MAX Scheler PDF

Title MAX Scheler
Author silvia zugnoni
Course Antropologia filosofica
Institution Università degli Studi di Perugia
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Summary

Max Scheler e l' etica di Kant...


Description

MAX SCHELER IL FORMALISMO NELL’ETICA E L’ETICA MATERIALE DEI VALORI Lo spirito che caratterizza l’etica del Formalismo è quello di un’etica rigorosamente assoluta e obiettiva. In altri termini, possiamo definire la posizione dell’autore come un intuizionismo emozionale e un “apriorismo materiale” quindi tutti i valori compresi quelli reali e quelli delle comunità e delle organizzazioni impersonali, sono subordinati al valore della persona. La persona che sa di essere originariamente unita a Dio, che si sente orientata verso il mondo nell’amore e solidale con l’intero mondo dello spirito e dell’umanità. Il valore della persona è superiore a ogni valore reale, d’organizzazione o comunitario, l’autore contrappone con forza questo principio, che gli sembra un’evidenza assoluta, a ogni corrente di pensiero contemporanea che giustifichi in fondo, l’idea per cui nessun uomo può fare ciò che vuole, ma solo ciò che gli è prescritto. (ripassare Spencer) OSSERVAZIONE PRELIMINARE Parte dell’analisi dell’etica di Kant e post-kant, ogni etica materiale costruisce al tempo stesso un’etica dei bene e un’etica degli scopi. Superamento del pensiero kantiano. Critica all’etica formale in generale, presupposti della dottrina Kantiana. -

Ogni etica materiale deve essere necessariamente un’etica dei bene e degli scopi Ogni etica materiale è necessariamente valida solo sul piano empirico- induttivo e a posteriori: un’etica informale è a priori e ha una certezza indipendente dall’esperienza induttiva Ogni etica materiale è un’etica del successo, portatore originario dei valori (buono, malvagio). L’intenzione morale o il volere che si fonda su principi morali Ogni etica materiale è necessariamente un edonismo che indica la presenaz di stati di piacere sensoriali correlati ad oggetti. Ogni etica materiale è eteronoma perché può formare e garantire l’autonimia della persona Ogni etica materiale è costretta a trasferire ogni valutazione etica nell’egoismo istintivo dell’organizzazione naturale dell’essere umano.

Bene e valori secondo Kant: invita a vedere nei valori delle realtà astratte dai bene, egli respinge ogni etica dei beni e degli scopi come un’etica sostanzialmente sbagliata. Si tratta quindi di mostrare l’erroneità dell’etica dei beni e degli scopi. I beni sono per essenza cose di valore. Ogni volta che subordiniamo la bontà o la cattiveria morale di una persona, subordiniamo al tempo stessola nontà o la malvagità della volontà all’esistenza di quel mondo di beni. Ogni mondo di beni può essere parzialmente distrutto dalle forze naturali o storiche. Gli scopi sono in se stessi legittimi in se stessi sole se è buono il volere che li pone o li ha posti. Questo vale per tutti gli scopi sia divini che del soggetto. Solo grazie alle bontà della morale siamo in grado di distingue gli scopi di dio da quelli del diavolo. L’etica non permette un dialogo tra scopi buoni e scopi cattivi, in quanto tale non sono na mai buoni ne mai cattivi. BENI E VALORI -

Sfera del piacevole sensoriale: le qualità che caratterizzano il piacevole sensoriali sono autentiche qualità del valore stesso. (es ciliegia, albicocca…) Valori che appartengono alla sfera etica. Non possiamo avere la certezza che una persona o un’azione siano nobili o volgari, coraggiosi o vili. I valori morali non consistono nelle caratteristiche costanti. Basta un’azione o una persona, e talvolta è possibile cogliere l’essenza di questi valori.

