RUSCIO IN CARTOLINA. Immagini, ricordi e saluti da un villaggio della Valle del Corno (2015) PDF

Title RUSCIO IN CARTOLINA. Immagini, ricordi e saluti da un villaggio della Valle del Corno (2015)
Author Stefano Vannozzi
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Collana I Quaderni di Ruscio, n. 10, 2015 RUSCIO in cartolina Immagini, ricordi e saluti da un villaggio della Valle del Corno d i S t e f a n o Va n n o z z i PRO RUSCIO Regione Umbria a cura dell’Associazione Pro Ruscio con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Regione Umbria PRO RUSCI...


Description

Collana I Quaderni di Ruscio, n. 10, 2015

RUSCIO in cartolina Immagini, ricordi e saluti da un villaggio della Valle del Corno

d i S t e f a n o Va n n o z z i

PRO RUSCIO

Regione Umbria

a cura dell’Associazione Pro Ruscio con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Regione Umbria

PRO RUSCIO

Regione Umbria

a cura dell’Associazione Pro Ruscio con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Regione Umbria

RUSCIO in cartolina Immagini, ricordi e saluti da un villaggio della Valle del Corno

di Stefano Vannozzi

Collana I Quaderni di Ruscio, n. 10, 2015

In copertina: Elaborazione graica di un particolare della carrozza postale S.A.A.U. della linea Terni - Leonessa - Cascia, 1912, proprietà di Angelo Perleonardi.

Testi Stefano Vannozzi Progetto graico, editing e impaginazione Valentina Marino Fotograie Valentina Marino e Stefano Vannozzi, 2015 Stampa realizzata con il contributo dell’Assessorato alla Cultura della Regione Umbria presso il Centro Stampa Regione Umbria, centro direzionale Fontivegge - Perugia © agosto 2015

RUSCIO in cartolina

RUSCIO in cartolina

Introduzione

Indice Prefazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

p. 3

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

p. 6

Storia della cartolina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

p. 7

La cartolina

p. 7

La cartolina illustrata

p. 10

Saluti dall’Umbria

p. 13

La cartolina a Monteleone, Ruscio e dintorni

p. 14

La vecchia buca postale di Ruscio

p. 16

La cartolina oggi

p. 18

Bibliograia

p. 20

Cartoline illustrate di Ruscio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

p. 23

Approfondimento

Prima metà del Novecento: la “Casciana” e il ponte delle Ferriere (nn. 1-5)

p. 23

Approfondimento

1912-1920: le Corriere (nn. 6-7)

p. 29

Approfondimento

2003: la speciale cartolina per il campo Nazionale Scout “Esploratori e Guide” (n. 65)

p. 113

Approfondimento

2011: cartoline illustrate per il 150° anniversario della chiusura della Dogana Pontiicia di Ruscio (nn. 66-68)

p. 116

Editori di Ruscio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

p. 121

Belli Nello e Marino

p. 121

Carassai Giovanni

p. 122

Jachetti Guglielmo

p. 123

Marchetti Giuseppina

p. 124

Marchetti Luigi

p. 125

Tedeschi Felice

p. 126

Vannozzi Duilio

p. 127

Biograia dell’autore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

p. 128

I Caduti della Valnerina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

p. 129

Ruscio di Monteleone di Spoleto e la Grande Guerra (1915-2015) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

