Noi che desideriamo senza fine - Raoul Vaneigem PDF

Title Noi che desideriamo senza fine - Raoul Vaneigem
Author Giorgia Vaccaro
Course Filosofia dell'educazione
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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NOI CHE DESIDERIAMO SENZA FINE Presentazione Con Raoul Vaneigem ci si trova dinnanzi all'ipotesi concreta di un intervento attivo dell'uomo nella sovversione della vita quotidiana. Egli differenza tra: – volontà di potenza → è un'idea, assomiglia alla voglia di essere – volontà di vivere → è un'azione, assomiglia alla voglia di divenire Ogni persona le possiede entrambe. La dove la volontà di vivere vede un progetto di costruzione o di trasformazione delle condizioni del piacere di essere al mondo, la volontà di potenza si arrocca su un'ipotesi, dichiarata o meno, di vendetta, di giustizia, di autoaffermazione. La volontà di potenza non può fare a meno del corpo ma non sopporta di intenderne la voce perchè sa che il corpo ha l'intelligenza e la sensibilità di non poter rimandare a domani ciò che desidera oggi se non per costrizione, mentre la volontà di potenza si mostra tanto più potente quanto più resta lontana dal passaggio all'atto. La volontà di vivere non pretende di realizzare tutti i suoi desideri ma avanza nella sua esplorazione accompagnandoli tutti nella soddisfazione di qualcuno. La struttura caratteriale dell'uomo è già di per se una grossa complicazione nel fluire del vivente; a ciò si aggiunge il fatto che la relazione tra gli esseri umani si sia trasformata in in rapporti tra cose e il loro valore di scambio. Le tesi si fondano su un mondo alienato in cose e denaro, alienato dalla religione facendo si che l'uomo diventi così fantasma di se stesso. Bisognerebbe imparare ad ascoltare il proprio corpo individuale e sociale per trarre la verità e imparare a dare alla verità un valore funzionale e non sacro. Introduzione In un mondo dove si deve ormai sopravvivere e non vivere, si sente il bisogno di far prevalere il vivente su denaro, economia e burocrazia. 1. L'economia parassitaria, ultimo stadio dello sfruttamento dell'uomo e della natura –



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gli uomini hanno smesso di “vivere” per sostenere un'economia che pensano tenga in vita una specie: “siamo immersi nella dipendenza e avanzare da soli ci fa ancora più paura che trovare appiglio soltanto in qualcosa che vacilla” con il progresso delle tecnologie applicate al saccheggio della terra l'economia ha strappato alla natura le risorse per produrre cose che la natura avrebbe dato da sola, solo per arricchire la classe dominante, in questo modo l'uomo ha snaturato la natura e la sua stessa umanità è un'economia che investe solo per profitto sterile, fine a se stesso, che non pensa alla società ma in cui l'avere è più importante dell'essere tutto è in nome del consumismo → si condiziona la società a desiderare un mercato consumistico mentre molte cose di conseguenza vengono tralasciate cerca di convincere la folla a rinunciare a tutto in cambio di un mercato internazionale che un giorno porterà loro la salvezza, ma è solo la promessa di un futuro senza presente

(p.34) Il lavoro è lo strumento dell'uomo per non fare nulla della propria vita, ha eliminato la creatività e ha privilegiato la specie a spese dell'individuo → rinuncia di se e produzione di disumanità

(p.36) La fine del Welfare state, ovvero il consumo sacrificato alla gestione del capitale → finisce il Welfare state perchè è più importante produrre (p.39) rapida storia dell'economia negativa (p.43) L'impero del libero scambio → la democrazia è figlia del libero scambio, per nascere crea un diritto dove il diritto di vivere umanamente non si trova; determinando i diritti del cittadino la merce è diventata umana mentre l'uomo diventa merce. Tutti i benefici (salute, confort, diritti e democrazia) sono forme di sopravvivenza, non di vita Welfare state → stato del benessere, stato sociale, stato che garantisce gli standard minimi di reddito, di alimentazione, educazione, salute, produzione del benessere con l'obbiettivo di dare sicurezza attraverso la politica sociale. Il libero scambio trionfa ancora una voltasul profitto, il quale sovrasta lo sviluppo sociale e il suo miglioramento. (p.47) La libertà la crea la merce: la libertà di scambiarsi con se stessa senza un altro scopo; la potenza del denaro nega e prende in giro la volontà di vivere. (p.48) Economia parassitaria Lo stadio parassitario dell'economia è raggiunto quando il valore tende a zero e il valore di scambio tende all'assoluto. L'economia parassitaria priva la libertà della sua sostanza vivente, ne fa una libertà mercantile, che si compra, si vende e si scambia. L'economia parassitaria non avendo più nulla da sfruttare sfrutta se stessa ( in ambito fiscale, finanziario, speculativo). Concentrazione del capitale (p.55) Finito il tempo di spendersi e spandersi come il consumatore era abituato a fare con la perdita di guadagno ora il consumatore deve risparmiare e risparmiarsi per sopravvivere e il denaro a lui negato va nelle mani dell'elite finanziaria. L'interesse privato si intreccia con quello pubblico, non per le cose che gli da ma per quello che gli toglie (p.57) Sacrificare la vita alla sopravvivenza sacrificata Il sacrificio della vita umana alla necessità di lavorare ha elaborato una logica di morte che porta alle estreme conseguenze il sacrificio della sopravvivenza agli imperativi monetari. (p.63) La rivoluzione economicizzata Il comunismo non vuole l'interesse dello stato nell'economia. 1968: ultima epoca in cui la rivoluzione ha portato la volontà di vivere contro la predazione animale e contro la volontà di potenza. Il divenire umano è stato ostacolato dall'economia ed oggi alla domanda la risposta è l'attesa. (p.66) La gratuità della vita nei suoi desideri e nei suoi godimenti non implica che essa si ottenga senza uno sforzo costante; ma è nella sua natura di donarsi, non di appagarsi, di crearsi e non di produrre lavoro. Questo è ciò che distingue la volontà di vivere dall'economia.

