La metodologia pedagogica dei genitori PDF

Title La metodologia pedagogica dei genitori
Course Pedagogia dell'infanzia
Institution Università degli Studi di Torino
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Riassunto completo del libro La metodologia pedagogia dei genitori...


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PEDAGOGIA DELL’INFANZIA LA METODOLOGIA PEDAGOGICA DEI GENITORI 1-UNA METODOLOGIA PER RICONOSCERE I SAPERI DELLA GENITORIALITA’ Perchè Metodologia= “strada lungo la quale ci si può avviare”. Metodologia Pedagogia dei Genitori dà continuità e ricorsività ad atteggiamenti, situazioni, azioni culturali che non possono essere episodiche. Viene data forma e contenuto al patto educativo tra la famiglia e le altre agenzie educative e comporta un cambiamento culturale. La Metodologia diventa strumento di formazione per tutti gli ambiti professionali che si occupano di crescita e di rapporti umani. Pedagogia= scienza che pone le persone nelle condizioni migliori per esprimere le loro potenzialità e capacità. La pedagogia è rivolta verso il positivo, si occupa di sviluppo. Il fine è dare strumenti per la crescita del singolo e della collettività. La pedagogia valorizza la diversità, non ha modelli rigidi e come riferimento ha la costruzione della persona. Riproporre l’azione formativa dei genitori significa ritrovare le radici della costruzione dell’uomo. Riproporre il valore civile dell’educazione della famiglia, prima comunità formativa, saldarlo alle istituzioni sociali, vuol dire ridare senso all’impegno civile, legandolo alla quotidianità, alla concretezza. La funzione di crescita viene quindi, affidata alla comunità di appartenenza che deve assumere questa responsabilità. La Metodologia Pedagogia dei Genitori si pone come mediazione tra il sapere della famiglia e la società. È nata per dare fiducia ai genitori nelle loro competenze e conoscenze, per consapevolizzare gli esperti dell’esistenza di queste risorse, per creare azioni e strumenti, per sfruttarle a livello micro e macro sociale. La Metodologia Pedagogia dei Genitori propone l’utilizzo sociale del sapere dell’esperienza dei genitori come conoscenza e formazione. Conoscenze e competenze dei genitori Alla base della Metodologia vi sono il riconoscimento e la valorizzazione delle conoscenze e delle competenze dei genitori. Cultura: è ciò che attribuisce significato all’esistenza umana, la sostanza della sua relazione col mondo. Questo modo simbolico è condiviso dalla comunità, viene conservato, elaborato e tramandato alle generazioni successive. La trasmissione primaria viene effettuata dalla famiglia, e il compito dei genitori si realizza tramite la mediazione, che consiste nella trasformazione dei messaggi e delle emozioni provenienti dal figlio e nella elaborazione e restituzione, in modo da metterlo in grado di affrontare il mondo che lo circonda e la crescita. Conoscenze: le conoscenze del genitore derivano dalla sua funzione, dal suo essere fattore di crescita umana e morale, dalla sua genitorialità. Sapere dell’educazione e dell’esperienza: i genitori si trovano a dover agire nalla complessità, il loro sapere deriva dal far fronte a situazioni cui devono dare risposte in una logica contestuale. Sapere genetico evolutivo: è la conoscenza dei genitori sui figli, all’origine dello sviluppo della persona, nei momenti iniziali e delicati della nascita e formazione. Sapere della continuità e affetto: i genitori vivono col figlio nella stessa dimensione temporale e spaziale. Ciò attribuisce loro una conoscenza speciale, che permette una conoscenza che all’esterno ha il carattere dell’automatismo. La Metodologia sottolinea le Pedagogie genitoriali della responsabilità, dell’identità, della speranza, della fiducia e della crescita. Responsabilità: base dell’educazione genitoriale, in cui la famiglia assume l’impegno dell’educazione e ne risponde al mondo. Il senso di respondabilità continua e consapevole mutuato dalla famiglia è funzionale ai compiti delle altre principali agenzie educative. Identità: il figlio ha la necessità di sentirsi unico al mondo, condizione fondamentale per accettarsi. Speranza: è crescita e superamento delle difficoltà, investimento e tensione verso un’evoluzione che non può non avvenire con esiti felici. La speranza dei genitori si misura sul figlio, sulle sue capacità , sulla necessità di andare oltre, di superare le difficoltà. Fiducia: ha una dimensione quotidiana, basata sulle capacità del singolo. La fiducia del genitore fa nascere e sostiene le potenzialità del figlio. I genitori lo conoscono meglio di qualsiasi altra persona e il loro sostegno e la loro approvazione hanno un peso incomparabile. Crescita: l’intervento dei genitori possiede una continuità che altre situazioni educative non hanno. Il loro intervento ha importanza significativa

