1 semestre PDF

Title 1 semestre
Author Giulia Moretti
Course Ermeneutica della scrittura
Institution Sapienza - Università di Roma
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Summary

Lezioni sbobinate primo semestre...


Description

20/10/2020 Abbiamo ragionato sulla struttura peculiare della Scrittura → Antico e Nuovo Testamento. •

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La Scrittura cristiana è frutto di una violenza storica: prendere un testo scritturale ebraico (giudaico1), negarlo nella sua autonomia e assurgerlo a testo rivelativo preparatorio→ dinamismo rivelativo e forte tensione dialettica. La lingua dell’AT è l’ebraico, la Settanta: traduzione in greco dell’Antico Testamento. Antico Testamento: o Torah o Libri storici o Libri sapienziali o Libri profetici Questa ripartizione sembra essere ricalcata nel N.T., in cui i 4 vangeli corrisponderebbero alla Torah, gli Atti degli Apostoli ai libri storici, le Lettere conservano il carattere sapienziale e l’Apocalisse che è l’ultima profezia, in un’ottica di salvezza definitiva dell’attesa escatologica. → mimesi ma anche pretesa di superamento→tensione dialettica fortissima, sicché il Nuovo presuppone l’Antico ma al tempo stesso lo nega nella sua autonomia per riconoscerlo come testo preparatorio. (dinamismo rivelativo)

È difficile datare i libri del Vecchio Testamento, più facile è datare gli scritti del Nuovo. Entrambi sono un insieme di testi non coevi, raccolti posteriormente e alcuni di questi testi ne presuppongono altri avendo l’uno rispetto all’altro richiami interni→stratificazioni. Sono operazioni di selezione autorevole che ha identificato i testi rivelati eliminandone altri. Ad esempio, il vangelo di Giovanni conosce il vangelo di Marco ed entra con questo in rapporto dialettico e interpretativo. Il Nuovo testamento (i testi sono databili tra il 50 e il 110) è composizione tarda rispetto alla composizione tarda rispetto ai singoli testi che lo compongono→questa azione presuppone un’autorità. Cronologia: • • •

Lettere di Paolo composte negli anni 50 Vangelo di Marco: primi anni 70 Vangelo di Matteo e di Luca: anni 80-90 →presupporrebbero anche la fonte Q2 (loghia di Gesù), ripresa indipendentemente da Matteo e da Luca che aggiungono al vangelo di Marco.

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Giudea: regione che attinge la supremazia su di un mondo ebraico, geograficamente più ampio. Samaritani sono ebrei ma non Giudei→ condividono con i giudei solo il Pentateuco. 2 Da Q deriverebbe il famoso discorso della Montagna (della pianura in Luca).

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Vangelo: εὐαγγέλιον in greco significa “buona novità”. Già il vangelo di Marco si apre con questa parola, interpretandola non come genere letterario ma come manifestazione dell’annuncio della buona novella (presuppone il concetto di novità interpretativa→ l’annuncio è nuovo e buono perché salvifico). A partire da questa dimensione veritativa dell’annuncio storico della figura di Gesù il nume di buona novella ha finito per designare il genere letterario: struttura narrativa storicamente dispiegata, che inizia dall’inizio della missione (→Battesimo, riceve l’uomo di Dio, il soggetto carismatico che agisce come rivelatore, vd. vangelo di Marco) o dalla nascita di Gesù (Luca e Matteo→il prof ci crede poco che fossero indipendenti totalmente), lo segue nel dispiegarsi della sua predicazione e dei suoi miracoli e finisce con la Passione, la crocifissione e l’annuncio della tomba vuota e della resurrezione. Opera letteraria che coincide con la biografia di Gesù, in più il vangelo di Matteo, di Luca e di Giovanni incorporano, con la descrizione dei suoi atti memorabili, l’enunciazione dei suoi detti. Sachot: il cristianesimo è l’impensabile, che ci pensa.

