Appunti PER UN Naufragio PDF

Title Appunti PER UN Naufragio
Author Giorgia Finali
Course Migrazioni e sperimentazioni linguistiche e culturali nei servizi per l'infanzia e per le famiglie
Institution Università degli Studi di Bergamo
Pages 5
File Size 159.6 KB
File Type PDF
Total Downloads 30
Total Views 146

Summary

libro - Appunti per un naufragio...


Description

APPUNTI PER UN NAUFRAGIO APPUNTI LEZIONE:

Appunti per un naufragio è un romanzo di Davide Enia che racconta il fallimento della parola naufragio. La questione dei migranti è una delle questioni umanitarie e politiche più importanti. Le parole raccontano ma non possono raccontare tutto (in quanto esiste l’indicibile). Le parole devono affrontare ed oltrepassare le frontiere, contenendole. In esso si parla di approdi in particolare persone che approdano a Lampedusa. MA Lampedusa è la tappa finale in cui si arriva. È la tappa finale di un viaggio, di speranza anche se non sarà la meta finale in cui si starà. Bisogna dare voce, ascoltare, dare tempi ai migranti. Una parte di questo romanzo è un racconto di un momento particolare: la vicenda del 3 ottobre 2013. (Vito è uno dei primi soccorritori e naufragio successo alle 3 di notte. Al termine di una gita in barca serale Vito ed i suoi compagni eritrei hanno sentito rumori/vocai che scambiarono per versi dei gabbiani ma poco dopo si accorsero della tragedia. Quel rumore erano le grida di migranti in mezzo al mare. Un barcone senza illuminazione si era ribaltato) Di questo testo c’è una rappresentazione teatrale: l’abisso. 3 Ottobre 2013 → Naufragio mortale. Da qui è stata instituita in Italia la giornata nazionale per le vittime di migrazioni. Il naufragio del 3 ottobre 2013 furono salvate 155 migranti e morirono almeno 368. Questo naufragio è successo davanti alle coste abitate di Lampedusa. Questo ha scosso la memoria delle persone, si sono attivate le persone. C’è stato un funerale di stato e da quel momento si è deciso di istituire la giornata nazionale per le vittime di migrazione. Del 3 ottobre 2013 ci sono rimasti dei numeri, non delle persone, dei nomi, di cosa fanno. I migranti scappano per migliorare la loro vita. In Somalia c’è la guerra civile da tantissimi anni, in Siria la guerra è iniziata nel 2011 ed in Eritrea c’è una dittatura che viola anche diritti umani, non permette una vita ordinaria. RIASSUNTO: Davide Enia narra la storia di un naufragio individuale e collettivo. Da un lato una moltitudine in movimento che attraversa nazioni intere e il Mar Mediterraneo in condizioni inumane e dall’altro a cercare di accoglierle. Nel mezzo si è posto l’autore nel cercare di scoprire e raccontare cosa accade davvero in terra. Enia da voce a volontari, amici, ragazzi che approdano e mette a nudo le reazioni emotive di questa realtà. Appunti per un naufragio è, infatti, anche un lungo confronto con il padre, un medico cardiologo da poco in pensione. I dialoghi tra i due sono sempre avvolti da lunghi silenzi, i gesti sembrano essere titubanti ma nonostante ciò, il padre accetta di accompagnare il figlio in uno dei suoi viaggi a Lampedusa. È in questi momenti trascorsi assieme, l’autore scrivendo e il padre fotografando, che viene affrontato un altro importante filo della storia, la malattia dello zio Beppe, fratello del padre, definito dall’autore la stella più luminosa nella costellazione della sua esistenza perché «le stelle questo fanno: superano il tempo per indicare la rotta.» Sommozzatore → vede morire davanti a sé molte persone e deve prendere scelte importanti che gli provocano tristezza, rancore. Enia: “ho la netta sensazione di trovarmi di fronte a esseri umani che si portano dentro un intero cimitero”

