Il sistema visivo introduzione PDF

Title Il sistema visivo introduzione
Course Tecniche Avanzate di Optometria e Contattologia
Institution Università degli Studi di Padova
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Il sistema visivo introduzione...


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INTRO Il sistema visivo è l’insieme delle strutture coinvolte nelle “conversione della luce nelle percezioni della visione”. Con percezione visiva s’intende l’insieme delle informazioni, organizzate in campi e oggetti dotati di significati, raccolte dagli organi di senso. Il termine Vista si riferisce al semplice atto visivo della formazione dell’immagine retinica e conversione della luce (come sensazione) Il termine Visione è usato invece per l’insieme della percezione.

L’occhio è un sistema di lenti che forma un’immagine reale e capovolta su una superficie sensibile alla luce (campo visivo ≈ 140°). bulbo oculare: forma quasi sferica, diametro ≈ 2.3 cm coroide: membrana scura che assorbe la luce dispersa retina e macchia lutea: l’occhio tende a ruotare in modo che l’immagine si formi in corrispondenza della parte centrale della macula (fovea centralis) cornea: protuberanza trasparente posta sulla superficie del bulbo oculare, devia gran parte della luce iride: varia di dimensioni e determina la quantità di luce che entra nell’occhio attraverso la pupilla (come il diaframma di una macchina fotografica) cristallino: lente con lunghezza focale variabile regolata dai muscoli ciliari, n=1.437 raggio di curvatura grande → messa a fuoco di oggetti lontani la lunghezza focale diminuisce per mettere a fuoco oggetti più vicini ACCOMODAMENTO = potere del cristallino di adattare la sua lunghezza focale per mettere a fuoco sulla retina l’immagine di una sorgente La Condizione refrattiva Il fuoco del sistema ottico oculare si forma normalmente sul piano retinico, considerando la zona foveale; ciò accade nel soggetto detto emmetrope. Se il sistema ottico oculare non è in grado di formare un'immagine dell'oggetto d'interesse sul piano retinico, la condizione viene detta ametropia e il soggetto ametrope. Un immagine che non è a fuoco sulla retina, forma su quest'ultima un’immagine sfuocata e dà visione confusa. Le anomalie refrattive sono le cause più comuni della "visione ridotta" ma non sono le sole: i meni ottici opachi o una retina danneggiata o difficoltà nella conduzione dei segnali dalla retina al cervello possono danneggiare la visione fino alla cecità. Un' anomalia refrattiva, per quanto elevata, non porta a cecità totale (assenza di visione della luce), possono esservi patologie che si associano alla refrazione (ad es. nella miopia molto elevata) che danneggiano gravemente la capacità visiva. Si definiscono: Emmetropia (EM): quando I ‘occhio si trova in condizioni fisiologiche. Cioè quando un oggetto posto all'infinito Ametropia (AM): è il termine con cui si fa riferimento a una condizione di anormalità nella condizione refrattiva ("non nella misura"). Vizio o difetto refrattivo, talvolta refrattiva sono considerati come sinonimi di ametropia. La presbiopia non viene inclusa nelle ametropie perché è un'anomalia fisiologica (legata all'età) dell'accomodazione e influenza la sola visione da vicino o prossimale. In questo testo si usa anomalia refrattiva per l'insieme di ametropie e presbiopia. Anisometropia: (anisomiopia, anisoipermetropia, antiametropia): rispettivamente, quando il difetto refrattivo tra i due occhi ha diversa entità (OD sf +3; OS sf+1 anisoipermetropia. OD sf -3; OS sf -5 anisomiopia) e quando invece, presenta segno opposto (OD sf +2; OS sf -3) con entità uguale o meno.

Ipermetropia: immagine nitida dopo la retina, potere insufficiente correzione lente +

Miopia: immagine nitida prima della retina potere eccessivo correzione con lenti –

Ametropie Le ametropie sono (otticamente) due: Miopia (M) o Ipermetropia (IP). Nella M il sistema ottico crea un'immagine nitida del mondo esterno davanti alla retina, perché il suo potere è eccessivo (AM refrattiva) rispetto alla posizione della retina o la retina è troppo lontana per quel potere dei mezzi ottici (AM assiale). Il soggetto è detto miope. Nell'IP accade il contrario: il sistema ottico un'immagine nitida dopo la retina (è un concetto teorico dato che la retina è opaca), perché il suo potere è insufficiente (ametropia refrattiva) rispetto alla posizione della retina o la retina è troppo vicina per quel potere dei mezzi ottici (ametropia assiale). Il soggetto è detto ipermetrope. In entrambi i casi sulla retina finisce un’immagine fuori fuoco, i cui particolari non sono visibili. Pertanto la miopia può essere definita un "eccesso" (ametropia +) e l'ipermetropia un "difetto" (ametropia). Questa definizione non va confusa con le lenti necessarie, M: ametropia + compensata (annullata) da lenti — IP: ametropia - compensata (annullata) da lenti + Un oggetto posto a breve distanza ha vergenza negativa e viene quindi visto nitidamente dal soggetto M senza ulteriore attività. La vergenza positiva non propria dello spazio visivo e un IP e un vedrà sfuocato a grande di stanza e ancor più a breve distanza. L’astigmatismo è una variante di queste forme. Un occhio ametrope di differente entità lungo un meridiano (es orizzontale) e lungo un’ altro ortogonale a questo (ad es. verticale) è detto astigmatico: osservando un punto il sistema Ottico astigmatico non genera un fuoco ma due punti focali a forma di linea. Nella visione ciò significa vedere il mondo sfuocato in modo caratteristico. Compensazione ottica delle ametropie La compensazione delle ametropie avviene ponendo una lente compensativa (o correttiva) in posizione e di grado tale da modificare la posizione del piano di fuoco immagine portandolo nella posizione corretta, ossia sulla retina. Il potere della lente correttiva viene calcolato ln modo che il suo fuoco corrisponda al punto remoto. Più la lente si avvicina al PR, più cresce il suo valore.

