Giuseppe Parini PDF

Title Giuseppe Parini
Author Letizia Torelli
Course Italiano
Institution Liceo (Italia)
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Summary

Tutto quello che c'è da sapere su Giuseppe Parini: biografia, legami con l'illuminismo, odi, stile, legami con il neoclassicismo, analisi dei seguenti testi: "la salubrità dell'aria", "il giorno", "il giovin signore inizia la sua giornata", "la colazione del giovin signore", "la vergine cuccia"...


Description

GIUSEPPE PARINI Autore del 1700

BIOGRAFIA Giuseppe Parini nacque il 23 maggio 1729 da una famiglia di modeste condizioni. Dopo i primi studi fu condotto a Milano presso la prozia che gli lasciò una piccola rendita annua, a condizione che divenisse sacerdote. Nel frattempo aveva pubblicato una raccolta di liriche sotto il nome di “Ripano Eupilino” che gli consentirono l’ingresso all’Accademia dei Trasformati dove venne a contatto con le nuove idee illuministe che univano la cultura modera a quella classica, in perfetto accordo con le ideologie di Parini. Nel 1754 entrò al servizio del duca Serbelloni, come precettore dei figli, dove potè conoscere dall’interno il mondo dell’aristocrazia milanese che avrebbe poi rappresentato satiricamente nel “Giorno”. Nel frattempo aveva già pubblicato i due poemetti satirici, il “Mattino” e il “Mezzogiorno”, che gli conferirono grande prestigio e gli permisero di poter assumere degli incarichi ufficiali, tra cui la cattedra nelle Scuole Palatine, successivamente trasferite a Brera, dove venne in contatto con un nuovo orientamento neoclassico che influenzò il suo ultimo periodo. Quando ottenne la carica di sovrintendente, fu possibile considerare Parini al pari di Verri e Beccaria: figura dell’intellettuale illuminista milanese al servizio dello Stato. Dopo la morte di Maria Teresa d’Austria, il suo successore, Giuseppe II, impose pesanti direttive autoritarie sull’organizzazione della cultura; il poeta, rimasto profondamente deluso si allontanò dall’attività intellettuale. Morì nel 1799. LEGAMI CON L’ILLUMINISMO La figura di Parini emerge come intellettuale impegnato nella battaglia civile, teso a combattere in nome del progresso, della ragione e della diffusione di nuove idee. L’opera di Parini quindi, nella sua prima fase appare in sintonia con il clima riformistico instaurato dall’assolutismo illuminato di Maria Teresa d’Austria. Tuttavia i rapporti con l’Illuminismo in generale non sono lineari: Nei confronti dell’Illuminismo Francese: • • •

Respinge le posizioni antireligiose. È ostile alla Controriforma e alle guerre di religione, tuttavia crede che la religione sia indispensabile come freno alle passioni umane. Crede nell’uguaglianza, nell’amore per l’umanità e sdegna tutto ciò che offende e umilia l’uomo. Critica la degenerazione della classe aristocratica in quanto oziosa e improduttiva, questa infatti sul piano economico non fa altro che sperperare le ricchezze e sul piano intellettuale non dedicano il loro ozio a coltivare gli studi. Infine, non tollera l’uso del “cavalier servente” che non è altro che una legalizzazione dell’adulterio. Nonostante questo, riconosce i meriti che in passato aveva avuto la nobiltà e perciò tende a promuovere una rieducazione piuttosto che l’eliminazione della classe sociale.

Nei confronti dell’Illuminismo Lombardo: • Non tollerava l’attaccamento all’Illuminismo francese (cosmopolitismo), temendo che la cultura e la lingua italiana venissero rovinate. • Gli intellettuali del “Caffè” avevano una concezione della letteratura diversa da quella di Parini: avevano una concezione utilitaristica, e un vero e proprio culto della scienza. Temeva che la letteratura si trasformasse solo in uno strumento di divulgazione. Anch’egli è convinto che la letteratura debba essere utile e, riprendendo le idee di Orazio, ritenne che il giusto era «unire l’utile al dolce», in cui l’utile era lo strumento di battaglia per risolvere i problemi contemporanei. • Gli illuministi lombardi erano ossessionati del commercio e dell’industria e ritenevano che soltanto il loro sviluppo potesse garantire il progresso e il benessere. Parini invece, era vicino alle teorie della scuola fisiocratica che vedeva nell’agricoltura l’origine della ricchezza delle nazioni e fonte di vita sana e felice. Per questo senso di moderatezza, Parini era mal visto dagli illuministi del tempo come Verri e Beccaria. Parini si può definire un moderato riformista.

