Modernism- Peter Childs PDF

Title Modernism- Peter Childs
Author Kiara Pagano
Course Letteratura Inglese III
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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Summary

riassunto del libro "Modernism" di Peter Child....


Description

Introduzione: rispondere alla domanda 'Che cos'è il modernismo? ' Per comprendere il significato di modernismo bisogna prima presupporre che l'identità nasce dalle differenze, quindi anche il modernismo può essere capito meglio in termini di differenze con il realismo, il quale è caratterizzato da un tentativo di offrire uno specchio del mondo offrendo un modello diverso rispetto al genere dominante precedente, il romance. Il vasto numero di tentativi di offrire modi alternativi di rappresentare il vero a partire dalla metà del 19° secolo fino alla metà del 20° viene ad un certo punto definito 'Modernism'. In poetry, il modernismo viene associato al fatto di voler rompere il pentametro giambico per introdurre il verso libero. Nella prosa viene identificato come il tentativo di rappresentare la soggettività umana in maniera più reale, insieme all'inconscio, alla percezione ed emozioni, tramite il monologo. I modernisti hanno avuto difficoltà a modificare i modi e i soggetti di rappresentazione trasformandoli in astratti e introspettivi per esprimere i temi sensibili del tempo. La concezione del modernismo post-guerra ha però accentuato questi aspetti rendendoli chiave centrali dei testi. La complessità letteraria inizia a cambiare quando la visione di 'rottura del precedente' viene messa in discussione e anche le voci degli esclusi vengono più messi al centro della scena narrativa. PLUNGING IN I problemi nel dare una definizione al modernismo sono talmente tanti che molti critici evitano di darne una anche se usano il termine tranquillamente, infatti anche per quanto riguarda l'Ulisse di Joyce è impossibile leggerlo senza riferirlo a questo termine. Uno degli aspetti primari di questo genere è che le storie raccontate vengono immerse in questo contesto non familiare, senza preamboli né tantomeno contestualizzazioni, come invece accadeva con gli scrittori realisti del 19° secolo. I modernisti inseriscono immediatamente il lettore in questo complesso e confuso paesaggio mentale che a primo impatto non può essere compreso, ma che viene capito solo col proseguimento della lettura. Un esempio può essere Murphy di Samuel Beckett, pubblicato nel 1938,otto anni dopo l'inizio del modernismo, che presenta una profonda introspezione, innovazione linguistica e speculazione filosofica. La prosa modernista è molto compressa, quindi l'attenzione dovuta è la stessa che si deve alla poesia e alla filosofia. Il primo capitolo comprende molte delle peculiarità tipiche della prosa modenista: paesaggi mentali, un narratore poco affidabile, ripetizioni linguistiche e psicologiche, ossessione per il linguaggio e il porsi domande sul concetto di realtà. Un dublinese a Londra, Murphy è uno dei tipici antieroi di beckett, il quale cerca di estraniarsi dal suo stesso corpo per potersi rifugiare nella propria mente tramite alcune strategie di raggiungimento del nirvana. Egli vuole raggiungere il mondo mentale e indivisibile, senza sofferenze. Il romanzo è anche coinvolto in spiegazioni religiose riguardo l'universo e il suo significato di essere umani, con o senza Dio. L'apertura del capitolo né è l'esempio: "The sun shone, having no alternative, on the nothing new" . Non c’era nulla di nuovo su cui il sole splendeva e oltretutto non aveva altre

