Giuseppe Fadda. Per un pelo PDF

Title Giuseppe Fadda. Per un pelo
Author Francesco Moschini
Pages 15
File Size 1.1 MB
File Type PDF
Total Downloads 13
Total Views 244

Summary

Fadda A.A.M. ARCHITETTURA ARTE MODERNA ROMA Fadda "Per un pelo" ceramiche e disegni A cura d i Antonello Cuccu e Francesco Moschini Con un testo di Mario Fortunato 14 dicembre 1998 セ@ 30 gennaio 1999 A.A.M. ARCHITETTURA ARTE MODERNA ROMA Sc..t-t,,._vo E r.AbRONE (19:)6 ) Commedia dell'...


Description

Fadda

A.A.M. ARCHITETTURA ARTE MODERNA ROMA

Fadda "Per un pelo" ceramiche e disegni

A cura d i Antonello Cuccu e Francesco Moschini Con un testo di Mario Fortunato

14 dicembre 1998 セ@ 30 gennaio 1999

A.A.M. ARCHITETTURA ARTE MODERNA ROMA

Sc..t-t,,._vo E (19:)6 )

r.AbRONE

Commedia dell'infanzia dì Mario Fortunato

fQVeSCiando) il titolo di un celebre racconto di Alberto Savinio, il la, voro di Giuseppe Fadda potrebbe essere definito come una "Commedia dell'infanzia". Non penso soltanto ai suoi "animali colorati" , alla papera che rivela la sua vocazione ludica ma anche petulante e si trasforma in dado, o al pupazzosauro, malinconico e cisposo come ogni caro estinto ,, non penso neppure all'insistenza con cui evoca il mondo dei giocattoli, dei balocchi semplici e favolosi che hanno popolato il nostro passato più o meno remoto. L'infanzia a cui Fadda mi sembra alludere è una specie di condizione, uno status. Con le sue ceramiche capricciose e oblique, con i suoi disegni limpidi e volages, Fadda ci parla dell'infanzia semplicemente perchè è quello il luogo che lui abita. Di tanto in tanto, da quel luogo, c i manda un biglietto, un appunto, o un pezzo di realtà. Come un perfetto ed ironico etranger (ma poi mica tanto: l'infanzia è un paese da cui tutti proveniamo), Fadda non perde occasione per descrivere e raccontare il posto da cui ci scrive. Ecco allora le sue osservazioni antropologiche: bipedi alati e assai panciuti oppure coricati, piuttosto acrobatici ma semp re pingui e tondeggianti, o ancora impilati l'uno sull'altro, e anche questi, più che obesi, capienti. Immagino facciano parte di una tribù di Uomini, Vaso ( una tribù molto religiosa, anzi mistica: basti guardare il Vaso,Prete, cosl altero e asciutto). Dall'antropologia all'arte della guerra. Già, perchè, cari miei, il mondo dell'infanzia in cui risiede Fadda, non è mica uno di quei posti tutti cinguettii e svenevolezze delle favolette . Col cavolo: date un'occhiata all'Elmo di coralli, al tremendo e fumigante Elmo Vulcano, e meglio ancora al Grande Guerriero con

cresta e lancia. Sono corpi e immagini che ci spiegano meglio di ogni trattato come l'universo del gioco e dei balocchi sappia essere anche il luogo della violenza originaria, il fondamento primo della nostra aggressività (perlopii:1 repressa). Del resto, i guerrieri di Fadda hanno funzione intimidatoria ma anche nobilmente difensiva: sono gli spauracchi che il bambino fissa al suolo contro i (talvolta) malefici spiriti adulti. Ma bisogna ammettere che non è la guerra bensì la zoologia, la passione dominante di Fadda. E poichè siamo in una dimensione verticale e discretamente birichina, gli animali di cu i Fadda ci dà notizie sono non di rado esseri di frontiera, intensamente bastardi: un cagnetto tutto squadrato e tosto che alla bisogna è pure un televisore; un toro rosso che ha perso la testa (chissà per chi); un grande pesce che sembra un uomo che sembra un pesce; o infine un bell'uovo nero, emblema e sigillo di ogni animalità, che porta iscritte sul suo guscio rotto tante piccole scene di sesso ... Quante variazioni può prevedere il bestiario ragionato eppure fo lle di un bambino fornito di virtù e fantasia? Ma ho parlato prima di "commedia". Ho detto che i disegni e le ceramiche di Fadda ricompongono il mondo dell'infanzia sotto il segno specifico della commedia, e non della tragedia come voleva Sav inio. Non è q uestione di generi letterari. Come Savinio, Fadda scardina la lingua della realtà da l punto di vista dell'infante, rovescia il senso (comune), scombina. Ma poi il "testo" che rimette insieme ha l'ansia beffarda e fuggitiva del bricoleur: il suo bambino, dopo aver rotto l'oggetto, non cresce di un millimetro, non diventa grande né intende maturare. Perciò non ha il tempo di dolersi del mondo, di ciò che è e di ciò che sarà. Né ha malinconie o nostalgie. Perfino davanti ad un teschio, che può mettere paura, lui cava dalla tasca un cappellino scozzese, glielo piazza sul cocuzzolo, e buonanotte al secchio. La commedia, amici miei, ha tempi rap idi, battute che non si sp iegano, e odia le didascalie. La commedia dice tutto: per un pelo.

