03. Il sistema psicologico di Wundt PDF

Title 03. Il sistema psicologico di Wundt
Author Veronica Aldasio
Course Storia della psicologia
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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03. IL SISTEMA PSICOLOGICO DI WILHELM WUNDT (1832-1920) Il ruolo di Wundt nella fondazione della psicologia sperimentale [Breve accenno: È inadeguata e da smentire l’immagine di W. Come solo uno studioso, esterno ai problemi del mondo.

- W. studiò medicina ad Heidelberg, per l’utilità della formazione scientifica. Si perfeziona nel campo della Fisiologia a Berlino. Prende la libera docenza in fisiologia. - Nel 1858 Helmoltz riceve la cattedra in fisiologia ad Heidelberg. Wundt diventa suo assistente per 13 anni. Grazie alla collaborazione con Helmoltz, gli studi di Wundt si spostano dalla fisiologia alla psicologia. Riesce a diventare professore associato di psicologia medica presso la facoltà di medicina. - Tra il 1873/1874 pubblica “Lineamenti di Psicologia Fisiologica” e sarà il libro che gli aprirà la carriera accademica. - Nel 1875 è chiamato dall’università di Lipsia per la loro cattedra di “Filosofia”, con particolare riguardo per la psicologia. A Lipsia si erano create quelle condizioni interdisciplinare che resero possibile questa facoltà (Da quest’università passarono Weber, Fechner ed un seguace di Herbart). Ci fu un “pluralismo”: tanti interessi interdisciplinari verso la psicologia. - Nel 1879 Wundt ottiene un piccolo laboratorio di psicologia ad uso personale, annesso ad un istituto di Psicologia. Questo laboratorio poi si espanderà. All’interno sono presenti gli strumenti in uso nei laboratori di fisiologia e poi progetta anche nuovi strumenti pensati per le sue ricerche psicologiche. Questi strumenti verranno poi prodotti in serie per tutti i futuri laboratori psicologici, diventando strumenti standardizzati, uguali per tutti per ogni tipo di esperimento di Wundt l’esperimento è riproducibile facilmente. - Wundt ottiene degli assistenti ed inizia a crearsi una gerarchia. Accanto agli assistenti, si istituzionalizza anche il “famulus”, un dottorando in medicina in fase avanzata che funge da tutor per le matricole. Si creano i primi gruppi di ricerca (con un assistente esperto che guida un gruppo di dottorandi). Wundt dall’alto gestisce l’istituto, definendo i termini di ricerca. - Avviene uno scambio di ruolo tra sperimentatore e soggetti sperimentati. Lo sperimentatore infatti è anche disposto a fare da soggetto per gli studi degli altri sperimentatori, anche perché in molti studi i soggetti dovevano essere presone altamente addestrate da un punto di vista linguistico e mentale. - Nel 1881 crea un periodico, intitolato “studi filosofici”. Poi nasce una nuova rivista chiamata “studi psicologici”. - Nel giro di pochi anni Lipsia diventa il centro della psicologia sperimentale e da tutta Europa e Nord America andavano là.] - Wundt, il grande sistematizzatore e organizzatore. Le premesse per una psicologia sperimentale ormai erano state poste, grazie agli studi precedenti. Essi però erano studi slegati. Wundt volle unire una serie di contributi precedenti e riuscì poi a far riconoscere all’interno dell’università di Lipsia la materia “Psicologia”. - L’istituzionalizzazione della psicologia. La psicologia doveva diventare una disciplina a livello accademico. - Il Laboratorio di psicologia. Nel 1879 costruì ed allestì il primo laboratorio in Germania per lo studio di questioni psicologiche. Gli strumenti: utilizzano strumenti finalizzati a vedere i tempi di reazione per le sensazioni (cronoscopio di Hip) e per i parametri fisiologici (respiro, pressione sanguigna) uniche cose misurabili. - La dimensione sociale dell’indagine psicologica. - La psicologia “in lotta per l’esistenza”. Sulla scia di Lipsia, altre università faranno così, utilizzando questo nuovo studio sperimentale della mente. Si formano sempre più nuove cattedre di filosofia con docenti interdisciplinari. I docenti filosofi (soprattutto i neo-kantiani) allora iniziano a protestare. Quando nel 1912 una cattedra di un filosofo neo-kantiano viene data ad uno psicologo sperimentale, viene fuori una protesta fatta da tanti docenti filosofi. Essi fanno una petizione sostenuta dai 2/3 dei docenti di filosofia tedeschi. La protesta non ha effetti particolari ma suscita un dibattito culturale. Si formano varie prese di posizione. Alcuni p. sperimentali tedeschi volevano spostarsi alla facoltà di medicina. Wundt sostiene invece che era vitale per la psicologia mantenere l’aggancio con le discipline filosofiche/umanistiche, altrimenti la sperimentazione psicologica si sarebbe ridotta ad un mero tecnicismo. Per W. Infatti solo alcuni dei problemi potevano essere affrontati in laboratorio; per gli altri bisognava mantenere un contatto con la filosofia per capirli (processi mentali superiori. Psicologia dei popoli). Fare come riteneva Wundt a livello istituzionale, non si rivelò utile. Infatti in Usa la psicologia aveva avuto un livello di sviluppo maggiore proprio grazie al fatto che avevano istituzionalizzato dipartimenti autonomi di psicologia, che in generale afferivano alle facoltà di scienze naturali. La p. è vista come una disciplina biologica. - Le opere. Scrisse il primo manuale di psicologia. Fondò il primo periodico, destinato a raccogliere ricerche psicologiche. Per tutte queste ragioni può essere considerato il fondatore della psicologia sperimentale. LA TEORIA PSICOLOGICA DI WUNDT