alternative, dando indizi sulla credenza che non ci fosse veramente il libero arbitrio nell’universo. La frase finale del paragrafo introduce un’altra delle tecniche preferite di Beckett: la ripetizione, il dare eco alla sequenza di azioni compiute da Murphy (bere, mangiare, dormire) sottolinea che nonostante Murphy stia per muoversi, il sole continuerà a splendere su niente di nuovo. Ad interrompere il flusso di pensieri di Murphy c’è l’orologio a pendolo, il quale fa riecheggiare l’improbabile fase “quid pro quo” (qualcosa in cambio di qualcos’altro) altro concetto filosofico chiave che sta a significare che la via sia un circolo chiuso in cui tutto torna sempre, la sofferenza è sempre la stessa , anche se cambia forma, tutto sarà sempre lo stesso, questo ci riconduce al concetto di “nulla di nuovo” su cui il sole splende. Il terzo paragrafo ci informa che murphy non apprezza l’interruzione del suo flusso di pensieri, l’unico piacere, anche se “piacere” non è la parola giusta, che libera la sua mente. “Pleasure was not the word” è una delle altre ripetizioni che troviamo nel testo che introduce la questione dell’innovazione linguistica Words, words, words: Modern, Modernism, Modernity. E’ stato discusso molto se il modernismo fosse un periodo, uno stile, un genere o una combinazione di tutte e tre, ma essa è prima di tutto una parola che deriva dal latino “modo” che significa “attuale”. Più generalmente la parola è stata usata in riferimento all’avanguardia, anche se a partire dalla seconda guerra mondiale questo senso è stata abbracciata dalla parola “contemporanea” mentre “moderno” è passata dal significato di “ora” a “proprio ora, in questo momento”. Adesso è sia impossibile che sgradito parlare di un singolo tipo di “modernismo” e il fatto di usare questo termine risale al 1960, alcuni critici sostengono che il termine sia semplicemente un’imposizione dovuta alla presenza di un piccolo gruppo di autori non collegati tra di loro e ad alcuni piccoli movimenti artistici come il vorticismo e l'immaginismo. Nonostante lo sviluppo in campo letterario, non ci sono stati rilevanti cambiamenti riguardante il canone degli autori, rendendo evidente un’implicita esclusione in quanto il modernismo era prevalentemente rappresentato da maschi bianchi eterosessuali, euroamericani e parte della classe media. “Modernista” è una parola relativamente vecchia che nel tardo 16° secolo si riferiva ad una persona moderna e arrivò nel 18° secolo a identificare tutti coloro che seguivano le mode del tempo. In contrasto “modernismo” fu usato per la prima volta all’inizio del 18° secolo semplicemente per indicare le tendenze del tempo , mentre nel 19° secolo il suo significato comprendeva anche simpatia per lo stile e le opinioni del tempo. Verso la fine del secolo “modernismo” in letteratura affiora l’opinione di Thomas Hardy (in Tess dei D’urberville) che usa il termine per indicare un generale senso di inquietante e indesiderato “mal di modernismo” (ache of modernism). Fu solo nel 1960 che il termine “modernist” venne diffuso come descrizione di una generazione di scrittori e una fase letteraria a tratti identificabile e per certi sensi invece finita. Le radici del modernismo si possono ritrovare nelle opere di Baudelaire, Flaubert, ne L’Ulisse di Joyce, The waste land di Eliot e Jacob’s Room di V. Woolf. La sua fine invece è variabile, in termini di anno tra il 1930 e il 1950 o addirittura ancora in corso. In termini di reazione letteraria, essa termina con il neorealismo e post-modernismo. “Modernità” è una parola coniata da Baudelaire in “The painter of modern life” e la descrive come affascinante, labile e condizionale nell’arte in opposizione all’eterno e immutabile.

