Laboratorio di Montaggio Digitale PDF

Title Laboratorio di Montaggio Digitale
Author Lorenzo Foltran
Course Scienze e Tecnologie Multimediali
Institution Università degli Studi di Udine
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Summary

LABORATORIO DI MONTAGGIO DIGITALEIntroduzione al montaggioIl montaggio è un procedimento alla base del linguaggio ilmico (cinematograico, televisivo, audiovisivo in genere), ma è anche un generale principio creaivo, una forma di pensiero, un modo di concepire le immagini e in un certo senso anche la...


Description

LABORATORIO DI MONTAGGIO DIGITALE Introduzione al montaggio Il montaggio è un procedimento alla base del linguaggio filmico (cinematografico, televisivo, audiovisivo in genere), ma è anche un generale principio creativo, una forma di pensiero, un modo di concepire le immagini e in un certo senso anche la loro condizione di esistenza. Dato che è impossibile pensare un'immagine al singolare, isolarla dalla rete di rapporti in cui è "persa" o anche solo spogliarla degli strati di memoria che la rivestono.

Montare significa quindi creare nuovi circuiti di senso delle immagini Un film non è semplicemente fatto di immagini ma anche e soprattutto della relazione che le lega Le inquadrature (immagine frammento) vengono pensate come rappresentazioni parziali che attendono di completarsi nella vicinanza reciproca.

Raccontare storie Il montaggio, ma sarebbe più corretto parlare di post-produzione, si colloca nell'ultima fase della realizzazione di un audiovisivo. Si può dire che rappresenti la costruzione e costituzione di una forma e soprattutto di una successione di inquadrature per determinare una narrazione. Se ci pensiamo a fondo, anche la divulgazione scientifica, la trasmissione del sapere, fino ad arrivare al proselitismo religioso, sono pratiche legate al racconto di storie. Storie che in qualche modo soddisfano la nostra curiosità e un bisogno innato che probabilmente funge anche da motore della nostra vitalità. Inoltre, l'attitudine narrativa della mente, dimostrato da recenti studi, è un essenziale adattamento evoluzionistico che ci consente di esprimere la nostra vita come qualcosa ci coerente, ordinato di senso, e non come un caos travolgente. Insomma, le storie, le idee, ci salvano.

Perché tagliare Agli inizi della storia del cinema, "tagliare" è stata una conquista. Considerando l'impostazione teatrale dei primi filmati che posizionavano la macchina da presa frontalmente con un piano totale fisso come inquadratura, iniziare a porre la camera in diverse posizioni creando la frammentazione che tutti conosciamo significava realizzare qualche cosa di nuovo, svincolato da ciò che fino a quel momento si conosceva. Una riconsiderazione spazio-temporale che aveva bisogno di essere sperimentata e approfondita dagli addetti ai lavori ed assorbita e d accettata dagli spettatori. Fu una rivoluzione che consentì a registi e produttori di gestire al meglio il set concentrandosi inquadratura per inquadratura. I tagli, la frammentazione, diedero vita alla nascita di un linguaggio. Il primo passo con cui il cinema si libera della schiavitù del punto di vista teatrale nasce proprio con la trasformazione in convenzione cinematografica di un'abitudine dello spettatore teatrale: trasformare in montaggio, nel cambio di piani di un attacco sull'asse, il passaggio dalla visione naturale alla visione ravvicinata della scena teatrale.

Questione di ritmo Creare un ritmo, un'andatura è questione basilare se si vuole trasmettere il proprio contenuto audiovisivo coinvolgendo lo spettatore e suscitando emozioni. Ritmo non è solamente seguire il "battito" di una colonna sonora ma creare una "musica" interna al nostro montaggio conferendo peso e dimensione alle singole inquadrature e significato alla loro giustapposizione. Che cosa conferisce peso alle inquadrature?  Tempo: un campo lungo ha un peso maggiore rispetto ad un p.p. e quindi richiede più tempo. Nel p.p il tempo si dilata.  Movimento di macchina o macchina fissa: anche in questo caso il tempo percepito cambia.  Contenuto dinamico: se all'interno della mia inquadratura c'è un'azione o tutto è immobile il tempo percepito e il peso della stessa cambia.  Tipologia di spettatore: due pubblici diversi possono dare alla stessa immagine un peso molto differente.  Storia dell'immagine: il peso dell'immagine può cambiare nel corso del tempo. Le immagini di guerra viste oggi con atteggiamento differente.  Suoni o rumori all'interno dell'inquadratura: una inquadratura muta e una ricca di rumori ambientali cambiano la percezione dello spettatore. Nella seconda, più ricca, il tempo sembrerà scorrere più velocemente.  Colonna sonora: lo stesso montaggio con due musiche diverse può cambiare totalmente il senso del ritmo.

