Riassunti letture PDF

Title Riassunti letture
Author Simone Chiadò
Course Antropologia economica
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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Riassunti delle letture svolte a lezione...


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RIASSUNTI ANTROPOLOGIA ECONOMICA – LUGLIO 2017 ELENCO LETTURE: 1) “i modi della cultura” – Pavanello&Mariano 2) “ritornare a Polany” – Polany 3) “il fenomeno delle alienazioni nelle economie industriali” – Aihwa 4) “tra impresa e famiglia” - Bauer 5) “l’universo della moneta” – Bohannan 6) “gli economisti e i selvaggi” - Marchionatti 7) “il mito del baratto” – Graber 8) “invidia e competizione per le risorse” – Franco 9) “dare, ricevere e ricambiare” – Cristina LETTURA 1 – i modi della cultura Il neoevoluzionismo mira a spiegare condizioni che cercano di spiegare possibili cambiamenti. Il neo funzionalismo è un’altra forma di materialismo, si propone di interpretare i fenomeni culturali alla luce del funzionamento delle dinamiche dei sistemi uomo-ambiente. Materialismo culturale affronta la spiegazione dei fenomeni culturali partendo dalla definizione di diversità. Harris in questo quadro costituisce un paradigma fondato sulla distinzione tra 2 fattori: - EMICO e ETICO = il primo cerca di dare spiegazioni sulla base di pensieri indigeni, il secondo invece sulla base scientifica - COMPORTAMENTALE e MENTALE = il primo si basa sulle azioni il secondo sulle convinzioni Tutti i giudizi possono essere collegati fra loro creando 4 tipi di giudizi questo fa si che la relazione uomo-ambiente possa spiegare dinamiche funzionali all’equilibrio e alla riproduzione della società. Harris infatti analizza i vari tipi di animali in corrispondenza delle varie etnie (es. la vacca sacra per gli indiani, il maiale abominevole per gli islamici e gli ebrei), considerando le variabili religiose e abitudini corrette per gli animali. Per Harris le condizioni ecologiche del Medioriente rendono problematico

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l’allevamento del maiale. Altro oggetto da tenere in considerazione è una società che riesce a organizzare la propria sopravvivenza e riproduzione attraverso l’uso che può fare di certi elementi dell’ambiente che hanno la capacità di produrre o stimolare la produzione di energia. Il ciclo è semplice l’energia va dall’uomo all’ambiente e viceversa. Schneider dopo un’analisi tra animali, culture ed etnie osserva che: 1. Tra parenti si scambiano gruppi di animali, in questo modo la perdita viene divisa tra gli allevatori e i rischi sono minori; 2. Utilizzo dei bovini come compenso matrimoniale In quest’ottica il bestiame può essere concepito come forma di ricchezza e investimento. LETTURA 2 – ritornare a Polany L’economia di mercato è basato su offerta-domanda-prezzo quest’ultimo era da sempre presente ma limitato al commercio e alla finanza. Questo cambiò con il commercio estero poiché più variabili entrarono a far parte nel meccanismo. Il lavoro è una fase dello svolgimento autosufficiente della vita umana. La trasformazione economicista sta nel fatto che lavoro e terra diventano merci e per questo si crea domanda e offerta, uguali sia per i lavoratori che i datori di lavoro. Il reddito era determinato dal mercato e a sua volta il reddito determinava la classe sociale di appartenenza. • Livello formale = relazione mezzi-fini definizione di economia basata sulla scarsità. Massimizzare (ottenere il massimo dai propri mezzi) • Livello sostanziale = l’uomo dipende dalla natura Per fallacia economicistica si intende adeguare l’economia umana con la forma di mercato.

