Argomento 6- Antonio Vivaldi e Johan Sebastia Bach PDF

Title Argomento 6- Antonio Vivaldi e Johan Sebastia Bach
Author Lola
Course Storia della Musica
Institution Università della Calabria
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antonio vivaldi e bach...


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03/04/20 Argomento 6 -ANTONIO VIVALDI E JOHANN SEBASTIAN BACH -Nati alla fine del 600, hanno caratterizzato l’ultima parte dell’epoca barocca. (e nel 1750 con la morte di Bach si chiude l’epoca barocca.) Vivaldi, prima violinista, poi compositore di musica strumentale (si pensi alle famose 4 stagioni) ma anche compositore attivo nei teatri italiani, quindi compositore di opere teatrali. Bach, organista tedesco, molto legato agli ambienti religiosi (era Luterano); la gran parte della sua musica era musica d’occasione, cioè scritta per le necessità della corte o per la Chiesa per la quale lavorava. Rispetto a Vivaldi, Bach aveva una visione più verso il passato(conservatore). Vivaldi era un innovatore, guardava al futuro, anche per questo fu un compositore celebratissimo nella sua epoca. Dopo le loro morti: nell’800, mentre Vivaldi ebbe un periodo di oscuramento, Bach fu rivalutato, diventando nel 900 il compositore più studiato nei libri di musica. Sempre nel 900 furono ritrovati i manoscritti di Vivaldi, il quale fu riapprezzato come compositore non solo per i concerti delle stagioni, ma per tutte le centinaia di opere, concerti e musica vocale.

Dalle lettere di Charles de Brosses (appassionato di musica italiana) sappiamo che Vivaldi si vantava di poter “comporre un concerto, con tutte le sue parti, più rapidamente di quanto impiegherebbe un copista a trascriverlo”. Vivaldi aveva delle idee compositive molto precise e questo gli permetteva di scrivere molto velocemente. “Il fuoco e la furia” dello stile italiano di Vivaldi, sono caratterizzate da un’irruenza ritmica, cioè un ritmo forte, trascinante, che affascinava lo spettatore. Vivaldi aveva il dono di una eccezionale vitalità musicale: scrisse più di 500 composizioni strumentali. La musica strumentale di Vivaldi sembra essere un amalgamarsi di vecchio e nuovo: da un lato ci sono le divisioni, gli echi, le frasi tripartite, e i valori annessi al virtuosismo e ai contrasti timbrici; dall’altro abbiamo la chiarezza del fraseggio, il senso dello sviluppo armonico e motivico, e tratti particolari con l’inizio a tre note.

Bach non conosceva Vivaldi di persona, ma lo conosceva per la sua musica: A Cöthen, presso la corte del principe Leopoldo, nella quale Bach era maestro di cappella, era diffusa la conoscenza della musica di Vivaldi, per cui la corte acquistò delle raccolte di musica dello stesso, che poi Bach trascrisse per tastiera.

Abbiamo una testimonianza di prima mano di quelli che erano gli interessi di Bach per la musica di Vivaldi, grazie a Johann Nikolaus Forkel ( il primo biografo di Bach) che scrisse un testo sulla biografia di Bach, intervistando nel 1802 i figli maggiori di Bach e alcuni suoi allievi. Bach apprese da Vivaldi la tecnica compositiva, e grazie alle trascrizioni musicali che aveva fatto per tastiera, imparò a “pensare in termini musicali” (procedimento vivaldiano del “musical thinking”) , cioè una tecnica compositiva centroeuropea caratterizzata da un’elaborazione della scrittura sempre più centrata sulle sole

idee musicali e sul loro logico sviluppo. Questo procedimento diede grande rilevanza al ruolo della musica strumentale.