Matteo, Marco e Luca sono sinottici perché da uno sguardo d’insieme (dal greco σύνοψις) se ne coglie la struttura corrispondente. È vero che Matteo e Luca aggiungono materiali a Marco ma hanno una struttura e un’evoluzione parallela. La definizione di vangelo però non è sufficiente per esaurire le caratteristiche letterarie e contenutistiche del vangelo di Giovanni→ comincia con Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος (Nel principio era il Verbo). Il principio è quella dimensione sovratemporale che precede la creazione del cielo della Terra (riferimento evidente a Genesi)→arretra nel seno del Padre. Inoltre, il vangelo di Giovanni rappresenta elementi non presenti nei sinottici, ad esempio delle visite di Gesù a Gerusalemme che i sinottici non conoscono. In Giovanni la purificazione del Tempio è nel II capitolo, mentre nei sinottici è presente quasi alla fine come causa dell’arresto. Le differenze si approfondiscono nelle cosiddette parti sapienzali (Gesù è l’egoimì3, è Luce, ...). Canonico o apocrifo? Canone, κανών in greco significa bastone, riga → elenco dei testi rivelati e sacri. È canonico ciò che è regolare. Chi ha deciso cosa è canonico e cosa è apocrifo? La tradizione, una tradizione ecclesiastica che presuppone un potere ecclesiastico. Emerge il fatto che la Bibbia non è per uno storico una rivelazione divina, ma una costruzione storica che presuppone un potere che la costituisca. Non si dà scrittura senza tradizione ecclesiastica che considera alcuni testi canonici e altri non canonici. Un potere ecclesiastico diverso cambia il canone; la fortuna della chiesa proto-cattolica è che c’è stato accordo, anche perché emergeva un pericolo di relativizzazione fortissimo che era quello marcionita e gnostico, e in misura minore montanista. I primi movimenti eretici scismatici hanno favorito la chiusura di un canone universale, quindi cattolico → le differenze tra diverse comunità finiscono per essere mediate da un pericolo altissimo che è quello che va nella direzione di un potere alternativo capace di costruire un canone alternativo. Il vangelo 3

Esodo 3, 14.

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di Verità è per i valentiniani canonico, mentre è accaduto che i diversi vescovi dietro anche il pericolo gnostico si mettono d’accordo e precocemente riescono a connettere chiese orientali e occidentali e a farle convergere. Apocrifo: il segreto, il perdente, l’irregolare. Originariamente il termine significa segreto, quindi non ha connotazione negativa. L’apocrifo di Giovanni è un testo gnostico, fondativo per alcune tradizioni gnostiche. Lì apocrifo significa rivelazione segreta di Giovanni→ ciò che è nascosto ovvero ciò che è profondo ed elitario →dimensione di rivelazione selettiva che però è molto importante e che malgrado le apparenze ci svela qualcosa della rivelazione cristiana. La rivelazione cristiana è difficile, nascosta, profonda quindi paradossalmente la buona novella è una novella nascosta, irriconoscibile per occhi umani non toccati dalla Grazia. Qualcosa di indisponibile, difficile, pericoloso. Però vince la maggioranza nella storia perché è politicamente capace di creare relazioni. Vinco se connetto perdo se mi isolo. Vince una prospettiva ideologica inclusiva, non elitaria ma più democratica. Originariamente il vangelo di Marco presenta un’identità di Gesù molto diversa da quella di Giovanni. Per Marco Gesù è un uomo riempito di Spirito Santo (figlio di Dio:espressione condivisa dai sinottici e riferita anche a re e profeti), che non nasce neanche miracolosamente; per Giovanni Gesù è un Dio preesistente (πρὸς τὸν θεόν, Dio presso Dio)→come fanno a coesistere le due prospettive teologiche? Perché la comunità marciana, che è una comunità petrina, e la comunità giovannea si sono venute incontro. Si dà un processo di mediazione, si afferma chi crea alleanze, chi allarga il suo raggio d’azione. Perde l’apocrifo di Giovanni4 perché dice che il vangelo di Marco è il vangelo degli stupidi. Vince il Canone, perché è il frutto di una Chiesa che comincia ad allargarsi e a mediare tradizioni, comunità e prospettive testuali. Se inizio a considerare ciò che è segreto come esterno a ciò che è comune, aperto, palese, pubblico questo significato comincia a diventare diverso e comincio a considerarlo falso. Nella accezione della Chiesa proto-cattolica che inizia ad affermarsi nel III secolo inizia a significare “falso”, “inventato”, “occulto”, “non verificabile e non verificato”; dal segreto intimo di dio rivelato agli eletti inizia a diventare un segreto perverso e maligno. I vangeli apocrifi sono quelli considerati eretici. In base a cosa vengono considerati apocrifi? Vengono considerati apocrifi (già l’apocrifo in sé presuppone un distanziamento rispetto alla maggioranza), nel senso di falso ed eretico, non solo dal punto di vista formale ma anche contenutistico. Ad esempio per gli gnostici: • •