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LE ODI Parini, durante il suo periodo di letterato, scrisse parecchie odi. L’ode è un genere lirico che riprende i modelli della poesia greco-latina, ma assume contenuti più elevati e toni più solenni. Lo sue odi possono essere classificate in tre gruppi: • 1756-1769: testi maggiormente legati alla battaglia illuministica (“La salubrità dell’aria”) • 1777: “La laurea” e “Le nozze” • 1783-1795: testi con ispirazione neoclassica, segnati da un contenuto armonico e classico (“La tempesta”) Nel suo primo periodo, quindi, le odi sono animate da atteggiamenti battaglieri e dalla fiducia di poter mutare la realtà con la diffusione di nuove idee giuste. I temi affrontano i problemi d’attualità, come ne “La salubrità dell’aria” Parini denuncia il problema dell’igiene e della salute pubblica e esalta la figura del contadino la cui attività è produttiva e socialmente utile.

STILE Parini sente il bisogno di utilizzare un linguaggio innovativo, ricco di parole specifiche, traendo spunto da parole scientifiche, e espressioni realistiche e precise, in grado di suscitare immagini intense. Questa nuova espressione prende spunto dalla poetica del sensismo, secondo cui la vita spirituale dell’uomo ha origine dalle sensazioni fisiche con cui entra in contatto nella realtà esterna. I suoi sentimenti fondamentali sono perciò il piacere e il dolore. Anche l’arte contribuisce a stimolare la varietà delle sensazioni. Questo tipo di poetica è contraria a quella del razionalismo, secondo cui la parola doveva essere generica. Egli rimane sempre legato al classicismo ricorrendo ad espressioni auliche, utilizzando procedimenti retorici come perifrasi e metonimie oppure personificazioni. Per quanto riguarda la sintassi, egli mira alla complessità del periodare latino. LEGAMI CON IL NEOCLASSICISMO Verso la fine del Settecento, con le nuove scoperte archeologiche del periodo classico, si affermò un nuovo movimento artistico-letterario, il Neoclassicismo, che influenzò la poetica di Parini. Il poeta non affronta più temi civili e sociali ma temi più universali. La sua lotta morale si rivolge ora all’educazione dell’uomo in generale. Le forme si fanno ancora più composte e nobili, senza ogni riferimento realistico. Sono proprio la compostezza e l’armonia le caratteristiche del Neoclassicismo. “LA SALUBRITÀ DELL’ARIA” “La salubrità dell’aria” è una delle Odi di Giuseppe Parini scritta nel 1759. Il tema proposto è quello dell’aria inquinata, che il poeta denuncia per far capo agli impegni civili e morali che si impose. Parini denuncia la Milano del tempo, abbandonata a se stessa e circondata da risaie che rendono l’aria insalubre e propone un miglioramento delle condizioni ambientali. Il testo è costruito sull’opposizione tra città e campagna, cui si alternano immagini negative della prima e positive della seconda. Nelle prime strofe il poeta analizza le condizioni dell’aria e poi la configurazione fisica del territorio. L’obiettivo del poeta è quello di denunciare la classe nobiliare e quella dirigente, incapaci di provvedere al bene comune e interessate solo al profitto. Infatti, il poeta mette a confronto le condizioni fisiche dei contadini di riso che sono pallidi e malati con quelli brianzoli che, nonostante la fatica, sono sani. Questo discorso si inserisce nel contesto fisiocratico sostenuto da Parini. Per quanto il confronto sia vero, Parini ha una visione idilliaca della campagna: egli, infatti, la descrive come luogo d’evasione dalle angosce della società. Dal confronto città-campagna emerge un messaggio civile: solo con l’impegno collettivo è possibile raggiungere una condizione di vita sana. L’ode è ricca di latinismi, termini colti, iperbati ed enjambements che si adattano perfettamente al contenuto e gli permettono di affrontare materie volgari che il gusto classico rifiutava.