p. 129

Speciale annullo ilatelico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

p. 131

Quando nel 2013 proposi una pubblicazione sulle cartoline di Ruscio, come raccomandabile inizio di una più ampia raccolta dell’intera produzione di Monteleone di Spoleto, ero consapevole della mole di lavoro, materiale, dati e tempo che sarebbero stati necessari. Per chi non è addentro alla materia una raccolta di cartoline può apparire come una cosa modesta, di poco conto; in efetti lo è qualora lo si faccia senza testa e con un’esposizione improvvisata. Diversamente, la cartolina illustrata è a tutti gli efetti documentazione storica di un territorio e, nella sua “piccolezza”, nasconde molte notizie sul mittente, sul destinatario, sui costumi e sulla società del tempo, ma soprattutto sul soggetto che raigura, sia esso un monumento, un paesaggio o una anonima trattoria di campagna. Di conseguenza, anche lo studio che ne scaturisce può avere diversi sviluppi, indirizzi e gradi di lettura, confacenti alle scelte e alle inclinazioni dell’autore, agli aspetti che vuole toccare e al tipo di lettore cui vuole rivolgersi. Fare un libretto per mostrare un cimelio di nonno, i saluti scritti da zio o da mamma sarebbe stato troppo riduttivo e localistico; pertanto ho preferito tentare un livello intermedio di lettura, che possa coinvolgere anche il forestiero, il collezionista di cose postali, ma senza eccedere con troppi e leziosi tecnicismi, fatti per pochi e poco digeribili ai più. Trovo importante, invece, l’aspetto sociale, di coinvolgimento della popolazione locale (non solo della frazione ma dell’intero paese), che è andato oltre il solito campanilismo tipico della nostra frammentata identità nazionale, che non sa vedere oltre il proprio uscio di casa e che attende sempre qualcosa dagli altri, dimenticando che “l’altro” siamo noi. Una volta difuso l’intento di questa impresa e del tentativo di far parlare un oggetto ormai quasi desueto e dimenticato, si è spontaneamente creata una vera rete di collaborazione. Certamente avremmo potuto fare di più e meglio, soprattutto con maggiore tempo a disposizione: è questo il cruccio di ogni ricercatore, mai pago del risultato inale e consapevole che la ricerca, soggetta a evoluzione continua, non ammette alcun punto inale! I pezzi mancanti di questa raccolta verranno prima o poi rintracciati e sono inoltre dell’avviso che esista la fattiva possibilità di almeno una edizione locale, propria di Ruscio, antecedente al secondo conlitto mondiale (anche se non ho avuto inora la fortuna di scovarne traccia). Spero che i lettori trovino nel testo più di un motivo d’interesse e, soprattutto, di discussione partecipata; se riuscissi in tal senso, potrei ritenermi più che soddisfatto. Questo lavoro è stato possibile solo grazie alla sinergia di gruppo che ha visto partecipe, oltre alla comunità di Ruscio, anche amici di Monteleone, Leonessa e Roma, travalicando conini regionali e mentali. Desidero pertanto ringraziare vivamente, per i consigli e gli aiuti forniti, tutte quelle persone che mi hanno supportato e “sopportato”, credendo in questo mio lavoro. Grazie, quindi, a: Mario Allegretti, Paolo Bartolini, Giovanni Carassai, Valentina Cavallo, Giuseppina Ceccarelli, Marianna Cicchetti, Carlo Fornari, Girolamo Iachetti, Giuseppina Marchetti, Luigi Marchetti, Pietro Marchetti, Luigi Nicoli, Vittorio Ottaviani, P. Anavio Pendenza, Marco Perelli, Angelo Perleonardi, Francesco Peroni, Isidoro Peroni, Renato Peroni, Fabio Pillonca, Valeria Reali, Palmira Salvatori, Adriana Tedeschi, Alberto Vannozzi, Fabrizio Vannozzi, Roberto Vannozzi. Inine, un grazie particolare alla mia compagna di vita, Valentina Marino, che ha eseguito un lavoro importante e delicato; sua è infatti la cura, l’ideazione graica e l’impaginazione del presente libro. l’Autore Stefano Vannozzi

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... mancanti le pagine da 3 a 5

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RUSCIO in cartolina

RUSCIO in cartolina

STORIA DELLA CARTOLINA La cartolina “Veda, in Italia ci sono troppi laureati in lettere e pochi in cartoline”. Antonio De Curtis

