7. Clistere evacuativo e curativo PDF

Title 7. Clistere evacuativo e curativo
Course Tirocinio 3
Institution Università degli Studi di Roma Tor Vergata
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appunti su probabili domande d'esame...


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7. Procedura di esecuzione di un

clistere evacuativo e curativo nel paziente pediatrico. Procedura di esecuzione di un microclisma

nel neonato e lattante. Definizione Introduzione nell’ultimo tratto dell’intestino di una determinata quantità di liquido (enteroclisma). Il meccanismo d’azione del clistere evacuativo può essere: 

Meccanico: dovuto sia al volume del liquido introdotto sia dalla sonda. Per questo motivo il clistere può essere eseguito ad altezze diverse a seconda dell’effetto che si vuole ottenere. Il clistere evacuativo, riguardo l’azione meccanica, può essere: ad ALTA PRESSIONE nel caso in cui l’altezza dell’irrigatore dal piano del letto è di circa 80 – 90 cm: distensione improvvisa dell’ampolla rettale con stimolo peristaltico immediato; a MEDIA PRESSIONE nel caso in cui l’altezza dell’irrigatore dal piano del letto è di circa 50 cm: distensione moderata con moderato stimolo peristaltico; a BASSA PRESSIONE quando l’altezza dell’irrigatore dal piano del letto è di circa 30 cm: lenta distensione con assenza di stimolo peristaltico.



Chimico/osmotico: tale meccanismo è determinato dalla sostanza utilizzata poiché questa, quando introdotta, può avere un effetto irritante per la mucosa o un effetto osmotico (richiamare liquido dagli spazi extracellulari nel lume intestinale). Per questo motivo la soluzione usata può essere: ipertonica, ipotonica o isotonica;



Termico: determinato dalla temperatura del liquido. La soluzione prima di essere introdotta deve essere sempre preriscaldata.

Scopo Svuotamento dell’ultimo tratto intestinale o somministrazione di mezzi di contrasto. A seconda dell’obiettivo il clistere può essere: Il clistere evacuativo stimola la peristalsi irritando colon e retto e distendendo l'intestino con il volume dei liquidi introdotti. NON DEVE ESSERE MAI FATTO UN USO FREQUENTE DEL CLISTERE EVACUATIVO! Il clistere carminativo è somministrato principalmente per espellere i gas. La soluzione introdotta nel retto libera gas, con successiva distensione del retto e del colon e conseguente stimolazione della peristalsi. Il clistere di ritenzione prevede l'introduzione di olio nel retto e nel sigma in modo da ammorbidire le feci e lubrificare il retto e il canale anale, facilitando quindi il passaggio del cilindro fecale. Il clistere terapeutico rilascia nutrienti o principi attivi. Antibiotici e Kayexalate (una resina utilizzata per rimuovere l'eccesso di potassio) sono esempi di clisteri medicati. Indicazione Trattamento della stipsi, preparazione ad intervento chirurgico, preparazione ad esame endoscopico, preparazione ad esame radiologico, evacuazione feci in pz paraplegico o con alterazione della motilità intestinale (megacolon). Diversamente, le controindicazioni sono: ileo paralitico, occlusione intestinale, post interventi chirurgico intestinale. Il clistere necessita di prescrizione con indicato: sostanza da infondere, volume totale della sostanza, tempo di infusione e pressione di infusione. Differenze per età: Posizione paziente: 

Neonato: posizione laterale sinistra con le ginocchia raccolte sul petto o supino con le gambe raccolte per esporre l’ano;

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Bambino/adolescente: posizione di Sims con la gamba destra flessa a 45° vicino alla sponda del letto o la posizione a carponi, eventualmente con un cuscino sotto la pancia.

Valutare la possibilità di mantenere la presa sui glutei per ritenere la soluzione, se bambino poco collaborante.

Volumi da infondere

Procedura ATTI DI SUPPORTO PRE PROCEDURA 

Lavaggio antisettico delle mani.



Preparazione presidi necessari: 

Guanti monouso;



Contenitore per rifiuti;



Sostegno per sacca (albero);



Sacca con deflussore;



Sonda rettale;



Soluzione prescritta;

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Lubrificante;



Cerata e traversa;



Occorrente per igiene perineale.