1. L’oggetto dell’indagine psicologica

- Psicologia empirica vs. psicologia razionale. Wundt parte dalla distinzione di Wolff tra psicologia empirica, vista come scienza dei fenomeni mentali e psicologia razionale, più filosofica e speculativa. La posizione di W. si colloca tra la p. empirica. Infatti la psicologia deve essere basata su fatti empirici. Non è corretto parlar di “anima” senza spiegare cosa sia. È corretto parlarne solo se concepita come il complesso dei fenomeni psichici. Ma prima va definito cosa siano e come possono essere studiati. - 1. La psicologia empirica come scienza dell’esperienza interna. In una prima fase, si rifà alla distinzione di Locke di fenomeni del senso esterno e del senso interno (i fenomeni dell’esperienza interna, cioè della riflessione, chiamata poi introspezione). Poi nel 1890 ca. cambia idea. La distinzione è inadeguata perché: - da un lato dà l’impressione di far riferimento ad un tipo di oggetti interni al soggetto e distinti da quelli esterni esperibili; - inoltre non si capisce di preciso quale sia il senso interno che si aggiunge ai 5 comuni. Sono proprio i 5 sensi che ci danno un’esperienza rappresentativa di base. 2. La psicologia empirica come scienza dell’esperienza immediata. Così, W. cambia la definizione. La psicologia diventa quella scienza che studia i 5 sensi, che ci danno un’esperienza appunto immediata; contrapposta alle scienze naturali, definite dell’esperienza mediata (=resa oggettiva). Le scienze naturali infatti cercano di estrarre l’esperienza dalla dimensione soggettiva per renderla oggettiva (mediata). Es. La sensazione di caldo e freddo sono soggettive, dipende dalla nostra percezione. La scienza deve avere dati oggettivi e descrivibili. Allora i fisici costruiscono una procedura, partendo dal concetto di calore, per oggettivizzare il dato e permetter di quantificarlo: definisce la “Temperatura” dandogli una scala da 0 (punto al di sotto del quale l’acqua ghiaccia) a 100 (punto al di sopra del quale

bolle). Ha costruito dei rapporti tra i fenomeni oggettivi, cercando di togliere la dimensione soggettiva (percezione). - La psicologia invece si occupa dell’esperienza immediata, cioè quei contenuti così come si danno immediatamente al soggetto. Dà accesso alla dimensione soggettiva, che le scienze naturali tendono ad eliminare. - Esperienza “esterna” ed “interna” non designano oggetti diversi, ma differenti punti di vista o ottiche di indagine (scienze naturali; psicologia). Il fisico parte dallo stesso contenuto dell’esperienza immediata, ma lo concettualizza per evidenziare i rapporti tra i fenomeni ed eliminare l’influenza perturbante del senso soggettivo.

