4-Il montaggio alternato PDF

Title 4-Il montaggio alternato
Author Elena Cantarella
Course Tecniche e linguaggi del cinema Techniques and Language of the Cinema 
Institution Università degli Studi di Udine
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Il montaggio alternato “The birth of a Nation”- Griffith, 1915 Con “Nascita di una nazione” (Guerra Civile Americana, durata originale di 180’, ridotti poi a 165’) le possibilità di raccontare del cinema, anche in termini di minutaggio, e la capacità dello spettatore di seguire una storia complessa sono notevolmente aumentate. Griffith utilizza il montaggio alternato, grazie ad esso l’azione si sviluppa in tre diversi spazi: a. La villa di Cameron (dove si sta svolgendo la festa) 1. Salone da ballo 2. Atrio 3. Stanza in cui riposano i Cameron b. Le strade della città (Piedmont) 1. Il giardino e la strada che affiancano la villa (notte) 2. Una strada buia sulla quale alcune persone festeggiano davanti a dei falò (notte) 3. La strada antistante la vila (giorno) c. L’accampamento militare La costruzione della contiguità spaziale e la ricostruzione dell’unità scenica della sequenza vengono attuate da Griffith utilizzano i seguenti espedienti: 1. Didascalie con diverse funzioni: a. Narrativo: - Il salone in cui si svolge la festa viene introdotto da: “Dopo la prima battaglia di Bull Run. A Piedmont, alla vigilia della partenza delle reclute per il fronte”. - Il passaggio dal salone alla stanza in cui riposano i parenti di Cameron è annunciato in modo generico con: “Mentre i giovani ballano per tutta la notte, i bambini e i vecchi si addormentano”. b. Topografico-ambientale: - Le strade:” Falò augurali vengono accesi per le strade”. - L’ accampamento: “Risuona l’adunata”. Le due didascalie hanno la funzione, tipica dell’epoca, di definire le coordinate spaziali della scena in cui lo spettatore dovrà orientarsi. c. d. -

Temporale: Il passaggio notte-giorno: “L’alba. Il momento della partenza delle truppe” Di sottolineatura: “La prima bandiera della Confederazione Sudista, battezzata in battaglia a Bull Run”: la bandiera viene portata da alcuni militari, in mezzo alla confusione, tra la folla esultante, uno di essi la solleva verso la fola. Più tardi: “Nella loro bandiera, c’è lo spirito di tutto il Sud”.

2. Persistenza diegetica: Lo studioso francese Jacques Aumont chiama “raccordi per adiacenza” caratterizzati da una “logica di implicazione narrativa”, la presenza nelle diverse inquadrature di elementi comuni, come ad esempio i personaggi, tecnica molto usata anche nel racconto cinematografico primitivo strutturato in sequenze elementari che si susseguono secondo un ordine lineare (ricorda “Fire!” di Williamson). 3. Affinità tonale: Le strade buie accanto alla villa e quelle più distanti in cui si vede solo il riverbero dei falò hanno in comune il buio, che dà loro una impressione di contemporaneità. Il buio svolge anche una funzione di delimitazione

temporale, diversamente da altri film anche successivi, in cui l’effetto notte è sostituito da una didascalia esplicativa. 4. Raccordi di movimento: Vediamo per esempio dei militari e delle ragazze vestite di bianco che avevamo visto nell’inquadratura precedente nel salone da ballo entrare da destra nell’atrio della villa, che quindi deduciamo trovarsi a sinistra del salone. Allo stesso modo capiamo che la stanza nella quale dorme la bambina è a sinistra dell’atrio e Cameron che nell’inquadratura precedente avevamo visto nell’atrio, lo vediamo entrare da destra. Le scene che chiudono la sequenza ci mostrano la partenza delle truppe ed è costruita sull’alternanza tra tre tipi di inquadrature: l’accampamento con le truppe che avanzano in fila, gli ultimi saluti nella villa e le truppe a cavallo che sfilano davanti alla villa. 5. Raccordi di sguardo: Ad un certo punto della sequenza vediamo Cameron in divisa avvicinarsi alla macchina da presa e guardare verso il lato destro dell’inquadratura. Segue l’immagine che ci mostra la strada buia con i falò, quindi quella di ragazze e militari che passeggiano lungo una strada che costeggia un giardino ed è illuminata dai riverberi dei falò, quindi un’inquadratura in cui Cameron sorride. È un raccordo di sguardo parziale, unilaterale, che si fonda sul fatto che, se vediamo un personaggio che guarda verso fuori campo, come spettatori siamo portati a considerare l’immagine che segue come il fuori campo stesso. Non è il linguaggio del film a piegarsi ad una unità scenica dell’evento (quello che succede in una diretta televisiva dallo stadio di calcio o nelle riprese documentaristiche di un evento unico e irripetibile come ad esempio una manifestazione del folclore), ma al contrario, sono il montaggio stesso e il linguaggio cinematografico a costruire attraverso una serie di accostamenti visivi che continuamente ribadiscono, a vari livelli, la contiguità spaziale. Un linguaggio maturo e consapevole che sembra qui già precludere al montaggio invisibile del cinema classico, un montaggio in cui messa in risalto la duplice natura del montaggio: dissociativa sul piano del linguaggio, associativa sul piano del racconto. Il montaggio disgiunge, separa, spezzetta, ma per mettere insieme, per collegare, per unire. Il narratore finge di seguire la toponomastica implicita nella definizione della scena, di adattarsi ad una unità luogo-azione e ai movimenti e sguardi dei personaggi, quando in realtà è lui stesso a crearli e ad organizzarli dal nulla. Una tecnica importante per una definizione più articolata e complessa dello spazio narrativo è quella della rimemorizzazione del centro narrativo della sequenza: nel caso della sequenza analizzata, la sala da ballo, le cui immagini ritornano più spesso, a ribadire l’unità dello spazio-scena. L’avvento del sonoro renderà in parte superflua questa tecnica, introducendo un effetto di continuità spaziale garantito dal rumore fuori campo. Il montaggio alternato, se da un lato si rivela uno strumento importantissimo per l’ampliamento delle potenzialità drammatiche del cinema (come abbiamo visto, attraverso di esso è possibile creare la suspense: ricorda la scena del salvataggio in Porter), dall’altro svolge la funzione narrativa di ricondurre lo spettatore ad una visione globale degli avvenimenti e dello spazio. Lo spazio, grazie al montaggio alternato, si connota non più soltanto come scena-sfondo o scenacontenitore, ma acquista un’importanza diegetica, essendo la sua definizione strettamente connessa ai personaggi e alle loro azioni. Lo spazio diventa ambiente.

La narrazione (diegesi) mostra la sua duplice tendenza: centripeta da un lato e centrifuga dall’altro. C’è un rapporto di interscambio tra spazio-ambiente e le azioni dei personaggi, i quali da una parte determinano l’ambiente con le loro azioni, dall’altro ne sono determinanti....


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