-LA VITA E LA PRODUZIONE DI VIVALDI Antonio Lucio Vivaldi nasce il 4 Marzo 1678 a Venezia, da una famiglia povera: il padre Giovanni Battista era un umile barbiere ma era anche un violinista molto apprezzato a Venezia, perché lavorava come solista nell’orchestra della Basilica di San marco; La madre, Camilla Calicchio, proveniva da un paese del Sud. Vivaldi fu il primo dei nove figli (dalla nascita aveva avuto un malessere legato alla respirazione che gli impediva di lavorare molto) ed essendo il primogenito, la famiglia cercò di indirizzarlo verso la carriera ecclesiastica, che gli poteva fornire un lavoro fisso. Già all’età di 12 anni mostrava grandissime capacità violinistiche delle quali il padre si accorse. (si pensa che il padre fu il suo primo insegnante) Entrò in seminario ma gli fu concesso di studiare privatamente data la sua malattia; così riuscì anche a dedicarsi allo studio musicale. Nel 1703 fu ordinato sacerdote e divenne noto come il “Prete Rosso”, a causa del colore dei suoi capelli. Sempre nel 1703 gli venne offerta la cattedra di violino presso l’Ospedale della Pietà, a Venezia (Questi istituti erano orfanotrofi dove si insegnava un mestiere tipico, per le donne era quello della musica, dello strumento e del canto). Inizialmente fu impiegato come violinista e insegnante di violino e “viola all’inglese”; successivamente (1716) divenne “Maestro de’ Concerti”, cioè primo violino e direttore dei concerti delle famose “putte”. A causa dei suoi disturbi respiratori, Vivaldi venne dispensato dal dovere d’impartire messa e ciò diede adito a pettegolezzi e leggende sul “Prete Rosso”. Antonio ebbe modo di dedicarsi alla musica con sempre maggiore impegno e incominciò ad essere famoso: i suoi concerti venivano dati in diverse chiese veneziane, dove si esibiva come virtuoso del violino. Nel 1705 aveva cominciato a pubblicare le sue raccolte di sonate e concerti: la prima raccolta che diede alle stampe fu la serie di “Dodici sonate a tre op. 1”. Nel 1711 Vivaldi pubblica ad Amsterdam “ L’estro armonico, op. 3”(raccolta di dodici concerti per violino); grazie a questa Vivaldi ottiene uno straordinario successo in tutta Europa, Bach trascrisse una parte dell’opera per tastiere. Nel 1713 Vivaldi succedette al Santurini diventando direttore del teatro Sant’Angelo; si recò quindi a Vincenza dove mise in scena la sua prima opera teatrale: “l’Ottone in villa” (dramma per musica in tre atti). nel 1716 diventa maestro di cappella presso l’Ospedale della Pietà, con l’impegno di comporre un paio di messe e vespri ogni anno, un minimo di due mottetti al mese e brani d’occasione su richiesta. Dal 1717 Vivaldi lasciò temporaneamente l’incarico e iniziò a viaggiare. Ricoprì l’incarico di maestro di cappella presso la corte del principe Filippo a Mantova, città nella quale soggiornò dal 1719 al 1722 e dove si distinse come compositore d’opera. La sua carriera quindi è importante non solo per la musica strumentale, ma anche per le composizioni liturgiche e teatrali. ^Questa attività di Vivaldi presso il teatro era un po' in urto con la sua attività di sacerdote, perché il teatro era un luogo mal visto dai sacerdoti e quindi questo fece acquisire a Vivaldi una serie di antipatie legate alla frequentazione dei teatri.^ _______________________________________________________________________________________

08/04/20

Intorno al 1722 ritorna a Venezia e lavora per tre anni nell’Ospedale della Pietà, prima di ricominciare a viaggiare: Vivaldi era già un compositore la cui musica era popolare in tutta Europa e i suoi numerosi viaggi contribuirono a diffondere la sua fama di violinista e compositore; in quegli anni diventò ricco. Sempre in quegli anni conobbe Anna Girò, e questa conoscenza fu causa di molti pettegolezzi. ^I problemi che Vivaldi ha avuto con diverse persone della nobiltà a Venezia, si catalizzavano anche nell’Ospedale della Pietà. Essendo stato un sacerdote per tutta la sua vita, anche se non diceva messa era obbligato ad un certo tipo di comportamenti. Due erano i comportamenti che non andavano giù agli altri sacerdoti: 1. la frequentazione dei teatri, perché l’ambiente era un ambiente ambiguo, non era particolarmente adatto ad un sacerdote; 2. La relazione di Vivaldi con la giovanissima cantante, Anna Girò. ^ ^Alcuni problemi sorsero anche quando Vivaldi cercò di avviare una stagione operistica a Ferrara, questa cosa non andò a genio agli altri nobili di Ferrara, che imposero divieto per i compositori che venivano da altre corti. La prima opera che Vivaldi portò a Ferrara venne boicottata, a causa di un fiasco causato da un clavicembalista che sbagliò le partiture apposta, nonostante ciò nel 1939 si riuscì a mettere in scena una stagione teatrale.^

