Barb- la rivolta dei ciompi PDF

Title Barb- la rivolta dei ciompi
Author Francesco Pollaro
Course Storia
Institution Liceo (Italia)
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RIASSUNTO DELLA LEZIONE DI

Alessandro Barbero

La rivolta dei Ciompi 2019

La più importante rivolta Popolare che ha avuto luogo nell'Italia medievale Il Medioevo è in un'epoca in cui le rivolte sono frequenti e non sono mai rivoluzioni, perché noi chiamiamo rivoluzioni quelle rivolte che hanno successo e che riescono a rovesciare il mondo e lo lasciano diverso da come era prima. Però la storia degli uomini è anche piena di momenti in cui un'infinità di gente si gioca la vita pur di cambiare il mondo ma poi non ci riesce. E noi allora quelle le ricordiamo come rivolte, come sommosse, come tumulti. La grande rivolta Fiorentina è passata alla storia come un tumulto, il tumulto dei Ciompi. Quando gli storici dicono tumulto è implicito il discorso “si va bene hanno fatto grande disordine, è stato un momento drammatico, ma alla fine non ha portato da nessuna parte, neanche loro sapevano cosa volevano”. Ma non era così: in certi momenti in cui il popolo si è mosso e ha rischiato la vita e molta gente ce l'ha lasciata e non è riuscito a cambiare il mondo, lo si voleva davvero cambiare, sapevano cosa stavano facendo. In realtà, loro volevano cambiare Firenze. Parliamo di una rivolta del popolo di Firenze, degli operai dell'Industria tessile: il loro orizzonte è Firenze, lo Stato dentro cui vivono è Firenze, la loro vita è quella e l'orizzonte è quello. Hanno voluto cambiare la società di Firenze e non ci sono riusciti, ma vale la pena di raccontare quello che hanno provato a fare. Il primo sbaglio che potremmo fare sarebbe di pensare” siamo nel Medioevo, sarà stata abbastanza semplice, abbastanza primitiva quella società” ma non è così: era una società molto complicata, dove erano complicate le istituzioni, complicate la politica e, per capire cosa loro volevano fare, bisogna purtroppo spiegare volta in volta qual era il contesto politico. Allora siamo a Firenze, e venerdì 18 giugno 1378 il Gonfaloniere di Giustizia Salvestro di Messere Alamanno de Medici riunisce a Palazzo Vecchio i priori. I Priori sono le giunta che governa la città di Firenze, più il gonfaloniere di giustizia sono otto, perché Firenze è divisa in quattro quartieri e tutti gli uffici, tutte le cariche, tutte le commissioni vengono spartite fra i quattro quartieri. Firenze è governata da 8 Priori, 9 con il gonfaloniere di giustizia. Noi oggi siamo ossessionati dall'importanza della continuità dell'azione di governo, ultimamente nella nostra politica quando un governo cade è un dramma, perché si interrompe qualcosa e un governo che è durato soltanto un anno ci sembra che non abbia avuto assolutamente il tempo di sviluppare la sua progettualità. La continuità del governo a noi sembra una cosa importantissima, ai Fiorentini del Medioevo non importava assolutamente niente della continuità del governo, gli importava invece moltissimo un'altra cosa: che nessuno di abituasse troppo a comandare. Di conseguenza di Priori e il gonfaloniere di giustizia, dopo due mesi se ne facevano degli altri. Allora il Gonfaloniere di giustizia è il principale e ufficiale esecutivo della giustizia. Cosa vuol dire la giustizia? Per uno che abita a Firenze nel Medioevo vuol dire che “se ci sono dei delinquenti me li dovete arrestare e impiccare, li voglio vedere impiccati”, questa è la giustizia. Il Gonfaloniere di giustizia, che comanda la polizia, arresta la gente, interroga, tortura, esegue le condanne a morte, è l'uomo più forte di questa Giunta di 9 che ogni due mesi viene nominata e poi cambia 2 mesi dopo. Salvestro di Messere Alamanno de Medici riunisce i priori e presenta la proposta di rafforzare gli ordinamenti di giustizia, le leggi del Comune di Firenze che sono in vigore ormai da quasi un secolo e che puniscono i Magnati, i nobili, quando sono troppo prepotenti. Cosa vuol dire tutto questo? Non lasciamoci ingannare dal nome del gonfaloniere di giustizia Salvestro de Medici: i Medici non sono ancora i signori di Firenze (la