1 riassunto-formare-il-professionista-riflessivo-schon PDF

Title 1 riassunto-formare-il-professionista-riflessivo-schon
Author Nat P.
Course Pedagogia Generale
Institution Università degli Studi di Trieste
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Summary

Formare i professionista riflessivo - D.Schon...


Description

FORMARE IL PROFESSIONISTA RIFLESSIVO - A. SCHON Insufficienza della razionalità tecnica, necessità di una RAZIONALITÀ RIFLESSIVA che consenta ai professionisti di riconoscersi e ripensarsi come artefici attivi e creativi del proprio agire. Occorre scardinare un modello di “epistemologia della formazione professionale” che assegna statuto formativo unicamente a forme di conoscenza organizzata e sistematizzata, empiricamente trasferibile nei contesti di pratica attraverso procedure applicative sostanzialmente tecniche. Questo porta al CONCETTO DI RIFLESSIONE IN AZIONE, che richiede al professionista di disporre di una “ABILITÀ ARTISTICA” che si configura come quell'insieme di competenze che i professionisti mettono in evidenza in situazioni di pratica uniche, incerte, e conflittuali e si esprime come un esercizio di intelligenza, una sorta di processo conoscitivo da cui scaturiscono nuove ipotesi interpretative delle situazioni di pratica. Una NUOVA EPISTEMOLOGIA DELLA PRATICA richiede, in definitiva, di capovolgere il problema della relazione tra competenza pratica e conoscenza professionale per “partire non dal chiederci come utilizzare meglio la conoscenza basata sulla ricerca” ma interrogarsi su ciò che è possibile apprendere da un'attenta analisi dell'abilità artistica, in una prospettiva costruttivista -> il professionista è colui che costruisce le situazioni della sua pratica. (leggi tutto comunque, fino a 19) Cap. 1: Preparare i professionisti alle richieste della pratica Parte superiore -> PROBLEMI STRUMENTALI ben formulati che si prestano ad essere facilmente risolti attraverso l'applicazione di una teoria o di una tecnica basate sulla ricerca (con la razionalità tecnica) La soluzione di un problema a livello tecnico dipende dalla precedente corretta impostazione del problema RAZIONALITÀ TECNICA = epistemologia della pratica derivata dalla filosofia positivista -> sostiene che i professionisti sono risolutori di problemi strumentali capaci di selezionate gli strumenti tecnici che meglio si adattano al raggiungimento di obiettivi specifici (discorso professioni maggiori). Parte paludosa sottostante -> SITUAZIONI PROBLEMATICHE del mondo reale = problemi disordinati, indeterminati, resistono a qualsiasi soluzione di tipo tecnico. Proprio qui stanno i problemi di maggior interesse umano: il professionista deve scegliere. DEWEY -> i PROBLEMI DEL MONDO REALE della pratica sono PROBLEMATICI (= non si presentano come strutture ben formulate) e quindi sfuggono ai canoni di razionalità tecnica. Le situazioni problematiche non possono essere convertite in situazioni con problemi ben formulati attraverso la soluzione di problemi a livello tecnico. Assistiamo quindi ad una crisi di fiducia nella conoscenza professionale (che si supera considerando che oggi le più importanti aree della pratica professionale si collocano oltre i confini convenzionali della competenza professionale) associata ad una crisi di fiducia nella formazione professionale, in quanto le scuole professionali delle moderne università sono costruite sulla razionalità tecnica. Ciò contribuisce all'aumento di divario tra professioni maggiori e minori. “sappiamo insegnare alle persone come costruire le navi ma non come scegliere quali navi costruire” Nella pratica dei professionisti è riscontrabile una competenza non usuale: l' ABILITÀ ARTISTICA:  è un esercizio di intelligenza (diverso dagli standard di conoscenza professionale ma rigoroso nei suoi termini di riferimento)  è la competenza che consente ai professionisti di interagire con le zono indeterminate della pratica (che può entrare in relazione con la razionalità tecnica). Le scienze applicate e la tecnica basate sulla ricerca hanno dei limiti proprio dove inizia l'abilità artistica.  consente di imparare a PRENDERE DECISIONI IN CONDIZIONI DI INCERTEZZA  si può acquisire con diverse modalità (talento)  si può guidare: TUTORAGGIO -> non si può insegnare (Nessuno può vedere per te)  si acquisisce attraverso il TIROCINIO RIFLESSIVO (elemento chiave della formazione professionale) 1