Intorno al 1922-1925 Vivaldi si recò anche a Roma dove ebbe l’onore di suonare per il Papa; tornato a Venezia si dedicò all’opera e pubblicò la raccolta di concerti intitolata “Il Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione” ,di cui fa parte il suo lavoro più celebre: “Le quattro stagioni”. Dal 1726 al 1733 intraprese diversi viaggi :Mantova, Trieste, Germania, Praga, Verona, Mantova, Vienna. A Vienna Vivaldi suonò per l’imperatore Carlo VI, che aveva già incontrato a Trieste nel 1728 e al quale aveva dedicato l’op. 10, “La Cetra”; l’imperatore l’aveva ricompensato per bene, donandogli molto denaro, una medaglia d’oro e nominandolo cavaliere. Nel 1735 riprese le sue funzioni alla Pietà e in quell’anno collaborò con Goldoni per l’allestimento dell’opera “Griselda”. Intanto la sua fama andava perdendosi, il pubblico era ammaliato dal nuovo stile della scuola napoletana. Nel 1740 lasciò definitivamente il suo incarico alla Pietà e di conseguenza decise di lasciare Venezia. Passo per Desdra, dove suonò i “Concerti di Desdra” e si trasferì a Vienna con la speranza di recuperare lì la sua fama. Quando arriva a Vienna scopre una situazione disastrosa, Carlo VI era morto, e aveva lasciato tutte figlie femmine. (l’erede al trono non poteva essere donna, doveva essere un uomo) La corte non poteva ricevere Vivaldi, perché era impegnata a risolvere la questione dell’eredità al trono. Vivaldi, ritrovatosi senza un committente, è costretto a svendere le sue opere e intanto la sua salute ne risente: si ammala e il 28 luglio del 1741 muore per una “infiammazione interna”; viene seppellito in un cimitero di un ospedale per poveri. Quando la notizia arriva a Venezia, i Veneziani non lo ricordano molto bene; il doge di Venezia fa una piccola nota per la morte di Vivaldi dove lo ricorda come “famoso compositore veneziano che ha fatto tanti soldi e che li ha lapidati tutti a Vienna, morendo povero.” Morto Vivaldi, la sua musica non fu più eseguita e fu subito dimenticata; solo le “quattro stagioni” furono ricordate.