Un po' di storia David Griffith fu pioniere del cinema narrativo. Bisognava iniziare a girare con la consapevolezza di voler costruire attraverso la giustapposizione delle inquadrature un flusso organico. Questo tipo di montaggio viene anche definito: Dècoupage classico, montaggio analitico o anche montaggio invisibile.

La standardizzazione della grammatica Con Griffith iniziarono a standardizzarsi le regole per la grammatica classica ovvero:  Inquadratura: singola ripresa paragonabile alla parola  Scena: gruppo di inquadrature che compongono un'azione. Paragonabile ad una frase.  Sequenza: insieme di scene che costituiscono un blocco narrativo del racconto.  Primo piano: assume la funzione di costruire la psicologia del personaggio.  Primissimi piani e dettagli: amplificano ed approfondiscono la visione dello spettatore.

I principi chiave del cinema narrativo   

Leggibilità: il contenuto deve essere chiaro. Buoni e cattivi ben identificabili. Stile omogeneo, chiaro senza effetti complessi come ralenti o accelerato. Gerarchizzazione: in primo piano sempre i personaggi e gli elementi fondamentali alla narrazione. Bassa profondità di campo per mettere in rilievo gli elementi chiave. Ordine delle inquadrature attraverso la gerarchia. Illusione di realtà: doveva dare allo spettatore l'illusione di trovarsi di fronte ad n mondo reale, starci dentro ed occupare un posto in esso. La visione diventa "immersiva". Per ottenere questo effetto è diventato fondamentale il montaggio narrativo.

I principi chiave del montaggio narrativo   

Ogni inquadratura deve durare solo quanto necessario prima di passare alla successiva. Linearità temporale semplice: pochi flash-back e se presenti guidati da un personaggio e "segnalati" da dissolvenze. Il montaggio invisibile: movimenti, sguardi e raccordi che conducono lo spettatore. Uso di obiettivi 50 mm

Cambiamenti di piani Lo spettatore si aspetta che un taglio di montaggio lo porti ad una inquadratura significativamente differente rispetto a quella precedente. Solitamente si utilizza la regola dei 30° per quanto riguarda l'angolazione ma l'inquadratura deve essere diversa anche come porzione di spazio compreso. Viene definita "regola della differenza dei piani". Due campi "vicini" simili creano una sensazione di ripetizione e fastidio nello spettatore. È una cosa da non dimenticare mai quando si monta: non dobbiamo mai trattare le inquadrature come fossero dei tasselli uguali di un puzzle, come elementi inerti o omogenei . Ogni inquadratura ha il suo contenuto, il suo ritmo interno la sua storia, la sua velocità e il suo rapporto con l'inquadratura precedente e quella successiva.

Il montaggio invisibile Illusione di realtà, ricostruzione dell'unità spazio-temporale della scena, continuità al servizio della riconoscibilità della scena, dello sviluppo narrativo, della costruzione drammatica ed emozionale della sequenza. Montaggio di inquadrature corrispondent 1. Raccordo di direzione Quando diverse inquadrature seguono qualcuno o qualcosa che si muove in spazi diversi bisogna passare da una all'altra in modo da dare continuità. È il caso tipico di una passeggiata mostrata con una m.d.p. non in movimento attraverso singole riprese dei singoli luoghi attraversati, montati poi in sequenza. Regola fondamentale di questo tipo di raccordo è che se il personaggio in movimento esce ad esempio da destra, nell'inquadratura successiva deve riappare da sinistra, per evitare confusione nello spettatore, che potrebbe avere l'impressione che il personaggio abbia cambiato direzione. 2. Raccordo sul movimento Il raccordo sul movimento è uno degli spartiacque nell'evoluzione del cinema. Le sue funzioni: Alleggerire il cut, renderlo più invisibile, sfruttando la forza dinamica tridimensionale del movimento Vivacizzare il ritmo della sequenza Le condizioni per poter tagliare e cucire un attacco sul movimento sono: Rispetto della regola delle corrispondenti Velocità del movimento uniforme Il movimento su cui si taglia e cuce deve essere il più importante della scena e trovarsi nella stessa zona delle due inquadrature.