2. La fase transitoria: dallo sfruttamento disumano all'umanesimo mercantile La fine dell'economia fondata sullo sfruttamento della natura e dell'uomo è prossima; il neocapitalismo spinge a smettere con lo sfruttamento e ad iniziare con un rialzamento della società e della natura (perchè è più fruttifero a livello economico) a favore di un economia fatta da tutti e per tutti Dal consumo critico alla produzione di energie naturali (p.69) Il consumatore consuma criticamente le merci, emancipandosi dal lavaggio del cervello del marketing affinchè le merci lo servano utilmente (rimane in un sistema malato comunque) Consumo critico: - qualità preferita alla quantità - aiuta la società ma non ferma completamente la macchina economica (p.72) Il neocapitalismo porta a restituire una forma umana alla merce (ormai disumanizzata) affinchè proponga una nuova società in cui la merce serve l'uomo → ritorno ad un'economia di raccolta ma con l'aiuto della tecnologia Lo stato etico (p.76) la volontà di vivere sarà l'autorità che contrasterà l'ombra del profitto neocapitalismo → gravità produttiva, energia naturale, servizi pubblici gratuiti Il movimento delle riconversioni le vecchie immondizie saranno riconvertite (p.82) l'uomo da lavoratore diventerà creatore e la sopravvivenza diventerà, grazie all'alchimia dei desideri, una volontà di vivere (p.86) il lavoro è guerra contro se stessi, l'economia parassitaria ha trasformato la creatività dell'antico uomo in disoccupazione attiva utile a guadagnare denaro per sopravvivere e per far girare l'economia (p.89) la sopravvivenza è competitiva Noi diamo fede a spiriti esterni (Dio) e non ascoltiamo il nostro spirito e il nostro corpo, pressioni, pulsioni rimosse da idee, religioni, credo artificiali restringendo sempre di più il vivente – fusione tra religione ed economia → sacrificio → sopravvivenza – la religione sarà superata quando la sovranità della vita arriverà La nuova alleanza Nuova alleanza con la natura, noi uomini deriviamo da lei, dobbiamo smettere di sfruttarla e iniziare a collaborare con essa (p.99) L'alchimia del vivente non vuole reprimere la violenza come fa l'economia parassitaria e il lavoro della rassegnazione, l'alchimia del vivente vuole trasformarla in una forza creatrice 3. Nella nascita del desiderio rinasce il mondo (p.102) Lo stato di rassegnazione ha abituato a vedere la felicità come una breve schiarita nel cielo

dell'ordinaria tirannia. Niente può però cambiare se non ci mettiamo in testa e nel corpo l'idea che la felicità è il frutto di una creazione permanente che deve tutto a se stessa. Si ringrazia la donna che ridà la vita in un mondo di virile oppressione che porta ad una rinascita. “Tutto puoi perchè non devi niente” → il sogno di volgere le circostanze a nostro favore merita di meglio dello sdegno che ce lo fa respingere nel fantasma o nella magia. (p.105) Noi siamo oggetto e soggetto di un'alchimia che non conosciamo e senza saperlo la paura, il senso di colpa, il disprezzo sono frutto di questa alchimia; dunque proviamo a scegliere quotidianamente le nostre emozioni, sentimenti, sensazioni al fine di trasmutare da essi un godimento che è la presenza di vita. (p.108) Ci manca la costanza della volontà di vivere che allontana la paura e i sensi di colpa che influenza la nostra vita; sentirsi bene non è prendere una medicina, una droga, sentirsi bene è stabilire una relazione con essi e con il mondo creando una poesia unanime. L'uomo deve affrontare i suoi desideri affinchè si realizzino, deve passare dal lavoro alla creazione (… da qui a fine capitolo non ho capito se non me l'ha mandato o se non era importante) 4. Bambini che dissiperete l'incubo del vecchio mondo Non c'è niente di fronte allo sguardo del piacere che non sia la vita stessa. Penetrato nel piacere di esistere l'uomo è se stesse e appartiene a tutti senza che niente e nessuno possa coglierlo o catturarlo. Dunque felice è colui che, al di la di ogni sentimento di riuscita o di insuccesso, senza presunzione ne disprezzo di se, snoda il filo labirintico dell'esistenza confessandosi: ho desiderato dal fondo del cuore che ciò sia....


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