Cap. 2: FORMARE ALL'ABILITÀ ARTISTICA ATTRAVERSO LA RIFLESSIONE NEL CORSO DELL'AZIONE ABILITÀ ARTISTICA PROFESSIONALE = competenze che i professionisti mettono in evidenza in situazioni di pratica uniche, incerte, conflittuali. non dipendono dalla capacità di saper come intervenire o dalla consapevolezza delle proprie conoscenze. Un'operazione significativa, cioè intelligente, si distingue per la sua procedura, non per le proprie conoscenze intellettuali (“di sapere come”, “di sapere cosa”) CONOSCENZA TACITA = conoscere più di quanto si è in grado di dire è un'intelligenza tacita e spontanea, in cui non ci sono ragionamenti intermedi, che accompagna la risoluzione dei problemi quotidiani -> CONOSCERE NEL CORSO DELL'AZIONE Es: riconoscimento volti, percezione tattile Questo non avviene quando in una routine abituale si presenta un risultato inaspettato, un elemento di sorpresa (un errore resiste alla correzione) Nel tentativo di preservare la costanza dei nostri schemi abituali del conoscere nel corso dell'azione possiamo reagire in 2 modi alla sorpresa:  confinandola  attraverso la RIFLESSIONE: RIFLESSIONE SULL’ AZIONE = pensare a ritroso a ciò che abbiamo fatto per scoprire come il nostro conoscere nel corso dell'azione possa aver contribuito al raggiungimento di un risultato inaspettato. RIFLETTERE NEL CORSO DELL'AZIONE senza interromperla -> Arendt: “STOP AND THINK” SEQUENZA DI MOMENTI IN UN PROCESSO DI RIFLESSIONE NEL CORSO DELL'AZIONE: SORPRESA -> PROBLEMA -> CERCARE DI RISOLVERLO PUÒ PORTARE AD ALTRE SORPRESE  SITUAZIONE -> agiamo con risposte routinarie (CONOSCENZA NEL CORSO DELL'AZIONE, tacita)



SORPRESA -> non corrisponde alle categorie del nostro conoscere nel corso dell'azione, cattura la nostra attenzione -> RIFLESSIONE NEL CORSO DELL’ AZIONE, consapevole)

RIFLESSIONE NEL CORSO DELL’ AZIONE (in un certo modo consapevole) = il nostro pensiero torna indietro e allo stesso tempo riflette su se stesso  ha una funzione critica -> consente di ristrutturare strategie di azione, comprendere fenomeni e modalità di impostazione del problema  apre la strada all'esperimento sul campo -> pensiamo e realizziamo nuove azioni intenzionali per osservare fenomeni nuovi, per verificare i nostri tentativi di comprenderli, o affermare le mosse che abbiamo inventato per cambiare in meglio le cose.  può produrre sorprese che chiamano in essere successive riflessioni e esperimenti.  significato immediato per l'azione = CONDIZIONA IMMEDIATAMENTE QUELLO CHE FACCIAMO (caratteristica che distingue la riflessione nel corso dell'azione da altri tipi di riflessione) Es: improvvisazione jazz

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CONVERSAZIONE RIFLESSIVA Come il conoscere nel corso dell'azione, anche la riflessione nel corso dell'azione può verificarsi senza essere in grado di dire che cosa stiamo facendo. Il professionista:  CONDIVIDE tradizioni, conoscenza professionale esplicita e sistema di valori  CONOSCE NEL CORSO DELL'AZIONE  all'interno di SETTING SOCIALI ISTITUZIONALIZZATI, CONDIVISI DA UNA COMUNITÀ

2 SITUAZIONI PRATICHE E RELATIVI MODI DI CONOSCERE: 1. problemi della vita quotidiana routinaria -> razionalità tecnica (tacita) La razionalità tecnica resta ancorata ad una prospettiva oggettivistica tra conoscenza del professionista e realtà che egli conosce: tutte le criticità sono risolvibili attraverso il riferimento ai fatti. 2. situazioni problematiche dove il problema non è chiaro -> sono gestibili attraverso l’esercizio dell’ ABILITÀ ARTISTICA come RIFLESSIONE NEL CORSO DELL’AZIONE (consapevole) -> ruolo centrale della competenza professionale, in una prospettiva costruttivista della realtà in cui si ha a che fare. IL PROFESSIONISTA COSTRUISCE LE SITUAZIONI DELLA SUA PRATICA, esercitando l'abilità artistica professionale e tutte le altre forme di competenza professionale. Le nostre percezioni, valutazioni, teorie sono radicate in mondi che noi stessi costruiamo e assumiamo come realtà. Goodman: costruzione del mondo, dare forma alle situazioni, impostare i propri ruoli, costruire situazioni pratiche. I professionisti rispondono alle zone indeterminate della pratica instaurando una CONVERSAZIONE RIFLESSIVA con le situazioni, che consente loro di ricostruire una parte della loro pratica, attraverso la conoscenza dei propri processi taciti abituali (che sottendono tutta la loro pratica)