Gli uomini non sono tutti uguali Il Dio creatore non è il Dio di Gesù, la creazione è un ambito ingannevole, una prigione da cui Gesù ci libera. Gesù è convinto che il Padre Nostro sia il creatore del cielo e della terra, che ha creato il mondo, ma il mondo che ha creato non lo accoglie quando si rivela nel mondo. Il mondo è creato dal logos, ma il mondo non accoglie il logos quando diventa luce sulle tenebre. Come si può dire che il mondo è stato creato

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L’autore non è lo stesso del IV vangelo. Martin Hengel è l’unico a difendere l’identità coincidente tra Giovanni discepolo, Giovanni autore dell’Apocalisse (scritto giovanile) e Giovanni autore del IV vangelo (scritto della vecchiaia). Il resto della critica distingue le tre figure.

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un Dio cattivo e scemo? Lo gnostico risponde che lo sa per rivelazione divina segreta e la Chiesa, a sua volta ribatte, che questa rivelazione non essendo pubblica è falsa. Retrocediamo a testi più antichi e la cui stesura è parallela a quella dei canonici → risulta più difficile cogliere elementi interni di incompatibilità col canonico. Questi testi vengono esclusi o perché inizia a girare un’idea attraverso questi vangeli che viene avvertita come pericolosa (vangelo di Tommaso→ troppo vicino allo gnosticismo, la dimensione storica è troppo riassorbita dalla dimensione sapienzale di Gesù), oppure quei testi troppo rinchiusi nella dimensione ebraica che non si aprono al mondo. All’interno delle epistole di Paolo ci sono lettere autentiche sicuramente (Romani, I e II Corinzi, Galati, Filemone e Filippesi), altre lettere passano sotto il nome di Paolo e non sono sicuramente paoline (due lettere a Timoteo e lettera a Tito →cosiddette pastorali). Così sicuramente le 2 lettere di Pietro non sono state scritte da Pietro e le 3 di Giovanni non sono state scritte dall’apostolo Giovanni e non si sa neanche se siano state scritte dall’autore del IV vangelo. Le lettere a Efesini e Colossesi sono state scritte da discepoli diretti di Paolo (lettere intermedie). Personaggio sicuramente storico è Luca, sicuramente discepolo di Paolo ed ellenistico autore e del vangelo e degli Atti. Ci sono i risducken wir→passaggio dalla terza persona al noi, in cui sembra che Luca accompagni direttamente Paolo nei suoi pellegrinaggi. Gli Atti raccontano la storia dei discepoli galilei poi trasferitisi a Gerusalemme, che qui fondano la sua comunità. [Samaria: regione impura, venduti al paganesimo] Apocalisse: scritto per la tradizione dal discepolo di Gesù di nome Giovanni. Giovanni, prigioniero, anziano, deportato a Pathmos, in prigione ha una serie di visioni sull’imminente fine del mondo e della venuta della Gerusalemme terrestre.

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22 ottobre 2020 Precisazioni sugli apocrifi: le parabole presenti nei 3 sinottici lasciano intendere che anche agli apostoli fosse evidente una dimensione di segretezza nel messaggio gesuano. Le caratteristiche che distinguono un apocrifo da un canonico in base a due principi: • •

vengono rifiutati i testi che negano la storicità di Cristo vengono rifiutati i testi dualistici, gnostici e marcioni ti (quelli che non riconoscono la dimensione unitaria del dio Creatore e del Dio rivelatore).