In relazione al modernismo, la modernità descrive uno stile di vita che nasce dagli effetti dell’industrializzazione, urbanizzazione e secolarizzazione. Da un punto di vista sociale vennero fatte teorie diverse da Emily Durkheim, Max Weber e Tonnies, ma lo scrittore più rilevante fu Walter Benjamin che nella sua nona tesi in “Thesis on the philosophy of History” da un’immagine dell’incubo della storia, egli infatti descrive “l’angelo della storia” come un angelo rivolto verso il passato mentre una tempesta di vento dal paradiso lo spinge verso il futuro a cui egli rivolge le spalle. La tempesta è il progresso. Soprattutto il modernismo è caratterizzato da un tentativo di piazzare l’umanità al centro di tutto (religione, natura, scienza..). Questa era la teoria principale di tutto coloro che supportavano il modernismo definendolo come lo sforzo che portava alla graduale emancipazione del genere umano. I sovvertitori invece sostenevano che, al contrario, il modernismo non avesse apportato nessun cambiamento rilevante. Periods, genres, models. Il modernismo viene visto come una forma d’arte connessa o ad un determinato lassi di tempo o ad un determinato genere. Quando si parla di lassi temporali ci riferiamo al 18901930, periodo in cui la maggior parte delle opere moderniste è stata scritta, ma allo stesso tempo molte delle opere scritte in quel lasso di tempo non rientrano nel modernismo. Quando si parla invece di genere, il modernismo viene associato alle innovazioni e ad alcuni aspetti particolari come l’estetica, sperimentazioni con le tecniche, spazio e ritmo prendono il posto della cronologia, i flussi di coscienza. Il modernismo pendeva verso una forma più sconnessa , discordante, in opposizione all’armonia vittoriana che si preoccupava più dell’aspetto morale che di quello estetico, come invece faceva il modernismo in cui troviamo anche riferimenti che affermavano la complessità e le difficoltà del tempo, oltre che enfatizzare il cambiamento subito dalla società e la cultura, parlando anche con una certa simpatia di tematiche come il femminismo, l’omosessualità e la bisessualità. Il modernismo può essere considerato una risposta degli artisti e scrittori a diversi cose, come l’industrializzazione, alla società urbana, alla guerra, ai cambiamenti tecnologici e alle nuove idee filosofiche oltre che alle innovazioni scientifiche , tra le quali le teorie di Albert Einstein. Tutti questi cambiamenti hanno creato il nuovo modo di vivere che si basava molto sulla distanza, la velocità, il consumismo, comunicazione e meccanizzazione. C’era anche una nuova percezione della realtà e della funzione dell’arte. Il modernismo ha segnato un movimento verso l’incremento dell’eleganza, dello studio del manierismo e della profonda introversia. Il modernismo può anche essere discusso in termini di esclusione e riformulazione critica, come risposta alla cultura di massa e alla femminizzazione. Intorno al cambio di secolo la letteratura veniva percepita più come una professione e quindi fuori dalla portata delle donne e come una seria disciplina accademica e infatti, come tale venne riconosciuta e regolarizzata in quanto la letteratura poteva insegnare il codice comportamentale per definire l’identità nazionale. Di conseguenza il mondo letterario venne colonizzato da interessi didattici ed economici. La crescente enfasi alla cultura nazionale maschilista culminò con la creazione dell’ Academic Committee nel 1910. Una delle conclusioni fu che la letteratura vittoriana era troppo femminista e moralista.

