Appunti - Letteratura russa II 2° lingua - Le veglie della ragione, Il Sosia PDF

Title Appunti - Letteratura russa II 2° lingua - Le veglie della ragione, Il Sosia
Author Sara Posati
Course Letteratura russa ii lti 2° lingua
Institution Università degli Studi Roma Tre
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Summary

Riassunto del capitolo su Il Sosia del saggio "le veglie della ragione" di Vittorio Strada...


Description

Le veglie della ragione: IL SOSIA.



Il Sosia complicó la posizione letteraria dell’autore, il quale con Povera Gente si era affermato nello scenario della letteratura come scrittore dedito ai problemi della realtà sociale e agli aspetti piú dolorosi della vita umana. Il Sosia fu invece il primo segnale di creazione letteraria che non rientrasse negli schemi del romanzo sociale, ponendo cosi alla critica dei complessi problemi di interpretazione. Per Dostoevskij Il Sosia ricoprì un significato particolare, come attestano le speranze riposte nella sua pubblicazione e la delusione che lo colse quando queste vennero infrante, e come dimostra il fatto che l’opera fu sottoposta ad una ulteriore revisione dopo il periodo dell’esilio siberiano, la quale gli valse la modifica del sottotitolo da “Le Avventure del Signor Goljadkin” a “Poema Pietroburghese”. Il lavoro quasi ossessivo che accompagnò la nascita e la successiva modifica dell’opera è giustificato dall’importanza che il tema del doppio ricoprì in tutta l’opera dostoevskjana. Dostoevskij esprime la propria convinzione nei confronti del suo secondo romanzo nelle lettere al fratello a Michail, cosi come in seguito manifesta la propria delusione per le negative recensioni della critica. La questione continua anche nel 1877, quando lo scrittore racconta della letture che egli fece de Il Sosia prima della sua pubblicazione, nel circolo di Belinskij e di come il giudizio del critico, inizialmente molto positivo, fosse cambiato in seguito alla lettura integrale del romanzo. Nell’articolo del Diario di uno scrittore Dostoevskij espresse la propria valutazione sul romanzo giovanile, affermando di non aver mai sviluppato un’idea piu seria di quella alla base de Il Sosia ma che egli avesse fallito nella sua attuazione nella forma sia nella prima che nella seconda stesura. L’importanza attribuita al tema è dimostrata dal fatto che il tema del doppio, o della duplicità, costituisce uno degli elementi compositivi principali dei suoi romanzi, dove anche i personaggi sono presentati in coppie speculari e per dicotomie. Per quale motivo lo scrittore ritenne l’attuazione letteraria della propria idea originale manchevole? Per poter rispondere occorre considerare che quando l’autore rimise mano al romanzo dopo gli anni della prigionia qualcosa era inevitabilmente cambiato in lui, e di conseguenza anche l’idea iniziale era mutata: in secondo luogo bisognerebbe stabilire un confronto tra le due redazioni. La revisione dell’autore non si basò semplicemente sull’eliminazione di alcune parti al fine di rendere il proprio lavoro meno prolisso: questa fu guidata da un criterio polemico letterario basato sulle interpretazioni che aveva ricevuto dalla critica dopo la prima pubblicazione e che egli aveva ritenuto erronee. Inoltre egli modificò il sottotitolo mettendo quello di Poema Pietroburghese, il quale costituisce un rimando ad altre due opere precedenti: le Anime Morte, il cui sottotitolo è appunto Poema, e Il Cavaliere di Bronzo detto Racconto Pietroburghese. La seconda redazione: la situazione letteraria e ideologica dell’autore dopo l’esilio era ben diversa rispetto a quella degli anni quaranta, cosi come lo era anche il suo pensiero e la sua posizione sociale. Dopo la Siberia il concetto di socialismo dell’autore aveva abbandonato la sua dimensione umanitaria per abbracciare quella religiosa, e anche le stesse idee socialiste in Russia si erano estremizzate e radicalizzate. Inoltre Dostoevskij non era piu un letterato principiante ma aveva acquisito un ruolo influente nella vita ideologico/letteraria.