Pur nella pluralità dottrinale dei testi neotestamentari, ad esempio è solo in Giovanni che si attesta la divinità di Gesù come divinità preesistente è del tutto assente negli altri 3 vangeli, ma da chi li mette insieme vengono ritenuti compatibili. → I vangeli sinottici insistono su Gesù uomo, il vangelo di Giovanni insiste su Gesù uomo e Gesù Dio, sono ritenuti compatibili perché tutti e 4 condividono la narrazione della storicità di Gesù. Se leggo Matteo e Giovanni accanto e dico che è la stessa rivelazione divina tendo a leggere Matteo nella prospettiva di Giovanni e Giovanni nella prospettiva di Matteo. È molto più facile leggere Marco nella prospettiva di Giovanni, nel senso che Giovanni ha già Marco in sé. Più faticoso è leggere Giovanni nella prospettiva marciana, perché in Marco la prospettiva divina è assente. Chi ha raccolto gli scritti in un’unica Bibbia, per di più cucendoci il Vecchio Testamento? Il canone neotestamentario è stato fissato alla fine del II secolo (Ireneo, Adversus haeresis). Ireneo definisce il canone che poi verrà a corrispondere al canone muratoriano (vd. letteratura cristiana antica)→ attestano una convergenza sui testi ritenuti ispirati. In realtà il canone di Ireneo non è il primo canone a noi noto del N.T., il primo noto è il canone marcionita (eretico, il che non esclude che esistesse già un canone ortodosso ma non ce ne è traccia) →il canone è creazione ecclesiastica che riconosce un’ autorità ecclesiastica che ha argomentato sulla nozione di tradizione. Da questo punto di vista il concetto che sta alla base della Bibbia è cattolica, nel senso che la selezione ecclesiastica pretende che i testi del N.T. siano dipendenti dalle figure degli apostoli, discepoli più o meno diretti di Gesù.1 Il canone deriva dall’accordo universale delle chiese proto-cristiane che federandosi danno origine al primo abbozzo di Chiesa universale (cattolica), che condivide determinate dottrine, una determinata fede, determinati testi e una struttura istituzionale più o meno simile fondata sul ruolo dei vescovi. La Chiesa nasce a Roma per iniziative plurali (Chiesa di Antiochia, di Cartagine, di Tessalonica, di Smirne...) i discepoli portano il messaggio di Cristo, costituiscono cenacoli e piano piano diffondono il “virus” che distruggerà l’Impero. Il vettore privilegiato della diffusione del messaggio è la sinagoga, quando le sinagoghe si induriscono e non accettano il messaggio, le chiese cominciano a diffondersi anche in ambito pagano. Già alcuni emissari avevano preceduto Pietro nella missione romana, e quindi non sarebbe vera la tradizione che vuole Pietro fondatore della chiesa di Roma. Paolo già trova una 1

Il protestantesimo si costituirà sul principio che l’autorità fondamentale della rivelazione divina è la Scrittura, la tradizione cattolica differentemente si concentrerà sul fatto che non basta la Scrittura ma la Scrittura è espressione di una tradizione vivente, ispirata dallo spirito santo e mediata da figure carismatiche istituzionali che sono i vescovi e in particolare per i cattolici il Vescovo di Roma, discendente di Pietro → conflitto tra una concezione istituzionale del carisma episcopale e concezione carismatica della scrittura (Sola fide, sola scriptura). Il concilio di Trento risponderà che non basta la Scrittura perché va interpretata.

