Approccio di Skinner sul linguaggio e sul comportamento verbale e le differenze con Chomsky PDF

Title Approccio di Skinner sul linguaggio e sul comportamento verbale e le differenze con Chomsky
Course Psicologia Clinica
Institution Università degli Studi di Enna Kore
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approccio di Skinner sul linguaggio e sul comportamento verbale e le differenze con Chomsky...


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Skinner (1953) non ha mai negato, come molti ritengono (cfr. ad es. Miller, 1988), l’esistenza del pensiero o di eventi “sotto la pelle”; tali even- esistono e vanno studia- in quanto a2 comportamentali, al pari di quelli pubblicamente osservabili. La loro non accessibilità all’osservazione pubblica non è un limite posto al loro studio, anche perché la soglia di osservabilità è funzione di molti fattori (Moderato, 1991; Palmer, 1991). Tuttavia Skinner e gli “analisti del comportamento” ritengono che ridurre le cause del comportamento pubblicamente osservabile ad even- covert porterebbe a un’analisi causa-effetto di tipo comportamento-comportamento, inefficace dal punto di vista della previsione e del controllo. Studiare le relazioni comportamento ambiente. Di cosa è funzione il comportamento? • Quali sono le variabili indipendenti? • Cosa osserviamo manipolando le variabili indipendenti? • Siamo in grado di predire il comportamento al variare della variabile indipendente? Le caratteristiche del linguaggio secondo Catania. ll linguaggio è distinto da tre proprietà salienti: controllo istruzionale, classi equivalenti e processi autoclitici. • Il linguaggio è un modo in cui un individuo modifica il comportamento di un altro individuo (controllo istruzionale). • Questa funzione è fondata su simmetrie bidirezionali fra stimoli verbali e stimoli non verbali; quello che di norma viene inteso come significato o referente può essere concettualizzato alla luce di queste simmetrie (classi equivalen-). Non dobbiamo inoltre dimenticare che vi è un continuo scambio di ruoli fra chi parla e chi ascolta, che costituisce il terreno fertile per la formazione delle classi di stimoli equivalenti. Stabilire una coerenza fra dire e fare, significa stabilire una classe di stimoli equivalenti.

• Il controllo istruzionale è fondato anche sulla discriminazione che chi parla ha del proprio comportamento (processi autoclitici). Il riconoscimento delle fonti di regole (comportamento sociale), le istruzioni che un parlante rivolge a sé stesso (pensiero), sono basate su un processo comportamentale di discriminazione del proprio dall’altrui comportamento verbale e non verbale. Analisi della complessità • Unità base di analisi del linguaggio • Comportamento simbolico • le classi di equivalenza e la Relational frame Theory • il naming e lo sviluppo del linguaggio • Comportamento governato da regole Cosa distingue una relazione verbale da quella non verbale Skinner identifica tale caratteristica nel modo in cui le conseguenze si presentano in un operante verbale: esse sono mediate da un ascoltatore, o comunque, da un uditorio. • Nell’ambiente naturale le conseguenze di una relazione non verbale sono quelle provocate dall’atto stesso: si chiude una finestra e il rumore cessa, si schiaccia il pedale del freno e la macchina si ferma. In una situazione sperimentale le conseguenze di un atto vengono predisposte dal ricercatore e presentate dall’apparato sperimentale. • In una relazione verbale, chi ascolta media le conseguenze per il comportamento verbale di chi parla. Il linguaggio ha una natura essenzialmente sociale ed è, quindi, il comportamento che nasce dalla combinazione di due repertori, quello di chi parla e quello di chi ascolta. LA RELAZIONE VERBALE a. una risposta viene emessa da un individuo (colui che parla); b. la conseguenza viene mediata dal comportamento di un altro

individuo (colui che ascolta); c. la comunità verbale cui appartengono chi parla e chi ascolta ha modellato il comportamento verbale e non verbale di quest’ultimo perché possa rispondere adeguatamente, cioè fornire le opportune conseguenze, agli stimoli prodotti da colui che parla. d. l’apprendimento del comportamento di ascoltatore implica l’apprendimento di relazioni arbitrarie fra stimoli. IL TACT Operante caratterizzato stimolo non verbale come antecedente e da un rinforzo generalizzato come evento conseguente. • Il tact ha molti punti di contatto con quello che, nel linguaggio comune, viene definito chiamare, nominare o etichettare, purché la risposta sia emessa in presenza dell’oggetto o dell’evento nominato. • La caratteristica che contraddistingue questo operante risiede nella determinante presenza di una variabile nonverbale, che funge da stimolo discriminativo, da occasione, per l’emissione di una risposta verbale. IL MAND Le risposte verbali sono controllate da uno stato di deprivazione (es: mancanza di acqua, mancanza di uno strumento) o di stimolazione avversiva (es: stanchezza) e non sono seguite da conseguenze di ordine generale • Nella relazione verbale chiamata mand ciò che viene detto, scritto, mimato, è determinato principalmente dalla variabile motivazionale in gioco in quel momento • In una relazione verbale di tipo mand la conseguenza è in relazione con la forma verbale presente nella risposta (cioè non è un rinforzatore generalizzato, come nel caso del tact). • Nel linguaggio comune il mand viene chiamato più semplicemente comando, richiesta, sollecitazione, preghiera, ecc.: questa risposta consente a chi parla la manipolazione dell’ambiente esterno attraverso