Molta enfasi ci fu anche sulla letteratura caraibica e afroamericana , grazie a studi critici come quelli di Huston A. Baker che tracciò “il modernismo e il rinascimento di Harlem” dando appunto enfasi al Black Atlantic International Anglophone Modernism. Il crescente fenomeno del modernismo ruota attorno a ciò che M. Bradbury definisce “un pellegrinaggio pericoloso” , molti autori americani infatti, andarono in Europa, per aiutare a ravvivare la lingua e la letteratura. Tra le prime figure importanti troviamo Gertrude Stein che nel 1903 andò a Parigi dove per 30 anni trasformò il suo appartamento di provincia nel fulcro dell’attività di estetica cosmopolita, diventando anche il punto di riferimento per tutti gli autori americani che visitavano parigi e soggiornavano nel suo studio. La letteratura inglese sarebbe stata molto più povera e diversa se Gertrude Stein non avesse preso residenza a Parigi e non l’avesse trasformato nel “santuario di tutto ciò che era culturalmente all’avanguardia”. Un esempio di connessioni può essere Mina Lay, una poetessa radicale il cui coinvolgimento con Ezra Pound e Stein diede vita ad alcuni poemi che acquisirono molta notorietà. Di Lay era particolare il cinismo e la violenta immaginazione nei suoi poemi come “love song” che portò uno dei suoi editori a dichiarare che “ridurre l’erotismo ad un porcile era oltraggioso, ma che farlo senza verbi, strutture sintattiche e punteggiature era anche peggio.” La sua influenza viene spesso sottovalutato quando in realtà fu fondamentale per lo sviluppo dell’immaginismo. Per “Harlem Renaissance” si intende un gruppo di artisti, musicisti e scrittori del 1920, per lo più afro americani, commentatori socio-culturali che diedero un’idea diversa del moderno. I tempi d’oro furono negli anni ‘20 , ma molte opere importanti furono pubblicate solo entro il 1940 tra cui Zora Neale Hurston negli anni 30, la cui profonda analisi antropologica sulla sua etnia ha influenzato gli autori del rinascimento Harlem. L’antologia di Alain Locke “The new negro; interpretation” fu un punto chiave e includeva tutti quegli autori che successivamente sarebbero stati riconosciuti come parte dell’ Harlem Reinassance L’uso della retorica e di distinte espressioni di linguaggio furono tratti distintivi del modernismo afro americano, ma fu anche altamente notato per il suo impegno contro problemi come la povertà il razzismo e l’identità degli afroamericani. Fu successivamente notato nelle opere afroamericane allusioni ad opere di scrittori inglesi, un esempio può essere Jean Tooner con il suo “Cane” che allude a The Waste Land di Eliot. Infatti Baker sostiene che l’ansia dei modernisti afroamericani viene prodotta dal compito del portavoce afroamericano di utilizzare forme udibili esistenti già in altre opere, concetto che richiama la schiavitù. Un altro punto centrale della scrittura afro americana fu Dubois, il quale parla di “doppia consapevolezza ” dei neri in una società bianca, nella sua opera “The souls of Black folk” dove apre il secondo capitolo con l’affermazione “Il problema del ventunesimo secolo è la questione del colore” infatti egli voleva che l’arte afro americana fosse diretta verso l’aspetto politico, trovando però il disaccordo generale.

Baker sosteneva , con il suo desiderio di mettere l’Harlem renaissence al centro del discorso, quanto fosse difficile per loro integrarsi in una società ostile in cui il prototipo veniva rappresentato dall’uomo occidentale bianco. Mentre i modernisti anglo-americani volevano scappare dalla storia tramite l’utilizzo dell’estetica nelle loro opere, gli scrittori di origine caraibica sorsero per esorcizzare la schiavitù e la loro posizione storica di sottomissione ai colonizzatori. Per entrambi però (anglo americani e caraibici) un problema chiave era di rimarcare la soggettività , la narrativa e il linguaggio con l’unico proposito di libertà.

Capitolo uno - Interpreting and Changing Nel 1945 Karl Marx affermò che “i filosofi avevano solamente interpretato il mondo in vari modi, ma il punto stava nel cambiarlo”. Questo risultava essere un richiamo anche ai modernisti in quanto alcuni scrittori avevano cambiato il mondo nel senso che erano stati in grado di modificare i principi fondamentali d’ interpretazione nei lettori. Tra questi ritroviamo 6 più importanti: Freud, Darwin, Saussure, Nietzsche, Einstein e Marx stesso. Marx Karl Marx era un teorico sociale politico ed economico, nato in una famiglia ebrea in Germania che dovette nascondere la propria religione per evitare l’antisemitismo. Emigrò a Parigi dove incontrò Friedrich Engel con cui scrisse nel 1845 a Brussel il “Manifesto comunista” e “The German Ideology”. A Londra lavorò sul suo capolavoro “I lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica” e “Il capitale”. In queste opere egli espresse la teoria del valore aggiuntivo (?) (Surplus value idk ), inerente al conflitto delle classi, l’inevitabile evoluzione storica dal capitalismo al socialismo e l’attenuante della nascita di una società senza classi data dal comunismo. Berman sosteneva che nella prima parte de “Il manifesto” ci sono gli elementi che formeranno la cultura del Modernismo: il tema del desiderio insaziabile, la rivoluzione permanente e la creazione continua. Non sorprende infatti che la maggioranza dei teorici che aderiscono al marxismo sono stati estremamente importanti nell’influenzare e concettualizzare il modernismo, che è stato sempre riconosciuta come una letteratura della crisi. Marx piazza infatti la crisi al centro dello sviluppo capitalista e vede che il ritorno periodico di questa crisi mette la società borghese ogni volta sempre più in pericolo, nonostante egli comunque riconoscesse che la società rifiorisce attraverso la crisi. Dopo la seconda metà del diciannovesimo secolo la visione di una società organica viene gradualmente corrosa e i conflitto viene visto sempre di più come una cosa alla base della vita occidentale industrializzato. Il “Manifesto” infatti può essere visto per certi versi come il primo di molte proclamazioni da parte dei modernisti del bisogno di una rottura radicale dal passato. Marx sosteneva che il capitalismo si sviluppa dal senso di disturbo, l’incertezza e dal bisogno di progresso necessario per superare la fase di stallo, descrivendo tutti i sintomi di cui gli scrittori del modernismo sostenevano di soffrire. Per Marx la modernità è un costante impulso di rinnovo generato dal dinamismo e crisi del capitalismo.