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Trovare il punto giusto dove tagliare è strettamente correlato alla due inquadrature in questione. Per evitare che lo spettatore percepisca una sensazione di ripetizione, è necessario accorciare una frazione del movimento. Attacco sull'asse L'attacco sull'asse è un attacco il cui centro di attenzione rimane nello stesso punto dello schermo nelle due inquadrature. Permette l'ingrandimento e la riduzione della distanza cinematografia che ci separa dal soggetto spostamenti di macchina in avanti o indietro lungo l'asse ottico dell'obiettivo o mediante cambiamenti di focale. Si utilizza l'ingrandimento quando si vuole sottolineare un particolare che in un campo troppo ampio potrebbe sfuggire. Si utilizza invece la riduzione quando si vuole inserire il soggetto in un contesto ambientale più vasto, oppure si vogliono introdurre elementi nuovi Raccordo di posizione e sguardo Consiste nel mostrare un personaggio che guarda qualcosa, e dopo il taglio, mostrare immediatamente l'oggetto, o la persona, guardata dal personaggio nell'inquadrata precedente, nella posizione suggerita dall'inquadratura precedente. In una scena di dialogo, per dare l'impressione che i due personaggi, quando sono inquadrati singolarmente, stiano parlando tra loro, è necessario che uno che guardi verso destra e l'altro verso sinistra. Raccordo sonoro Soggettiva Per soggettiva si intende un'inquadratura o un insieme di inquadrature che rappresentano sullo schermo ciò che vede un personaggio, come è supposto vederlo quel personaggio, cioè dal suo esatto punto di vista, rispettando distanza e direzione che lo separano da ciò che guarda. Solitamente introdotta da un primo piano del personaggio intento a guardare, conclusa a volte con il ritorno al primo piano di chi guarda, la s può in realtà articolarsi in varie forme e negli anni ha raggiunto un tale grado di sofisticazione da rappresentare forse la figura più convenzionale, codificata e al tempo stesso essenziale del linguaggio cinematografico. Piani d'ascolto L'impallamento È una tecnica fondamentale che consente di alleggerire lo stacco da un'inquadratura ed un'altra. Consiste nel porre davanti all'obiettivo un oggetto o un personaggio che renda per una frazione di secondo il fotogramma nero in modo da poter favorire il passaggio ad una nuova inquadratura. Ellissi temporale È il mezzo principale per definire lo specifico tempo cinematografico di una sequenza e di conseguenza è uno degli strumenti per far procedere la narrazione audiovisiva. A volte sono inavvertite e nascoste, le micro-ellissi, alte sono esplicite e dichiarate, le ellissi di grande dimensione. Montaggio alternato Nel montaggio alternato si alternano due azioni scolte in luoghi diversi in una stretta contemporaneità Contnuità dell'ambiente sonoro Quando un taglio non scorre fluidamente, si può spostare leggermente in modo tale da portarlo in un momento di forte continuità della colonna audio. Il principio è elementare, mascherare una sensazione di discontinuità video con una forte sensazione di continuità audio. L'ambiente sonoro è uno strumento essenziale nella continuità perché si basa sulla maggiore capacità analitica dell'orecchio rispetto all'occhio. Fuori campo video e audio Parlare di continuità dell'ambiente sonoro significa anche parlare di fuori campo. Il fuori campo video coincide con la scoperta della possibilità di utilizzare lo sguardo dei personaggi per collegare un'inquadratura alla successiva. Deve essere designato, indicato: normalmente da uno sguardo, da un gesto o da una parola; ma anche da un rumore, da un suono. Può generare suspense: ciò che sta fuori scena è ignoto, non visto, per cui può rappresentare qualcosa di misterioso e non conosciuto. Il fuori campo audio ha una funzione genericamente unificante. Un uso comune è la voce off.

