Analisi Del Film - Casetti / Di Chio PDF

Title Analisi Del Film - Casetti / Di Chio
Course DAMS - Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo
Institution Università di Bologna
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Summary

Riassunto del libro "Analisi Del Film" di Casetti e Di Chio in vista dell'omonimo esame....


Description

ANALISI DEL FILM

Analisi: Parte da valori di riferimento su campioni che appartengono al sistema, consiste in una serie di operazioni su un oggetto volte ad una sua scomposizione e ricomposizione, al fine di conferirgli una maggiore intelligibilità. Interseca discorsi di tipo critico, storico e teorico. Campione: frazione del testo che presenta elementi di omogeneità rispetto al sistema totale.



L’analisi del film considera il film in quanto testo, dunque: oggetto di linguaggio, momento di narrazione e unità comunicativa. Ha una valenza didattica, una teorica ed una documentaria.

BASI DELL’ANALISI:     

Distanza: una “buona distanza” è un grado di distacco che permette un’investigazione critica e al contempo appassionata, rende il film disponibile e dominabile Riconoscimento: individuazione di quanto appare sullo schermo, compiuto su elementi singoli per delinearne l’identità Comprensione: riportare le singolarità all’interezza del testo Descrizione: ripercorrere una serie di elementi con accuratezza Interpretazione: cogliere il senso del testo

Quanti tipi di significato può avere un film? 1. 2. 3. 4.

significato referenziale significato esplicito significato implicito significato sintomatico (film inteso come oggetto culturale, corpo che riporta segni della società)

ANALISTA:     

Comprensione preliminare: tipo di conoscenza pregressa dell’oggetto in analisi Formula ipotesi operativa: prefigurazione di un plausibile risultato dell’analisi Delimitazione del campo: deve fare i conti col film in sé (immagini e suoni), e non con fattori esterni (produzione, modi di consumo..) Metodo: semiotica, sociologia, psicanalisi Definizione degli aspetti: componenti linguistiche, modi di rappresentazione, dimensione narrativa, strategia di comunicazione

SCOMPOSIZIONE DEL FILM: 1. Segmentazione: la linearità viene scomposta in grandi unità di contenuto da suddividere ulteriormente, opera sull’asse del tempo.

2. Stratificazione: scomposizione dello spessore del film, avviene a partire da unità definite, osserva la presenza e la variazione di elementi pertinenti all’analisi, individua componenti interne postsegmentazione. 3. Ricomposizione: riaggregare elementi individuati e costruire un “modello” che metta in luce la logica che li unisce. 1. Segmentazione  





Episodio: unità pienamente autonoma ed individuabile, storie o fasi, marcatamente diverse, in una medesima storia. Discontinuità narrativa o extranarrativa molto forte. Sequenza: unità narrativa non autonoma, inserita in modo organico nel continuum del film, discontinuità media che riguarda il racconto o la punteggiatura del film. Più frequenti degli episodi, meno articolate e delimitate. Inquadratura: unità tecnica (segmento della pellicola girato in continuità, delimitato da un fermo della M.D.P.) e di contenuto (es. campo/controcampo, dialogo in cui M.D.P. si sposta da un personaggio all’altro) Immagine: sottounità dell’inquadratura, identificata dalla sua omogeneità visiva, a partire da una dotata di una dimensione eterogenea (pluralità di spazi, azioni, visioni e situazioni) Episodio > Sequenza > Inquadratura > Immagine

2. Stratificazione 



Identificazione di una serie di elementi omogenei che possono riguardare i diversi livelli del testo: stilistico, tematico, figurativo, sonoro, narrativo. Questi fattori appartengono a uno stesso asse che percorre in modo trasversale il film, rappresentano una partitura indipendente dalla successione delle immagini. Articolazione delle serie ottenute sul continuum temporale del film. Osservazione dei processi di opposizione (dissolvenza/stacco, notte/giorno) e variazione della serie (dissolvenza incrociata/dissolvenza inversa, interno luminoso/interno buio). 3. Ricomposizione

   

Enumerazione: elenco sistematico delle presenze del film. Ordinamento: si individua il sistema di relazioni presente fra gli elementi analizzati. Si identifica il ruolo delle componenti del film. Ricompattamento: tanti elementi arrivano ad un numero più ridotto tramite l’unificazione, la sostituzione o la gerarchizzazione. Modellizzazione: presentazione di un “modello”, schema che dà una visione concentrata dell’oggetto, evidenziandone linee di forza e andamenti ricorrenti. Rappresentazione sintetica ed esplicativa del fenomeno in analisi.