2. Il compito dell’indagine psicologica

- Il triplice compito della ricerca psicologica: 1. ricondurre i vari processi ai loro elementi costituitivi (compito analitico). Bisogna partire dall’esperienza immediata e cercare di analizzarla, per scinderla nei suoi costituenti fondamentali. 2. individuare le modalità di composizione degli elementi, dei processi e dei complessi in unita più globali (compito sintetico). Individuare cioè come quei costituenti si congiungono per formare un’esperienza più elevata. 3. determinare le “leggi del processo psichico” che presiedono alla “combinazione di elementi in formazioni, delle formazioni in connessioni, delle connessioni in sviluppi”. Individuare cioè leggi che presiedono a queste modalità di connessione tra ciò che è semplice (costituenti) e ciò che è complesso (esperienza sensoriale). Il decorso dell’attività psichica. (il 1° compito) Gli elementi dell’esperienza Per questo primo compito, distingue tra sensazioni pure e sentimenti. - Le sensazioni pure. (le impressioni di Hume, o le sensazioni atomiche di Helmoltz), sensazioni il cui nascere e modificarsi è sempre legato ad eventi di natura fisica che si svolgono nel mondo esterno (stimolo distale) o al nostro interno (stimolo prossimale); Vengono classificate a seconda della modalità (tattili, visive…); anche all’interno della modalità è presente una classificazione delle diverse qualità di una sensazione (es. intensità, durata… di un suono). Le sensazioni quindi hanno tutti questi attributi che rappresentano il lato oggettivo della vita psichica, ma le sensazioni... - I “sentimenti” semplici. …hanno anche connotazione soggettiva, cioè sono influenzate da coloriture emotive. Infatti sono influenzate dai sentimenti semplici che accompagnano le nostre sensazioni o si originano dalla vista di un oggetto (piacevolespiacevole). Cerca di classificarli.  Teoria tridimensionale dei sentimenti. Ci sono tre coppie di sentimenti complementari, che spiega con l’esempio del metronomo. Ogni coppia presenta i due estremi. 1. Tensione vs. Rilassamento (quando è presente l’attesa tra un battito e l’altro, prima tensione, poi rilassamento) 2. Piacere vs. Dispiacere (quando cambia il suono, uno ci piace, l’altro no) 3. Calma vs. Eccitazione (quando aumenta il ritmo, da uno stato più calmo, si passa all’eccitazione). Diventano come 3 assi cartesiani: Come se ci fosse uno spazio immaginario all’interno del quale è collocato ciascun sentimento. - Le “formazioni psichiche”. Sono organizzazioni/aggregazioni costituite dalle suddette parti elementari. Di due tipi: a) Rappresentazioni, costituite da sensazioni. b) Moti dell’animo, costituiti da sentimenti semplici. I moti d’animo si uniscono a formare un’aggregazione/organizzazione di grado più elevato, con un’aggregazione meno stretta. - L’“unità della coscienza”. È la coesione immediata e originaria di più eventi psichici in un tutto strutturato in complessi e non un insieme costruito additivamente e analiticamente. Tutte le formazioni si unificano immediatamente, a loro volta, nell’unità della coscienza, che ha una sua organizzazione strutturata, una sua organicità. (il 2° compito) Attraverso quali processi si forma un’aggregazione di unità sempre più ampia? Associazioni e connessioni appercettive. 1) Le “associazioni” - Il processo di associazione avviene in tre modi diversi, distinti dal grado di unità con cui associano le parti elementari. 1. Per Fusione. È la più forte. Fonde le singole sensazioni appartenenti tutte alla medesima modalità. (Es., è la fusione che ci fa percepire i suoni do, mi, sol come un accordo.) 2. Per Assimilazione. Le informazioni depositate nella nostra memoria sono assimilate al dato sensoriale immediato. (Es., grazie all’assimilazione, riconosciamo una certa persona rappresentata in una caricatura, ovvero con pochi tratti di penna immediati e salenti.) 3. Per Complicazione. Chiama in causa i dati sensoriali che appartengono a modalità sensoriali diverse Dimensioni inter-modali; sinestesie… (Es., il sapore del cibo: dipende dal gusto, ma anche dalla vista del cibo, dall’aroma…si unificano per formare il sapore.) - Carattere strutturale e globalistico, non puramente additivo, dell’associazione. Questa definizione di “associazioni” è diversa da ciò che intendevano gli Empiristi classici. È più particolareggiata. Infatti, l’associazione combinando proprietà e caratteristiche, produce nuove proprietà e caratteristiche irriducibili da quelle di partenza va oltre la somma delle singole parti. - Il risultato dell’associazione però, lo esperiamo passivamente, lo vediamo solo come qualcosa di dato; non agiamo su quel processo.

