Betty Robinson - approfondimento prova d\'esame PDF

Title Betty Robinson - approfondimento prova d\'esame
Author ilenia furlanetto
Course Storia dell'educazione fisica e dello sport
Institution Università di Bologna
Pages 4
File Size 162.7 KB
File Type PDF
Total Downloads 22
Total Views 120

Summary

approfondimento prova d'esame...


Description

Approfondimento in “Storia dell’educazione fisica e dello sport”

ELISABETH (BETTY) ROBINSON

Fin dall’antichità le Olimpiadi erano riservate solo agli uomini che ricoprivano l’ideale greco di bellezza fisica, forza e perfezione. Per questo motivo sin dal 776 A.C., erano limitate ad un numero ristretto degli stessi cittadini greci liberi. Anche con l’avvento delle Olimpiadi moderne (Atene 1896) i criteri di selezione rimanevano rigidi : le donne infatti erano escluse. De Coubertain fondatore dei giochi ,riteneva che la loro partecipazione sarebbe stata “poco pratica, priva di interesse, antiestetica e scorretta”. L’ingresso delle donne divenne ufficiale con le Olimpiadi di Amsterdam 1928, con l’uscita di De Coubertain dal CIO, e l’apertura alle donne delle gare di atletica. In realtà la partecipazione del gentil sesso ,seppur esigua , ci fu per la prima volta a Parigi (1924) in discipline come tennis e golf. Ad Amsterdam invece l’esordio delle discipline di atletica e ginnastica, con un numero di 290 donne su un totale di 2883 atleti. Dal 2012, con l’apertura della boxe anche al mondo femminile, non vi sono più discipline che vengono praticate solo dagli uomini. Augurandoci che questo traguardo possa aggiungere un tassello alla lotta contro questo tipo di disciminazione. Elisabeth Robinson (detta Betty) fu un’atleta statunitense nata a Riverdale nel 1911. Seconda in assoluto a conquistare una medaglia d’oro nelle discipline dell’atletica leggera. Si laureò come donna più veloce del mondo, nella sua specialità, i 100 metri con il tempo di 12,2” ,preceduta solo tempisticamente dalla campionessa del lancio del disco Konopacka Halina (25 minuti prima). Partecipò all’Olimpiade di Amsterdam nel 1928 sia nei 100 metri ottenendo una medaglia d’oro, sia nella staffetta a squadre 4x100 bissando il successo con una medaglia d’argento. In quell’evento, riuscì con la sua vittoria a catturare tutta l’attenzione degli Usa, riscattandoli dalla delusione data dalla categoria maschile: le Olimpiadi furono la quarta gara ufficiale della sua vita alla sola età di sedici anni. Studentessa nella scuola di Thoronton Thowship high school di Harvey nell’ Illinois, iniziò a correre per caso, sotto l’intuizione del suo professore di biologia che la vide, in ritardo tentare di rincorrere un treno. Così iniziò ad allenarsi a Chicago conquistando presto la convocazione nella squadra olimpica, eguagliò infatti il record del mondo 12” su pista proprio a Chicago nella sua seconda gara dimostrando fin da subito un talento innato. Con la maglia numero 879 ad Amsterdam, non era la favorita per la sua corporatura esile e la statura non altissima, i riflettori erano puntati sulla bella Lily Carthewood e l’attenzione sulle rivali canadesi.

La gara fu caratterizzata da una serie di false partenze che portò ad una finale con sole quattro concorrenti. Ci furono anche delle polemiche conseguenti alle squalifiche, ma inutili, perché quello della Robinson fu il primo oro olimpico nei 100 metri piani.

La foto che immortala il momento della gara con il tempo di 12,2”: la Robinson al centro, le braccia levate al cielo e le canadesi rivali alle spalle.

Dopo il ritorno negli Usa e i meritati elogi ,Betty si dedicò agli allenamenti con l’intento di riconfermarsi nella successiva olimpiade. Scrivevano di lei” è in una forma strabiliante”. In un giorno di svago decise di andare a nuotare, ma gli fu impedito dagli allenatori poichè il nuoto avrebbe coinvolto muscoli diversi dalla corsa. Così andò a fare un giro sul biplano del cugino, ma a una certa quota il motore andò in stallo e l’aereo precipitò. Fu un terribile incidente. In condizioni gravissime con diverse fratture, commozione celebrale venne ritenuta morta dai soccorritori e erroneamente fu condotta all’obitorio. Era il 1931, ad un anno dai prossimi giochi, Betty doveva dire addio ai suoi sogni. Il giornalisti scrivevano che la donna più veloce del mondo non avrebbe mai più camminato. “ L ’ os s odel l ac os c i aèf r at t ur at oi npi ùpunt i t r ai l gi noc c hi oel ’ anc aequandoguar i r àpr obabi l ment es ar à unpo’ pi ùc or t odel l ’ al t r agamba“ ,di s s ei ldot t orJ ac obMi nk e .“ Ci v or r annomes i pr i mac hes i ai ngr ado di c ammi nar edi nuov o.Hai i lbr acc i os i ni s t r of r at t ur at oel es i oni i nt er nec hepos s onoes s er epi ùgr av i di quant onons i aanc or aev i dent e“ .

Iniziò dunque la seconda impresa per Betty, per nulla al mondo avrebbe abbandonato il sogno di correre ancora. Dopo una lunga convalescenza, sedie a rotelle e due anni di riabilitazione per tornare a camminare, decise di rimettersi in gioco nonostante le numerose difficoltà. Infatti la Robinson era impossibilitata a flettere completamente il ginocchio, la partenza dei blocchi e lo sprint iniziale sarebbero stati davvero complicati per lei, così decise di gareggiare nella staffetta a squadre. Nel 1936 la Robinson fu di nuovo in pista alle Olimpiadi di Berlino, gareggiò per gli Stati Uniti come terza frazionista, consegnò il testimone ad Helen Stephens (quarta frazionista della sua squadra e campionessa dei 100mt) regalando la vittoria e la medaglia d’oro agli Usa. La squadra tedesca era la favorita ma perse il testimone assicurando così la vittoria degli Usa. Betty aveva vinto due volte, dimostrando una grande forza di volontà e tenacia. La medaglia della gara a squadre non era sicuramente un ripiego ma aveva un peso maggiore: quello della sua battaglia personale. Viste le condizioni gravissime in cui si trovava dopo l’incidente nessuno avrebbe scommesso che fosse riuscita a sopravvivere, tantomeno a gareggiare. Il CIO definisce quella della Robinson una delle storie più notevoli degli annali dei giochi. La sua carriera è piuttosto breve ma significativa. Poco dopo i giochi di Berlino, infatti,si ritirò pur rimanendo nell’ambito sportivo come cronometrista e giudice di gara dell’atletica. Sposò Richard Schwartz nel 1939 e si dedicò ai suoi due bambini. Morì all’età di 87 anni.

Riferimenti: -Teamusa.org :Betty Robinson :”The Olimpic gold medalist who came back from the dead” -“Storie di sport” testata giornalistica -Enciclopedia Treccani -Aiello , Viaggio nello sport attraverso i secoli ,ed. Felice Le Monier Firenze 2004...


Similar Free PDFs