Belfagor arcidiavolo (Machiavelli) PDF

Title Belfagor arcidiavolo (Machiavelli)
Course italiano (letteratura)
Institution Liceo (Italia)
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Summary

Analisi della novella "Belfagor arcidiavolo" di Niccolò Machiavelli...


Description

Belfagor arcidiavolo (Niccolò Machiavelli) Trama Protagonista assoluto della novella è il diavolo Belfagor, che viene inviato sulla Terra da Plutone per verificare le dicerie dei dannati sull'infelicità del matrimonio e assume le sembianze umane di Roderigo, un ricchissimo gentiluomo proveniente dalla Castiglia: si stabilisce a Firenze e sposa la bellissima Onesta Donati, che gli rende la vita impossibile con il suo carattere balzano e le continue richieste di denaro per lei e la numerosa famiglia, finché Roderigo-Belfagor è costretto a fuggire in quanto assediato dai creditori. In seguito verrà aiutato da Gianmatteo, un astuto contadino di Peretola che si arricchisce fingendo di essere un esorcista e liberando delle fanciulle "possedute" dal demonio, che in realtà è lo stesso Belfagor d'accordo con lui (tra le illustri vittime anche le figlie di Carlo d'Angiò, re di Napoli, e Luigi VII, re di Francia, che minaccia Gianmatteo di morte se non riuscirà a salvare la principessa). L’ironia Moltissimi gli elementi ironici e dissacranti del racconto, a cominciare dal paradosso del diavolo che si fa uomo e sperimenta i dolori del matrimonio, così come la descrizione di Firenze quale città preda di mercanti e usurai e delle donne come fonte di guai per gli uomini; grottesco è anche il rapporto che si instaura tra Gianmatteo e Roderigo, poiché il contadino salva il diavolo dai creditori nascondendolo sotto un mucchio di letame e altre immondizie, poi diventa suo "socio" in affari fingendosi esorcista, infine riesce a beffare Belfagor facendogli credere che la moglie Onesta lo ha ritrovato, dimostrando di saperne "più che il diavolo". Machiavelli si rifà alla tradizione della letteratura comica del Due-Trecento, anche per gli elementi misogini, nonché alla novellistica del Decameron di Boccaccio cui rimanda anzitutto l'ambientazione toscana e anche la celebrazione dell'astuzia contadinesca, specie nel finale con l'accorta trovata di Gianmatteo che si salva dalla minaccia del re di Francia e si libera della scomoda presenza di Belfagor. La misoginia La novella contiene spiccati elementi di misoginia, specie nella descrizione di Onesta come donna capricciosa e scorbutica che rende la vita matrimoniale un vero "inferno" con continue e pressanti richieste di denaro, mostrando una superbia persino superiore a quella di Lucifero: la moglie di Roderigo-Belfagor "signoreggia" il marito approfittando della sua bellezza e dell'amore che lui le porta, essendo il diavolo soggetto alle passioni umane, inoltre si mostra particolarmente attenta alle mode continuamente cangianti di Firenze, esigendo abiti sempre nuovi e costosi, nonché l'allestimento di feste e ricevimenti sontuosi (vi è anche una satira pungente contro i costumi della città di Machiavelli, con riferimento alla Firenze del Cinquecento nonostante l'ambientazione della novella sia da collocare nel XIV secolo). L'autore si rifà alla tradizione della poesia comica del Due-Trecento, in cui l'elemento misogino era largamente presente e si esprimeva nella descrizione di donne astute che raggiravano i mariti, ma anche a una certa satira anti-femminile presente nella letteratura del tardo Trecento, specie nel Corbaccio di Boccaccio. Elementi di misoginia emergono anche in altre opere di Machiavelli, anzitutto nella commedia Mandragola in cui il personaggio di Sostrata rappresenta un comportamento cinico e immorale, inoltre anche nel cap. XXV del Principe in cui la fortuna è paragonata a una donna e si dice che essa va dominata e picchiata, per far sì che

agisca secondo il nostro volere. In questo Machiavelli è molto lontano dall'atteggiamento degli altri autori del Rinascimento, che mostrano al contrario una certa rivalutazione della figura femminile in ossequio all'emancipazione che molte nobildonne conobbero nelle corti del primo Cinquecento, in cui furono attive addirittura delle poetesse come Gaspara Stampa e Vittoria Colonna.

La critica alla società Firenze viene descritta nel testo come "città del vizio", schiava delle mode e delle feste e, per questo, preda di usurai e cambiavalute che si arricchiscono grazie alle sventure altrui: fin dall'inizio Roderigo si presenta come ricco gentiluomo in cerca di moglie e trova subito molti fiorentini nobili e squattrinati che gli offrono in sposa le figlie, tra cui il padre di Onesta che appartiene alla nobile famiglia decaduta dei Donati (la stessa cui appartennero Forese e Corso, il capo-fazione dei Guelfi Neri al tempo di Dante); Roderigo deve sopperire alle spese non solo per il mantenimento della moglie viziata, ma anche per fornire una ricca dote alle sue sorelle e avviare attività commerciali ai fratelli, tutte cose che lo spingono a indebitarsi con gli usurai e che lo portano sull'orlo della rovina economica. L'elemento del denaro è la molla che spinge lo stesso Gianmatteo ad aiutare il diavolo a salvarsi dai creditori, poiché il contadino, fingendosi un esorcista e liberando le fanciulle "indemoniate" da Belfagor, si arricchisce a dismisura e verrà punito della sua avidità dal suo "socio" che cercherà invano di farlo impiccare dal re di Francia. La critica a una società frivola in cui l'unico valore sembra essere il denaro è propria di molti autori del Cinquecento, incluso Ariosto che nella Satira III afferma esplicitamente che se fosse ricco non farebbe il cortigiano per gli Este, mentre è costretto a occuparsi del dissestato patrimonio paterno e sogna in realtà di ritirarsi in una modesta casetta per godere la tranquillità familiare. La critica alla Chiesa La novella contiene anche elementi di satira anti-religiosa e anti-ecclesiastica, non solo per la rappresentazione sarcastica dei diavoli e dell'inferno, tutt'altro che spaventosa, ma soprattutto per la critica della superstizione popolare e dei riti compiuti per cacciare il diavolo dal corpo della figlia di Ambruogio Amidei, con l'uso di bizzarre reliquie puntualmente deriso da Belfagor, mentre il diavolo che "possiede" la ragazza la fa parlare in latino e disputare di filosofia, svelando anche i peccati di molti (tra cui un frate che per quattro anni ha tenuto una fanciulla travestita da "fraticino" nella sua cella). La critica contro la corruzione della Chiesa ha una lunga tradizione letteraria che risale almeno fino a Dante, anche se il modello di Machiavelli sembrano essere alcune novelle del Decameron, inoltre elementi di satira anti-religiosa sono presenti in altre opere dell'autore, soprattutto nella Mandragola attraverso la figura odiosa e attaccata al denaro di fra Timoteo....


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