Correzione miopia con lenti negative

Correzione ipermetropia con lenti positive

La presbiopia e l'accomodazione Un soggetto ultraquarantenne che vede nitido a grande distanza ma non riesce a vedere nitidamente a breve distanza è, probabilmente ma non sempre, presbite (PR). Se tale soggetto è EM e osserva un oggetto posto a grande distanza (vergenza circa 0) l'immagine sulla retina è nitida. Invece. Le radiazioni che provengono da un oggetto posto a breve distanza hanno vergenza negativo (divergenza) e per finire sulla retina (che è fissa nella propria posizione) dev'esserci un aumento di potere convergente dell' occhio. Il soggetto che non riesce ad aumentare il potere positivo del proprio occhio di una certa quantità è detto presbite. In sostituzione all'accomodazione si usano lenti + di compensazione. Quando un M diviene presbite, I ' ametropia miopica (che è +) può compensare (in parte o in eccesso) la presbiopia e un miope presbite può vedere a breve distanza nitidamente (se I ' ametropia e la presbiopia hanno entità simili). Punto prossimo e punto remoto In optometria il punto remoto individua la massima distanza a cui un oggetto posto sull'asse ottico viene messo a fuoco sulla retina in assenza di accomodazione. In altre parole, esso individua la massima distanza alla quale può trovarsi un oggetto per poterlo distinguere in modo chiaro. Al contrario il punto prossimo individua la distanza minima alla quale può trovarsi un oggetto per poterlo distinguere in modo chiaro. Nell'occhio umano, in condizioni normali, questo punto si trova tra i 15 e i 20 cm davanti all'occhio. Gli oggetti più vicini risultano sfocati, perché la distanza è oltre la capacità di accomodazione degli occhi. Anomalie refrattive e ametropie Le anomalie refrattive generalmente includono quelle variazioni delle caratteristiche ottiche del sistema rifrattivo oculare che alterano una o più capacità del sistema visivo e sono compensabili otticamente, con lenti. Le anomalie refrattive si dividono in: fisiologiche, presenti pressoché in tutti i soggetti: è il caso della presbiopia che insorge con l'età: ametropie o anomalie refrattive parafisiologiche, causate da una errata correlazione fra le dimensioni dei tessuti oculari, da un componente Ottico Oculare anomalo o anche da un particolare adattamento del sistema visivo all 'ambiente. Le ametropie si suddividono in due forme principali: miopia e ipermetropia, definite ametropie sferiche ; esse si possono presentare anche come astigmatismo, quando il difetto non è il medesimo lungo i differenti meridiani del sistema ottico (ametropie astigmatiche). La presbiopia influenza la sola visione da vicino e non va considerata un'ametropia invece, un soggetto può essere ametrope e presbite. Per la loro natura, le ametropie sono considerate variazioni parafisiologiche (ossia "quasi normali") e non malattie. Nella gran parte dei casi, la funzione visiva diviene normale grazie alla sola compensazione con lenti che influenzano direttamente il solo fenomeno fisico dell'immagine retinica e non alterano un processo biologico o i tessuti. Un'ametropia è detta manifesta se rilevabile direttamente e compensabile con lenti, la forma latente è invece rilevabile in particolari condizioni (ad es. serva accomodazione attiva nel caso dell'ipermetropia) e può non essere avvertita durante la visione. Un ametropia che compare in condizioni particolari e poi scompare può essere intermittente (compare e scompare mantenendo la stessa entità) o transitorio (compare e scompare) o variabile (varia di entità). Queste denominazioni sono di uso generale anche per altre anomalie. Le ametropie più frequenti e di minore entità sono di natura correlativa, ossia conseguenza di parti oculari mal proporzionale tra loro, ma singolarmente di caratteristiche normali. Più raramente e quando di entità elevata, le ametropie possono essere di natura componente, ossia causate da una componente oculare di dimensioni o caratteristiche molto differenti da quelle normali....


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