Discussione a tavola con il papà, Paola e Melo: Enia cenando con loro fa delle considerazioni ad alta voce sulla questione di Lampedusa. Lampedusa non è un approdo ma una tappa, è un contenitore. In essa si racchiudono altre parole: naufragio, frontiera, miracoli, eroismo, morte, rinascita, riscatto, turismo, stagione estiva …. Il centro di permanenza temporanea successivamente chiamato centro di identificazione ed espulsione ed oggi chiamato centro Hot spot (dai diversi governi) è un posto isolato, arido, chiuso e sovraffollato costruito su una vecchia caserma dell’esercito. Esso può contenere 250 persone, in caso di emergenza può arrivare a 381 ma nel 2011 con la primavera araba arrivò a contenerne oltre duemila. Il mondo applaudiva alla primavera araba ma poi imprigionava gli attori. La storia sta già cambiando il futuro, modificando strutturalmente il presente. Nel 2012 nessuna imbarcazione era arrivata a Lampedusa, come sbandierato dal Governo ma questo perché le imbarcazioni venivano fatte sbarcare in Sicilia, lontano dai riflettori. La stagione turistica stava per iniziare e bisognava farla ripartire visto che è il motore dell’economia. 3 Ottobre 2013 → naufragio universale. Un pescatore aveva predetto: “Prima o poi qualcosa tornerà su queste spiagge”. A poche centinaia di metri dalle coste dell’isola una imbarcazione di rovesciò e il mare fu colmo di morti. Esistono due istinti in ciascuno, solo che uno precede l’altro: il proteggersi e l’aiutare il prossimo. Anche aiutare è un istinto. La paura del diverso, di quello che non conosci (umano, animale o altro) è normale. Se superi una volta la prima allora non si presenterà più, o meglio, ogni volta che si ripresenterà avrai tempi sempre minori per superarla. Avere paura è normale, l’importante è superarla. Rif. storia Melo e Paola della vista e aiuto di un gommone arrivato nella spiaggia davanti al loro B&B ed storia dell’amica loro: Loredana. Dormendo in un caicco che fu usato come scala, passaggio da un gommone per sbarcare sulla terra in quanto non riuscivano ad attraccare al porto essendo troppo alto. Chiese al padre di accompagnarlo a Lampedusa al telefono e non si aspettava una risposta affermativa. Il padre, medico in pensione, iniziò a fotografare il mondo. Tra padre e figlio il dialogo non era molto presente in quanto in passato chi taceva era un vero uomo e chi parlava erano le donne. Appena atterrati Paola portò a assistere ad un approdo: il padre rimase lontano mentre Davide collaborò con i volontari grazie a Paola. Furono sbarcati 523 persone tra cui prima i bambini (due neonati) poi le donne e infine gli uomini. Dopo questo sbarco ci fu un dialogo tra padre e figlio in cui emersero due aspetti: - Il padre disse che la sua passione per la fotografia era dovuta a un ricordo con suo padre. Tramite la foto gli sembrava di dialogare ancora con il padre deceduto. - Paragonò lo sbarco alla malattia dello zio. Lo zio Beppe aveva sconfitto un cancro e, anni dopo, scoprì un linfonodo. La situazione che hanno provato durante il viaggio è indescrivibile ne a parole ne con foto. La visione dell’approdo è stata limitativa, un’esperienza potente ma vissuta dall’esterno e l’unica cosa che si potrebbe fare per avvicinarsi e comprenderli è cercare una situazione analoga, se esistesse mai al mondo una analogia possibile ad essa. Il padre non scatto foto perché la fotografia non esce bene se il fotografo non è stato vicino all’evento e per il rispetto degli altro, non sai se scattare foto a un essere umano in quel preciso momento possa essere una violenza nei suoi confronti, bisogna valutare standoci dentro. Rif. a foto bambino siriano morto in spiaggia. La fotografia di mette di fronte a una realtà, in questo caso dolorosissima e lancinante ma nonostante la sofferenza mostrata noi rimaniamo indifferenti, incapaci di capire cosa sta succedendo. Durante l’approdo Paola gli fece conoscere Alberto, un ragazzo Romano. Alberto, sapendo del suo “scopo” di scrivere un libro su cosa stesse succedendo a Lampedusa, gli organizzò un incontro con un sommozzatore. Nel pomeriggio Davide fece un giro per Lampedusa che però in autunno è deserta,