A cosa serve il montaggio Compito del montaggio è precisamente quello di riconnettere le membra disperse dell'azione e darle nuovamente vita. E poi il montaggio serve ad aggiungere. Non si tratta di una semplice somma o di un completamento. È un'aggiunta che da procedere la narrazione, fornendola di nuove informazioni, di nuovi oggetti, di nuovi spazi. Un'inquadratura che si lega alle precedenti non si limita a seguirle ma le completa, le arricchisce di nuovi significati. Il montaggio quindi serve a:  Dare un senso Il montaggio produce senso intenso come direzione, percorso, sviluppo e quindi racconto, descrizione di un'azione e del suo progredire; anche come significato, concetto. Il montaggio concettuale: inserisce nella









narrazione un elemento extradiegetico, ovvero estraneo ad essa; questo spinge lo spettatore a creare paralleli, analogie e differenze, aprendo un ventaglio infinito di significazioni possibili Donare una forma Il montaggio ordina la sequenza in una forma. La forma è così: per essere riconoscibile, associabile a una moltitudine di immagini, deve rivelare una intenzionalità da parte dello spettatore. In questo senso la forma diventa come il passare del tempo e della ripetizione, sinonimo di stile. La prima regola e condizione per tagliare e unire correttamente è che le inquadrature che si giuntano debbano essere di piani o campi relativamente differenti. Conferire un ritmo Il montaggio è ritmo. Il ritmo è cadenza, andatura, pulsazione. Il ritmo è una ripetizione ostinata, una vibrazione che sentiamo nella pelle e nelle ossa più di quanto non la si possa ascoltare nelle orecchie. Il ritmo audiovisivo non è ritmo musicale. Il peso di un'inquadratura è dato da elementi come: tempo, taglio, contenuto e contesto. Costruire il tempo Il montaggio ha sempre giocato con il tempo. Lavora con il tempo scolpendo a grandi blocchi. Il montaggio domina il tempo nella creazione di azioni parallele e sincrone. Montaggio alternato Creare uno spazio

Montaggio Visibile Se con il montaggio invisibile si cerca di illudere lo spettatore nascondendo tutto l'artificio cinematografico, con quello visibile si vuole proprio dichiarare la finzione del cinema, mostrando volutamente gli stacchi di montaggio e ricordando continuamente allo spettatore che sta assistendo alla visione di un film. Questo tipo di montaggio è usato molto nelle pubblicità o nei videoclip, ma tanti sono i registi che lo utilizzano nei loro film creandone un vero e proprio stile. Soprattutto a partire dai registi della Nouvelle Vague.

Il Jump Cut È un attacco che mette in evidenza la "non differenza" tra le due inquadrature. Questo si può ottenere modificando il meno possibile l'angolazione e il piano delle due o più inquadrature che si susseguono, oppure mostrando nelle inquadrature che si susseguono gli stessi personaggi in luoghi e tempi diversi. I Jump cut sono dei veri e propri salti, inquadrature tagliate, dove non ci si preoccupa di usare raccordi classici, ma neppure falsi raccordi; si usa semplicemente una ellissi temporale.

Il flash Cut Funziona sfruttando i limiti della nostra percezione visiva, la nostra incapacità di distinguere coscientemente - un oggetto, una forma, un'azione - al di sotto di una soglia minima di durata dell'immagine e di velocità di movimento. Inquadrature così rapide e confuse non portano a nulla di intellegibile ma alimentano potentemente il flusso di movimento che transita tra le inquadrature stesse. Nel campo della fiction, il risultato è un aumento della sensazione di velocità, persino di violenza, che viene prodotto da una determinata azione scenica.