Le prime due fasi servono a redigere una mappa descrittiva dell’oggetto, la quale tenga conto di differenze e somiglianze di struttura e funzione. Le ultime due costruiscono una visione unitaria dell’oggetto che renda ragione, attraverso una rappresentazione sintetica, dei suoi principi di costruzione e funzionamento.

I modelli possono essere:  

 

Figurativi: forniscono un’immagine complessiva del testo, concretizzano andamenti e strutture Astratti: formula che riduce andamenti e strutture a un insieme di rpporti formali, esprimibili in un linguaggio logico-matematico Statici Dinamici

I modelli non possono esistere senza scomposizione e viceversa CRITERI DI VALIDITA DI UN’ANALISI:   

Coerenza interna: non contraddizione Fedeltà empirica: relazione con l’oggetto Rilevanza conoscitiva: valore euristico, dice qualcosa di nuovo

CRITERI SPECIFICI:  Profondità: arrivare al cuore del film  Estensione: ricondurre all’analisi il maggior numero di elementi  Economicità: sintesi esplicativa  Eleganza: prolungare l’esperienza del film LINGUISTICITA DEL CINEMA: Volta alla ricerca di materie di espressione o significanti, attua un confronto con i segni e fa riferimento a dei codici operanti nel testo filmico. Il cinema inteso come “testo”, all’interno del film si trovano sistemi di segni che provengono da aree espressive diverse; esso presenta una scarsa sistematicità, è impossibile individuare pregresse, definite e indiscutibili (es. significato inquadratura dall’alto). MATERIE DI ESPRESSIONE: Segni, codici, significanti visivi e sonori (immagini, tracce scritte/voci, rumori, musica). 1. Segni Qualcosa che significa qualcos’altro, i segni possono essere catalogati secondo la tripartizione di Pierce:  Indici (presenza): testimoniano l’esistenza ma non la qualità dell’oggetto. (Rumori)  Icone (qualità): descrive le qualità del referente anche nel caso non esista, i contorni dell’oggetto. Testimoniano la qualità, ma non l’esistenza dell’oggetto. (Immagini)  Simboli (norma): convenzione condivisa (es. retta sulla lavagna), non dicono niente né dell’esistenza, né della qualità di qualcosa. (Musica e parole) 2. Codici Sistema di corrispondenze punto a punto: ogni elemento del messaggio ha un corrispettivo. Consistono in un repertorio di segnali che indicano determinati comportamenti (es. semaforo). Rappresentano un insieme di norme condivise (es. codice stradale).

 

Codici cinematografici: parte tipica e integrante del linguaggio cinematografico, specifici. Codici filmici: non legati al cinema in quanto tale, possono manifestarsi al di fuori di esso.

    

CODICI TECNOLOGICI DI BASE CODICI VISIVI CODICI GRAFICI CODICI SONORI CODICI SINTATTICI

CODICI TECNOLOGICI DI BASE: Incidono sulla “definizione”, quindi la quantità e la qualità dell’informazione, e sulla praticabilità o meno di soluzioni espressive.   