piena di cani randagi. Il padre si risposò e poi fece delle foto mentre camminava per la città. Fece foto anche a Davide che non si era nemmeno accorto della sua presenza. Vedendo quelle foto Davide si accorse che il padre non gli aveva mai smesso di guardare le spalle. Non si era mai accorto della sua presenza perché dava importanza a ciò che nella loro relazione mancava: il dialogo, le parole. A Lampedusa Davide era stato quando aveva 17 anni ma non era stato affascinato da essa. L’incontro con il comandante della guardia costiera lo scosso. Era un uomo di 45 anni, padre di una bambina e un bambino con la moglie in attesa di due gemelli. Gli disse che il tormento dei membri della guardia costiera era tutto per le persone che non riuscivano a salvare. Quando non era in mare si allenava con i suoi uomini per avere una preparazione fisica migliore con lo scopo di salvare più vite. In qualsiasi momento e condizione del mare quando giungeva una richiesta di soccorso loro partivano subito con la motovedetta. A Davide quest’uomo pareva come un samurai, sofferente da stress post-traumatico. Paola e Melo → da una barzelletta capirono la profondità delle storie di ogni singola persona transitata. Oltre la disperazione, la sofferenza e il dolore c’è la voglia di riscatto, di una vita migliore, ci sono i giochi, i canti, i desideri e le barzellette. Primo viaggio di Paola con il Cisom (Corpo Italiano di Soccorso dell’Oriente di Malta). → Chiamata di soccorso alle 15 ed il mare era in condizioni pessime. Durante la navigazione molti dell’equipaggio stettero male. Una volta giunti al punto indicato cercando i tre gommoni ne trovarono solo uno con 104 persone, tutti uomini. Questa fu la sua prima esperienza di morte affrontata per sottrazione e non per presenza. Sulla motovedetta con a bordo Paola salirono 58 uomini. Nonostante le coperte faceva molto freddo, le onde erano altissime e dopo ore di viaggio morirono 29 uomini. La cabina era troppo piccola per contenere tutti ed a turno entravano 6 uomini. Silvia e Davide vanno a trovare zio Beppe a Palermo → Zia Silvana era fuori per lavoro, un nuovo sito archeologico sarebbe stato inaugurato da lei. Zio Beppe gli mostrò la casa, la palestra e la sua pianta preferita: pomelia. Qui Davide realizzò che la morte dello zio non era molto lontana. Lo zio, con umore a terra in vista della chemio del giorno dopo, era molto stanco. Davide lo capì e chiamò suo padre dicendogli che lo zio aveva bisogno di lui, di essere chiamato. Quando lo chiamò lo zio si riprese ed era felice. Storia di Benmet → Benmet è un migrante eritreo arrivato a Lampedusa dopo aver camminato dall’eritrea ai confini del Sudan, attraversato il Sahara in jeep con trafficanti fino ad arrivare in Libia. In Libia i trafficanti lo fecero imbarcare a bordo di un gommone. Restarono in mare 21 giorni e rimasero vivi 5 uomini su 75. In largo mare incontrarono una motovedetta che lanciò loro cibo e acqua e benzina, scortandoli fino a farli arrivare in acque italiane e lasciarli ancora alla deriva. Paola e Melo → la mattina del volo per tornare a casa gli fecero notare che lui era in cerca di risposte le quali aveva sotto il naso. C’è un parallelo tra Guardia Costiera e Guardia Medica. Considerazione → La storia della migrazione la possono raccontare con le parole giuste, esatte solo coloro che l’hanno vissuta. Per fare questo ci vorranno anni, è solo una questione di tempo. Da dove c’è la guerra non si scappa via aereo per il semplice motivo che i visti non vengono rilasciati. Origini dell’Europa come terra → cercala…. La falda dell’EU è origine Africana??? Naufragio del 3 Ottobre 2013 → avvenne prima dell’alba. Alla vista della terraferma qualcuno, per fare luce e segnalare così la posizione dell’imbarcazione, diede fuoco a qualcosa, forse una coperta.

