Appunti del Barocco PDF

Title Appunti del Barocco
Author francesca boi
Course Letteratura Italiana
Institution Liceo Scientifico Marie Curie
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Appunti dal manuale l'attualità della letteratura. I caratteri principali del periodo barocco e i maggiori esponenti del movimento letterario....


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Una nuova concezione della realtà e della cultura Nel corso del 600 ci sono due momenti importanti dell’elaborazione culturale: la nuova poetica del Barocco letterario e la Scienza Nuova di Galilei. Galilei, dimostrando l’esistenza dei satelliti di Giove, dimostra l’omogeneità tra i corpi celesti, annullando la distinzione tra Terra e Cielo. Allo stesso tempo la letteratura barocca abbandona la distinzione tra generi alti e bassi dando vita ad una contaminazione di modelli espressivi da cui nascono generi misti. Il Barocco propone un’arte e una poesia animate, alla continua ricerca del piacere, basata su un’esperienza del tutto terrena e soggettiva. Il modello di un universo ELIOCENTRICO (con al centro il sole) che soppianta quello geocentrico comporta il diffondersi di una sensazione di disorientamento profondo in cui l’uomo del 600 scopre di non essere più il centro dell’universo e perde ogni forza e la fede rinascimentale. Ogni aspetto della vita e della cultura barocca nasce dallo scontro tra due visioni del mondo: quello della tradizione e quello dell’innovazione. Significato e impiego del termine BAROCCO In Spagna e in Italia la Controriforma controlla la vita civile. Nasce l’esigenza di affrancarsi da convenzioni e precetti secolari. Questa esigenza nasce dalla trasformazione della sensibilità e il gusto in campo artistico e letterario, trasformazione che caratterizzerà il secolo con uno stile che Verrà definito barocco. Il termine deriva dal portoghese baroco usato dagli scolastici per indicare un tipo di procedimento logico di sillogismo apparentemente corretto, ma che in realtà nasconde una sottile debolezza interna. Il termine barocco inizia ad essere riferito all’arte del seicento perché portava in evidenza il suo amore per la bizzarria e l’irregolarità.all’opposto dell’età rinascimentale, l’età barocca scopre nel disegno della natura l’anomalia, l’eccezione e su di essa concentra la propria attenzione. La predominanza del senso della vista Con la nascita del barocco l’intero sistema conoscitivo entra in crisi e questo vuoto viene colmato dalla ricerca della sperimentazione, in un clima di tensione di dubbio che stimola la riflessione. L’arte figurativa privilegiava spesso la finzione: le chiese barocche presentavano volte affrescate in modo da suscitare la sensazione di uno spazio verticale infinito che si identificava con il cielo. Alcune delle manifestazioni tipiche si basano proprio sul senso della vista e sulla consapevolezza che ogni cosa appare diversa da ciò che è.ogni aspetto della vita umana è sottoposta all’esame della vista, l’occhio del pittore barocco come quello dello scienziato del poeta indaga minuziosamente zone del reale mai osservata e riprodotta e prima di allora. Analogia, metafora è “Concetto” Nello stile del barocco Troviamo numerose metafore e allegorie che permettono all’artista e al letterato di portare in evidenza delle somiglianze segrete tra le cose che possono rivelare un significato prima d’allora insospettato e insospettabile. Per rendere nel miglior modo questa nuova concezione dell’arte nelle opere, il letterato ricorre a un procedimento che viene definito concettismo che consiste nell’uso delle metafore e attraverso l’acutezza ricercare quelle più strane e inusuali. Il concetto è in grado di suggerire un’idea basata sull’accostamento ingegnosa e inconsueto di immagini tratte dalla realtà, che di solito sono considerate distinte ed estranee l’una dall’altra. Galilei, quando afferma che la verità è scritta nel libro della natura in caratteri matematici È costretto ad esprimersi in termini metaforici. Il compito di descrivere i fenomeni del mondo fisico e infatti un’innovazione rivoluzionaria che soddisfa l’esigenza dell’età barocca di rinvenire Una chiave di interpretazione unitaria della realtà materiale individuandola al suo interno. L’intellettualismo dell’arte barocca L’acutezza di ingegno ricercata dal letterato si presta un’esasperata spregiudicatezza delle posizioni teoriche e delle poetiche, destinate ad essere ripudiate nell’arco di qualche decennio. L’attenzione alla tecnica può così scadere in tecnicismo fine a se stesso. Ma nei grandi autori l’attenzione agli aspetti inventivi e tecnici è soprattutto coscienza della funzione della letteratura come strumento per comprendere se stesso e il mondo circostante, In costoro quindi L’attenzione alla tecnica non si riduce mai. La lirica in Italia Il napoletano Giovan battista Marino soddisfa per primo le diffuse esigenze di rinnovamento che segnano il passaggio all’epoca barocca. Con la raccolta la Lira, la sua poesia fortemente innovatrice si impone all’attenzione dei lettori influenzando la produzione poetica del tempo.