2) Le “connessioni appercettive”

- Sono accompagnate dal sentimento di attività. Invece, l’attività del soggetto si ha nelle connessioni appercettive. È presente una funzione attiva, grazie all’appercezione (consapevolezza di sé e delle proprie percezioni). C’è una visione dinamica della vita psichica. - Il ruolo dell’attenzione. In queste, sono presenti dei processi guidati da noi, grazie all’attenzione (è come un fascio luminoso che fa emergere a noi alcuni dettagli/oggetti). È l’attenzione che genera questo processo di connessioni. - Il focus e il campo della coscienza. Wundt concepisce la mente con una metafora visiva: è come un campo all’interno del quale c’è un fuoco (su cui si porta l’attenzione) e tutto il resto è una parte periferica. - La “sintesi creativa”. La sintesi è creativa per “il fatto che gli elementi psichici mediante le loro interazioni causali producono delle connessioni che possono essere certamente spiegate dalle loro componenti, ma che manifestano anche proprietà qualitative nuove, che gli elementi originari non contenevano”. Il risultato di queste connessioni è la sintesi degli elementi semplici in unità via via più complesse, che W. definisce creativa perché queste connessioni producono qualità nuove, non predicibili dagli elementi di partenza. - Nel primo compito (analitico), Wundt si rifà all’empirismo: scomposizione (Locke) in parti più semplici tenute insieme da una forza associativa; ed atomi psichici (Mill) (Sensazioni e sentimenti). Nel secondo compito (sintetico), supera l’empirismo. Anche se parla del processo di associazione, afferma che non si mantiene un’unità degli elementi di partenza ma si formano nuove caratteristiche (va oltre la somma delle parti). Inoltre, parla anche di connessioni

appercettive (mente che interviene attivamente sul dato sensoriale). La concezione di W. quindi non è debitrice della tradizione empirista britannica, ma rispetta la sua tradizione culturale tedesca, che dai tempi di Leibniz, Kant e l’idealismo, aveva l’idea dell’io come funzione attiva, produttrice di significato. (il 3° compito) Individuare leggi che presiedono a queste modalità di connessione tra ciò che è semplice (costituenti) e ciò che è complesso (esperienza sensoriale). Il decorso dell’attività psichica 1. Stimolazione. 2. Percezione (mera presentazione alla coscienza di dati forniti dai sensi). 3. Appercezione (identificazione, appropriazione, sintesi). È un momento di organizzazione, strutturazione e arricchimento del dato sensoriale, attraverso informazioni presenti nella memoria. È attiva. 4. Volontà (sentimenti che si aggiungono a pulsioni emotive e portano all’azione). Alla dimensione cognitiva della percezione ed appercezione si aggiungono i sentimenti e le pulsioni emotive che portano all’azione sull’ambiente esterno. Per mettere in atto i 3 compiti della psicologia, si ricorre a dei metodi.

