ALDO Rossi Architettura Nella Citta\' PDF

Title ALDO Rossi Architettura Nella Citta\'
Author ElEfAnTe CiCcIoNe
Course Urbanistica
Institution Politecnico di Torino
Pages 4
File Size 111.5 KB
File Type PDF
Total Downloads 112
Total Views 171

Summary

Download ALDO Rossi Architettura Nella Citta' PDF


Description

CAPITOLO 1 Concetto principale della sua teoria in merito alla definizione della città: la struttura dei fatti urbani. Secondo l’autore quando si giudica una città ci si può porre di fronte ad essa con due ottiche differenti: 

una riferita all’immagine complessiva urbana del manufatto architettonico



l’altra inerente all’analisi dei fatti urbani, vale a dire degli intorni più limitati della città caratterizzati da una loro architettura e da una loro forma.

ESEMPIO PUNTO 2: A questo proposito Aldo Rossi cita il Palazzo della Ragione di Padova, in cui individua tutto il significato della sua teoria dei fatti urbani: un edificio dalle diverse funzioni, trasformato nel tempo ma impresso nell’immagine della città. Chi vive e percorre questo spazio associa delle impressioni positive o negative : la sommatoria di queste sensazioni ci restituisce l’immagine della città. I fatti urbani vengono così assimilati a delle opere d’arte tanto da far pensare alla città come “la cosa umana per eccellenza”, costruita con la fatica da parte dell’uomo. Aldo Rossi a questo punto critica l’idea di chi ipotizza la città come un elemento architettonico plasmato dalla funzione: è una critica al funzionalismo ingenuo, utile per la classificazione ma non esaustivo per poter definire la nascita di una città. Il problema della classificazione viene affrontato da Rossi mediante due punti di vista autorevoli: 

per Tricart “la città è un contenuto sociale”



per Marcel Poetè il concetto della strada è l’elemento da cui partire per l’analisi di una città.

Da quest’ultimo aspetto Rossi percepisce la validità della sua tesi, individuando nei tracciati stradali, nelle vie di comunicazione di una città il significato degli elementi primari, i punti fissi del passato urbano, che talvolta possono essere considerati elementi patologici ma che in realtà devono divenire elementi propulsori della dinamica urbana. “Il processo dinamico di una città – dice Rossi- tende più all’evoluzione che alla conservazione”: questo aspetto, unito al tema delle aree residenza, definisce la città.

CAPITOLO 2 Elementi fondamentali della teoria dei fatti urbani teorizzata da Aldo Rossi: 

l’area è l’elemento fondamentale dal quale partire per conoscere i fatti urbani ed è considerata come un’opera civile, essendo parte dell’architettura della città. L’area definita da Rossi è nominata area-studio, vale a dire una porzione dell’area urbana, un’astrazione dello spazio della città: questo comporta una visione urbana parcellizzata e divisa in parti che secondo l’autore possono essere riassunte in aree residenza ed elementi primari. L’area residenza diventa così un aspetto rilevante che Aldo Rossi studia per definire la città, analizzando alcuni esempi europei. A questo proposito si citano gli esempi di Berlino, con lo studio dei tipi edilizi presenti nell’Europa del nord fino ad arrivare all’esperienza del Siedlung di Stoccarda, per poi passare alla Garden City e alla Ville Radieuse, due esempi contemporanei di residenza dell’architettura moderna.



Gli elementi primari sono,invece, l’aspetto che Rossi analizza nella seconda parte del capitolo: si tratta

degli elementi fissi della vicenda urbana che possono essere definiti come monumenti, vale a dire processi di trasformazione spaziale del territorio. L’interazione tra area residenza e gli elementi primari permette la dinamica e lo sviluppo della città. ESEMPIO citato da Rossi riguarda la città di Arles in cui un grande anfiteatro romano, poco alla volta occupato e costruito al suo interno, è divenuto il simbolo della teoria architettonica della città: da elemento permanente nella storia della città francese ha subito delle trasformazioni in aree-residenza, diventando una città dentro ad un teatro. La città cresce quindi per punti ma anche per aree, vale a dire per monumenti e residenze: mentre nei primi è preminente la forma nella seconda,invece, compaiono i valori del suolo urbano. Questo rapporto non porta sempre a delle unificazioni; talvolta determina dei contrasti come negli esempi di Londra e Berlino in cui si ha la percezione della città divisa in settori. Tuttavia mediante gli elementi primari, catalizzatori della dinamica urbana, la città presenta in se stessa tutte le possibilità di evolversi.