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comunità di fedeli di Gesù messia a Roma (vd. Lettere e Atti). Il messaggio di Gesù viene portato in un diverso contesto a seconda che il recettore risieda da una o dall’altra parte della terra. Il messaggio di Cristo si trasmette solo in quanto interpretato, in base alla sensibilità e alle categorie di ogni individuo che per primo riceve il messaggio → modifica del messaggio. Paolo Giovanni e Pietro sono uniti dal minimo comun denominatore (Gesù=salvatore): leggendoli ci si accorge che ognuno di loro reinterpreta la figura di Gesù in base al proprio background e alla propria sensibilità. Marco, discepolo di Pietro, interpreta Gesù in base alla prospettiva petrina che non è la prospettiva paolina. Perché ci sia fusione di queste prospettive serve un’autorità che le consideri compatibili. Il cristianesimo è un fenomeno originariamente plurale ma anche fenomeno storico di connessioni tra le diverse interpretazioni. Ogni tradizione non procede separata ma presto si sente la necessità di una messa in comune del patrimonio interpretativo. Giovanni scrive ad una serie di comunità che si richiamano alla sua autorità ed è evidente che si assiste a un processo federativo tra diverse comunità. Marcione, viene dal Ponto e arriva a Roma intorno al 140, fondando una Chiesa autonoma sua che identifica con l’autentica Chiesa di Paolo e Gesù. Comincia a costituire un gruppo di discepoli con cui scambia lettere→ messa a fuoco di un convincimento condiviso e sostegno economico. La peculiarità del canone marcionita è la presenza di un solo vangelo (sostanzialmente il vangelo di Luca, amputato delle parti non corrispondenti all’interpretazione marcionita. Viene chiamato vangelo di Marcione2) e le Lettere di Paolo (non le pastorali: I Timoteo, II Timoteo, I Tito3). Il canone marcionita è un canone che radicalizza la prospettiva paolina del vangelo come nuova rivelazione di Dio attribuendola non all’unico Dio che ha dato la Legge ma a un altro dio che Marcione definisce il “Dio straniero”. Gesù sarebbe l’inviato celeste di un Dio straniero inviato a rubare le creature umane a un Dio che le ha create e le tiene imprigionate. La creazione e la Legge sarebbero delle prigioni in cui il dio demiurgo tiene le sue creature, Gesù è la rottura della prigione → dualismo teologico (condiviso da marcionismo e gnosticismo4). La prospettiva di AMrcione è fondata su una radicalizzazione di Paolo, ciò significa che anche in paolo è presente una dimensione dualistica ma che non si spinge fino al dualismo teologico. La dimensione dualistica di Paolo è interno all’ rivelazione dell’unico Dio, è un dualismo tra due economie: quella della antica (= Legge5) e della nuova (= Spirito, grazia) rivelazione dell’Unico Dio. Legge e Grazia sono talmente diverse che non possono derivare dall’unico Dio, difatti Marcione scrive le Antitesi in cui confronta un passo del Vecchio con uno del suo Vangelo (es. “occhio per occhio” vs “porgi l’altra guancia”). Paolo invece pensa che la rivelazione dialettica pensa che derivi dall’unico dio ebraico, Marcione non è ebreo. Per un ebreo l’Antico testamento è un po' una catena al piede → ermeneutica biblica: sarà proprio il tentativo di trovare una concordanza tra Vecchio e Nuovo, attraverso tipologia e allegoria. La 2

Vincent (studioso) ritiene che il primo vangelo scritto sia stato quello di Marcione dal quale dipenderebbe Luca e quindi tutti gli altri→ abbassamento della cronologia di tutti gli altri vangeli (dalla metà del II secolo e non più negli anni 70). 3 Conferma il fatto che queste lettere sono posteriori e quindi false. 4 Marcionismo e gnosticismo hanno due prospettive antropologiche diverse: per lo gnosticismo il fedele ha in sé una scintilla divina decaduta, e quindi ontologicamente è un Dio che risponde alla rivelazione del suo Dio, Cristo viene a riprendere il proprio corpo divino. Per Marcione il vero cristiano è il reietto, che vessato dal Dio veterotestamentario in Cristo viene riscattato. 5 Per Paolo è come il pedagogo che deve educare il bambino.

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genesi di un canone neotestamentario è un’operazione polemica rispetto alla Bibbia ebraica: c’è una Bibbia ebraica e io ti contrappongo una Bibbia che libera, che salva non che imprigiona (allo stesso tempo operazione mimetica e polemica). È polemica anche l’operazione fatta nella selezione del canone proto-cattolica: è anti-marcionita, ricompone le differenze, è una logica conciliativa, inclusiva, un movimento molto complesso di accoglimento polemico che tramite l’interpretazione stravolge ciò che viene accolto→ è una logica ermeneutica. Il messaggio di Marcione è puro, netto, esclusivo.

Paolo: In realtà il testo più antico del N.T. attesta una prospettiva secondaria e fortemente reinterpretativa della figura di Gesù, tant’è che se bisogna capire cosa c’era prima di Paolo non possiamo basarci su Paolo ma bisogna riferirci a Marco e altri testi cronologicamente successivi, ma che in realtà si fondano su frammenti testuali anteriori a Paolo → teoria della fonte Q che sarebbe una fonte per noi perduta, che non riusciamo a datare (probabilmente contemporanea a Paolo), che si limitava a registrare una memoria autentica delle parole di Gesù. È come se la fonte Q fosse una registrazione delle parole di Gesù pubblicata solo attraverso le copie più tardi, che la riportano solo parzialmente. Alcuni studiosi pretendo...


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