Il metodo della psicologia

- Il metodo delle scienze naturali: osservazione pura e esperimento. Non è un metodo diverso da quello delle scienze naturali. Anche quello psicologico si avvale di 2 strumenti metodologici: osservazione ed esperimento. - L’esperimento in psicologia e il suo rapporto con l’introspezione. Osservazione. Si osservano e analizzano i fenomeni nel tempo, che sono visti come dei processi (in psicologia, sono processi introspettivi). L’osservazione iniziale serve per scomporre questo fenomeno nelle sue componenti e osservare come varia nel tempo. In psicologia è un’osservazione interna, ovvero osservo gli stati mentali, che avvengono all’interno di noi. Secondo Kant non è possibile osservare internamente; perché l’osservazione interna, introspezione, altererebbe gli stessi stati mentali. A questo problema, Wundt distingue tra: - “Auto-osservazione” vs “percezione interna”. Riprende il collega Brentano, che distingue tra osservazione interna e percezione interna. W. distingue tra auto-osservazione/introspezione e percezione interna. [Brentano: Ogni volta che vediamo un fenomeno mentale, siamo consapevoli di percepirlo (percezione interna), ma ciò non è ancora osservazione, perché ci manca qualcosa che garantisce un qualche distacco e se cerchiamo di trasformarla in osservazione interna, la alteriamo. L’unico modo per osservarli è attraverso la memoria; ricordarsi cioè dello stato mentale appena provato. Osservazione retrospettiva. È una riproduzione del fenomeno psichico, che però non mi dà tutti i dettagli; inoltre, può essere fonte di illusioni.] - Wundt concorda, ma secondo lui quella percezione interna è possibile trasformarla in osservazione: applicando il metodo sperimentale in psicologia. L’esperimento psicologico come strumento in grado di fissare e rinnovare i processi interni, per loro natura fuggevoli e transitori; esso consente di ripetere e far persistere il processo mentale, che può essere così osservato intenzionalmente e sistematicamente, alla stregua di un oggetto fisico. - L’esperimento nelle scienze naturali vs l’esperimento in psicologia. Il metodo sperimentale in psicologia risulta diverso da quello delle scienze naturali, perché mentre in queste lo sperimentatore manipola la VI e osserva lui stesso il risultato sulla VD, in psicologia non è possibile. - L’“esperienza perfetta”, ovvero l’esperimento psicofisico. In psicologia bisogna avere in mente l’esperimento perfetto, con una VI fisica che lo sperimentatore manipolerà. Essa viene però presentata ad un soggetto, il quale deve descrivere allo sperimentatore lo stato mentale (=sensazione) che gli suscita quella VI fisica. Come minimo ci vogliono due soggetti attivi; non basta lo sperimentatore. - L’“ipotesi della costanza”. Corrispondenza biunivoca tra stimoli e sensazioni e dunque irrilevanza delle condizioni interne del soggetto che non sono in rapporto causale diretto con le condizioni esterne dell’esperimento. Secondo l’ipotesi, uno stesso stimolo fisico produce sempre la stessa sensazione, quindi si possono ignorare le condizioni interne e si può utilizzare la VI fisica. Con essa si può porre al soggetto il modo di descrivere oggettivamente lo stato mentale (sensazione) dato da uno stimolo fisico che manipola lo sperimentatore. VI= stimolo fisico; VD= sensazione.

I limiti strutturali dell’esperimento psicologico

- 1. Limiti relativi al soggetto. L’esperimento psicologico può funzionare laddove si utilizzino come soggetti: a) soggetti con mente adulta normale. Inadatti: -bambini, perché non sanno verbalizzare quello che provano; -persone senza cultura, perché non sanno esprimere il concetto con un lessico appropriato; -soggetti con deficit disfunzionali; -animali [Mentre Wundt affermava ciò, in un contesto diverso da quello tedesco, cioè nel Nord America nascerà la psicologia clinica; mentre invece nel contesto anglosassone nasce lo studio del bambino e la psicologia animale comparata, ispirata a Darwin.] b) soggetti addestrati. Devono essere soggetti abituati ad utilizzare un certo lessico, tecnico e preciso; nonché abituati a capire le loro sensazioni in risposta ad oggetti (ovvero, spesso, essi sono altri sperimentatori). Ma utilizzando solo questi soggetti così addestrati a percepire gli oggetti in un certo modo, si perde la variabilità individuale. - Però quella a cui mira Wundt è una Psicologia Generale. Una branca che crea proprio lui, per lo studio con questi esperimenti. È quella parte della psicologia che mira ad individuare leggi delle funzioni della vita psichica (sottoponibili ad esperimento) che valgono per la maggioranza delle persone. [Mentre la psicologia anglosassone pone attenzione alle differenze individuali (Darwin, principi di variazione ogni individuo alla nascita è diverso dagli altri; la natura seleziona quelli che hanno le caratteris...


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