L’uso delle metafore e dei concetti, il controllo dell’apparato retorico e della musicalità del verso Sono le sue peculiarità. Il savonese Gabriello Chiabrera utilizza meno le metafore e si concentra maggiormente sugli aspetti metrici. I contemporanei videro in lui un difensore della classicità ma la sua sperimentazione stilistica mista tra l’ispirazione personale e i modelli antichi, ne fa un innovatore che sta sullo stesso piano dei marinisti. Tommaso Campanella utilizza uno stile potente e oscuro. La poesia per lui è uno strumento di conoscenza spirituale che conduce alla scoperta delle analogie che collegano la dimensione materiale e concreta della realtà terrena con l’elemento trascendente e metafisico che la anima. Campanella elabora un linguaggio originale e denso simile a quello della Bibbia e di Dante. La decadenza del poema epico Caratteristico del secolo barocco è il rovesciamento radicale dei criteri costitutivi del genere epico e dei valori ideali che esso rappresenta, attraverso due poemi volutamente fuori Dalle norme, sia per i temi trattati sia per la struttura formale con cui sono costruiti. Il primo è la secchia rapita di Alessandro Tassoni e il secondo è l’Adone di Marino. Nella secchia rapita si narra di un’immaginaria guerra combattuta tra Modena e Bologna per il possesso di una secchia di legno, utilizzando come modello l’Iliade di Omero. Attraverso la trasposizione di un contenuto “basso” nella forma “alta” del poema epico, egli ottiene un effetto comico che esce fuori dagli stereotipi di ordine ed eroismo dell’epica. L’Adone segna un distacco pieno dalla tradizione della narrazione epica. L’opera consiste in una serie infinita di descrizioni, digressioni e narrazioni collegate perlopiù per associazione di idee e suggestioni concettistiche attraverso le quali il poeta illustra il fascino delle esperienze sensuali ed erotiche, lo sviluppo delle situazioni è affidato al fluire musicale della parola poetica realizzando per questa via la piena “estinzione del racconto“ tradizionale. La prosa scientifica Galilei rinnoverà le forme del trattato scientifico mosso dalla convinzione che ogni verità sia sempre risultato provvisorio di una ricerca che scaturisce dal confronto di ipotesi divergenti. Galilei adotta il modello del dialogo platonico perché vi individua una forma più adatta all’esposizione di tesi contrastanti. Il dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo propone al lettore lo scontro tra un sostenitore del sistema copernicano è un sostenitore del sistema tolemaico. Assiste al dialogo un dilettante di scienze il quale si accosterà via via alle tesi innovatrici, persuaso dalla coerenza delle affermazioni del portavoce dell’autore. Galilei riesce a trasformare gli interlocutori personaggi dotati di un autentico spessore umano, cioè incoraggia il lettore a prendere attivamente posizione sulla questione. Anche la scelta del volgare mira ad assicurare che tutti riescano a leggere l’opera in modo che ci sia la massima diffusione del metodo scientifico. Prenderanno spunto da Galilei alcuni autori tra cui Benedetto castelli, Lorenzo Magalotti e Francesco Redi. L’abitudine all’investigazione si esprime nelle loro opere come viva attenzione alla concretezza dei fenomeni e scrupolo di chiarezza espositiva. La rottura del canone classico e Petrarchesco Il manierismo aveva rappresentato l’inizio dello sgretolamento di un sistema di regole nelle quali gli artisti che operavano tra il 500 e il 600 stentavano ormai a riconoscerci per le mutate coordinate etiche ed estetiche di riferimento. Il modello classicista appare ai manieristi inadeguato a rappresentare una realtà percepita come più complessa, ricca di sfumature, deformazioni e zone d’ombra. Il barocco nasce e si definisce come consapevole e volontaria rottura con gli ideali di equilibrio e compostezza sanciti nel 500 dal canone classicista rinascimentale E per quanto riguarda la poesia, è stata