La cartolina è un cartoncino di forma generalmente rettangolare utilizzato per la corrispondenza e provvisto di un’apposita afrancatura prepagata per il servizio postale. È la diretta antenata della cartolina illustrata,  intorno alla cui invenzione, nascita e sviluppo è presente una vasta trattazione di studi speciici, ma con opinioni e tesi talvolta contrapposte derivanti da chiari campanilismi, che rendono impossibile ofrire una risposta univoca, semplice ed esaustiva. Rispondere quindi in modo certo e preciso al quesito sul chi abbia inventato per primo (e quando) la cartolina, risulta impresa ardua. È certamente un mass medium particolare, che è stato protagonista indiscusso della sua epoca con una nascita quasi spontanea, iglio dei bisogni e dello sviluppo della nuova società industriale. “Cartolina” è il singolare femminile derivato, con suisso diminutivo, del termine latino  chartŭla, che a sua volta è il diminutivo di charta ovvero “carta”. Meno noto e difuso è invece l’appellativo “deltiologo”, che indica chi studia e colleziona cartoline illustrate. Si tratta infatti di un moderno neologismo coniato nel 1933 nell’Ohio dal collezionista Randall Rhodes di Ashland per derivazione dai due vocaboli

greci “logo” (scienza o studio) e “deltion” (piccole immagini), preposti a descrivere la raccolta e lo studio delle cartoline illustrate. Una prima idea di utilizzare un cartoncino stampato e preafrancato dall’autorità statale, da spedire a tarifa ridotta e senza busta, fu esposta in Germania nel 1865 a Karlsruhe, in occasione della quinta Conferenza Postale degli Stati della Confederazione Germanica. La proposta di Henrich Von Stephan (Stolp oggi Słupsk, 1831 - Berlino, 1897), funzionario delle poste prussiane, come tutte le novità, non venne subito accettata ma anzi fu ritenuta da molti un’assurdità, sconveniente e addirittura immorale, poiché prima di allora nessuno aveva mai osato inviare messaggi privati con un contenuto aperto e visibile a tutti. Indubbiamente l’utilità e il ricavo economico di questa nuova forma epistolare, bocciata in prima fase, devono aver contribuito e stuzzicato non poco il dottor Emanuel Hermann (Klagenfurt, 1839 - Vienna, 1902), un professore di economia viennese che, a seguito di attenti studi sull’eicienza del servizio postale austriaco, suggerì l’impiego di messaggi più brevi e rapidi, così da aumentare il traico postale e, di conseguenza, anche i guadagni delle

Fig. 1

Fig. 2

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casse dell’amministrazione statale. Ne scrisse un ampio resoconto pubblicato sulle pagine del quotidiano “Neue Freie Presse” del 26 gennaio 1869, recepito e accolto molto positivamente, tanto che pochi mesi dopo, il 1 ottobre 1869 fu data alle stampe la prima cartolina postale uiciale, la “Correspondenz Karte” (letteralmente: Carta di Corrispondenza), un cartoncino bianco avorio di mm 122 x 85, con un francobollo prestampato da 2 kreuzer raigurante l’Imperatore Francesco Giuseppe e un lato bianco per scrivere (ig. 1). Ovviamente, poiché l’Impero austro-ungarico era costituito da un grande mosaico di popoli, etnie e lingue spesso diverse fra loro, già dal 1872 l’amministrazione postale introdusse un unico modello stampato nelle diverse lingue parlate dai suoi sudditi (in boemo, slavo, rumeno, italiano, polacco) (ig. 2). La posta ungherese si cautelò facendo apporre sui propri modelli un’apposita dichiarazione in cui riiutava qualsiasi tipo di addebito di responsabilità per quanto riguardava il contenuto della medesima corrispondenza. Si stima che, nei soli tre mesi dalla prima stampa, siano stati venduti all’interno dell’Impero austro-ungarico quasi tre milioni di questi cartoncini per corrispondenza. Stando all’opinione più difusa, ma non del tutto condivisa, si ritiene invece che la prima cartolina illustrata sia stata ideata da un libraio e cartolaio francese, tal Léon Besnardeau (1829 - 1914) di Sillé-le-Guillaume, un piccolo centro nel dipartimento della Sarthe, nel novembre del 1870 in concomitanza dello scoppio della guerra franco-prussiana. Il commerciante ebbe l’intuizione di poter sopperire alla mancanza di buste e carte da lettere, di cui avevano bisogno gli oltre 40.000 soldati della I armata di Bretagna che si erano accampati in zona, con dei piccoli rettangoli di cartoncino di mm 60 x 90, ottenuti in piena economia di guerra adoperando le copertine avanzate dai quaderni, dopo che i fogli erano stati venduti uno per uno. Stampò quindi, sulla faccia destinata all’indirizzo, delle immagini a soggetto militare (fucili, tamburi, cannoni) accompagnate da scritte di carattere