LETTURA 3 – il fenomeno dell’alienazione nelle economie industriali Differenze tra economie industriali e non industriali. Spesso accadeva che i lavoratori non si identificavano personalmente con

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i prodotti realizzati e che non lavorassero con amici e parenti, le condizioni di lavoro erano molto più faticose e a basso costo, con orari di lavoro pesanti e anche divise che risaltassero un senso di costrizione. Il caso preso in considerazione si colloca in Malaysia dove molte aziende giapponesi, europee, americane, cercarono manodopera a basso costo. Da sottolineare la figura della donna in fabbrica che lavorava per pochi anni poiché le condizioni a cui era costretta le portava all’esaurimento. LETTURA 4 – tra impresa e famiglia Imprenditore e le 3 tipologie identificate da Bauer: 1) IMPRENDITORE CHE PENSA DI DAR VITA A QUALCOSA CHE DOVRA’ PERDURARE NEL TEMPO 2) IMPRENDITORE CHE PENSA CHE L’IMPRESA SIA UNA QUESTIONE ESSENZIALMENTE SUA E CHE TERMINERA’ QUANDO LUI FINIRA’ DI LAVORARE (INIZIA E FINISCEE CON LUI) 3) IMPRENDITORE CHE SOLO DOPO UN PO DI TEMPO CAPISCE DI AVER CREATO QUALCOSA CHE POTREBBE SOPRAVVIVERE (CHE PUO’ ANDARE OLTRE LUI) Casa – bottega è il concetto di unire, ed essere capaci di farlo, l’attività imprenditoriale con il legame famigliare. È altrettanto importante la trasmissione generazionale per lui, in quanto crede che sia fondamentale (RIFERIMENTO AGLI STUDI DEI FIGLI). Triplice personalità dell’imprenditore secondo Bauer : 1) HOMO POLITICUS à uomo che consolida o conserva il suo potere imprenditoriale 2) HOMO ECONOMICUS à punta al guadagno, e separa attività lavorativa dalla famiglia 3) PATER FAMILIAS à lui sogna una trasmissione famigliare ma sa quasi per certo che non accadrà Le tre teste non agiscono mai con la stessa forza in base soprattutto all’obiettivo dell’ottica economica a cui puntano. LETTURA 5 – l’universo della moneta I TIV popolazione nigeriana studiata da Bohannan per l’analisi dell’impatto della moneta sulla civiltà non sviluppata.

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Tre sfere TIV di beni secondo Bohannan: 1) SFERA DELLA SUSSISTENZA (CEREALI) 2) SFERA DELL’ECONOMIA (BOVINI) 3) SFERA DEI VALORI DI SCAMBIO (DIRITTI SUGLI ESSERI UMANI DIVISIBILI IN OGGETTI DI UNA SINGOLA CATEGORIA E OGGETTI DI DIFFERENTI CATEGORIE) I TIV snobbano coloro che sono ricchi e che vivono solo di sussistenza. Quando avendo mezzi di sussistenza adeguati, un individuo non cerca di procurarsi il prestigio seguendo gli antichi dettami, oppure se non lotta per avere più mogli o più figli, la colpa dev’essere ricercata nella sua personale inferiorità à colui che è geloso di un uomo ricco sarà portato a compiere atti di stregoneria su di lui. Le due tipologie di scambio fatte dai TIV sono contrassegnate da disposizioni morali separate e distinte: scambi di oggetti entro la stessa sfera = TRASMISSIONI; scambi da una sfera all’altra = conversioni. Le due istituzioni maggiormente connesse con la trasmissione sono i mercati e il matrimonio à la trasmissione nella sfera del prestigio sembra che sia stata la meno istituzionalizzata, poiché direttamente connessa agli schiavi, al sistema di cura e all’acquisizione di status. Probabilmente nessun fattore singolo è stato così importante come l’intro della moneta adatta a tutti gli usi: né l’intro del raccoltomoneta, né l’intro del sistema di tassazione e neppure l’estendersi dei commerci avevano influenzato la fondamentale concordanza fra il complesso di idee dei TIV e le loro istituzioni allo stesso grado della moneta à CON L’INTRODUZIONE DEL DENARO CORRENTE L’IDEA DI MASSIMIZZAZIONE CHE PUO’ DERIVARE DALLA CONVERSIONE DI TUTTE LE FORME DI RICCHEZZA IN DONNE E BAMBINI NON PORTAVA PIU’ AL RISULTATO DI UN TEMPO!! LA MONETA