perché, accanto alla necessaria flessibilità, devono contemporaneamente proporre dei margini stabili, necessari ad uno sviluppo sicuro, indirizzato verso valori costanti. Il sapere dei genitori è quotidiano, concreto e situato, non collegato alle formule ma alla vita, complementare al sapere formalizzato dagli esperti. I genitori, infatti, conoscono l’unicità e la specificità del figlio, la sua storia, la sua globalità. Occorre creare una cultura del riconoscimento delle reciproche competenze, base per il patto educativo tra esperti e genitori. I genitori sono esperti a pieno titolo per i loro figli e le scelte che li riguardano. Le competenze e le conoscenze dei genitori si costituiscono in una somma di saperi, comportamenti e atteggiamenti, che viene definita genitorialità. Ha valenza pedagogico-sociale: riguarda tutto ciò che deriva dall’esercizio della pratica quotidiana e dai compiti derivanti dall’educazione e dalla cura nel senso più ampio del termine, che favoriscono lo sviluppo,la crescita e la progresiva autonomia del bambino, assicurandogli contemporaneamente protezione e sicurezza. Essa propone l’evoluzione della persona, elevandolo verso la sua emancipazione. Pone demarcazione tra l’adulto e il minore, sottolineando le differenze nell’esercizio della relazione, la responsabilità del primo e i doveri del secondo. È una categoria dell’uomo, non può essere esercitata isolatamente. Ha doppia valenza, privata e pubblica, razionale ed emozionale. La genitorialità è un’attività pedagogica a carattere sociale che promuove il bambino nella cultura e nella società di riferimento. La professionalità ha carattere relazionale, cioè utilizza socialmente saperi specifici. Ha dimensione storica e sociale e dipende dalla cultura. La professione nel suo esercizio è servizio fatto agli altri, comporta valori in azione che dalla sfera personale si estendono al sociale, sono funzionali alla crescita individuale e a quella collettiva. La specificità dell’azione genitoriale riguarda la peculiarità di quel figlio, è un agire situato, legato all’unicità della persona di cui si occupano. Assumere il sapere dei genitori come parte integrante della professionalità degli esperti determina un arricchimento e un approfondimento della loro azione e la possbilità di stabilire un patto educativo, base per un furevole rapporto di fiducia (atteggiamento di reciprocità culturale, permette di riconoscere e accettare i saperi degli altri ed esige che vengano rispettati i propri). Sia la professionalità degli esperti che quella dei genitori è un superamento di momenti di crisi, grazie ad una mediazione. Ognuno, professionista o genitore, sa, sa fare e può fare qualcosa di diverso e complementare (mobilitazione congiunta delle risorse di ciascuno). I genitori con figli disabili, quotidianamente si relazionano con gli esperti e rivendicano l’identità e la positività dei figli. Affrontano difficoltà che fortificano la loro genitorialità. Il superamento di ostacoli li mette in grado di essere alleati di tutti i professionisti che intraprendono con impegno il loro compito. Sono consapevoli di raggiungere la meta solo se sostenuti dalla solidarietà e dalla collaborazione di tutti. 2-RACCOGLIERE,PUBBLICARE E DIFFONDERE LE NARRAZIONI DEGLI ITINERARI EDUCATIVI DEI GENITORI Le azioni della Metodologia Le Azioni sono la base per l’attuazione dei principi metodologici, il fondamento della Metodologia. Gli Strumenti sono l’applicazione in termini operativi dei prodotti ottenuti tramite le azioni. ➢ Narrazione: modo con cui si esprimono le competenze e le conoscenze educative della famiglia , indica come raccoglierle, pubblicarle, diffonderle. ➢ Itinerari educativi dei genitori: formazione dei professionisti che si occupano della crescita dell’uomo. ➢ Validare scientificamente le ipotesi di partenza, collegarle alle coorenti attuali di pensiero, diffonderle nell’ambito degli studiosi, dei professionisti e a livello sociale. Le narrazioni degli itinerari educativi della famiglia Con la narrazione si attenua il dislivello tra chi studia e chi viene studiato, con un processo di mutua crescita, fondato sulla reciprocità. Il sapere dei genitori, il loro modo di pensare e di agire, derivano dalla loro pratica formativa quotidiana e vengono comunicati tramite la narrazione, mezzo