G~ANt>E A

VASO

PAL.L..A.

(-13.,5)

V A S.o

ME lt A F o f..l O

(-19-'4)

--e

-VASI

CHE"

51

BACIAt,.Jo

Fadda

realizza ceramiche

ELMC

DI

CoCc.10

"TE(...E !,.CO PIO

(-1~98)

II

Ceramiche infrangibili di Antonello Cuccu

da

quando ha

pensato

che a volte sia preferibile non disegnare

piuttosto che alienarsi nell.a tecnica della vignetta giornalistica. Anche perché nel suo corredo professionale è rimasto indelebile il ricordo di quelle volte , negli anni ottanta, quando per brevi ma intensi periodi nella redazione della Nuova Sardegna e poi dell'Espresso la sua figura di illustratore coincise con quella del graficoimpaginatore. L'inebriante libertà di poter legare i disegni e le immagini al testo era un solo atto, che regalava al lettore un plusvalore di intelligenza e di qualità. Per un "attimo fulminante" aveva provato la felicità di poter impiegare l'arte in naturale relazione con l'esistenza. Nella ceramica G iuseppe Fadda è autocommittente e, per sua deformazione, come di quanti svolgono il proprio ruolo all'interno di un sistema sociale attivo, egli definisce questa produzione come un lavoro "non vero", ribaltando e riscattando però subico questa affermazione mediante una giusta motivazione che paradossalmente possa rendere il "fuori mercato" delle sue ceramiche in cosa viva capace di automantenersi: la clandestinità proib ita dell'erotismo, del sesso, delle libertà nascoste, della trovata spiazzante. Tutto è condotto con i consueti mod i dove Giuseppe Fadda, in quest'ambito elegante maestro, ha la capacità di stemperare le storie tese, creandovi anzi intorno ilarità e buonumore. Egli, alla ceramica come all'illustrazione, ha affidato la raffigurazione dell'idea. Oggi sono molti quelli che, dando esclusivo valore all'invenzione, lasciano ad altri le fasi intermedie di realizzazione, siglandone Li solo risultato; Giuseppe Fadda è materialmente partecipe dall'inizio alla fine del processo ceramico, ch'egli interpreta e controlla totalmente, accettandone anche i limiti

dell'incursione temporanea. Accostabile a Pablo Echaurren e Lu igi Ontani nei caratteri conclusivi dei manufatti, Giuseppe Fadda ricorda piuttosto, anche nel tipo di proposte, l'opera di alcuni ceramisti annitrenta concentratisi intorno al futurista Tullio Mazzotti ad Albissola: sono Farfa, Taco, Bruno Munari i più rappresentativi. La

Tazza delle imposte di Munari o il Vaso bullone di Farfa, costituiscono le pit1 dirette e piene anticipazioni delle ceramiche di Giuseppe Fadda, del suo Uovo nero (tutto nero con automobili e scenette di sesso nel buio) dove la citazione albissolese nella forma di base non viene intaccata, tanto l'oggetto è spostato sulla reinvenzione decorativa; o ancora il Vaso megafono del '95, ricerca di un equilibrio tra il filtro poetico~artistico e la difficile immissione di una forma contemporanea, registrazione che qui vuole essere anche "sonora" riportando frasi canoniche della protesta in strada. Riassunto tra tutte le opere esposte, è forse quella concepita unitaria pur composta in due parti, dei due vasi che tentano di baciarsi, uno bianco, l'altro nero. L'immediato parallelo corre subito alle celebre fotografia delle due gambe avvicinate, quasi incastrate, chiara/scura, di Robert Mapplethorpe. Le gambe, appartenenti ad esseri viventi, possono conwnicare attraverso il calore, il contatto, l'armonia dei gesti; e i due vasi? La "bocca naturale" del vaso, collocata superiormente, è inutile allo scopo, per sempre allontanata dalla circonferenza equatoriale del globo, endemicamente conformato. Sono in realtà proprio le pance dei vasi, se accostate, a toccarsi, e sarà lì che, scoprendo un desiderio del vaso, Fadda ha aperto le nuove labbra di quest'oggetto apparentemente inanimato, che estrae la lingua e la incastra con quella del vicino. Una realtà pazza, questa, o, se si vuole, che impazzisce nel provare a respirare la naturale fel icità di esistere.

EL.-MO 1>1 ' 1 8AR.RI E RA

c.oc....


Similar Free PDFs