patriottico come “Guerre de 1870 / Camp de Conlie” o del tipo “Souvenir de la dèfense nationale”. Alcuni ritengono questi esperimenti dei semplici biglietti da visita per la corrispondenza; a ogni modo Besnardeau ricevette numerosi riconoscimenti in patria, fra cui la stampa nel 1910 di una serie di cartoline in suo onore, con la riproduzione dell’inventore e delle sue cartoline. La prima cartolina postale italiana, nota anche come “intero postale” (perché già comprensiva di afrancatura), è emessa il 1 gennaio 1874 a seguito dell’emanazione del Regio Decreto n. 1442 del 23.06.1873 (art. 9: “Per mezzo di tutti gli uizi postali potranno esser fatte da un luogo all’altro del Regno comunicazioni scritte sopra speciali cartoline somministrate dalla posta. Il prezzo complessivo di acquisto e di tassa postale delle cartoline è issato a centesimi 10 per cadauna. Potranno pure essere usate le cartoline di corrispondenza in doppio, cioè con risposta pagata, al pezzo complessivo di centesimi 15 per la proposta e la risposta”) (ig. 3). Era un cartoncino di mm 115 x 80. Nel

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RUSCIO in cartolina

RUSCIO in cartolina

lato anteriore (ig. 4), destinato all’indirizzo, recava il francobollo prestampato con cornice contenente l’eige volta a sinistra di Vittorio Emanuele II, lo spazio per il bollo, la scritta “cartolina postale / dieci centesimi” e lo stemma sabaudo privo di decorazioni; il lato opposto era dedicato alla corrispondenza. La cartolina postale con risposta pagata era composta di due parti piegate lungo una linea perforata per lo strappo e l’utilizzo (ig. 5). Nel 1878 le cartoline postali italiane, con formato di mm 138 x 78, incominciarono a essere decorate da un trofeo di bandiere attorno allo stemma sabaudo (ig. 6). Nel Congresso Mondiale dell’Unione Postale Universale del 1878, furono issate le dimensioni massime, accettate come standard, di mm 140 x 90. Nel lungo percorso di trasformazione della semplice e austera cartolina postale di Stato in un oggetto totalmente diverso, più accattivante e riccamente illustrato, non bisogna afatto dimenticare l’apporto volontario o meno dato dai grossisti e commercianti, che capirono presto l’utilità di questo nuovo veicolo commerciale, che aveva facile accesso a ogni casa. Con l’autorizzazione e previo pagamento dell’autorità governativa, approntarono vere e proprie cartoline pubblicitarie o cartolinaréclame, inizialmente utilizzando le medesime cartoline postali, sulle quali era apposto un timbro dell’impresa commerciale, ino a stampare entro una cornice intere inserzioni e slogan pubblicitari sul lato libero. Stampate a Roma già dal 1890 presso la Tipograia del Senato e vendute alla modica cifra di otto centesimi, furono uicialmente deinite “Cartolina di Pubblicità / brevettata dal R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio” (igg. 7-8). Ne sono note alcune rare edizioni, fra cui quelle stampate nel 1899 su cartoline postali da “Grifo - Milano”, “Girardi & Tarra Pubblicità Milano” e “Vicoli & Garzanelli Pubblicità Chieti”. Il passo determinante per la nascita della cartolina illustrata fu probabilmente la nascita delle cartoline commemorative, che