sancita dalla lirica Petrarchesca. La crisi delle certezze umanistiche e l’emergere di una sensibilità che guarda il mondo con una maggiore meraviglia spingono gli autori a liberarsi delle regole del secolo precedente. Con l’avvio del secolo, la polemica tra difensori della tradizione rinascimentale e innovatori mira a demolire il principio di autorità indiscussa di modelli e precetti, a favore del diritto all’autonomia e alla varietà espressiva. Per comprendere gli elementi fondamentali della poetica barocca occorre guardare agli autori che ne furono i maggiori interpreti. Alessandro Tassoni rivendica al poeta il compito di innovare per adeguare i modelli classici alle affioranti esigenze di maggiore libertà espressiva, Giovan Battista Marino rifiuta di subordinare il piacere estetico all’utilità pedagogica. Il gusto del pubblico come criterio guida del poeta Nel giustificare le proprie prese di posizione, Marino porta spesso l’argomento della “svogliatura“ Ossia la stanchezza del gusto causata dalla ripetitività delle convenzioni che allontana i lettori dei testi tradizionali spingendoli a prediligere opere più complicate e

stravaganti come le opere di Marino. In una lettera del 1624 Marino nega che i precetti abbiano validità esterna E sottrae ai critici il giudizio sulla validità dell’opera per affidarlo ai lettori. Marino visse nello sforzo costante di affermarsi in una temperie storica altamente instabile data la precarietà politica durante il seicento. Marino però seppe distinguersi dando espressione alle istanze di rinnovamento che il nuovo secolo andava maturando, trasformandosi da ripetitore di contenuti tradizionali in interprete di una cultura in profonda evoluzione. Il fine della poesia è meravigliare L’instabilità del mondo, le sue contraddizioni, le scoperte scientifiche e la repressione morale e religiosa, spingono Marino a ripensare alle forme espressive in senso moderno, contrapposto alle rigide categorie dell’antichità classica. “Meraviglia“, “ingegno“, “concetto“ e metafora diventano gli artifici retorici che esprimono questa nuova sensibilità. Con la varietà infinita di immagini e oggetti proposti nelle loro opere e le audaci relazioni con cui vengono associati grazie ad un uso spericolato della metafora, gli scrittori stimolano il lettore al ragionamento sottile e acuto che suscita piacevole sorpresa e meraviglia. La meraviglia e il piacere che essa suscita sono moti dell’intelletto che legano il poeta e l’autore nella complicità per la scoperta dei legami nascosti tra gli oggetti di una realtà complessa e multiforme. L’obiettivo del poeta è “far inarcare le ciglia“, che significa ad esprimere l’emozione provata nel cogliere all’improvviso significati impliciti e sotterranei. Il predominio della metafora all’interno del sistema retorico barocco “carica“ il concetto, in modo da creare più meraviglia. Marino e i Marinisti: varietà di temi nella lirica d’amore L’attenzione all’innovazione che contraddistingue marcatamente l’opera di Marino gli garantisce un ampio successo di pubblico. “Marinista“ è in Italia il sinonimo di “ barocco“. La maggior parte dei lirici italiani del secolo e in qualche modo marinista. Sull’esempio di Marino, tutta la produzione lirica italiana del secolo barocco presenta un’accentuata varietà di temi. Nella poesia d’amore la spinta all’innovazione si fa più evidente. Nei lirici barocchi si riscontra infatti un ampliamento rilevante della gamma delle raffigurazioni femminili, nella tradizione normalmente delineate con i capelli biondi e gli occhi celesti. Accanto alla bellezza femminile dai capelli castani e neri della donna nera e orientale, il poeta barocco descrive donne con particolari inconsueti non riconducibili a un canone estetico di armonia, come la donna vecchia, zoppa, sdentata, cieca, sorda, indemoniata, balbuziente e con gli occhiali. La donna è spesso colta nell’atto di pettinarsi, E in gesti banali che il carattere