signoria dei medici è molto lontana). I Medici sono una famiglia del Popolo Fiorentino, fra tante, una famiglia che ha un sacco di soldi, una famiglia di banchieri ma una famiglia come tantissime altre. Questo governo dei Priori è un governo di popolo, dicono loro, di popolo significa che i Priori vengono nominati a partire dalle organizzazioni dei Mestieri, dalle organizzazioni che riuniscono gli imprenditori grandi e piccoli di tutte le attività economiche di Firenze: sono le Arti , ovvero le corporazioni. È come se il governo fosse nominato da noi ogni due mesi da Confindustria, Confartigianato e Confesercenti che si mettono d'accordo e decidono chi devono essere i ministri e questo in sostanza loro lo chiamano il popolo, che vuol dire tutti quelli che hanno un'attività, padroni e padroncini, gli imprenditori noi li chiamiamo così, loro non li chiamano così, è il popolo. Il popolo certo è differenziato, c'è di tutto nel popolo, ci sono i grandi Banchieri come i Medici e c'è il calzolaio all'angolo, ci sono i grandi importatori di tessuti, ci sono i lanaioli che hanno centinaia di operai al loro soldo e c'è il fabbro, c'è il macellaio, c'è il maestro muratore. Quindi è un mondo molto differenziato ma ha in comune questo: tutti quelli che hanno un'attività lavorativa,

un'impresa, sono il popolo e sono loro che comandano. Quando uno cerca di capire come funzionava una società del passato, deve capire come loro usavano le parole : si dice che a Firenze comanda il popolo , quindi i poveracci? No, la città era piena di salariati, di gente che lavora sotto padrone, di operai a giornata. Sono il popolo? No, quelli sono la plebe; il popolo minuto, i piccoli, piccolissimi, loro non comandano, loro non sono organizzati, le organizzazioni sono per i padroni e i padroncini. C'è un'infinità di gente che sente di partecipare al governo della città. La corporazione dei Banchieri è fatta di poche decine di grandi famiglie, ma la corporazione dei macellai sono centinaia e centinaia. Figuriamoci poi quelli che fabbricano le botti, quelli che fabbricano le selle. Ecco un'infinità di gente e questa infinita di gente partecipa al governo della città. Come vengono nominati i priori? I capi delle Arti e i capi delle corporazioni, sia quelle grandi come gli industriali e i banchieri, sia quelle piccole come gli artigiani, ogni anno preparano dei grandi sacchi, le borse li chiamano, loro ci mettono tanti bigliettini con i nomi degli scritti alla corporazione. Il momento in cui si fanno le borse è un momento fondamentale e lì ci sono i dirigenti dei sindacati, chiamiamoli così, della Confindustria, del Confartigianato, che dicono “allora abbiamo l'elenco: questo qui lo mettiamo, No questo non mettiamo, allora quest'altro”. Le borse si riempiono con migliaia di nomi e poi ogni due mesi si sorteggiano i Priori, che per due mesi governeranno Firenze. E si tirano fuori i nomi dalle borse divise per quartiere, divise per corporazioni, si sorteggiano. Sicuramente il meccanismo prevede che si sorteggino molti nomi delle borse dei Banchieri e degli industriali e, invece, pochi nomi dalle borse degli Artigiani, dei calzolai, dei venditori di formaggio eccetera. Però tutti hanno la possibilità di essere chiamati: sono migliaia e migliaia i fiorentini che una volta nella vita o anche tante volte nella vita possono essere chiamati a fare i Priori, e non solo i Priori. È pieno di commissioni e sottocommissioni, tutte sorteggiate: loro questo lo chiamano un governo largo. Un banchiere come Salvestro de' Medici e il ciabattino all'angolo cosa hanno in comune? Hanno in comune che sono tutti e due imprenditori, sono tutti e due gente che lavora e a Firenze ci sono anche tante famiglie così ricche, così nobili, che invece non lavorano: i nobili, i cavalieri, i signori, quelli che da sempre hanno la terra per cui la roba gli arriva dalle loro terre non hanno bisogno di lavorare, magari hanno un po' di azioni delle banche, quello sì, però per il resto hanno i castelli, i contadini, in città vivono in Palazzi e nelle Torri. Siccome non lavorano, non fanno altro, fanno la guerra, fanno i tornei, hanno