria di potere che è mondana e fastosa, diventando in tutto servi degli uomini più che di Dio.



La predicazione deve avvenire in maniera tale che la fede di ciascuno sia accresciuta e fortificata.

19 - 23 Le opere. 

Come abbiamo detto: la fede é tutto. E, dunque, a cosa servono le opere? La fede sarebbe veramente tutto solo se l'uomo fosse solo interiorità. Dal momento che l’uomo è anche corporeo deve fare i conti con la vita corporale, deve quindi governare il proprio corpo e avere relazioni con gli uomini. La carne rappresenta per l'uomo una volontà restia, che vuole servire il mondo e cercare ciò che le piace Qui hanno inizio le opere Il corpo non deve stare ozioso ma deve essere incitato, addestrato con digiuni, con veglie, lavoro e con ogni disciplina, perché sia reso obbediente e conforme all'uomo interiore e alla fede. L'uomo deve compiere molte buone azioni per assoggettare il corpo.



Queste opere, però, non devono farsi con la convinzione che per mezzo di esse l’uomo diventi pio davanti a Dio, ma soltanto con l'intenzione che il corpo sia reso ubbidiente e purificato dalle sue male concupiscenze. È necessario tenere sempre a mente che le opere non sono il vero bene per il quale l'individuo diventa pio davanti a Dio, ma devono essere fatte solo per libero amore, senza compenso.



Risulta quindi evidente che Lutero non disprezza lo sforzo di autodisciplina e di autocontrollo morale. Ma appunto, lo accoglie per il suo carattere morale cioè per un suo intrinseco valore. Quello che Lutero rifiuta è il valore religioso sopraggiunto da alcuni atti (pellegrinaggi, digiuni) che acquistano erroneamente un valore meritorio. Coloro che considerano le opere di bene in questo senso, ne danno sicuramente un valore erroneo e non comprendono cos'è la vita e la fede cristiana.



Opere pie non fanno mai un uomo pio; ma un uomo pio fa opere pie. Cattive opere non fanno mai un uomo cattive, ma un uomo cattivo fa opere cattive. L'uomo è già pio o malvagio nella sua persona prima di fare buone o cattive opere, e le sue opere non lo rendono più buono o più malvagio, ma lui fa buone o cattive le opere.



Se le opere non rendono pio nessuno è chiaro che soltanto la fede, per opera di Cristo e della sua parola, basta a rendere la persona pia e beata. E nessuna opera è necessaria a un cristiano per la beatitudine. Egli deve compiere le opere senza cercare per nula l'utile o la beatitudine.

24-30. Conclusione. 

Ciò che rende un uomo privo di fede non sono le opere cattive quanto la miscredenza.

In questo senso, chi vuole compiere opere buone non deve partire da queste bensì da se stesso. La persona la fa cattiva la miscredenza. Il discorso sulle opere inganna molte persone inganna molte persone, secondo cui fare opere pie è il fulcro della fede; allontanandosi cosi dalla vera fede. Alcuni ciechi prelati incitano la gente di far penitenza dei propri peccati per diventare così beato, e le adornano con indulgenze e non insegnano mai la vera fede. Chi non vuole errare deve guardare anzitutto la persona, e il modo in cui essa diventa pia: non attraverso le opere ma per opera della Parola di Dio e della fede. Credendo a queste false affermazioni, si offende la grazia di Dio. 

Vi sono predicatori che predicano il pentimento del peccato e la grazia, ma non svolgono un compito sincero, dal momento che il pentimento e la grazia vengono unicamente dai comandamenti, fede e dalle promesse di Dio.



Le opere dell'uomo devono essere verso gli altri e in tutte ci deve essere l'intenzione diretta soltanto a servire e a essere utile ad altri. Tutte le opere devono essere rivolte al benessere del prossimo, gratuitamente. Così come Dio ha aiutato lui, lui deve aiutare gli altri con le opere....


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