PROCEDURA 

Riempire la sacca con circa 750-1000 ml della soluzione prescritta e portarla ad una temperatura di 37 – 39°;



Eliminare l’aria dal deflussore facendo defluire il liquido. Porre la sacca all’altezza desiderata. Sistemare la cerata e la traversa sotto la persona. Posizionare la persona sul lato sinistro con l’arto inferiore destro flesso (decubito laterale). Lubrificare l’estremità della sonda;



Visualizzare l’orificio anale ed introdurre delicatamente e con movimento rotatorio la sonda nel retto per circa 10 cm seguendo la linea ano-ombelico;



Raccordare la sonda al deflussore e iniziare la somministrazione lentamente. N.B. SE IL FLUSSO è LENTO, LA PERSONA AVVERTIRA’ MENO DOLORE E RIUSCIRA’ A TRATTENERE UNA QUANTITA’ MAGGIORE DI SOLUZIONE.



Mantenere la sonda in sede durante l’esecuzione;



Quando nella sacca rimane presente un residuo minimo di soluzione, interrompere la somministrazione clampando (o chiudendo) il deflussore per evitare un possibile reflusso di liquido;



Rimuovere delicatamente la sonda e chiedere alla persona di ritenere la soluzione per almeno 10-15 minuti per ottimizzare l’effetto;



Posizionare il paziente sulla padella, sulla comoda o accompagnarla in bagno.



Eseguire l’igiene perineale.

In alternativa può essere utilizzato il MICROCLISMA MONOUSO. Consiste in un contenitore da circa 120 – 130 ml dotato di una cannula rettale per la somministrazione del prodotto. Prima dell’utilizzo di tale presidio è preferibile scaldare la soluzione a circa 40°C. ATTI DI SUPPORTO POST PROCEDURA 

Lavaggio delle mani



Riordino del materiale



Registrazione nella documentazione prevista

In caso di microclisma, la procedura prevede l’inserimento nell’ultima parte del retto della cannula già presente sul prodotto. E’ necessario aprire il microclisma rimuovendo il copricannula; sfilare il copricannula mantenendo fermo il soffietto del contenitore. A questo punto, applicare qualche goccia di prodotto nella zona perianale e introdurre delicatamente la cannula nel retto. Poi, premere a fondo il microclisma e al termine dell’applicazione mantenerlo premuto fino ad estrazione completa della cannula, quindi attendere l’effetto.

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Diagnosi infermieristiche: 

ALTERAZIONE DELL’ELIMINAZIONE INTESTINALE correlata alla presenza di materiale compatto nell’ultimo tratto del retto, che si manifesta con dolori addominali, meteorismo, gonfiore. o o o o o o

Valutare il dolore Valutare l’addome Proporre una dieta adeguata con un nutrizionista Favorire il movimento e l’attività Eseguire un clistere evacuativo spm Iniziare un bilancio idrico

Problemi collaborativi       

Diarrea e conseguente disidratazione. Stipsi, dolore addominale, meteorismo. Squilibri idro-elettrolitici: es. deplezione di potassio e/o di sodio (in caso di colite ulcerosa o diverticolite) e/o disidratazione in caso di utilizzo di soluzione ipertonica. Infiammazione del colon e del retto: derivano dall’azione chimica delle sostane utilizzate (in particolare sostanze saponose). Traumi tissutali che possono essere dovuti o alla sonda (in caso di forzatura o eccessiva velocità dell’infusione) o alla soluzione (troppo calda, troppo fredda, irritante) Stimolazione vagale: determina una chiusura dello sfintere anale con conseguente distensione intestinale. Ciò è pericoloso per i cardiopatici, in quanto si possono sviluppare aritmie o riduzione della perfusione del muscolo cardiaco. Dipendenza fisica e psichica da lassativi, supposte, clisteri.

Delega La somministrazione del clistere non può essere delegata al personale di supporto. L’OSS coadiuva l’infermiere nell’effettuazione della procedura. Responsabilità educative e riabilitative L’infermiere educa i genitori ad eseguire microclismi a domicilio, se necessari e prescritti dal pediatra. Aspetti etici SICUREZZA e COLLABORAZIONE L’infermiere si impegna a non nuocere durante l’esecuzione del clistere. Egli collabora, inoltre con il medico, il quale prescrive la somministrazione del trattamento DOLORE L’infermiere informa il paziente sulla procedura, illustrando il fatto che essa non è dolorosa, ma può essere fastidiosa. L’infermiere è responsabile di non provocare dolore effettuando la manovra con attenzione e avendo preventivamente scaldato la soluzione da infondere.

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