CAPITOLO 3 Il terzo capitolo del libro tratta il concetto di architettura e l’individualità dei fatti urbani. Innanzitutto Rossi si concentra sul significato del termine locus in rapporto al tema della città: il locus è un rapporto singolare e universale che esiste tra una certa situazione locale e le costruzioni in esso inserite. Si fa riferimento al genius loci; nel mondo antico la divinità che presiedeva e curava un luogo. Il locus diventa così elemento spaziale e temporale in cui si colloca la città. La città è anche costruito, quindi strettamente connessa all’architettura: Rossi lega questo concetto al termine scienza riferendosi a tale proposito alla definizione di Le Duc che vede nell’architettura come scienza l’unica possibilità di risolvere i problemi. “ L’architettura per realizzarsi- dice Rossi- deve diventare città”. A questo punto l’autore ripropone la diatriba in merito al rapporto tra forma e funzione nella nascita della città, criticando la predominanza della funzione nella dinamica urbana. Le forme stesse nel loro costruirsi, che vanno al di là delle funzioni che devono assolvere, definiscono esse stesse il valore di una città. ESEMPIO questo proposito Rossi dedica un paragrafo ad un esempio rilevante per la dimostrazione della sua tesi: il Foro Romano. Questo luogo, inizialmente paludoso, sparso tra le colline in cui vivevano alcune tribù, diventa nel corso della storia, mediante la creazione di collegamenti dettati dalla conformazione del terreno, un mercato, una vera e propria piazza. Quando cade l’impero Romano, il Foro decade insieme ad esso nelle sue funzioni ma rimane un fatto specifico all’interno della città, diventando così un fatto urbano di estrema modernità. Rossi si concentra quindi sul ruolo ricoperto dai monumenti nella dinamica urbana, individuando nell’originalità delle forme architettoniche , espresse da questi segni della volontà collettiva, la crescita della città. La città diventa così depositaria di storia, legata al tema della memoria collettiva: è costruita nel tempo, sulle tracce del passato. La città è , secondo l’autore, il locus della memoria collettiva.

ESEMPIO conclusivo del capitolo è la città di Atene, la prima idea chiara della scienza dei fatti urbani: è il passaggio dalla natura alla cultura e questo passaggio si concretizza mediante la costruzione del tempio, delle sedi politiche e degli edifici sociali. Attraverso questi elementi generatori, la residenza si insinua attivamente nella formazione della città, costituendone la forma a noi conosciuta.

CAPITOLO 4 L’ultimo capitolo dell’Architettura della città affronta l’evoluzione dei fatti urbani: è la conclusione in cui si analizza la dinamica futura della città. A questo proposito Rossi studia la città analizzando i fattori che hanno causato la trasformazione della dinamica urbana: trasformazioni che, secondo l’autore, avvengono ogni 50 anni, in un periodo di tempo molto ristretto. Le trasformazioni considerate da questo studio risiedono su diversi piani, anche se il fattore economico viene riconosciuto come l’elemento principale dal quale partire per analizzare l’evoluzione della città. Questo aspetto viene affrontato nel testo mediante due tesi di autorevoli esponenti: 

la prima, di Maurice Halbwachs, affronta

il tema dell’espropriazione nella città;

ESEMPIO Per quanto riguarda la prima tesi, l’autore definisce l’espropriazione come la considerazione economica principale dalla quale nasce una città. Infatti l’espropriazione viene considerata non come un fatto straordinario della dinamica urbana ma l’elemento più certo e sicuro dell’evoluzione della città. A supporto di tutto ciò si citano i piani di Milano di Teresa d’Austria dove risulta chiaro come l’elemento economico riuscisse ad essere predominante rispetto alla forma della città: esempio riassuntivo è il progetto del Foro Bonaparteo.



la seconda , sostenuta da Hans Bernoulli, affronta il concetto di proprietà privata e la parcellizzazione del territorio cittadino. ESEMPIO La seconda tesi che Rossi analizza si riferisce invece al concetto di proprietà privata del suolo: secondo questo studio la proprietà del suolo viene vista non come un’innovazione ma quanto una limitazione dello sviluppo della città in quanto i confini di proprietà, che sono tracciati nel passato, sono inamovibili e poco si adattano alla dinamica urbana.

A questo punto l’autore cerca di trovare un pensiero comune a queste due tesi, definendo la dimensione urbana del progetto, introducendo alti fattori quali quelli storici e sociali nell’evoluzione della città. ESEMPIO Rossi definisce la storia della città mediante tre fasi: una prima fase in cui la città medioevale abbandona l’economia domestica della bottega, una seconda dove si assiste al fenomeno

dell’industrializzazione in cui fisicamente la zona lavoro è separata dalla residenza ed infine la città dei trasporti individuali che ha permesso una totale parcellizzazione della città. Residenze e lavoro diventano così i due aspetti che maggiormente definiscono la dinamica urbana. L’ultima parte del capitolo viene dedicata dall’autore alla politica e in particolare al ruolo che essa riveste nella costituzione della città. La politica, in ultima istanza, deve fornire le forme della città, deve farsi carico delle proprie responsabilità ed esprimere così il volere della collettività....


Similar Free PDFs