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“IL GIORNO” Il poema è composto in versi endecasillabi sciolti e mira a rappresentare ironicamente l’aristocrazia milanese del tempo. Il poema descrive la giornata di un «giovin signore», la quale si divide in Mattino, Mezzogiorno, Vespro e Notte. Il Giorno si fonda sul genere didascalico-descrittivo che serve a veicolare la satira del mondo aristocratico. Il poeta afferma che, in qualità di precettore del giovane nobile, deve insegnargli come riempire le sue giornate piene di noia e per questo descrive la giornata tipo dell’aristocrazia. Il «giovin signore» non è altro che un cicisbeo, l’accompagnatore formale della dama che prende le veci del marito. Parini in questo modo denuncia il fenomeno del cicisbeismo che si traduceva in una forma legale dell’adulterio. Tutto il discorso del precettore è impostato in chiave ironica e si fonda sulla figura dell’antifrasi: viene affermato il contrario di ciò che si vuole intendere. Il precettore, infatti, finge di accettare il punto di vista del nobile e la nobiltà viene celebrata in termini iperbolici e anche i gesti più banali come sbadigliare divengono eventi da celebrare. In realtà, è proprio dietro questo modo di descrivere che traspare la vera essenza di quel mondo: inutile e insulsa. Il tutto viene accentuato da altri fattori: • Per quanto riguarda il tempo, non viene scelta una giornata particolare, ma una giornata tipo, uguale a infinite altre, e questo basta a esaltare la vita banale del nobile. • Gli eventi descritti si collocano in un tempo breve. • La rappresentazione dello spazio, ristretto e quasi sempre chiuso, rende l’impressione di una vita monotona e priva di energie. Parini contrappone spesso alla nobiltà oziosa la nobiltà guerriera, che lui falsamente disonora, e la vita operosa e sana dei contadini e degli artigiani, che si ispirano ai valori fondamentali come la famiglia. Il poeta, pur trattando di argomenti mediocri, utilizza una sintassi elaborata, un lessico ricco di latinismi ed arcaismi e fa abbondante ricorso a figure retoriche per descrivere le imprese, assai poco eroiche e degne di nota, del suo protagonista principale. Nonostante ciò, si nota un senso di ambiguità: è proprio la minuziosa descrizione del ceto sociale che rivela il compiacimento del poeta di quella classe sociale ricca, raffinata e piena di fascino. Nelle parti de “il Vespro” e “la Notte”, sparisce l’ironia e la polemica per far spazio agli aspetti neoclassici dell’armonia e serenità. Nei suoi versi quindi si afferma l’osservazione della commedia mondana e traspare il senso di fallimento del movimento illuminista, dovuto alle riforme applicate da Giuseppe II. Scompare l’uso della poetica sensistica per far spazio ad un linguaggio più classicista, legato alla ricerca di compostezza ed equilibrio. LE CARATTERISTICHE DEL “GIORNO” Argomento

La giornata tipo di un esponente della nobiltà attraverso gli insegnamenti di un precettore.

Genere

Poema narrativo-descrittivo-didascalico

Struttura

4 parti: Mattino, Mezzogiorno, Vespro e Notte

Narratore

Interno (precettore)

Focalizzazione

Interna

Personaggi

Nobili a cui si contrappongono la nobiltà guerriera e i ceti inferiori

Tempo

Una giornata

Spazio

Prevalentemente chiuso: città, campagna, palazzi, carrozze

Metrica

Endecasillabi sciolti

Linguaggio

Aulico, complesso, ricco di figure retoriche

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“IL «GIOVIN SIGNORE» INIZIA LA SUA GIORNATA” Il poemetto viene introdotto da un proemio nel quale il poeta si presenta come precettore di un giovane aristocratico con l’intento di insegnargli come riempire i suoi giorni pieni di noia. Questo preambolo ha la funzione di colpire la corruzione e l’inutilità della classe aristocratica. L’esposizione inizia con la descrizione del risveglio del contadino e dell’artigiano esaltandone i valori tutti positivi. Si crea così un forte contrasto con la figura del «giovin signore» che è ozioso e inutile al benessere della società. In questa contrapposizione si esprime uno dei principi illuministi sostenuti da Parini: l’uguaglianza. Parini, trattando di argomenti modesti, è obbligato ad utilizzare la satira come mezzo di descrizione. Per far ciò usa l’antifrasi: omaggia tutto ciò che invece crede inutile e ridicolo. L’immagine creata mette in luce tutti gli aspetti negativi dell’aristocrazia. In tutto ciò però, traspare il senso di ambiguità: le descrizioni così dettagliate e raffinate mostrano come tutta quella grazia e bellezza susciti nel poeta un irresistibile fascino. LA COLAZIONE DEL «GIOVIN SIGNORE» Dopo una lunga serata passata a divertirsi, il giovin signore si corica a letto e il giorno successivo, in tarda mattinata, si sveglia e gli viene preparata la colazione. La prima scelta che gli si propone è di scegliere tra una tazza di cioccolata o caffè, entrambe bevande arrivate da terre lontane frutto di numerose conquiste. La conquista delle terre esotiche rispondeva all’esigenza di fornire merci pregiate alla classe nobiliare, ma proprio questa sproporzione tra i piaceri aristocratici e i morti dà sdegno e disprezzo al poeta. Da qui si evidenzia l’umanitarismo di Parini. LA «VERGINE CUCCIA» Il testo è suddiviso in tre punti di vista: • inizialmente quello della dama in cui traspare una simpatia per la cagnetta e un disprezzo per l’uomo, • dal punto di vista della cagnetta che sembra gridare vendetta, invece, viene divinizzata mentre il morso viene minimizzato così come la figura del servo che viene definito “villano”. • Infine dal punto di vista del poeta, il cui tono si fa cupo e serio, emerge il senso di commozione umanitaria nei confronti del servo. L’episodio si conclude con l’immagine della cagnolina che, riempita di commiserazione, diventa un idolo. Con questo gioco sottile tra i due punti di vista (dama e poeta), Parini riesce a far emergere come quel mondo frivolo e insulso in realtà sia pieno di cinismo crudele.

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