i cavalli e le armi, fanno i gran Signori, i Magnati, i grandi, vanno in giro a cavallo e non si sono mai sporcati le mani a bottega. Sono tanti, sono straricchi, hanno molta influenza, ma è da molto tempo che il popolo ha deciso che loro non devono partecipare al governo, quelli sono i nemici del Popolo, se lasci fare a loro, pensano solo ai loro interessi e invece noi il popolo noi vogliamo comandare. Perciò a Firenze sono in vigore da un secolo gli ordinamenti di giustizia che riportano un elenco di grandi famiglie nobili, i Brunelleschi, Tornabuoni e tutte queste famiglie nobili, i loro membri non possono essere sorteggiati per nessun incarico, la città se la governa il popolo. Si comprende la forza che ha, per tenere insieme il popolo, questa paura dei grandi, perché poi di fatto, quando uno va a vedere, nota che Salvestro de Medici era straricco e anche lui vive in un palazzo, e anche lui ha comprato terre in campagna,, però non importa continua a essere uno che lavora. È un imprenditore e anche i piccoli imprenditori lo considerano uno dei nostri e di lui si fidano. Quindi, il popolo è tenuto insieme da questa paura dei Magnati, dei grandi. Dopodiché uno potrebbe dire: “comunque i grandi son tagliati fuori dal governo, non possono per legge avere nessuna poltrona, ma allora perché Salvestro de Medici, quel giorno d'estate del 1378, va in governo, va dai Priori a proporre di rafforzare queste leggi contro i Magnati, gli ordinamenti di giustizia?” Il fatto è che queste parole d'ordine ideologiche continuano a funzionare anche quando non sono più tanto di attualità. Il popolo a Firenze governa tranquillo, nessuno glielo toglie il potere. Però riesce sempre a mobilitare la gente ,se dice” i grandi, Magnati, attenzione perché sono un pericolo per noi, per la gente che lavora”. Riesce sempre a mobilitare la gente, anche se sono parole d'ordine superate. Vent'anni fa in Italia c'è un uomo politico che ha vinto le elezioni dicendo I comunisti sono un pericolo e lo stesso politico anche adesso dice di fronte al governo attuale “ci sono al governo I comunisti”. Per tutta la vita ti sei abituato a scattare quando ti menzionano il nemico. Ecco anche i fiorentini di allora scattano, basta dire “i Magnati i grandi sono un pericolo” e tanta gente scatta. E quindi serve tirar fuori queste cose, quando un politico come Salvestro de Medici ha bisogno di ottenere visibilità, ha bisogno di creare

consenso o magari serve anche per creare tensioni: se uno ha interesse a pescare nel torbido, fare in modo che in città ci sia preoccupazione, ci sia paura, può sempre servire ed è proprio questo che vuole Salvestro. Il governo di Firenze rappresenta il Popolo, certo da tanto tempo nel popolo comandano i ricchi, gli industriali e i banchieri e loro non hanno quella gran paura dei nobili, anzi, in genere, sono imparentati con loro . Ma invece Salvestro, per emergere, vuole far vedere al popolo numeroso, agli artigiani, ai negozianti che lui è quello che si prende a cuore i loro interessi, non come i ricchi che ormai come dire se ne fregano di loro; invece lui è quello che si preoccupa di loro, ha portato avanti questa proposta ed è per questo che i Priori in carica la rifiutano, perché loro sono rappresentanti di quel popolo ricco che non ha bisogno di stare lì a rinfocolare le tensioni, sono tranquilli e va già tutto bene. Allora Salvestro de Medici comincia a insultarli i suoi colleghi Priori, a dire che sono dei traditori del Popolo, che non vogliono difendere il popolo dalla prepotenza dei nobili e poi fugge via. Salvestro de Medici esce dalla sala (siamo sempre dentro Palazzo Vecchio a Firenze) è andato in un'altra sala molto più grande, dove intanto ha fatto radunare il consiglio del Popolo. Il consiglio non sono i 9 Priori, sono 300 consiglieri anche loro tirati fuori dai sacchi dalle borse, sono 300, sono tanti, non ci sono solo i ricchi Banchieri, ci sono anche gli artigiani, i sellai, i fabbri, i macellai e a questo consiglio del Popolo Salvestro de Medici si presenta dicendo “Dei Priori non mi vogliono permettere di ripulire la città dai prepotenti; io volevo