In contrasto agli scrittori socio-realisti del XIX secolo, i modernisti si concentravano più sulla psicologia, l’introspezione e la coscienza individuale perché sentivano che un onniscienza autoritaria o una narrazione in terza persona fossero tecniche di oggettività errata Scrittori come Joyce si rivoltarono contro la “comprensione della storia” vedendo molta più importanza nell’individualità che nella società. Lukacs espresse la sua posizione in merito ne “The ideology of Modernism” secondo la quale la negazione della storia era addirittura profondamente antimarxista, poiché dare importanza all’uomo più che alle condizioni da modo di arrivare a due conclusioni fondamentali: prima di tutto è come se l’uomo, o il protagonista del romanzo, fosse unicamente condizionato dalle sue esperienze e non anche dal contesto storico e anche che l’individuo viene isolato, non forma e non viene formato dal mondo. Contro questo punto c’è l’opinione di Bertolt Bretch, il quale sostiene che l’intento dell’arte per Marx e i marxisti non era di rispecchiare le condizioni sociali, ma di cambiarle e per avere un effetto shockante. Anche Theodor Adorno sosteneva che l’arte e la letteratura modernista poteva avere la funzione di critica verso la società tramite la provocazione. Walter Benjamin sostiene però che in un mondo di stampe, duplicazioni e fotografia, i lavori artistici hanno perso quell’aura di unicità che li caratterizzava, perdendo anche quel valore di autenticità Abbiamo poi “The political Unconscious” (1982) di JAmeson in cui discute della relazione del modernismo con la storia in particolare sulla scelta del modernismo di insistere sulle diverse esperienze personali degli individui e sulla loro interpretazione della vita. L’intento dell’interpretazione è di far penetrare nel testo le questioni politiche e sociali in modo inconscio. Darwin Charles Darwin era un naturalista inglese nato in shropshire che ha studiato ad Edimburgo e Cambridge. I suoi maggiori interessi furono la zoologia e la geologia, che fu incoraggiata e ai quali egli si dedicò completamente portando alla formulazione della teoria dell’evoluzione tramite la selezione naturale. Successivamente all’Origine della Specie egli scrisse un supplemento a libro: “The descent of Man and Selection in relation to Sex” che metteva in relazione gli uomini con le scimmie. La teoria secondo la quale il sesso e la selezione naturale fossero alla base dello sviluppo umano scombinò la credenza secondo la quale l’uomo fosse a immagine e somiglianza di Dio, rappresentando quindi un cambiamento radicale di prospettiva per molte scienze. Da un altro lato però troviamo anche le teorie degenerative, in particolare con il libro di MAx Nordau “Degeneration” in cui parla del pericolo che corre la società in cui i più giovani erano più liberi e scettici alle restrizioni su argomenti quali la castità, l’omosessualità e la moralità. Ovviamente dopo la teoria evolutiva di Darwin non potevano mancare teorie speculative totalmente opposte. Molte di queste teorie generative appartengono a Robert Knox e a Comte de Gabineau. In generale questa teoria minacciava la possibilità di una reversione verso una società più complessa e barbarica. “Degenerazione” divenne poi sinonimo della civiltà occidentale con tutte le nuove tendenze artistiche (dandismo, naturalismo e mist...


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