Grazie alla riscoperta ottocentesca di Bach ,il nome di Vivaldi iniziò a circolare di nuovo come compositore: i musicologi tedeschi si accorsero che Bach aveva ripreso le melodie di una ventina di concerti di Vivaldi e fu così che quest’ultimo venne subito rivalutato. Inoltre, solo 12 raccolte erano state stampate, mentre la musica operistica della fine del 700 e dell’800 non erano affatto conosciute: la musica non stampata di Vivaldi fu trovata i un paese vicino Torino nel 1920 da Gentili, un docente di storia della musica dell’università di Torino, incaricato di fare una ricerca di codici. Questo docente cercò in tutti modi di far acquistare questi codici, fino a quando una famiglia che aveva avuto un lutto lo finanziò a condizione di dare alla raccolta il nome del figlio perduto: Raccolta Giordano. Gentili si accorse che nelle composizioni era mancassero dei codici intermedi, che completavano la raccolta. Dopo tre anni riesce a rintracciare la seconda parte della raccolta presso una casa di una famiglia nobile genovese e convince anche questi a venderla con lo stesso presupposto. (famiglia Foà ) L’intera raccolta si trova presso l’Biblioteca Nazionale di Torino e si chiama Raccolta Foà-Giordano. Dal 1930 è quindi iniziata un’opera di riscoperta della musica di Vivaldi e oggi sappiamo che ha scritto più di 700 opere tra cui sonate, concerti ma anche musica vocale (mottetti per solisti, coro ed’ orchestra), opere religiose e cantate profane… e ci sono ancora composizioni che non sono state mai eseguite e alcune di cui ancora non c’è l’edizione a stampa. Vivaldi gettò le basi per lo sviluppo del concerto solista del periodo classico di Mozart e Beethoven. Le sue raccolte di concerti più conosciute sono: “L’estro armonico”; “La Stravaganza”; “La Cetra”; “Le Quattro stagioni” che fanno parte de “Il Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione” ma anche in ambito religioso: “Gloria in re maggiore”, lo “Stabat Mater” e l’oratorio “Juditha Triumphans” *ascolto del Concerto de “Le quattro stagioni- La Primavera” che si trova nella raccolta stampa del 1725 intitolata “Il Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione”. Questi concerti erano stati già composti prima, ma Vivaldi li ripubblica in quanto ha aggiunto dei sonetti: ad ogni concerto lui aggiunse un sonetto e lo ha distribuito nei tre movimenti del concerto stesso; questo per far capire all’ascoltatore il significato della musica. Quindi la descrizione della musica è affidata al sonetto. Vivaldi ha inserito i versi in prossimità della musica che corrisponde alla rappresentazione musicale di quel verso. I concerti di Vivaldi sono basati su un’alternanza tra ritornello e episodio solistico. Il ritornello è eseguito dal tutti dell’orchestra, mentre l’episodio solistico è suonato solo da uno strumento. Quando Vivaldi riprende il ritornello, non lo riprende mai uguale alla prima volta. Il ritornello per Vivaldi è un elemento che da coesione all’opera: Mentre gli Episodi Solistici hanno un carattere più virtuosistico e quindi mettono in musica episodi diversi: la loro funzione è di rappresentare la varietà degli episodi (in questo caso la primavera) ; il Ritornello ritorna sempre ad alternarsi all’episodio. (anche se non sempre uguale) Quindi la sua funzione è quella di tenere insieme tutta la composizione (per evitare di ascoltare troppe cose diverse), ha quindi una funzione strutturale. Ad ogni episodio solistico, c’è un verso che spiega cosa stiamo ascoltando, quindi si dà significato alla musica in relazione al verso. Questo tipo di forma si chiama “forma ritornello”, perché è proprio basata sull’alternanza tra episodi solistici e ritornello. In questo modo Vivaldi coniugava due aspetti diversi del far concerto: da una parte creava una composizione estremamene descrittiva, cioè una rappresentazione onomatopeica dei versi negli episodi ; dall’altra vi era il ritornello che dava coerenza alla composizione, permettendo di seguirla come un pezzo unico.

*Ascolto dell’esecuzione di Nikolaus Harnoncourt della “Primavera” di Vivaldi Sonorità molto più forte, caratterizzata da strumenti antichi, e la rappresentazione onomatopeica è messa in evidenza ancora di più. All’inizio c’è una frattura temporale nel cinguettio degli uccellini, proprio come se questi uccellini cantassero liberamente. Questi esecuzioni si chiamano filologiche (si cerca di eseguire la composizione esattamente nel modo in cui il compositore l’aveva pensata: con gli strumenti e le tecniche adatte) ed esistono dagli anni 50 del 900 da quando Harnoncourt le ha proposte. L’obbiettivo di queste composizioni è quello di trovare le sonorità e le prassi esecutive della musica antica