Essendoci gasolio ovunque sul barcone la fiamma divampò e le persone si tirarono indietro per non bruciarsi. Quello spostamento immediato provocò uno squilibrio che rovesciò il peschereggio che colò a picco. Superstiti→155 Morti→368 I corpi vennero portati nella rimessa/hangar del vecchio aeroporto. Il sindaco aveva chiesto ai residenti di accogliere i parenti delle vittime. Moltissimi parenti arrivarono in cerca del loro caro ma il riconoscimento era molto difficile. I corpi erano deformati, privi di arti o altro, mordicchiati dai pesci.. Dopo una settimana, portarono le bare (tutte nere ad eccezione di quelle bianche dei bambini) in un container in Sicili e le bare furono seppellite sparse nei cimiteri, senza un ordine ragion ato. Vito → ha sempre lavorato (programmatore) e ha sempre aiutato il padre (carpentiere) fino a dedicarsi solamente alla carpenteria lasciando altri lavori. In vacanza a Lampedusa gli bastarono 2 settimane per innamorarsene e sentendo una “vocazione” per quella città decise di chiudere la carpenteria e trasferirsi li. Amava il mare e nel 2007 gli fu regalata una vecchia imbarcazione in disarmo. Vito la riaggiustò e la chiamò Gamar come le iniziali dei suoi nipoti mentre prima si chiamava Nuova Speranza. La sera del 3 Ottobre del 2013 era in giro in barca con amici, cenarono e decisero di dormire in barca per poi la mattina presto pescare. All’alba misero in moto ma il suo amico, Alessandro, spense il motore in quanto sentì del vocicolare. Gli amici lo rassicurarono dicendo che erano le grida dei piccioni e allora ripartirono MA dopo pochissimo videro tantissime sagome nere (corpi nudi) gridare Help e sbracciare. Avvisarono la Capitaneria di Porto e iniziarono a salvare queste persone prendendone a bordo il più possibile. Successivamente arrivarono altri due peschereggi (tra cui Costantino), uno dei quali inizialmente, non capendo, gli scambiò per scafisti. Vito dopo una settimana si impose di dover tornare in bare con gli altri amici ma anche dopo tanto tempo il mare non gli appare più come prima. Costantino → Pescatore a bordo della seconda barca che iniziò le manovre di salvataggio del 3 Ottobre 2013. Recuperare quelle persone dal mare era difficile perché erano nude, ricoperte di Nafta. Costantino e il suo amico decisero di iniziare a prendere coloro che indossavano i vestiti potendoli tirare su da quelli. Nell’ultimo giro prima di trasbordare Costantino vide con la coda dell’occhio la mano di un corpo di una ragazza muoversi. La presero a bordo, afferrandola più volte in quanto scivolava e la pulì con la sua canottiera. La ragazza continuava a vomitare ma era viva. Simone → amico di Paola e Melo. Il 3 Ottobre arrivò troppo tardi, vide l’imbarcazione di Vico con a bordo moltissime persone e misi il motore a mille per arrivare presto ma la vide la guardia costiera che gli disse di spegnere, andare piano. Vide tantissimi corpi in mare e provai a recuperarli ma nessuno era vivo, nemmeno un bambino. Il pomeriggio aiutò la guardia costiera a cercare l’imbarcazione affondata e, immergendosi vide moltissimi corpi. Davide il giorno il giorno del naufragio del 3 ottobre si trovava ad Amsterdam, ospite del programma Writer’s Residency. Davide era ancora in lutto per la perdita precoce del suo amico totò a causa di tumore al colon. Non riusciva a scrivere nulla poi accadde la tragedia e scrisse a caldo su un blog online. Nell’ultima pagina del diario online affrontò il lutto del suo amico Totò. Il padre di Davide andò spesso a visitare lo zio Beppe e lo rese molto felice. La sua passione per la fotografia fece un progresso, dal fotografare l’oggetto inanimato passo a fotografare le persone. Con questo cambiò anche il rapporto con il figlio, ora lo chiamava una volta ogni tre settimane. Davide e il padre tornarono a Lampedusa per la ricorrenza del 3 Ottobre. Paola non ha mai superato quel giorno e spera passi velocemente. Arrivarono a Lampedusa il 2 Ottobre fecero un giro in paese e cenarono insieme a Melo e Paola. Il giorno dopo Lampedusa era piena di giornalisti e telecamere per la