l’espressione delle proprie volontà, dei propri desideri e delle proprie esigenze. Le EO e le MO sono una delle componenti dell’analisi comportamentale delle motivazioni • Critica, talvolta ben posta, alla BA nel trattare la motivazione esclusivamente come effetto delle conseguenze e in termini di SD/SΔ • Intorno 1980, Michael introdusse il termine “establishing operations”, derivandolo da Keller e Schoenfeld (1957) per analizzare il concetto della motivazione da un punto di vista della BA e riportando l’attenzione dei comportamentisti su questo aspetto • Skinner aveva trattato la motivazione solo in termini di deprivazione, sazietà e non aveva introdotto termini di ordine generale a indicare tutte le variabili che hanno effetti motivazionali • Nel 2003, Laraway, Snycerski, Michael & Poling pubblicarono un articolo che cambiò la terminologia e quella che venne successivamente adottata • Establishing Operations = Motivating Operations Eo Motivazione è un concetto più vicino al sentire “laico” che a quello scientifico: • Occorre un’analisi che “fuoriesca” dalla metafora • L’analisi del comportamento è fondata sulla valutazione oggettiva delle variabili ambientali e non su “costrutti interni” all’individuo • Per potere comprendere bene le EO e le MO occorre avere ben chiaro cos’è un rinforzo, un rinforzo condizionato, cosa sono SD e SΔ, la loro relazione al rinforzo e come queste variabili influenzano il comportamento, gli effetti multipli degli stimoli (stimulus control, conditional discrimination, recombinant properties of stimuli) Establishing Operations: Eventi che • Incrementano momentaneamente l’efficacia del rinforzo • Incrementano comportamenti che in

precedenza producevano un rinforzo • Establishing operations condizionati • Associati a EO naturali diventano a loro volta EO Il termine EO si riferisce a ogni cambiamento nell’ambiente che produce due effetti fondamentali: • incrementare l’efficacia dei rinforzi che mantengono un determinato comportamento • incrementare la risposta che in passato ha prodotto queste conseguenze rinforzanti (Michael, 1982) Per Skinner (1957) tre forme di relazioni fra un antecedente verbale e una risposta verbale: • L’antecedente e la risposta sono entrambi orali e sono uguali dal punto di vista della forma (ecoica); • L’antecedente è in forma scritta mentre la risposta è orale (testuale); • L’antecedente è in forma orale, come la risposta, ma non vi è corrispondenza fra le loro forme (intraverbale). • Inoltre Skinner (1957) descrive altri due operanti: nel primo, che viene chiamato trascrizione (transcrip1on), antecedente e risposta sono entrambi scritti, nel secondo, che viene chiamato de3atura (taking dicta1on), l’antecedente è orale e la risposta è scritta. ECOICO Relazione in cui il comportamento verbale di un individuo è stimolo discriminativo per il comportamento verbale di un altro individuo, e in cui lo stimolo e la risposta condividono le stesse caratteristiche morfologiche • La conseguenza è un rinforzatore generalizzato. • L’operante ecoico è alla base dell’acquisizione del linguaggio; le

conseguenze agiscono modellando la corrispondenza fra la risposta verbale e l’antecedente che funge da esempio. In tal modo, il comportamento verbale passa da una forma ecolalica (es. ma-ma-mama-ma) a una forma ecoica di perfetta corrispondenza. • Forme di relazioni ecoiche sono comuni anche nel repertorio linguistico degli adulti: si può ripetere un numero di telefono appena udito o una preghiera durante una celebrazione liturgica. Relazioni ecoiche sono implicate anche nell’apprendimento di parole nuove in una lingua sconosciuta o quando si cercano rime o allitterazioni per scrivere una poesia (Skinner, 1972). INTRAVERBALE Relazione in cui l’evento antecedente è uno stimolo discriminativo di tipo verbale, che non presenta però alcuna corrispondenza formale con la risposta • Le corrispondenze, che entrano nella classe operante chiamata intraverbale, vengono apprese a tre livelli: • a un livello più generale, l’intera comunità verbale insegna e mantiene delle relazioni specifiche fra insiemi di stimoli e risposte verbali di grandezza variabile; pensiamo, ad esempio, a ciò che avviene quando si apprende una poesia o qualche tassonomia; • a un altro livello, le relazioni fra un dato antecedente e una certa risposta si presentano con maggiore frequenza, e tali risposte verbali sono quelle che avranno la più alta probabilità di essere emesse, come nel caso di espressioni del tipo “Come stai?” - “Bene e tu?”, “Tutto bene?” - “Bene, grazie”, e così via; • a un livello ancora più ristretto, la frequenza di comparsa di certe risposte verbali è minore, le persone che le emettono appartengono a un gruppo specifico o, addirittura, sono i singoli individui. Una persona che dialoga con sé stessa può parlare sotto il controllo di precedenti risposte verbali cosicché certe risposte si presentano solamente come risultato di ciò che le precede. Ciò che è conosciuto come stile può essere interpretato come relazioni verbali di tipo sequelico (sequelic) acquisite durante la storia individuale di interazioni di ciascun individuo.