Codici del supporto (sensibilità, formato) Codici dello scorrimento (cadenza, direzione) Codici dello schermo (superficie, luminosità)

CODICI DELLA SERIE VISIVA: Codici non esclusivi, presenti anche nella fotografia e nella pittura. 1. Iconicità: riconoscere le figure in quanto icone. 2. Fotograficità: costruzione fotografica dell’immagine. Riguarda il sistema di inquadrature, la posizione e l’utilizzo della M.D.P. 3. Mobilità: mobilità della M.D.P., movimento del mezzo di riproduzione. 1. Iconicità

    

Denominazione/Riconoscimento: codici che permettono di identificare le figure e ciò che queste rappresentano Trascrizione: sottoforma di resa o distorsione dell’immagine. Corrispondenza fra tratti semantici e artifici grafici Composizione: in termini di figurazione (forte, simmetrica..) e plasticità (figura, sfondo..) Iconografici: attraverso la definizione visivamente convenzionale di caratteristiche del mondo o dei personaggi Stilistici: elementi caratteristici dell’autore (Johnny – Tim Burton, Clint Eastwood – Western)

2. Fotograficità

    

Prospettiva: fa guadagnare naturalezza e stabilità della struttura visiva di riferimento Margini del quadro: formato dell’immagine + rapporto fra spazio “in” e “off” Modi della ripresa: attraverso la scala dei campi e dei piani, i gradi di angolazione e gli angoli di ripresa Forme di illuminazione Colore

Campi/Piani: indicano una quantità di spazio, una distanza (tra chi riprende e le cose riprese) e una relazione tra personaggio e ambiente

 Campo lunghissimo: intero ambiente in cui personaggi e azioni si disperdono  Campo lungo: assegna un ruolo di qualche tipo alla figura umana, mantenendo l’enfasi sul fattore ambientale  Campo medio: prima del personaggio sono presenti almeno 3 livelli di campo, l’azione è al centro dell’attenzione, l’ambiente fa da sfondo  Totale: focalizzazione sui personaggi e le azioni che compiono, comunque l’ambiente è più importante  Figura intera: personaggi disallineati, focalizzazione sulle espressioni facciali e sui personaggi interi  Piano americano: esclude i piedi, focalizzazione sul personaggio e l’azione che svolge, centrale, dalle ginocchia in su  Mezza figura: riprende dalla cintola in su  Primo piano: tende ad inquadrare il volto del soggetto, partendo da collo e spalle  Primissimo piano: anche il volto viene tagliato all’altezza di mento e fronte, focus su bocca e occhi  Particolare: focus su un particolare del corpo umano  Dettaglio: particolare ravvicinato di un oggetto inanimato

Modi della ripresa:  Gradi di angolazione: inquadratura frontale (stessa altezza oggetto), plongée (dall’alto al basso), contre-plongée (dal basso all’alto).  Gradi di inclinazione: normale (base dell’immagine parallela all’orizzonte dell’inquadratura), obliqua (base e orizzonte divergenti, verso dx o sx), verticale (piano e orizzonte perpendicolari). Illuminazione:  Neutra: attenta alla riconoscibilità degli oggetti, conferisce l’effetto realtà.  Marcata: alterazione dei contorni, antinaturalistica, focus su luce in sé. 3. Mobilità Movimento profilmico VS Movimento di macchina (reale VS apparente)  

Panoramica (descrittivo): macchina si muove sull’asse in senso orizzontale, verticale e obliquo, aggiungendo porzioni di spazio nelle varie direzioni. Carrellata (soggettivo): macchina viene posta su un carrello dotato di binari, una gru fissa o semovibile, un’automobile o un corpo. Movimenti fluidi in tutte le direzioni, a simulare lo sguardo soggettivo umano in modo realistico.

CODICI GRAFICI:    

Didascalie: servono a integrare le immagini, ne spiegano i contenuti, il passaggio da una all’altra. Si possono trovare fra le varie immagini o nelle immagini stesse. Sottotitoli: si trovano sulla parte bassa delle immagini, di solito sono traduzioni Titoli: si trovano in testa e coda del film Scritte: appartengono alla realtà rappresentata, il film le riproduce fotograficamente  Diegetiche: appartenenti al piano della storia  Non dietetiche: estranee al mondo narrato, appartenenti al mondo di chi narra

CODICI SONORI:

Il suono cinematografico viene definito “ diegetico” se la fonte di esso è presente nello spazio rappresentato. Possiamo distinguere suoni:    

On Screen: dentro i limiti dell’inquadratura Off Screen: fuori dai limiti dell’inquadratura Interiori: se la sorgente è nell’animo dei personaggi Esteriori: se la sorgente ha una realtà fisica oggettiva

Vi sono poi i suoni non diegetici, la fonte dei quali non è presente. Questi ultimi, insieme ai suoni interiori, vengono definiti “Over”, perché non provengono dallo spazio della vicenda.