espressivo proprio dell’educazione. Essa ha la funzione di evidenziare l’attività umana, permette di sottolineare il valore evolutivo della crescita, determinata dall’incontro con le persone e la cultura di cui sono veicolo. La narrazione fornisce gli strumenti per capire come la famiglia si organizza per educare i figli e non li propone in termini astratti. I genitori diventano autori della narrazione dell’itinerario formativo da loro proposto. La narrazione inserisce la storia dell’individuo nella storia della famiglia, identificando l’intenzionalità dei genitori e i processi che ne hanno permesso la realizzazione. Essa non esprime solo le scelte razionali dei genitori, ma come queste decisioni sono legate alle emozioni derivanti dall’affetto per il figlio→ racconto di un’educazione, che evidenzia la costruzione dell’individuo, propone il senso della possibilità. Offre un punto di vista che è uno dei tanti dai quali può essere considerata l’azione formativa. Caratteristiche delle narrazioni: a) permette di individuare i dati biologici di una vita e collegarli a quelli culturali. b) Il racconto dei genitori propone l’ambito culturale in cui il figlio si è formato. c) I genitori hanno una visione complessa del figlio, collegando la concretezza fisica alla sua personalità. Espongono il contesto in cui biologia e cultura del figlio hanno preso forma e hanno dato vita alla persona concreta. d) I genitori possiedono la conoscenza dei fattori personali, l’identità e la storia dei figli, che permette di mettere al centro della classificazione l’unicità e la specificità della persona. e) Il racconto dei genitori ha un valore unico, dichiarazione autentica non mediata da interpretazioni, che esprime l’ambito dal quale è nato il figlio. Propone il progetto di vita elaborato per il figlio considerandolo nelle sue determinanti fisiche e comportamentali. f) Le narrazioni dei genitori appartengono alla pedagogia popolare di Bruner, come l’insieme reale delle credenze e delle ipotesi operate all’interno di una cultura riguardo a ciò che rende possibile e soddisfacente per gli individui il vivere insieme. La cultura della famiglia Base della cultura familiare è la memoria, che si esprime nella trasmissione dei valori e in un sapere storico che individua le vidende che hanno formato la famiglia e i singoli componenti. Caratteristica della cultura della famiglia è l’inadeguatezza, che assume valore positivo (essere adeguati vuol dire avere ricette pronte, negando la specificità dei genitori). Anche l’uso del tempo e dello spazio è importante. La famiglia come “comunità di vita” consegna al figlio un patrimonio culturale, fatto di leggi non scritte secondo cui si impara a dare priorità e valore alle situazioni e alle persone. Il patto educativo nasce dall’incontro con questa cultura, dal suo riconoscimento da parte dei professionisti. Ogni famiglia ha una cultura che espone narrando gli itinerari educativi coi figli. La cultura è l’insieme di conoscenze acquisite ritenute fondamentali per vivere, trasmesse da una generazione all’altra→ insieme di saperi che rendono l’individuo una persona. Sono gli strumenti funzionali alla vita, costumi, credenze, valori, atteggiamenti…, posseduti da tutta l’umanità. È situata nello spazio e nel tempo e viene elaborata a livello singolo e collettivo. La famiglia ha un ruolo centrale nella trasmissione e acquisizione della cultura. La cultura della famiglia è fondante: riguarda la relazione con gli altri e con se stessi, l’uso degli oggetti, la relazione con le istituzioni, fino a comprendere ideali e credenze, civili e religiose. Essa è informale perché agisce potentemente nella prima formazione dell’uomo. Si situa come interfaccia con le altre agenzie educative. Le modalità e gli esiti dell’incontro tra queste culture determineranno in modo significativo il percorso dei piccoli. La famiglia deve diventare consapevole di possedere una cultura, che deve essere riconosciuta dalle istituzioni politiche e sociali. L’elemento culturale più importante trasmesso dalla famiglia è il principio di identità e autostima dei figli, non insito nella persona ma trasmesso. Alla base della cultura vi è la cura di sé e degli altri, azioni che diventano modi di essere, strumenti di crescita e che caratterizzano lo spazio umano in cui tale crescita avviene. La cultura della famiglia deve essere riconosciuta per essere accolta dalle menti dei singoli e in ambito sociale distinta, identificata, conosciuta, accettata, ritenuta vera.

