3. funzioni della moneta PDF

Title 3. funzioni della moneta
Course Macroeconomia
Institution Università degli Studi del Molise
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le funzioni della moneta, il modello di offerta di moneta, gli strumenti della politica monetaria ...


Description

LE FUNZIONI DELLA MONETA La moneta è uno stock di beni che possono essere utilizzati immediatamente per effettuare transazioni. La moneta ha 3 funzioni fondamentali, è: -

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Riserva di valore, in quanto permette di trasferire potere d’acquisto dal presente al futuro, ma è una riserva di valore imperfetta in quanto rimane costante anche quando il prezzo dei beni cresce nel tempo; Unità di conto, perché rappresenta il termine in cui si esprimono i prezzi (le decisioni di spesa vengono invece prese sulla base dei prezzi relativi); Mezzo di scambio, nel senso che viene normalmente scambiata con beni o servizi, evitando di dover ricorrere al baratto; la facilità con cui la moneta viene scambiata con beni o servizi è definita liquidità.

La moneta si distingue tra due tipologie fondamentali: 1. Moneta merce, ad esempio l’oro o il sale (utilizzato da alcune popolazione beduine) che ha un valore intrinseco; 2. Moneta a corso legale o moneta fiat, che non ha un valore intrinseco, ma lo riceve per decreto legislativo. Storicamente il passaggio dalla moneta merce alla moneta fiat è avvenuto per motivi di comodità, attraverso una fase durante la quale ciascuna banconota corrispondeva una determinata quantità di oro. La quantità di moneta disponibile, definita offerta di moneta è: -

Pari alla quantità disponibile della merce, con moneta merce; Controllata dalla Banca centrale, con moneta fiat.

Nelle economia moderne le transazioni possono essere regolate con attività finanziarie diverse (banconote, assegni, titoli al portatore), ciascuna con uno specifico grado di liquidità. Esistono pertanto diverse definizioni di moneta, a seconda del grado di liquidità delle attività che vengono considerate. Nell’area euro (e quindi in Italia) si considerano i seguenti aggregati: C= circolante (banconote e monete metalliche) M1= C + conti correnti liberi bancari e postali, assegni circolari, vaglia cambiari e depositi in conto corrente presso il Ministero del Tesoro M2= M1 + certificati di deposito bancari, depositi bancari a risparmio e in conto corrente vincolati, libretti postali M3= M2 + depositi presso filiali estere di banche italiane. Nella definizione più restrittiva, l’offerta di moneta è pari alla somma del circolante e dei depositi a vista (quelli che possono essere ritirati senza preavviso): M (offerta di moneta)= C (circolante) + D (depositi) In assenza di banche tutta l’offerta di moneta è rappresentata da circolante.

Supponiamo di avere C=M=1000 Ipotizziamo che venga aperta una banca che svolge unicamente la funzione di detenere i depositi dei clienti in luogo sicuro, senza effettuare prestiti. I depositi che la banca riceve e non impiega sono definiti riserve bancarie. Il sistema bancario ha quindi una riserva pari al 100% dei depositi. Ipotizziamo ora che la banca conceda prestiti; la banca comunque deve trattenere una parte dei depositi a riserva per poter soddisfare la domanda di prelievo da parte dei suoi clienti. Supponiamo che trattenga il 20% dei depositi e presi il restante 80% Se gli individui che ricevano il prestito lo detengono sotto forma di contanti, l’offerta di moneta, in presenza di una banca che effettua prestiti (con un tasso di riserva del 20%), ammonta a: M=C+D= 1000+800= 1800 La presenza della banca ha quindi fatto aumentare l’offerta di moneta. Il processo di creazione di moneta da parte delle banche continua fino a quando ci sono istituti nel mercato. In realtà, se ipotizziamo che chi riceve un prestito possa depositarlo presso la stessa banca che glielo concede, il processo di creazione di moneta continua all’infinito anche in presenza di un solo istituto. Dato un tasso di riserva diverso da zero, per ciascun importo depositato soltanto una frazione di esso verrà tuttavia utilizzato per effettuare prestiti. La quantità complessiva di moneta che viene creata da infinite iterazioni del processo è pertanto finita. La capacità delle banche di creare moneta è la principale caratteristica che le differenzia dalle altre istituzioni finanziarie che trasferiscono fondi dai settori in avanzo finanziario a quelli in disavanzo.

IL MODELLO DI OFFERTA DI MONETA Il modello ha 3 variabili esogene: -

La base monetaria (B), composta dal circolante e dalla riserva bancarie, controllata direttamente dalla banca centrale; Il tasso di riserva (rr), definito come la quota dei depositi bancari che le banche trattengono sotto forma di riserve, controllato dalla banca centrale soltanto per la parte della riserva obbligatoria; Il rapporto circolante/depositi (cr=C/D), che riflette le preferenze per la liquidità degli individui.

Si definisce analisi di statica comparata il confronto tra due equilibri quando muta il valore delle variabili esogene. Nel caso del modello di offerta di moneta appena descritto, valgono i seguenti risultati: -

Un aumento della base monetaria determina un incremento proporzionale dell’offerta di moneta; Una diminuzione del trasso di riserva determina un incremento del moltiplicatore monetario e dell’offerta di moneta; Una diminuzione del rapporto circolante/depositi determina un incremento del moltiplicatore monetario e dell’offerta di moneta.

GLI STRUMENTI DELLA POLITICA MONETARIA La banca centrale può quindi controllare indirettamente l’offerta di moneta, attraverso 3 diversi strumenti: 1. Le operazioni di mercato aperto, che modificano il valore della base monetaria (strumento utilizzato con maggiore frequenza); 2. Il coefficiente di riserva obbligatoria, che influisce sul tasso di riserva delle banche (utilizzato raramente); 3. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento presso la banca centrale (normalmente utilizzato alcune volte l’anno). Il terzo canale influenza il costo dei prestiti della banca centrale alle banche commerciali. Un minore tasso sulle operazioni di rifinanziamento implica: -

Un più basso costo per le banche di indebitarsi quando hanno necessità di circolante o di riserve; Un minore tasso di riserva volontario; Un più grande moltiplicatore dell’offerta di moneta.

Il grado di controllo dell’offerta di moneta da parte della banca centrale attraverso gli strumenti di politica monetaria non è perfetto. In particolare, due fattori principali lo influenzano: 1. La discrezionalità delle banche nel decidere il tasso di riserva; 2. La discrezionalità degli individui nel decidere il rapporto circolante/depositi che desiderano detenere. Le banche hanno un bilancio intrinsecamente instabile, perché detengono attività non facilmente liquidabili, i prestiti, a fronte di passività a vista, i depositi in conto corrente. Se tutti i depositanti decidessero di ritirare i propri depositi da una banca, questa non sarebbe in grado di liquidarli, anche se il proprio bilancio fosse in pareggio e la banca fallirebbe. La trasformazione di passività liquide in attività liquide è una delle principali funzioni del sistema bancario e si basa sulla considerazione che è assai improbabile che tutti i depositanti abbiano bisogno di liquidità allo stesso momento. Un problema si pone se tutti i depositanti si convincono che la banca non sia in grado di liquidare i depositi e cercano di ritirarli prima che le riserve si esauriscano. In questo caso si ha una corsa agli sportelli. Per evitare le corse agli sportelli, i maggiori paesi del mondo hanno introdotto un’assicurazione obbligatoria sui depositi....


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