A giudicare dai suoi appunti, il nuovo Sosia avrebbe dovuto svilupparsi su due nuove direzioni: l’introduzione di nuovi episodi nell’intreccio principale e l’inserimento di una serie di allusioni alla problematica che interessava Dostoevskij in quel momento (aspirazioni napoleoniche, interesse per Fourier) Ragioni dell’insuccesso: Dostoevskij sentiva l’importanza dell’idea che egli aveva riposto nel romanzo: il problema fu il dover adattare alla forma della prima redazione tutti i fermenti e gli sviluppi ideologici che egli aveva maturato nel corso di quegli anni e che ricevettero espressione nella produzione artistica successiva. L’operazione di Dostoevskij fu quella di limitarsi a ritoccare il suo romanzo al fine di renderlo piu rispondente alla sua idea iniziale e riducendo la possibilità di una sua lettura deviante rispetto a quella sua idea. L’idea alla base del Sosia, come Dostoevskij stesso afferma nel 1877, fu quella di una tormentata ricerca poetico intellettuale che culmina nell’uomo del sottosuolo, dove non solo si arricchisce e chiarisce, ma trova una forma a sè adeguata. Critica: il problema alla base delle valutazioni negative de Il Sosia è sostanzialmente storico letterario, ed è dato dal rapporto tra l’orizzonte di lettura in cui il giovane Dostoevskij fu percepito e la prospettiva più ampia nel quale l’opera dostoevskjana si andava collocando, ovvero non piu come semplice continuazione dell’opera gogoliana ma anche di profonda innovazione rispetto ad essa. Belinskij: ● il giudizio del critico era condizionato dall’interpretazione che aveva dato a Povera Gente, opera in cui l’elemento umano e patetico si fondeva con quello umoristico. Con Il Sosia Belinskij iniziava a considerare Dostoevskij come un fenomeno letterario complesso estraneo alla scuola naturale, che dettava i canoni del realismo di quei tempi nella letteratura russa. ● osserva come l’autore racconta le avventure del suo eroe come testimone, ma con la sua stessa lingua e i suoi stessi concetti il che dimostra la sua capacità di trasferirsi ed immedesimarsi in un essere a lui del tutto estraneo. ● la reazione di Belinskij davanti al Sosia deriva dal fatto che egli considerava come difetto essenziale dell’opera il colorito fantastico attribuito a tutta la narrazione attraverso l’elemento della pazzia, che lo discostava dalla sua personale concezione di realismo. Grigor’ev: ● definisce Il Sosia un’opera patologica, terapeutica, ma per nulla letteraria ● lo paragona ad Hoffmann per la rappresentazione di una realtà delirante vicino alla follia Majkov: ● non vedeva nell’opera di Dostoevskij nè un allontanamento dal realismo, nè tantomeno un avvicinamento al fantastico ● si avvicina al testo con maggiore disponibilità, ammettendo l’elemento della pazzia non come antitesi del realismo ma come sua parte integrante per la diversa visione della realtà e dell’umano che questo forniva

Belinskij e Grigor’ev interpretarono l’elemento della pazzia come un fatto puramente clinico e non poetico, nonostante l’analisi dell’interiorità di Goljadkin fosse effettuata attraverso un’accurata ricerca linguistica e stilistica. Il narratore del Sosia infatti, pur non essendo Goljadkin si mimetizza con questo usando le sue stesse espressioni linguistiche, ed è proprio questo l’elemento che permette di fondere l’elemento satirico con quello tragico e il realismo con il delirio. Sdoppiamento: In Dostoevskij tutto si sdoppia, l’eroe vive dei riflessi di ciò che egli realmente pronuncia e di tutte le immaginabili risposte che potrebbero provenire dai suoi interlocutori oltre a quelle reali. Anche gli altri personaggi si sdoppiano, in quanto sono dati sia come reali sia attraverso il modo in cui Goljadkin li vive e li percepisce sulla base delle sue paure, ambizioni e deliri. La figura del doppio era predente gia nelle piu antiche produzioni mitologiche sotto forma di duplicità gemellare, di immagine speculare e di rapporto tra corpo e ombra. Solo con il Romanticismo, ed in particolare con Hoffmann il doppio viene interiorizzato divenendo vero e proprio sdoppiamento, dove la personalità singola si scopre sede di una pluralità di altri esseri uguali e contrari costantemente in lotta tra di loro. Nel Sosia DOstoevskij esamina la forma universale di sdoppiamento ad uno dei suoi livelli piu elementari, a differenza delle opere successive nelle quali la forma della duplicita interiore e della coppia speculare di sosia etico/intellettuali raggiungerà livelli di estrema altezza e profondità anche a livello spirituale. Questo sfogo nell’attività spirituale non è raggiungibile da Goljadkin, come invece lo è per Dostoevskij stesso la letteratura. Lo sdoppiamento di Goljadkin nasce a livello biologico sociale, dall’esigenza di riconoscimento e di sopravvivenza all’interno di un sistema burocratico alienante ma verso il quale tuttavia nutre volontà di succeso e di rivendicazione di uguaglianza. Il dramma di Goljadkin viene dall’alienazione nel duplice senso di questo termine: un’estraniazione che porta alla follia nel momento in cui l’io oggettivato si rivolta contro il suo prototipo e antipodo. La ricerca di affermazione e riconoscimento del personaggio si conclue con il riconoscimento della sua malattia. Cosi come ne Il Cavaliere di Bronzo, anche ne Il Sosia la rivolta è condannata alla follia più che alla sconfitta: tale follia viene analizzata ed universalizzata da Dostoevskij, il quale la associa a Pietroburgo come prototipo di una dimensione burocratica e gerarchica immobile dove l’essere umano vive con i suoi sogni utopici e le sue ambizioni di ribellione irrealizzabili. Goljadkin rappresenta la psicosi dell’uomo comune, psicosi sublimabile solamente nel privilegio dell’attività spirituale....


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