Tessuti Connettivi Propriamente Detti PDF

Title Tessuti Connettivi Propriamente Detti
Author Debøra Mancinelli
Course Citologia ed istologia
Institution Università Politecnica delle Marche
Pages 3
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Summary

Sono riassunti basati sulle lezioni di Ike + libro...


Description

TESSUTI CONNETTIVI PROPRIAMENTE DETTI Le componenti fondamentali dei tessuti di derivazione mesenchimale (fibre, cellule e componente amorfa) possono presentarsi nei diversi tessuti connettivi in svariate combinazioni secondo il ruolo assunto nei diversi organi. Possiamo quindi descrivere diversi tessuti connettivi in base alla componente dominante o a una particolare caratteristica strutturale. I tessuti connettivi propriamente detti presentano tutti una componente amorfa con consistenza gelatinosa. Le varie forme di tessuto connettivo propriamente detto si distinguono a loro volta per la diversa proporzione delle componenti, specialmente di quella fibrillare e avremo cosi: • Tc fibillare; elastico, reticolare (in cui predomina la parte non cellulare) • Tessuto pigmentato e tessuto adiposo: la componente cellulare è dominante Il mesenchima rappresenta il tessuto connettivo embrionale: è molle, gelatinoso e si infiltra tra gli spazi degli organi primitivi, penetrando dentro di essi per sostegno. Si forma per migrazione ed aggregazione delle cellule mesenchimali, derivanti principalmente dal mesoderma. Le cellule mesenchimali hanno forma irregolare, stellata o fusiforme, con delicate estensioni citoplasmatiche. Il loro materiale extracellulare è formato quasi esclusivamente da componente amorfa e non contiene fibre mature. Hanno intensa attività proliferativa.

Il tessuto connettivo mucoso maturo è molto diffuso nell’embrione poco nell’adulto, dove lo troviamo nella polpa dentaria. E’ composto da una grande quantità di matrice cellulare gelatinosa in cui sono immerse scarse e sottili fibre di collagene elastiche. Le cellule fusiformi sono piatte e stellate provviste di prolungamenti. Il tessuto connettivo fibrillare si può presentare in due forme: 1. Tessuto fibrillare lasso, con abbondante sostanza amorfa; 2. Tessuto fibrillare compatto, in cui le fibre di collagene si addensano tra loro e scarsa componente amorfa. Nel tessuto fibrillare lasso le fibre sono intrecciate lassamente. E’ molto diffuso nell’organismo e costituisce lo stroma degli organi. Svolge funzioni di sostegno per gli epiteli, del tratto gastro enterico, respiratorio e urinario e si trova sotto il derma della pelle a formare il connettivo sottocutaneo. Costituisce lo scheletro degli organi parenchimatosi ed ha funzione trofica perché qui scorrono i vasi. E’ quindi ubiquitario, estremamente elastico e la componente amorfa è un gel viscoso che contiene liquido tissutale, in cui prevale l’acido ialuronico. Il tessuto fibrillare compatto è noto anche come connettivo fibroso. Ha numerose fibre di collagene impacchettate che formano fasci di grandi dimensioni. (Es. derma, capsule di vari organi, legamenti e tendini.) L’abbondante componente fibrillare rende il tessuto adatto a sollecitazioni.

La sua classificazione dipende dalla distribuzione delle fibre di collagene: a) Fasci intrecciati b) Fasci incrociati c) Fasci paralleli Tc fibrillare compatto a fasci intrecciati: le fibre formano grossi fasci, i fibrociti appaiono schiacciati o fusiformi e la componente amorfa risulta scarsa. E’ resistente a trazione e pressione ed un esempio ne è il derma della cute. Tc fibrillare compatto a fasci incrociati: costituito da lamelle, in ciascuna delle quali i fasci di collagene si dispongono parallelamente tra loro. Le lamelle si sovrappongono e incrociano. Un esempio è la cornea. Tc fibrillare compatto a fasci paralleli: Le fibre di collagene strettamente impacchettate decorrono tutte parallelamente. E’ presente poca componente amorfa e scarsa componente cellulare, composta da fibrociti allungati. Un esempio sono i tendini. Il tessuto connettivo elastico è il tessuto a cui le fibre elastiche, più abbondanti del collagene, conferiscono un colore giallo. Un esempio è il legamento nucale dei bovini; legamenti elastici delle vertebre e la parete di arterie di grosso calibro. Il tessuto connettivo reticolare si trova prevalentemente nelle fibre reticolari. La rete fibrillare stabilisce contatto con cellule, dette cellule reticolari, che presentano forma stellata ed hanno un nucleo voluminoso e pallido. Queste cellule secernono i costituenti delle fibre reticolari. Forma una delicata rete di supporto per molti organi come per le ghiandole endocrine, fegato, linfonodi. I tessuti pigmentati si trovano nella cute dei mammiferi, dove sono presenti cellule di forma stellata di origine neuroblastica (dalle creste neurali): i melanociti. Essi hanno il compito di produrre ed accumulare granuli di pigmento, la melanina. Da qui dipende il colore cutaneo. Quando sono particolarmente abbondanti (esempio iride) si parla di tessuto pigmentato. Nei bassi vertebrati abbiamo i cromatofori. Le cellule del tessuto adiposo sono presenti, singole o a gruppi, nel tessuto fibrillare lasso; quando però le cellule adipose sono numerose ed organizzate a lobuli esse costituiscono una varietà del tessuto connettivo lasso, detto adiposo. Hanno funzioni di: riserva energetica, sistema coibentante, protezione meccanica e di sostegno e per determinare le forme. Il 50% del tessuto adiposo si accumula nel pannicolo sottocutaneo (tessuto adiposo di copertura); Il 45% nella cavità addominale (tessuto adiposo interno); Il 5% grasso di infiltrazione del tessuto muscolare. Il tessuto adiposo si distingue in tessuto di deposito e di sostegno. Il primo varia molto in baso allo stato di nutrizione. Nei mammiferi il tessuto adiposo di distingue in uniloculare e multiloculare.

Il tessuto adiposo uniloculare è bianco o giallo. La goccia lipidica possiede una sua propria struttura grazie a una fitta rete di filamenti intermedi di vimentina. Quando le cellule sono raggruppate tra loro e a stretto contatto, subiscono reciproche pressioni a seguito delle quali assumono forma ovalare o poliedrica. Stadi della formazione di un adipocito: il nucleo, prima sferico, viene progressivamente compresso e spinto alla periferia dalla goccia lipidica che si espande, grazie alla confluenza e fusione di piccoli ammassi, occupando la quasi totalità del volume cellulare. Il tessuto adiposo multiloculare o anche detto bruno, è costituito da cellule più piccole che si distribuiscono in maniera diffusa. In alcune specie si raggruppano come una ghiandola che viene definita ghiandola ibernante. I lipidi sono raccolti in tante piccole goccioline nel citoplasma, risultando in un nucleo che si trova in posizione eccentrica ma non confinato lateralmente ed un’ampia presenza di mitocondri. Istogenesi del tessuto adiposo: Avviene a partire da una popolazione mesenchimale di elementi precursori (lipoblasti). Essi hanno l’aspetto di un fibroblasto ma vanno velocemente incontro a un citodifferenziamento, caratterizzato da specifici cambiamenti morfologici. Le cellule cambiano forma, diventano globose il nucleo si fa ovoidale e il citoscheletro cambia la sua organizzazione....


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