difendervi dalla prepotenza dei grandi e i Priori non hanno voluto, perciò- dice Salvestro de' Medici davanti al consiglio-“ io mi dimetto, pertanto io me ne voglio andare a casa mia, fate un altro gonfaloniere il luogo mio. Cioè statemi bene, Io me ne vado, lascio la politica”. Si tratta di una sceneggiata e ovviamente ha successo. Il popolo si infiamma: “Com'è che i Priori non vogliono dare retta a questo brav'uomo di Salvestro De Medici che vuole difendere i nostri interessi contro la prepotenza dei Nobili? I Priori sono dei venduti, da noi ci sono i traditori, i ricchi i Banchieri siamo sicuri che davvero vogliono difendere il popolo? Non è vero, sono dei traditori, non ci si può fidare di loro”. Nel consiglio dei 300 ci sono anche loro i Banchieri industriali, le grandi famiglie e però si trovano messi un po' all'angolo, perché la maggioranza è fatta di piccoli artigiani, piccoli imprenditori che si sono lasciati prendere per il naso da Salvestro De Medici e, quindi, cominciano ad affrontare i consiglieri che rappresentano il popolo grasso. Li cominciano a mettere nell'angolo: “ce ne sono di questi che tutti sanno che sono degli snob ,che sono più amici dei Nobili che non del Popolo, anche se dicono di essere del popolo” Carlo Strozzi, grande banchiere, straricco (Palazzo Strozzi a Firenze) è preso per il bavero in pieno consiglio da un calzolaio che gli dice “Carlo, Carlo, le cose andranno altrimenti che tu non pensi,, cioè le cose non andranno come credi tu, e le vostre maggioranze conviene al tutto si spenghino”. Un calzolaio che prende per il bavero Carlo Strozzi è come se oggi un calzolaio prendesse per il bavero Carlo De Benedetti, è sostanzialmente quello il discorso: i piccoli, che finora si sono sempre fidati degli straricchi pensando in fondo son popolo anche loro,, sono imprenditori anche loro, adesso di colpo non si fidano. Corrono dalle finestre del palazzo grida “Viva il popolo”, segnale che Tutti capiscono, vuol dire che il Popolo è in pericolo vuol dire che il nostro governo di noi popolo che governiamo Firenze è in pericolo. Allora in una città medievale le reazioni sono automatiche: tutti cominciano a rumoreggiare in città, si chiudono le botteghe, tutti i negozianti chiudono, serrano e prendono le armi e tutti hanno le armi a casa; poi ognuno corre alla sede della sua corporazione, quelli che hanno anche solo una piccolissima attività in città appartengo a una corporazione e io posso essere appunto un fabbro, un macellaio, se c'è nell'aria qualcosa di brutto, chiudo bottega, vado a casa a prendere le armi e poi vado alla sede della mia corporazione a sentire cosa dicono i capi. E Siamo tutti lì: il popolo governa la città ma ha paura, ha continuamente paura di essere buttato giù da qualcun altro e quindi è pronto a difendersi. Perciò il popolo è organizzato in corporazioni armate e basta un niente perché tutti si scenda in piazza in armi per difendere il governo: se io sono un fabbro, andrò alla corporazione dei Fabbri, sono in piazza, dove sono, vado a cercarli, li trovo perché sono tutti serrati attorno al Gonfaloniere dei Fabbri. Ogni corporazione ha la sua bandiera e dove c’è la bandiera li dobbiamo andare. Vado in piazza, dove sono i Fabbri? Dov'è c’è il gonfaloniere con le Tenaglie, li ci sono tutti i miei colleghi, tutti i miei amici, tutti i miei conoscenti, armati come me, pronti a difendere il governo del Popolo. I magnati sono gli unici a Firenze che non fanno parte delle corporazioni, perché loro vivono di rendita, politicamente non contano niente, perché per legge non possono mai essere scelti per occupare un ufficio. Però in città contano ed è questa la cosa difficile da capire:

è un secolo che nessuno di loro può più avere un incarico, però sono straricchi, sono tanti, sono grandi famiglie rispettate, se vogliono fanno venire i loro contadini della campagna armati a occupare la piazza, loro stessi i nobili sono tutta gente capace di andare a cavallo con l'armatura, capace di combattere. Quindi Nobili contano molto lo stesso e poi contano molto anche per un altro motivo. In Guelfi e Ghibellini l'Italia è spaccata da tanto tempo, fra quelli che stanno col Papa e quelli che stanno l'imperatore. Firenze è Guelfa, Guelfa fino al midollo, Guelfa proprio col cuore per il buon motivo che i Banchieri Fiorentini sono quelli che gestiscono le finanze del Papa, sono legati a filo doppio ed è impensabile che Firenze vada da un'altra parte. Firenze è Guelfa, c'è un partito Parteguelfa, (a Firenze ancora oggi c'è palazzo di ParteGuelfa), è un partito organizzato che ha il compito di sorvegliare la politica di Firenze e garantire che quei bastardi dei Ghibellini non riescano mai in nessun modo a rialzare la testa, di sorvegliare l'ortodossia di tutti i fiorentini e di fare gli elenchi. Si fanno gli elenchi degli Ghibellini guai se per caso un Ghibellino arriva essere tirato a sorte per un incarico, qui solo i Guelfi sono veri cittadini e possono comandare, i Ghibellini possono solo ringraziare se li si lascia stare in città lo stesso, a pagare le tasse doppie rispetto agli altri. ParteGuelfa, il partito che sorveglia l'ortodossia di questa città, da dove i nobili i Magnati non possono avere nessun incarico, è interamente controllata dai nobili e quindi noi abbiamo il paradosso di una città, dove i nobili non possono avere nessun incarico, ma il partito che sorveglia la vita politica e fa le liste di quelli che non devono essere ammessi agli uffici lo controllano i nobili. Quando si viene a sapere di questa proposta di Salvestro de' Medici di inasprire le leggi contro i nobili, i nobili si riuniscono nel palazzo di ParteGuelfa per cercare di regire e però questo li rovina, perché in città si viene immediatamente a sapere che i Magnati si sono radunati. E quando i Magnati si radunano, ci si può aspettare che domani sono tutti in piazza a cavallo, in armatura, pronti a imporre la loro volontà con la forza: la paura dei Magnati di colpo diventa davvero qualcosa che mobilità di nuovo la gente. Scendono tutti in piazza per impedirlo. Tra gli industriali e i ciabattini e i Fabbri è davvero difficile trovare degli interessi comuni, ma quell'interesse lì c’è, cioè non volere che i nobili signori ricomincino a comandare; di conseguenza, in città appena qualcuno dalle finestre grida “Viva il popolo”, tutti sanno che bisogna schierarsi. Cosa vuol dire? Stare intanto a vedere se per caso qualcuno fa qualcosa di grosso, se ci sarà il colpo di stato, ci sarà la guerra civile, se i nobili scenderanno in piazza armati. Venerdì 18 giugno e sabato 19 le botteghe restano chiuse, il sabato una volta era una giornata lavorativa ma quel sabato è tutto chiuso: la città di Firenze è lì in sospeso che aspetta di vedere cosa succede. La notte i gruppi armati delle corporazioni pattugliano la città per mantenere l'ordine. “L'indomani si decide che le arti devono andare dai Priori e dire che questa proposta di mettere sotto controllo i nobili, di inasprire le leggi contro i nobili è giusta, noi la vogliamo e i Priori faranno meglio ad approvarla”. Lunedì 21 i sindaci delle Arti, i capi di tutte le corporazioni raggiungono i Priori a Palazzo Vecchio e gli dicono “grazie di quello che avete fatto fin qui ma vogliamo di più. Siamo stufi che ParteGuelfa comandi in città”. Naturalmente questo potere del partito si traduce in questo, che il partito nelle sue riunioni segrete dice: “ è venuto fuori un gruppetto di esponenti dell'arte dei tessitori, dei setaioli, per esempio, sono gente che sta venendo fuori, hanno avuto spesso degli incarichi, sono amici nostri, ma cerchiamo di bloccarli. Pubblichiamo un nuovo elenco di Ghibellini che devono essere esclusi da qualunque incarico e mettiamoci loro nomi e nessuno oserà dir niente, non li nomineranno più a nessun incarico”. Quel giorno dai Priori i rappresentanti delle Arti dicono: “siamo stufi di questa cosa, siamo stufi di questa spada che ci pende sulla testa, che la ParteGuelfa decida di sua iniziativa che quello lì è ghibellino e quindi non deve più poter fare carriera politica in città e che per Dio a questo si provvedesse”. I Priori sono chiusi dentro Palazzo Vecchio, devono decidere cosa fare, le arti ...


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