si possono distinguere in uiciali, emesse dall’Autorità Postale, e in semi-uiciali o private, emesse da organizzazioni o comitati promotori di importanti manifestazioni, per lo più di carattere nazionale, con il permesso dell’Amministrazione Postale stessa. Tra le prime cartoline commemorative uiciali si ricordano quella difusa dallo Stato italiano nel 1895 per il XXV  anniversario della presa e liberazione di Roma (20.09.1870) e quella stampata l’anno seguente per le nozze del Principe Ereditario, il futuro Re d’Italia Vittorio Emanuele III, con la Principessa Jelena PetrovićNjegoš del Montenegro, approntata con apposito Regio Decreto n. 462 del 09.10.1896: “Portante l’emissione di una cartolina postale commemorativa pel fausto avvenimento delle nozze di S.A.R. il Principe ereditario di Napoli”, distribuita negli uici postali dal 24 ottobre (ig. 9). La serie completa comprendeva cinque esemplari di mm 140 x 90, con da un lato la vignetta commemorativa apposta sul modello di cartolina del 1895 e dall’altro un valore di 10 centesimi con eige prestampata di Umberto I entro un ovale e stemma reale. A questa si aianca una edizione privata, stampata della Wild & C. di Milano (graica I. C. Rossi), realizzata “Per le nozze di S.A.R. il Principe di Napoli con la Principessa Elena di Montenegro” e raigurante i due novelli sposi e gli stemmi italo-montenegrini.

Fig. 7 Fig. 4

Fig. 8

Fig. 9

Fig. 5

La cartolina illustrata “È destinata (…) a sviluppare nella gente quel senso estetico che è abbastanza ottuso, fra i più. Secondariamente serve a far conoscere paesi che non si sono mai visti. Oh cartolina illustrata, tu farai aumentare i redditi delle strade ferrate”. Matilde Serao

Fig. 6

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Le prime cartoline illustrate di proprietà privata, ottenute con il processo litograico, furono uicialmente autorizzate in Germania nel 1872 e in Francia nel 1875. Dal 1870 circa, si difusero

soprattutto in Germania le “Grüße aus”, che in tedesco signiica “saluti da”. Queste colorate cartoline erano ottenute con “collage” litograici che rappresentavano luoghi di interesse storico 10

RUSCIO in cartolina

RUSCIO in cartolina

o turistico con persone in costumi locali, ambulanti e scene di vita quotidiana, quale quella che si svolgeva per strada. Il primo modello è attribuito al pittore e tipografo tedesco Franz Borich (Nürnberg, (?) - 1904), il quale nel marzo del 1872 lanciò sul mercato dei souvenir turistici della confederazione elvetica una cartolina con vedute fotograiche della Svizzera, che fece subito furore. Come si vede, le “Grüße aus” erano cartoline particolarmente adatte e usate nella corrispondenza vacanziera, conseguente alla nascita e allo sviluppo di un turismo sempre più favorito dal continuo progresso dei mezzi e delle vie di comunicazione, tanto che presero ben presto piede anche in Italia, dove si difusero sin dal 1885, diventando le prime cartoline illustrate paesaggistiche nazionali sebbene stampate all’estero, principalmente in Francia, Svizzera e Austria. Furono introdotte nella nostra penisola attraverso il Trentino, allora territorio austriaco, dallo scrittore e fotografo Cesare Bertanza  (Riva del Garda, 1851 - 1933), gestore di una locale tabaccheria. Altri sostengono l’ideazione e primogenitura della cartolina illustrata per opera del Cav. Ing. Torello  Marini (Pistoia, 1818 - 1900), per aver disegnato nel 1860 un prototipo di cartoncino postale. Siamo dunque in un campo ampiamente dibattuto, in attribuzioni spesso postume e discordanti, fra cui è comunque da menzionare l’anziano ex pastore protestante tedesco Ludolph Parisius (Osterode am Harz, 1852 - (?), 1940), il quale in punto di morte sostenne di aver inventato a Göttingen, una città della Bassa Sassonia, le cartoline illustrate

con vedute di città già nel 1871. Allora giovane studente, i...


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