Raccogliere Sono importanti i modi con cui ottenere le narrazioni degli itinerari educativi dei genitori. Se vi è disimmetria e senso di superiorità da parte di chi raccoglie le testimonianza la soggettività non può esprimersi. Se il dialogo viene indirizzato verso problemi e difficoltà, verranno restituiti problemi e difficoltà. La Metodologia è pedagogia volta alla ricerca di risorse e capacità, appellandosi all’orgoglio e alla gioia di essere genitori. Gruppo di narrazione: modello di co-ricerca, in cui il rapporto si imposta su un modello di cooperazione in cui ognuno viene messo nelle condizioni di esprimere la narrazione con i propri strumenti culturali e capacità espressive. Alla base di Pedagogia dei Genitori vi è il metodo storico culturale di Vygotskij. Ogni persona è unica e speciale, e questa specificità si traduce in quello che racconta e in come racconta. Partecipare ad un gruppo di narrazione è accogliere la persona così com’è, senza rinunciare a sé. Prima vi è l’accoglienza, lo spazio e poi il confronto,ma la cosa più importante è il rispetto che non vuol dire passività. La caratteristica di base è l’umiltà, strumento fondamentale per la paritarietà della comunicazione, che deriva dalla capacità di mettersi in discussione. Rispetto= lasciare ai genitori la conduzione della narrazione, chiarire fin dall’inizio che essi esporranno solo quello vogliono che gli altri sappiano. La narrazione emerge all’interno di una relazione fondata sull’etica del riconoscimento e della dignità reciproca. Filologia nei confronti delle narrazioni dei genitori: porli nelle migliori condizioni per esprimere la loro cultura, e registrarla nel modo più corretto e completo possibile. Per raccogliere queste testimonianze occorre esattezza e attenzione, cura. Le narrazioni dei genitori sono intense ma fragili perché difficilmente la loro importanza viene riconosciuta. Pubblicare La Metodologia chiede ai genitori di esprimere il percorso dell’educazione da loro impartita attraverso il linguaggio e la narrazione. Propone di rendere palese il processo dell’educazione familiare tramite la pubblicazione di questi itinerari formativi. Modi con cui i genitori comunicano la loro esperienza: 1. oralità, ognuno ha uno spazio e un uditorio e dà forma pubblica all’itinerario educativo condotto col figlio. Ognuno può intervenire, così l’itinerario educativo diventa comunicabile e riproducibile. Si fa esperienza degli altri e si crea un patrimonio culturale. Inoltre, bisogna fare in modo che i genitori non si sentano isolati, riconoscano il comune impegno, formino una rete costruita attraverso le testimonianza diventate patrimonio pubblico. Tale operazione attribuisce dignità alle famiglie. 2. Scrittura, strumento di formalizzazione del sapere. I genitori, dopo l’esposizione orale, infatti, devono mettere per iscritto gli itinerari educativi compiuti assieme ai figli. La scrittura permette di fissare e rendere comunicabile nel tempo e nello spazio l’impegno educativo. Permette di rendere evidente l’azione educativa, visibile, conoscibile ad una cerchia sempre più allargata, costituire una rete di persone accomunate dalla condivisione di quello che viene proposto. Inoltre, significa permettere al pubblico degli esperti e dei professionisti di prendere in considerazione il pensiero dei genitori, mettendo le basi per il patto educativo. La scrittura presuppone consapevolezza di sé e della propria azione, e significa attribuire significato alla propria vita, dare compiutezza alla dignità umana. È un’azione a forte valenza formativa, ed è un