Adatta a tutti gli usi fornisce un comun denominatore fra tutte le sfere, rendendo così le merci esprimibili nei termini di un singolo standard e pertanto

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immediatamente scambiabili. Dai TIV questa nuova moneta non è considerata nei termini esatti, essi la usano come standard di valore nella sfera della sussistenza anche quando lo scambio è un baratto diretto. Loro la usano mezzo di pagamento LETTURA 6 –come gli economisti e i selvaggidel BRIDEWEALTH (RICCHEZZA DELLA SPOSA) sotto L’intro di assunzioni di informazioni incompleta e asimmetrica, di il nuovo sistema, mae di ancora si rifiutano di ammette che la costi di transazione razionalità limitata, ha permesso una donna abbia un prezzo prima o che ritenuti possa essere valutatanello stesso comprensione di fenomeni paradossali, nei termini del cibo. tempo rendendo necessario considerare aspetti della realtà sociale prima trascurati, norme e valori, e quindi rendendo più complicati e/o complessi i modelli interpretativi e perdendo la generalità che caratterizzava i modelli interpretativi e perdendo la generalità che caratterizzava i modelli precedenti. economici i quali sono caratterizzati da sentimenti e subiscono l’influenza di fattori non solo di natura economica. Egli identifica il concetto di quasi razionalità, ovvero ridurre al minimo le perdite rispetto alla soluzione ottimale. che rappresentano punti di incontro tra economia e scienze sociali. teoria economica ma ha introdotto i concetti di reciprocità e redistribuzione come modi di transazione, dominanti nelle società passate e non fondati su un comportamento economizzante. gli storici economici hanno sopravalutato il ruolo dei mercati nell’economie antiche. Per lui il punto centrale del sistema di Polany è l’idea che l’organizzazione economica sia incorporata nella società. I costi di transazione sono un prerequisito per formare mercati regolatori dei prezzi. Essi sarebbero così alla base del processo decisionale e delle forme di scambio, queste ultime dipendono da fattori quali: numero dei compratori e venditori, costi e caratteristiche della merce, di mediazione ecc ecc. dello scambio nei bazar africani: dove il bazar è un mercato a tutti gli effetti, quindi si discosta dai mercati delle società primitive. Egli considera lo studio dei mercati contadini o economia del bazar un tema di interscambio tra antropologia

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ed economia. Il bazar secondo lui indica principi economici quali: -massimizzare il profitto per i venditori e l’utilità per i consumatori -i prezzi dipendono da offerta e domanda -la proporzione dei fattori impiegata rispecchia il costo dei fattori Nel bazar l’informazione è povera, scarsa e mal distribuita. spiegare le principali istituzioni e valori comuni alle società primitive, individua 5 punti cardine: 1) Sostanziale assenza di governo 2) Scarsa conoscenza tecnica 3) Scarsi rapporti commerciali con altre comunità 4) Impossibilità di immagazzinamento dei beni 5) Assenza di guadagni privati da innovazione LETTURA 7 – il mito del baratto Il sistema del baratto richiede una doppia coincidenza di bisogni perché abbia luogo uno scambio, quindi bisogna trovare qualcuno che possegga ciò che io desidero, ma allo stesso tempo quella persona deve volere ciò che ho io. In una società complessa, con molte merci, il baratto implica difficoltà insormontabili. Il denaro ci da invece la possibilità di fare scambi multilaterali, in maniera molto più semplice. La spinta allo scambio a sua volta crea la divisione del lavoro responsabile di ogni conquista e civiltà umana. La storia del baratto è un mito fondativo del nostro sistema di relazioni economiche, infatti esso a causa di tutti gli elementi festivi viene organizzato da persone che altrimenti potrebbero considerarsi nemiche e solite sfiorarsi nel combattimento.