AUTOCLITICA Particolare processo di trasformazione e organizzazione dell’evento verbale • L’evento che controlla l’emissione di autoclitiche descrittive può far parte o coincidere con quello che controlla l’emissione della risposta primaria, come per la parola “Sento” nella frase “Sento papà arrivare”, od originare dalla sfera privata del soggetto o dal suo stato emotivo come “Sono felice di ...”. • L’autoclitica non è una classe unica di relazioni verbali. Illustra le caratteristiche funzionali di cinque sottoclassi che chiama: 1. descrittive 2. qualificative 3. quantitative 4. manipolative 5. relazionali. LA POLEMICA CHOMSKY-SKINNER CHOMSKY L’articolo di Chomsky, apparso per la prima volta nel 1959 su Language e ristampato senza alcuna modifica per altre tre volte, è suddiviso in tre parti. • La prima, che comprende le sezioni da 2 a 5, illustra l’analisi del comportamento non verbale fatta in laboratorio e descrive i concetti di stimolo, risposta, rinforzo. • La seconda parte, che va dal paragrafo 6 al 10, espone come i concetti descritti nella prima parte verrebbero applicati da Skinner all’analisi del linguaggio. • L’ultimo paragrafo, l’undicesimo, esamina le potenzialità offerte dagli studi linguistici per chiarire alcuni problemi che Skinner, secondo Chomsky, lascerebbe in sospeso: la conoscenza delle strutture interne dell’organismo, il modo in cui esse tratterebbero le informazioni e, di conseguenza, organizzerebbero il comportamento I RILIEVI Il libro di Skinner è fondamentalmente teorico. Nessun dato

sperimentale dimostra che i processi che egli descrive siano effettivamente coinvolti nella genesi del linguaggio e nella comparsa di una risposta verbale, qualunque sia la situazione in cui essa compaia; • I termini che vengono utilizzati in laboratorio (es. stimolo, deprivazione, risposta, probabilità) sono ambigui e perdono quel minimo di significato tecnico che possiedono quando vengono applicati all’analisi del linguaggio. Essi sarebbero parafrasi di termini utilizzati nelle teorie tradizionali sul linguaggio; • Il linguaggio è un comportamento talmente complesso che, per la sua comprensione, è necessaria una teoria ugualmente complessa che tenga conto di variabili mediazionali intervenienti e della struttura neurologica che ne fornisce il substrato biologico LE ARGOMENTAZIONI L’opposizione di Chomsky è basata sui seguenti argomenti, tra l’altro ripetuti più volte in varie parti del testo a. la materia del linguaggio è vasta e complessa b. non abbiamo al momento una metodologia per indagarla appieno c. è probabile che i meccanismi di sviluppo del linguaggio siano innati nell’uomo e compaiano per maturazione biologica d. perciò Skinner ha sbagliato • È evidente che i limiti dell’affermazione B e la non ancora dimostrata affermazione C rendono l’affermazione D nient’altro che un’opinione basata su convinzioni personali. ERRORI Il caso più clamoroso è la critica mossa al concetto di rinforzo, descritto nei termini di riduzione della pulsione, pur avendo avvertito il lettore che Skinner esplicitamente rifiuta questo modo di intendere il rinforzo. Confutando “quella” teoria egli conclude che Skinner non può analizzare il comportamento verbale come dipendente dal rinforzo sociale. Skinner non ha mai inteso ne in Verbal Behavior, ne altrove, il rinforzo come “drive reduction”. Per tanto l’osservazione di Chomsky è impertinente e non applicabile al testo in esame. • Sconcertante è la confusione fra chi parla e chi ascolta nel caso del

mand, quando afferma che chi parla non potrà mai rispondere al mand “O la borsa o la vita”, se non è stato ucciso almeno una volta in passato. A parte il fatto che possono essere ipotizzati diversi meccanismi che controllano il comportamento che segue all’intimazione di un ladro, Chomsky dimostra di non aver compreso il significato di mand, poiché è chi parla (in questo caso un malvivente) che emette il mand e perciò non può, ovviamente, reagire alla propria minaccia. IL CONCETTO DI OPERANTE Uno dei concetti maggiormente fraintesi, Skinner lo utilizza in tre modi diversi: 1.relazione bidirezionale, che implica il comportamento e le sue conseguenze 2.classe di risposte formata sulla base degli effetti di diverse istanze di comportamento sull’ambiente 3.probabilità osservata di una classe di risposte. La trattazione di Skinner è freddamente scientifica, dove quella di Chomsky, al di là delle opinioni etiche e morali espresse, con cui si può concordare o meno, tende ad investire grandi temi universali dell’umanità....


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