TIROCINIO = setting progettato allo scopo di apprendere una pratica, si apprende attraverso il fare. È un mondo virtuale e collettivo -> Si può APPRENDERE SIMULANDO E PRATICANDO 2 modalità:  affiancare professionisti  da solo (complicato) apprendimento per esposizione diretta e immersione -> procede senza consapevolezza, sebbene uno studente possa diventarne consapevole in un secondo momento. TIROCINIO RIFLESSIVO -> per apprendere come diventare esperto in una specifica tipologia di riflessione nel corso dell'azione. la sua efficacia dipende dal dialogo reciprocamente riflessivo (conversazione riflessiva) tra il tutor e lo studente. Durante il tirocinio occorre: 1. ADERIRE A MODELLI (es: pensare come un) 2. RIFLESSIONE NEL CORSO DELL'AZIONE per costruire e verificare nuove categorie interpretative, strategie d'azione, modalità d'impostazione dei problemi (NB. la conoscenza professionale esistente può non adattarsi positivamente ad ogni caso 3. Apprendiamo a riflettere nel corso dell'azione imparando prima a riconoscere e applicare regole standardizzate, e successivamente sviluppando nuove forme di comprensione e di azione.

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Parte 2: studio di progettazione architettonica come modello formativo di riflessione nel corso dell'azione SIMON -> Progettazione = processo di ottimizzazione per la soluzione strumentale di problemi Questa concezione ignora le funzioni più importanti della PROGETTAZIONE in situazione di incertezza, unicità e conflitto dove la soluzione strumentale di problemi occupa un posto secondario, o non si verifica affatto. PROGETTAZIONE È COSTRUZIONE -> comprende sia la complessità che la sintesi, perchè alcune cose possono essere scoperte nel corso dell'azione. DEWEY -> il PROGETTISTA è colui che converte situazioni indeterminate in altre determinate, costruisce e impone coerenza.

Cap. 3: (Quist e Petra) FASI DEL PROCESSO DI RIFLESSIONE NEL CORSO DELL'AZIONE: 1. IMPOSTAZIONE DEL PROBLEMA = riconoscere i tratti distintivi di una situazione problematica per definirla (tuttavia la scoperta di un problema diventa essa stessa una problema cui fare fronte) 2. VALUTAZIONE DEGLI ESPERIMENTI DI IMPOSTAZIONE DEL PROBLEMA -> Il professionista entra in contatto con la situazione, facendo ricorso al proprio repertorio di esperienze. Percepire la situazione come simile ad un'altra permette di passare all'”agire come”; allo stesso tempo la situazione si pone anche come “nuovo problema”. 3. RISTUTTURAZIONE DEL PROBLEMA = monitoraggio costante, agire riflessivo, conversazione riflessiva con la situazione. DEWEY -> IDEA = prodotto interlocutorio, ipotesi portatrice di problematicità, che può essere confermata solo dalla pratica (non è esito di conoscenza) IL PROGETTISTA VALUTA LE PROPRIE MOSSE CONSIDERANDO: 1. desiderabilità delle loro CONSEGUENZE rispetto al progetto 2. COERENZA (= conformità o violazione) rispetto alle mosse precedenti 3. considerazione di NUOVI PROBLEMI E POTENZIALITÀ CREATI. METTERE IN RELAZIONE L'ESPERIENZA PASSATA CON UNA SITUAZIONE UNICA (leggi e integra, da 102 a 107) Attraverso la capacità di vedere situazioni non familiari come familiari, e di agire nelle prime come abbiamo agito nelle ultime. Possiamo percepire i problemi che non si adattano a regole esistenti attraverso la capacità di vedere come e di agire come. L' ABILITÀ ARTISTICA di un professionista:  dipende dall'ampiezza e dalla varietà del repertorio che applica a situazioni non familiari  consente di attribuire un senso all’ unicità delle situazioni non familiari, quindi non ha bisogno di ridurle ad esempi di categorie standardizzate.  ogni nuova esperienza di riflessione nel corso dell'azione può essere generalizzata ad altri casi, ampliando il repertorio sul quale, nei successivi casi della sua pratica, egli potrà comporre nuove variazioni.