alto del genere aveva tradizionalmente escluso dalla rappresentazione. Gli oggetti legati alla donna come i pettini che lei utilizzava per pettinarsi diventano particolari preziosi su cui l’attenzione del poeta si esercita per trasformarli, attraverso la metafora, in elementi del mondo naturale, alludendo così a corrispondenze tra la figura umana e gli oggetti della quotidianità. Come nel sonetto onde dorate di Marino, il pettine da Borio usato dalla donna è paragonato a una navicella che solca le onde del mare e i capelli sono paragonati al mare. La struttura dei canzonieri e del sonetto La poesia amorosa barocca non si rivolge a cogliere stati d’animo ma fissare atteggiamenti e movenze esteriori in una ripetizione senza fine di occasioni di meraviglia e di emozione di fronte alla varietà del reale. La costruzione del sonetto marinista sviluppa la metafora iniziale in una serie incalzante di immagini che alludono ad altre immagini riferibili a una realtà più ampia, allo scopo di rimarcare il sentimento di sorpresa. Nei canzonieri dei Marinisti troviamo alcuni temi legati allo scorrere del tempo come l’orologio, lo sfiorire della bellezza femminile, il trascorrere delle stagioni…; troviamo anche delle Opere in cui le metafore che illustrano le anomalie naturali esprimono con efficacia il senso di impotenza da cui è colto che osservi il dispiegarsi di forze misteriose incontrollabili. In altre opere invece troviamo la costa mento di elementi opposti come il sacro e il profano. La poesia classicista Anche la produzione degli autori che si riallacciano all’esperienza dei classici risulta condizionata dalla tendenza all’effetto barocco. Di fronte alla pretesa di Marino di guardare al patrimonio classico come un semplice repertorio di temi poeta abili, il classicismo riaffermava l’autorità dei modelli del passato individuando in essi i riferimenti a cui la libertà del poeta doveva subordinarsi. La poesia dei classicisti non poter riprodurre fedelmente e integralmente gli ideali di ordine e di equilibrio che i grandi intellettuali del Rinascimento avevano perseguito rifacendosi a criteri di misura e a valori assoluti come la natura, la bellezza, il divino. Il classicismo dell’epoca barocca può piuttosto considerarsi una classicità modernizzata. Infatti il

rinnovamento metrico mette in discussione la metrica tradizionale e finisce per avere sulla tradizione italiana un effetto destabilizzante pari a quello ottenuto dalle innovazioni tematiche messe in atto da Marino e dai Marinisti. Da un punto di vista contenutistico il classicismo presenta una maggiore moderazione nella scelta degli accostamenti metaforici rispetto alla Poetica marinista, ma il Cambiamento progressivo del gusto dell’epoca influenza anche i classicisti spingendoli a superare i limiti imposti dalla tradizione all’ambito del poetabile. Il piacere diviene elemento preponderante anche nella produzione classicista. La poesia classicista del seicento rappresenta più una variante dell’esperienza barocca che una realtà opposta a questa. Il linguaggio dei classicisti è sempre più sensibile alle valenze musicali del discorso poetico e offrirà lo strumento con cui operare quel rinnovamento della lirica italiana all’insegna della razionalità, del buon gusto e dell’armonia che segnerà l’affermazione della sensibilità settecentesca. Giovan Battista Marino – la vita Nasce a Napoli nel 1569, abbandonò a vent’anni gli studi legali per dedicarsi all’attività letteraria. Viene incarcerato per aver sedotto una ragazza morta successivamente di parto, successivamente fu imprigionato con l’accusa di aver falsificato documenti per scagionare un amico imputato di omicidio; nel 1600 evase e tornò a Roma. Nel 1602 pubblica le Rime. A Ravenna entra in contatto con un gruppo di poeti e pittori bolognesi innovatori, poi A Torino alla corte di Carlo Emanuele I. Scrisse un panegirico in lode del duca di Savoia e questo gli valse il titolo di