Negazione della continuità Si tratta della più tradizionale forma di montaggio visibile, nato per esibire l'indifferenza -à quando non il rifiuto ideologico delle più comuni regole della continuità e della verosimiglianza.

Flashback - Flashfoward Flashback: interruzione del racconto di fatti attuali nel loro sviluppo cronologico, per inserirvi un episodio anteriore collegato più o meno intimamente con il racconto stesso. Per estensione, analogo procedimento adottato in opere narrative, soprattutto mediante inserti della memoria del passato nelle vicende del presente. Flashfoward: interruzione di una sequenza cronologica per anticipare eventi che appartengono al seguito della storia.

Estensione o contrazione Il principale strumento che ci consente un'estensione ovvero una dilatazione del tempo del racconto rispetto al tempo della storia è il rallenty. Dilatando il tempo possiamo aumentare la suspense e creare attesa spasmodica nello spettatore in sequenze cariche di pathos. La contrazione è invece una compressione del tempo di racconto rispetto al tempo della storia. In questo caso il caso classico ormai alla portata di tutti è il timelapse.

Overlapping Editing

È la sovrapposizione temporale, ovvero in un'inquadratura la ripetizione di un’azione che già avvenuta nell'inquadratura precedente.

Scavalcamento di campo Oltrepassare la linea dei 180° andando a rompere la continuità dei raccordi.

Color Correction e Color Grading Color Correction Vs Color Grading Al giorno d’oggi questi due termini sono utilizzati molto spesso come sinonimi e sono intercambiabili. In realtà ci riferiamo a due processi ben distinti all’interno del work - flow di post--produzione. Il termine color correction si riferisce al processo di correzione dell’immagine, cioè renderla “neutra”, bilanciando i punti di bianco e nero, l’esposizione, etc. Anche se in ripresa abbiamo fatto tutto correttamente, è necessario. Con color grading ci si riferisce al passo immediatamente successivo, un processo impegnativo, più artistico che tecnico che consiste nel dare all’immagine un determinato stile, relativamente a quello che il tipo di audiovisivo che stiamo realizzando richiede. Il grading è molto spesso un insieme di varie operazioni che sommate andranno a creare quello che viene definito “look” del nostro filmato.

I nodi su DaVinci Resolve I nodi sono blocchi di istruzioni contenenti tutte le azioni che l’utente impartisce al software, il quale le applica all’immagine in un preciso ordine: dal primo nodo creato all’ultimo. In qualsiasi momento del workflow, è possibile ritornare a un nodo precedente e operare delle modifiche, le quali si ripercuoteranno immediatamente su tutti i nodi situati alla destra di esso. L’ordine di esecuzione delle istruzioni è fondamentale: se aumentiamo la saturazione a un’immagine in bianco e nero non noteremo alcuna modifica, ma se aumentiamo la saturazione a un’immagine e POI la trasformiamo in bianco e nero, otterremo un risultato differente.  Nodi seriali: i nodi standard le istruzioni vengono eseguite in ordine cronologico dal primo all’ultimo nodo. Nodi paralleli: nodi che si sdoppiano parallelamente, è possibile operare su due nodi distinti le cui modifiche verranno interpretate contemporaneamente.  Nodi a livelli: nodi che Davinci interpreta come se fossero dei livelli a tutti gli effetti. N.B. nodi paralleli e a livelli sono usati per controllare aspetti più avanzati dell’immagine. 

Luce e Colore Le immagini sono fatte da luci, ombre e da colori. Prima di iniziare a fare qualsiasi cosa su un’immagine, è indispensabile sapere identificare e quantificare queste aree, considerando alcuni elementi essenziali: Il nostro monitor ci mente: marche e modelli diversi hanno specifiche di fabbrica differenti, quasi ogni monitor ha un punto di bianco differente e quella che sul mio monitor appare come un’immagine fredda, su un altro potrebbe apparire calda. Stare sempre attent a non perdere informazioni : se agiamo troppo sulla luminosità di un’immagine possiamo correre il rischio di sovraesporre o sottoesporre eccessivamente alcune porzioni dell’immagine che subiranno una perdita di informazioni disastrosa. L’esempio c...


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