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SPERIMENTAZIONE Non è possibile difendere gli esperimenti dagli effetti di mutamenti turbativi dell'ambiente, e nemmeno separare le variabili. Significa AGIRE PER VEDERE DOVE CONDUCE L'AZIONE: 1. ESPERIMENTO ESPLORATIVO = indagine per avere una sensibilità delle cose. Ha successo quando porta alla scoperta di qualcosa 2. 3.

ESPERIMENTO DI VERIFICA DELLA MOSSA VERIFICA DELL'IPOTESI

Sperimentazione nel corso della pratica Il professionista integra le 3 funzioni precedenti attraverso INDAGINI ESPLORATIVE DELLE SITUAZIONI, al fine di:  TRASFORMARE la situazione esistente in un'altra che preferisce.  COMPRENDERE la situazione, in funzione del proprio interesse per il cambiamento. Rapporto transazionale con la situazione = modellare la situazione in conversazione riflessiva reciproca -> Il professionista è nella situazione che cerca di comprendere -> i fenomeni che egli cerca di capire sono in parte sue elaborazioni. Cambiamento intenzionale nella situazione = comprensione della situazione per cercare di modificarla, considerando i cambiamenti che ne risultano come un successo (non come un difetto del metodo sperimentale) (Abilità di costruire e manipolare mondi virtuali: leggi e integra da 114 a 116) RAZIONALITÀ TECNICA E RIFLESSIONE NEL CORSO DELL'AZIONE A CONFRONTO Secondo la prospettiva della conversazione riflessiva che chi svolge l'indagine intrattiene con la situazione, il modello della razionalità tecnica appare come assolutamente incompleto. MODELLO DELLA RAZIONALITÀ TECNICA -> l’epistemologia positivista della pratica si fonda su 3 dicotomie. Data la separazione dei mezzi dai fini, la soluzione strumentale del problema è una procedura tecnica da misurare in base alla sua efficacia rispetto al raggiungimento di un obiettivo prestabilito. Data la separazione della ricerca dalla pratica professionale, la pratica rigorosa è un'applicazione a problemi strumentali di teorie e tecniche basare sulla ricerca, la cui obiettività e generalità derivano dal metodo della sperimentazione controllata. Data la separazione fra il conoscere e il fare, l'azione è solo un'implementazione e una verifica delle scelte tecniche. Sono centrali i valori del controllo, del distacco e dell'oggettività CONVERSAZIONE RIFLESSIVA -> queste dicotomie non esistono: la pratica è ricerca, fini e mezzi sono interdipendenti, l'indagine è una transazione con la situazione nella quale il conoscere e il fare cono inscindibili. il professionista cerca di controllare le variabili dell'esperimento di verifica dell'ipotesi. L’ ipotesi riguarda le potenzialità di trasformazione della situazione quindi, nel corso del processo di verifica, chi indaga si cala nella situazione. Produce conoscenza obiettiva = la può smentire, può scoprire che non ha realizzato un cambiamento soddisfacente, o che dovrebbe intraprendere cambiamenti di diverso ordine. Ma anche conoscenza soggettiva, legata agli impegni assunti nei confronti del sistema di apprezzamento e della teoria dominante.