- JOHANN SEBASTIAN BACH -Bach fu un compositore molto diverso da Vivaldi, era conservatore, era rigoroso ed era concentrato sulla composizione religiosa. Bach aveva trascritto diversi concerti di Vivaldi su tastiera. Johann era discendente di una vecchia famiglia di musicisti, era orfano di padre e madre a 10 anni e fu accolto dal fratello Johann Cristoph, che era organista a Ohrdruf. Terminato il liceo, entrò a far parte dell’orchestra di Johann Ernst di Weimar, come violinista; ma presto passò all’organo di S. Bonifacio in Arnstadt (1704) e a questo periodo risalgono le prime composizioni di data certa. (“Capriccio sopra la lontananza del suo fratello dilettissimo”; la sua prima cantata sacra “Denn du wirst meine Seele nicht in derHolle lassen”). Rimase ad Arnstadt fino al 1707, quando passo all’organo di Mulhlhausen, città dove sposò la cugina Maria Barbara. Nel 1708 fu chiamato a Weimar per lavorare come organista di corte e cembalista dell’orchestra ducale. Qui compì la maggior parte delle sue composizioni per organo e studiò le musiche degli italiani(Antonio Vivaldi, Benedetto Marcello) , spesso trascrivendole per organo e cembalo. Nel 1717 si trasferisce a Cothen, presso la corte del principe d’Anhalt, in ui lavora come maestro di cappella. Qui si dedica a comporre musica da concerto e da camera. (tra cui i 6 concerti dedicati all’Elettore di Brandeburgo) Si sposta in diverse città come Lipsia, Halle, Amburgo ecc… Nel 1720 la moglie muore e nel 1721 si risposò con Anna Magdalena Wulken, anche lei musicista. Nel 1723 si stanziò a Lipsia come Maestro alla Thomasshule, impiego che mantenne per ben 26 anni. Lavorava incessantemente, compose più di 200 cantate ma la sua professione di compositore non era valutata e ammirata quanto quella di organista, tanto che la stessa “Passione secondo Matteo” passò inosservata. Nel 1747 si recò col suo primogenito, presso la corte di Federico il Grande, dove suonava per il re. Negli ultimi tempi lo colse la cecità e l’ultimo suo componimento fu un corale per organo “Vor deinen Trontret’ich hiemit”, che fece scrivere al genero attraverso un dettato. Dei 20 figli solo 9 sopravvissero, e alcuni divennero dei celebri musicisti ( Wilhelm Friedemann, Karl Philipp Emanuel e Johann Christian. L’eredità di Bach furono libri, strumenti, numerosissime composizioni tutte manoscritte tranne una minima parte. Molti manoscritti andarono persi. Bach era considerato come il massimo contrappuntista moderno, il suo stile è unico. Dopo la morte di Bach, viene per la prima volta rivalutato in un saggio di N. Forkell nel 1802; successivamente, a un secolo dalla prima esecuzione, “La passione secondo Matteo” diretta da F. Mendelsohn a Lipsia, portò alla definitiva rivalutazione di Bach. Dell’opera musicale di Bach si ricordano 2 Passioni, oltre 200 cantate, 5 messe, oltre 200 corali armonizzati, mottetti, concerti solistici, sonate, toccate,

preludi e fughe ecc. -R. Gerber, I concerti brandeburghesi di Bach, Roma, Bulzoni, 1984 Gerber ascolta tutti e 6 i concerti branderburghesi e individua come una sorta di enciclopedia del “concertar barocco” perché in questi 6 concerti ci sono alcuni tratti del modo di far concerto dell’epoca barocca: ad esempio “il concerto policorale” (3°), inventato dai Gabrieli nel ‘600 a Venezia, nel quale si contrapponevano cori diversi; un altro tipo di concerto individuato è il “concerti grosso” ( 1° e 2°-concerto corelliano); poi ci sono i “concerti solistici”. (4° e 5°) Questi 6 concerti sono stati pensati da Bach in modo differente, ognuno ha una sua caratteristica, in questi vengono riportate le tecniche compositive del passato e vengono riutilizzate all’interno di una dimensione compositiva legata alla varietà del concertar barocco e insieme a questa c’è una sorta di costruzione geometrica interna (2-1-2-1/ concerti di gruppo-concerti solistici). Bach costruisce questa raccolta nei minimi particolari. Una parte innovativa la troviamo nel quinto concerto, il clavicembalo non fa da basso continuo ma ha delle parti scritte, entra in collaborazione con i solisti(violino e flauto) e alla fine esso stesso ha una cadenza solistica ( ci sono 66 battute solo per il clavicembalo: è la prima volta che questo ha un ruolo da solista così importante) *ascolto del “5° concerto branderburghese di Bach, eseguito da Nikolaus Harnoncourt*...


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