ricorrenza. Ognuno ricordava, commemorava la ricorrenza a suo modo, una marcia, una commemorazione interreligiosa, la parata del Governo e delle autorità Europee… Franco → un falegname di Lampedusa nel 2009 fu testimone di una tragedia invisibile. Era approdato un barcone recuperato dalla guardia costiera in alto mare. I naufraghi una volta scesi erano rivolti verso il mare in cerca di qualcosa. Un’altra imbarcazione gemella (con 400 persone) era partita con loro con a bordo figli, genitori, amici e compagni di viaggio ma non arrivò mai, non approdò mai. Accade due giorni dopo il terremoto dell’Aquila e se ne parlò pochissimo: In assenza di cadavere, la notizia non esiste. Franco ne fu turbato e i giorni successivi notò un barcone con due legni poggiati uno sull’altro, come una croce. Da quel momento Franco decise di costruire delle croci CON in legno dei barconi giunti a Lampedusa per darle al maggior numero di persone possibili. Una delle croci di Franco fu acquisita dal British Museum. Successivamente Davide e suo padre andarono al cimitero e incontrarono Paola. Paola si era occupata di redigere le iscrizioni sulle tombe di chi è morto in mare. Rivolgendosi al vecchio Sindaco per poter aggiungere scritte e non solo date egli mise delle scritte su ciascuna tomba che suscitarono clamore. “immigrato, non identificato, di sesso maschile, etnia africana, colore nero.” Venne riportato quanto scritto sulle schede cadaveriche. Il nuovo sindaco incaricò Paola e la sua associazione di redigere delle nuove scritte. La prima che scrisse fu quella di Ester Ada: “il 16 aprile del 2009 il mercantile turco Pinar diretto in Tunisia soccorre un’imbarcazione in difficoltà. Malgrado le condizioni proibitive del mare, riesce a trarre in salvo conducendoli a bordo 155 migranti, tutti di origine subsahariana. A bordo del mercantile viene trasferito anche il corpo senza vita di Ester Ada, 18 anni, Nigeriana. Per quattro interminabili giorni la Pinar rimane a 25 miglia a sud di Lampedusa bloccata da un assurdo braccio di ferro tra governo maltese e governo italiano che si rifiutano di accogliere il mercantile. Soltanto il 20 aprile viene autorizzato l’ingresso della nave nelle acque territoriali Italiane. I migranti vengono finalmente accolti a Lampedusa.” Vincenzo → Custode, addetto al recupero dei morti, operatore alla camera mortuaria, saldatore delle bare, spalatore della terra, inserviente, muratore e giardiniere del cimitero di Lampedusa. Nel ’96 andò a recuperare dei cadaveri con delle foglie di menta nelle narici e la mascherina che pero non coprivano l’odore. Nel cimitero creò uno spazio per loro, Vincenzo fece molto per quel cimitero, sembrava fosse stato davvero costruito con le sue mani. Vincenzo trattava tutti gli esseri umani in egual modo e dava dignità a ciascuno. Es: seppellisce una ragazza dietro un arbusto per darle l’intimità che meritava. Simone → Raccontò a Paola di essersi rimmerso nel punto dove l’imbarcazione affondò il 3 Ottobre per un servizio dedicato a quella tragedia. Arrivato in quel punto, sul fondo non vide più cadaveri ovunque ma coralli, alghe, pesci che nuotano intorno. Il mare ha trasformato tutto, ha visto un superamento della morte, un ritorno alla vita. Zio Beppe → Peggiorava, il linfoma lo stava distruggendo dentro. Quando Davide e suo padre erano a Lampedusa, Zio Beppe fu ricoverato e poco dopo iniziò il secondo ciclo di chemio. Durante il ricovero incontrò padre e figlio migranti arrivati con il barcone. Il padre pregava per il figlio, ancora minorenne, che aveva una grave leucemia. Zio Beppe e il padre del ragazzo pregarono insieme nonostante avessero due religioni diverse. “forse Dio è uno solo con diversi nomi”. Lampedusa: Lepas = scoglio che scortica, eroso dalla furia degli elementi, che resiste e conferma una presenza, anche solitaria, nella smisurata vastità del mare Lamps = la fiaccola che risplende nel buio, luce che sconfigge lo scuro....


Similar Free PDFs