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Cap. 4: Paradossi e criticità dell'apprendere a progettare Quist e Petra: è un esempio di formazione alla progettazione. Paradosso dell'apprendere a progettare -> ci sono elementi portanti essenziali che non possono essere spiegati, ma vanno acquisiti attraverso il fare: studente -> sa che deve cercare qualcosa ma non sa cosa: cerca di venirne a conoscenza nel corso dell'azione. insegnante -> non può dire perchè lo studente non potrebbe capire. Malgrado ciò, la maggior parte degli studenti si sforza di uscire da questa situazione paradossale Menone: “una persona può insegnare una virtù ad un'altra?” POLANYI -> “Noi conosciamo tacitamente le cose che cerchiamo di apprendere”. Su Menone dice: “Se tutta la conoscenza fosse esplicita, cioè capace di essere chiaramente organizzata, allora non potremmo conoscere un problema o ricercare la sua soluzione (la conoscenza tacita risolve il paradosso). SIMON -> “Progettare è convertire una situazione dal suo stato attuale ad uno preferibile”, APPRENDERE A PROGETTARE = RENDERE ESPLICITO CIÒ CHE SI SA GIÀ FARE. Carl Rogers: (considerazioni sull'insegnamento) CRITICITÀ DELL'APPRENDERE A PROGETTARE: Uno studente non può comprendere fin dall'inizio che cosa ha bisogno di apprendere, può apprenderlo solo educando se stesso, e può educare se stesso solo cominciando a fare ciò che ancora non comprende. “Volontaria sospensione del dubbio”: dev'esserci una sorta di contratto tra i due: l' insegnante deve essere aperto alla sfida e deve essere in grado di difendere la sua posizione. Lo studente, in cambio, deve dimostrare la volontà di sospendere il dubbio, deve dare una chance ai suggerimenti dell'insegnante per poi sperimentarli. Problemi dell'insegnante: difficoltà complementari a quelle dello studente. Egli sa che non può comunicare allo studente fin dall'inizio che cosa sa riguardo alla progettazione. Sa che lo studente non può raggiungere traguardi significativi semplicemente cominciando ad agire. Nonostante l'insegnante possa essere profondamente dispiaciuto nel chiedere allo studente di abbandonare la sua autonomia, deve invitarlo ad intraprendere una temporanea relazione di fiducia e di dipendenza. Comunicazione tra studente e insegnante: è spesso problematica. (leggi e integra da 133 a 136)

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Cap. 5: IL DIALOGO TRA IL TUTOR E LO STUDENTE Lo studente e il tutor sviluppano nell'esperienza dello studio di progettazione una particolare capacità di dialogo sulle cose che essi vedono inizialmente come divergenti. Il loro dialogo presenta 3 caratteristiche essenziali:  



AVVIENE NEL CONTESTO DEGLI SFORZI DELLO STUDENTE DI PROGETTARE; ATTRAVERSO AZIONI E PAROLE; DIPENDE DA UNA RECIPROCA RIFLESSIONE NEL CORSO DELL'AZIONE.

TUTOR -> sperimenta attraverso la comunicazione, verificando i livelli di comprensione dello studente ed efficacia delle sue strategie di comunicazione -> quindi riflette nel corso dell'azione. STUDENTE -> prova a decifrare le dimostrazioni e descrizioni del tutor, verificando i significati che ha costruito applicandoli -> quindi riflette nel corso dell'azione. La riflessione nel corso dell'azione diventa reciproca quando il tutor tratta la progettazione successiva dello studente come un'espressione, una dimostrazione della comprensione di significati. In questo modo, diverse tipologie di apprendimento sono interconnesse tra loro: lo studente apprende i significati durante il percorso stesso che gli permette di apprendere come metterli in pratica. SPIEGARE E ASCOLTARE: spiegare nel contesto del fare dello studente. Quando uno studente mette in atto un'istruzione, rivela il significato che di essa ha costruito, indicando come essa abbia colmato un vuoto di specificità, ambiguità o stranezza. Osservando (e ascoltando) uno studente il tutor può rimanere sorpreso dall'evidenza di un gap non sospettato in precedenza o di un problema differente da quello che aveva in mente. Ogni tentativo di fornire un'istruzione rappresenta un esperimento che verifica:  la riflessione del tutor sul suo conoscere nel corso dell'azione  il suo livello di comprensione delle difficoltà dello studente. Ogni tentativo di agire in base all'istruzione rivela e verifica la comprensione dello studente:  in merito al suo effettivo significato  in merito alla qualità dell'istruzione stessa. Un BUON TUTOR DI PROGETTAZIONE ha a disposizione ed è capace di inventare all'istante molte strategie per dare istruzioni, porre domande, fornire descrizioni, tutte finalizzate a rispondere alle difficoltà e alle potenzialità di ciascun studente che stia cercando di realizzare qualcosa. DIMOSTRARE E PROVARE: IMITAZIONE = processo di costruzione selettiva, è un tipo di soluzione del problema come:  differenziazioni successive di un gesto globale  apprendimento combinato di singole azioni. L'imitatore ha accesso all' osservazione del processo e del prodotto e può regolare la sua costruzione selettiva riferendosi ad uno di questi o a entrambi. Questo processo costruttivo è una forma di rifle...


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