Voce

 “Voce in”: doppiaggio, può provocare alterazioni del dialogo o sensazioni di artificiosità  “Presa diretta”: produce effetto di realtà  “Voce fuoricampo”: Off o Over (collegamento temporale fra le diverse sequenze, raccolta in un’unità superiore di diverse sequenze autonome, introduzione o cornice, intervento forte)



Rumori

 “Rumori in campo (in)”: rendono più verosimile la situazione audiovisiva, conferiscono realisticità  “Rumori da fonte diegetica non inquadrata (off)”: raccordo tra immagini appartenenti alla stessa realtà, o riempitivo in situazione visiva poco significativa (es. film horror)  “Rumore proveniente da campo radicale (over)”: funzione narrativa più astratta (es. stacco da sequenza a un’altra)



Musica

 “Musica in”  “Musica off”  “Musica over”: più utilizzata, sia come accompagnamento, sia come conclusione di una sequenza, sia come accentuazione dello stacco fra una sequenza e un’altra.

CODICI SINTATTICI (O DEL MONTAGGIO): Le immagini si sviluppano lungo una continuità e attraverso una durata. I codici sintattici regolano l’associazione dei segni in unità più complesse. Tali codici possono attivarsi a due livelli distinti:  “dentro le immagini”: agiscono peNr simultaneità, collegando elementi compresenti nella stessa immagine  “tra le immagini”: agiscono per progressione, associando e organizzando elementi facenti parte di immagini diverse (montaggio) Tipologie di associazione: 

Per identità: stesso elemento ritorna da immagine a immagine (palloncino in “Le Ballon Rouge), può riguardare elementi di contenuto (profilmico) , dove uno stesso soggetto è presente in due

 

 

immagini, ma inquadrato diversamente, o modi di rappresentazioni (stile),dove due immagini presentano due oggetti diversi, ma inquadrati ugualmente. [A=B] Per analogia o contrasto: presentano elementi simili ma non identici (analogia) o correlati perché differenti (contrasto). Montaggio parallelo per tratti comuni o contrari. [AB] Per prossimità: due immagini presentano elementi che nel mondo funzionale si possono presupporre come contigui o convergenti (es. campo/controcampo, montaggio alternato, inseguitori/inseguiti). [A-B] Per transitività: la situazione presentata nell’inquadratura A trova prolungamento e completamento nell’inquadratura B [A=>B] Per accostamento: giustapposizione di immagini prive di elementi di raccordo. Nessuna relazione fra un’inquadratura e la successiva. [A , B]

Indicazioni di massima:  Nel cinema narrativo le associazioni per transitività e prossimità sono quelle più frequenti  Non è semplice distinguere fra le varie tipologie di associazione  Può essere utile procedere ad una sintesi, successiva all’analisi, dei modi di associazione, per capire quali siano quelli dominanti

MODI DI COSTRUZIONE DEL DISCORSO: 

 

Pianosequenza: ripresa in continuità, tutti i momenti di una sequenza in una sola inquadratura. Macchina tiene insieme i vari elementi. Enfasi su associazioni per prossimità, transitività e accostamento. Découpage: associazione immagini appartenenti a una stessa situazione della quale evidenziano un aspetto Montage: associazione di immagini prive di legame diretto, lo acquistano per il fatto di essere accostate. Evidenzia contrasto fra elementi per giustapposizione.

REGIMI DI SCRITTURA Un regime di scrittura può essere neutro o marcato, omogeneo o eterogeneo.   