LETTURA 8 – invidia e competizione per le risorse Invidia: è un sentimento presente nella vita quotidiana e nelle relazioni sociali caratterizzate da maggiore prossimità verso famiglia, lavoro e amicizie. Odio, amore, felicità, invidia danno luogo a esiti specifici ed estremamente variabili, tanto che anche le emozioni andrebbero viste come un fatto culturale. Il carattere comparativo di molti studi mostra come in numerose società

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umane l’invidia è vista come un sentimento negativo, capace di portare distruzione nei legami sociali e nelle cose (l’uomo per invidia può diventare distruttore secondo Schoeck). Secondo Elster l’invidia può infatti sviluppare in relazione alle qualità di una persona: la sua bellezza, la sua simpatia, la sua salute, la sua ricchezza e il successo personale. Egli sottolinea che l’invidia può assumere un ruolo non distruttivo ma cooperativo quando spinge ad imitare comportamenti che in qualche modo pongono le basi per un miglioramento delle condizioni di vita di tutti. Le spiegazioni che l’antropologia ha offerta dell’invidia possono essere sintetizzate in questo modo: (1) Può svilupparsi in seguito a rapidi processi di mutamento sociale e culturale (2) L’invidia perde le forme di un controllo sociale diretto a colpire il successo economico di persone o gruppi sociali emergenti (3) Queste spiegazioni possono essere presenti contemporaneamente e rendere chiari i rapporti tra conflitto sociale, rapide dinamiche di mutamento e l’affacciarsi sulla scena di nuovi gruppi sociali. L’ideologia di egualitarismo prevede che il successo di alcune persone sia responsabile della sfortuna di altre. Il rituale in questi casi ha un ruolo centrale: con il rituale si cerca di contenere e controllare le eventuali manifestazioni distruttive dell’invidia. Secondo Douglas ogni società elabora una teoria riguardo al ruolo dell’individuo nella cultura e a diverse concezione del peccato. Diversi modelli di società teorizzano una particolare nozione di peccato ad essa connesso: nella società di mercato il peccato che caratterizza l’individuo è l’avidità; nella comune è l’invidia; l’orgoglio è il peccato di quegli individui che vivono in un modello di società di tipo gerarchico. In questo modo le culture individualistiche sono accusate da altre di essere caratterizzate dall’avidità. L’invidia può essere vista come freno e disincentivo all’attività imprenditoriale (riferimenti ai folk models). LETTURA 9 – dare, ricevere e ricambiare Il dono contribuisce alla decostruzione dei già instabili fondamenti della scienza economica ovvero il paradigma dell’homo oeconomicus, il quale dimostra che egli è come un agente razionale ma il dono dimostra invece che i suoi gesti possono essere frutto di spontaneità. Si dice che è un agente sempre coerente con se stesso, ma il sono

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mette a nudo le fragilità di questa meccanicistica consequenzialità; infatti nel dono la relazione mezzi-fini non è posta a priori. L’homo è raffigurato come un agente mosso soltanto dall’interesse personale, ma il dono testimonia che le azioni possono essere guidate da sentimenti di benevolenza. Il dono rispecchia la personalità del donatore, è un momento di esplorazione del sé, legato ad un saper fare. Il valore di un dono dipende infatti anche dalla qualità del rapporto fra le parti, e dalla durata di esso. La vera sostanza del dono sta nel valore simbolico, infatti esso è il presupposto del mercato oltre he alla convivenza civile. Infatti esso comincia da un atto di dono originario: quello della fiducia. Il dono è alla base non solo del mercato ma anche di alcuni particolari tipi di imprese che operano in esso, è dunque anche un fluidificatore degli scambi di mercato e accresce il capitale sociale. Esso può migliorare il funzionamento dell’impresa anche nella componente del capitale umano, può infatti contribuire alla conquista di quote di mercato specie nel caso del lancio di un nuovo prodotto (a volte possono essere anche servizi sul web). Il dono può servire anche per fidelizzare la clientela, ed è un fattore di vantaggio competitivo anche perché un orientamento altruistico dell’azienda può concretizzarsi nelle pratiche di: marketing sociale, finanza etica ecc ecc. Tutti questi effetti che potremmo definire privati in quanto ricadono sull’impresa stessa, si sommano a quelli sociali, ovvero alle esternalità positive generate da un orientamento al bene comune dell’impresa.

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