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Quindi ogni tentativo di fissare una caratteristica comune ai buoni e ai cattivi, al di fuori della sfere dei valori stessi, implica una grave illusione morale. Esistono qualità di valore autentiche e vere che costituiscono un ambito speifico d’oggeti e stabiliscono tra loro determinati rapporti e correlazioni, come qualità di valore. Quindi ipotizziamo un regno dei valori dove esiste una gerarchia e un ordine che possiamo esperire a priori, assolutamente indipendenti dal mondo dei beni. Gli stati assiologiici di cose non sono semplici valori degli stati di cose. Nellasfumatura assiologica di un oggetto,si manifesta sia l’elemento principale,, ciò dell’oggetto che ci colpisce, sia il valore dell’intero, al quale esso appartiene, come parte o componente. La sfumatura è il medium nel quale l’oggetto sviluppa sia il contenuto figurale sia il suo significato. In un certo sens, il suo valore lo precede; èilprimo messaggero nella natura specifica. Se l’oggetto è ancora oscuro e impreciso, il valore può essere gia chiaro e distinto. I valori non c distinguono affatto dagli stati affettivia semplice titolo di beni e dai desideri che li accompagnano e se ne distinguono immediatamente xke sono le qualità più semplici che possiamo afferrare. Dobbiamo pertanto i ben ciòe le cose d valore, dai semplici valori che e cose hanno o che spettano ad essere, cioè i valori della cosa. RES= termine usato per designare le cose in quanto oggetti di una relazione fondata su un valore. Solo i beni di valore diventato effettivi. La creazione di un mondo di beni, come sempre accade, viene orientata da una qualche gerarchia di valori, come ad esempio la creazione artistica in un epoca determinata. I beni esistenti sono gia subordinati alla gerarchia.

Il rapporto dei valori “buono” e “malvagio con gli altri valori e con i beni. Il valore buono, è quel valore che appare in conformità con una legge essenziale, nell’atto di realizzazone del valore più elevato,il valore malvagio,in senso assoluto, è quel valore ce appare nell’atto di realizzazione del valore più basso. Il valore buono si manifesta nel momento stesso in cui realizziamo il valore positivo superore, nell’atto di volere. Ogni buono e malvagio è necessariamente connesso a atti di realizzazione che seguono possibili “atti di preferenza” . non necessariamente però è connesso con il semplice atto della scelta. Il fatto che kant consideri l’atto di volere come il portatore originario del buono e malvagio,in effetti, diende da questo: egli non riconosce il buono e il malvagio come valori materiali ee tenta di ricondurli all’essere conforme o non conforme degli atti a una legge . La persona esiste solo nel compimento dei suoi atti. SCOPI E VALORI Kant rifiuta ogni tipo di etica che consideri i valori buono e malvagio come determinazioni di certi scopi. Se dovessimo trarre i valori materiali dai contenuti i un qualche scopo, allora dovremmo respingere immediatamente ogni tentativo di fondare un’etica materiale dei valori. Infatti lo scopo stesso non potrebbe più rivendicare alcun valore morale dal momento che il valore dipenderebbe esclusivamente dalla considerazione dello scopo TENDERE, VALORE E FINE. In senso strettamente formale “scopo” è solo il “contenuto di un possibile pensare, rappresentare, percepire che si manifesta come termine da realizzare, indipendentemente dal mezzo. In senso formale definiamo mezzo per lo scopo tutto ciò che costituisce una condizione o un fondamento dello scopo inteso come conseguenza. Questo “dover essere di qualcosa” o il “non dover essere di qualcosa”, ovvero lo stato di cose del dover essere, è quindi il fondamento di ogni scopo. Anche se non esistesse una sfera della percezione interna con i relativi oggetti psichici, si potrebbe parlare sensatamente di scopi.

La superiorità di un valore rispetto ad un altro in un atto specifico della conoscenza assiologica ovvero nel preferire. Per una necessità esistenziale, la superiorità di un valore è data solo nel preferire. L’atto di sccegliere deve essere fondato sulla conoscenza della superorità del valore. Perché tra tutti gli sopi scegliamo quello fondato in un valore superiore. Il prefeire invece si realizza indipendentemente al tendere, dallo scegliere e pensare a una scelta. Il preferire dei bene rispetto ad altri bene può anche essere definito preferenza empirica. A priori è quel preferire che ha luogo tra i valori in quanto tali, indipendentemente dai beni. Un simile preferire include sempre interi complessi di beni. Chi preferisce il nobile al piacere giungerà all’esperienza induttiva. La superiore di un valore non è pre-data ma viene a evidenza per noi nel preferire stesso. Di conseguenza quando scegliamo lo scopo fondato sul valore interiore, la nostra scelta è sempre dettata da un’illusione del preferire. la superiorità di un valore significa slstanto che esso viene preferito. Per quanto sia data nel preferire, la superiorità di un valore rimane comunque una relazione inerente all’essenaz del valore in questione. Per questo l’ordine gerarchico dei valori è qualcosa di assolutamente invariabile, mentre le regole di preferenza in linea in principio possono variare nella storia. Solo la coscienza del poter-preferire altrimenti deve accompagnare l’atto....


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