messaggio per i figli. Rivela l’intenzionalità dei genitori, il percorso progettato e realizzato con il quale i figli sono diventati persone. La narrazione è lo strumento migliore, più diretto, contiene l’impegno e l’amore di un genitore che un figlio non potrà mai dimenticare. Essa è anche un messaggio che il genitore scrive a sé stesso, in cui ha la possibilità di chiarirsi e rivelarsi. Diffondere Tramite la diffusione delle narrazioni che contengono un messaggio educativo reale ed efficace si crea coscienza individuale e pubblica. L’attività viene condotta a livello micro e macrosociale. La costruzione di una nuova sensibilità educativa avviene tramite la coscientizzazione dei genitori e

formazione degli esperti che si occupano di rapporti umani. Grazie alla formazione ottenuta tramite le narrazioni dei genitori, gli esperti portano nelle loro attività professionali una nuova consapevolezza che si esprime nella richiesta e valorizzazione delle competenze e delle conoscenze educative della famiglia. La prima diffusione della Metodologia avviene per comunicazione diretta, coinvolgimento e convinzione personale e interpersonale, oppure tramite la formazione degli esperti. Lo strumento di diffusione è la rete elettronica Internet, con la creazione di siti che presentino i principi essenziali di Pedagogia dei Genitori. Lo strumento principale per la diffuzione della metodologia è l’edizione di testi che contengono le narrazioni dei genitori. Gli esperti di rapporti umani hanno bisogno di queste pubblicazioni su cui riflettere, per rendersi conto della possibilità di stringere alleanze coi genitori e il testo scritto permette di riflettere sulle frasi scritte dai genitori. La loro comunicazione non è mai standardizzata, anonima, mantiene lo stile della relazione in cui si trasmettono sentimenti ed emozioni. Ha un tono di persuasione in cui si cerca di trasmettere l’amore per il figlio e la sua specificità. Inoltre, sono significativi i titoli delle narrazioniperchè comunicano lo specifico del sapere genitoriale. Raccogliere, pubblicare e diffondere le narrazioni degli itinerari educativi che i genitori compiono con i loro figli è operazione volta alla ricerca di capacità, alla scoperta delle potenzialità. Ogni itinerario educativo è prezioso. La lettura attenta e meditata degli itinerari educativi permette di porre rimedio alla limitatezza dell’azione individuale, aiuta a sfuggire agli orizzonti ristretti e virtuali sempre uguali, cui ci ha costretto la modernità. Le narrazioni degli itinerari offrono una collezione di qualità e soluzioni proposte da altri genitori. Esse vengono utilizzate come testi di riflessione all’interno delle formazioni pomosse dalla Metodologia. Sono testi formativi perché esprimono sentimenti e valori funzionali alla professionalità degli esperti. Una lettura attenta permette di individuare risorse là dove pregiudizi e luoghi comuni sottolineano manchevolezze e problemi. CAP.3- FORMARE I PROFESSIONISTI TRAMITE LA NARRAZIONE DEI GENITORI Formazione e cambiamento culturale La Metodologia parla di rapporti umani volendo sottolineare la soggettività e la relazione. In quest’ambito rientrano tutti coloro che della relazione con l’uomo fanno la loro professione. La loro mediazione permette la crescita dell’individuo a livello personale e sociale. Informarsi: acquisire conoscenze, notizie oggettive, tecniche dall’esterno e farle proprie. Formazione: sttenzione alla soggettività di chi apprende e rispetto per la sua storia. È un processo...


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