Cavaliere dell’ordine. Questo suscitò le invidie del segretario del duca, il poeta genovese Gaspare Murtola. L’aspra contesa tra i due diede corso a un vivace e acceso scambio di versi polemici e satirici. Marino scampo alle pistolettate di Murtola e trionfa moralmente sul rivale intercedendo presso il duca a favore di lui per ottenere L’annullamento della condanna a cui l’attentato l’aveva destinato. Con questo gesto si guadagnò nel 1610 il titolo di segretario ducale. Successivamente Marino cadde di nuovo in disgrazia e restò in carcere dal 1611 al 1612. Nel 1614 pubblicò la Lira. Nel 1615 fu accolto alla corte parigina di Maria de’ medici. Venne osannato come il più grande poeta vivente, ottenne una pensione che gli permise di dedicarsi A rivedere le numerose opere iniziate negli ultimi anni. Tra queste la Galeria raccolta di componimenti dedicati ad una collezione di disegni, stampe, dipinti e statue; la Sampogna raccolta di 12 idilli mitologici e pastorali e infine l’Adone vastissimo poema mitologico. nel 1623 rientro in Italia e trascorse a Napoli gli ultimi anni, morì nel 1625. Le ragioni del successo La straordinaria rapidità con cui Marino arrivò così in alto nella sua carriera poetica è dovuta a una serie di fattori di diversa natura. Egli seppe conquistarsi il primato come poeta di riferimento sulla scena letteraria. I mezzi che adottò si possono individuare nella sua abilità, nell’uso accorto delle relazioni strette con i maggiori esponenti della letteratura vecchia e nuova e con i potenti protettori e, nel mantenere desta su di sé l’attenzione dell’intero mondo letterario attraverso una serie di polemiche, scandali e spregiudicati affermazioni sulla sua personalità. Marino diede luogo a un volontario e consapevole processo di rinnovamento stilistico e tematico. La sua opera rimane una delle più significative testimonianze di quella smania di innovazione. Marino aveva un carattere ribelle ma non rivoluzionario perché l’ambizioso tende a sconvolgere, non ad abolire le regole, Marino è il cantore del mondo del lusso e della lussuria, di una civiltà che trova la sua massima manifestazione nel godimento raffinato e consapevole del piacere. La Chiesa si oppose alla pubblicazione dell’Adone, poema che Marino contrapponeva coscientemente al capolavoro letterario controriformista la Gerusalemme liberata. Nel 1627 l’Adone fu definitivamente condannato all’autorità ecclesiastica e inclusa nell’indice dei libri proibiti. Le modalità operative: la variazione ingegnosa e l’arte di “leggere con il rampino“ Marino pone al centro dell’operazione poetica un processo di variazione ingegnosa, tesa a riutilizzare tutto il materiale letterario disponibile per inglobarlo in un’opera nuova. Uno dei caratteri principali di Marino è la spregiudicatezza con cui l’autore rivendica a sé stesso la piena libertà di manovra, ma anche il carattere eminentemente letterario della creazione poetica. Dalla Lira all’Adone L’opera di Marino è frutto di una collezione di immagini, sensazioni e termini preziosi. L’esito di questo incessante lavoro è l’Adone a cui l’autore lavorò a partire dal 1596 al 1623. La storia della poesia di Marino è la storia dell’acquisizione sempre più sicura dei temi e delle tecniche legati ai diversi generi che egli sperimenta. La stessa organizzazione interna della Lira che distingue le poesie amorose e sacre dimostra fin dall’origine l’intenzione di Marino di affrontare

qualunque argomento poetabile. Con l’ampliarsi dell’interesse per la narrazione, Marino narra anche di vicende erotiche di personaggi mitologici come nei dodici Idilli mitologici e pastorali della Sampogna. La decadenza del poema epico: il valore esemplare della Gerusalemme Nel pieno rinascimento Ariosto aveva originato il poema cavalleresco incentrato sulle avventure di numerosi eroi. Il poema era organizzato tramite perfette simmetrie e corrisponde...


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