Classico: neutro e omogeneo, equilibrio espressivo, funzionalità comunicativa, utilizzo di totali e figure inetre Barocco: marcato e omogeneo, ricorso a soluzioni estreme in modo fluido e omogeneo Moderno: marcato/neutro e disomogeneo, soluzioni medie ed estreme, parzialità dei punti di vista, filtro della realtà

RAPPRESENTAZIONE: Processo di allestimento di una raffigurazione o recita, o la raffigurazione/recita stessa. Vi sono tre differenti livelli di rappresentazione. 1. Contenuti (cosa?) – ambienti, individui, oggetti, azioni, allestimento set - Messa in scena 2. Modalità (come?)- ciò che vediamo o sentiamo si presenta in una forma specifica. Posizionamento macchina e tracciamento percorsi - Messa in quadro

3. Legami (in che ordine?) – quanto successo preannuncia ciò che succederà, relazioni fra le immagini, montaggio delle inquadrature – Messa in serie

1.

MESSA IN SCENA

Ha il compito di allestire ed arredare l’universo raffigurato dal film. Si basa su:    

Informanti: elementi che definiscono quanto viene messo in scena (Sid = non intelligente, goffo, inopportuno..) Indizi: presupposti di un’azione, di un carattere, di un’atmosfera (Diego che resta scosso  presupposto di un cambiamento) Temi: le unità di contenuto attorno alle quali ruota il film (ricerca della verità, ritrovamento..) Motivi: situazioni emblematiche ricorrenti (Scrat – micro racconto autonomo)ù

Direzioni contestuali:  Archetipi: nuclei tematici che collegano un film al contesto culturale in cui si colloca  Cifre/Leitmotive: elementi tematici ricorrenti nell’opera del regista  Figure: segni esibiti dalla rappresentazione in quanto pratica specificatamente cinematografica

2.

MESSA IN QUADRO

Tipo di sguardo che il film getta sul mondo tramite:   

3.

Punto di vista, movimenti di macchina, durata delle inquadrature, illuminazione e composizione del quadro Può essere dipendente o indipendente dal contenuto Può essere stabile o variabile, fornendo una presentazione dei contenuti definita o una varietà di riprese ed un’eterogeneità di soluzioni MESSA IN SERIE

Si passa da un’immagine singola a più immagini, diversi tipi di associazione   

Compattezza: cinema classico, immagine-azione, associazioni per identità,transitività e prossimità Articolazione: cinema “sperimentale”, scrittura barocca, associazioni per analogia e contrasto Frammentazione: casualità, cinema moderno, associazione neutralizzata o accostamento

SPAZIO CINEMATOGRAFICO Non solo all’interno dell’inquadratura, ma anche all’esterno.  Opposizione spazio IN/OFF: Cosa c’è dentro al quadro? Cosa rimane fuori?  Statico/Dinamico: Come cambia lo spazio? Cosa si muove al suo interno?  Organico/Disorganico: In che misura sono connessi i diversi elementi facenti parte dello spazio? CAMPO/FUORICAMPO

Bordi dell’immagine  

Collocazione: sei segmenti del fuori campo – DX, SX, sopra l’immagine, sotto l’immagine, dietro la scenografia, alle spalle della cinepresa Determinabilità: lo spazio OFF può essere non percepito (non ha bisogno di essere richiamato), immaginabile (non visibile, ma evocato), definito (già inquadrato o in via di inquadratura)

SPAZIO E MOVIMENTO    

 

Spazio statico fisso: inquadratura bloccata di ambienti immobili Spazio statico mobile: staticità macchina da presa e movimento figure entro i bordi dell’immagine Spazio dinamico descrittivo: si muove in accordo col personaggio, M.D.P. si muove per meglio rendere movimenti di personaggi e oggetti Spazio dinamico espressivo: movimento macchina è in relazione con quello delle altre figure, in modo dialettico e creativo  movimenti assumono il carattere di didascalie, commenti, chiavi di lettura di interi film Spazio unitario: personaggio può attraversarlo tutto Spazio frammentato: barriera invisibile che non gli concede di sfruttare interamente lo spazio

ORGANICITA/DISORGANICITA DELLO SPAZIO FILMICO  

 

Spazio piatto/spazio profondo: superficie dove si distribuiscono uniformemente le figure/volume in cui esse si dispongono in profondità Spazio unitario/frammentato: alto grado di percorribilità/barriere interne che rendono le presenze un aggregato di luoghi diversi Sp...


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