Robinson Crusoe PDF

Title Robinson Crusoe
Author Alessia Carella
Course Letteratura Inglese
Institution Università telematica e-Campus
Pages 15
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ROBINSON CRUSOE Capitolo 1. Robinson Crusoe, protagonista e narratore della vicenda, ci svela di essere nato l’1 settembre 1932, nella città di York, in Inghilterra. Suo padre, un immigrato tedesco, aveva sposato una donna, il cui nome, era Robinson Kreutznaeur ma, a causa della difficoltà, riscontrata dagli inglesi, nel pronunciarlo, lo ‘storpiarono’ in Crusoe. Robinson era affascinato dai viaggi e dalle avventure ma suo padre cercò di fargli capire quanto fosse fondamentale rimanere a casa, e sentirsi appagati dalle piccole cose della vita (‘Middle station had the fewest disasters and was not exposed to so many vicissitudes as the higher or lower part of mankind’). Dopo che suo padre gli proibì di partire, Robinson promise di rimanere a casa un anno intero. Tuttavia, nonostante ciò, Robinson era alla costante ricerca di avventure in mare; perciò, cercò l’aiuto della madre, per convincere il padre a lasciarlo partire, seppur senza successo. Quando compì 19 anni, l’1 settembre 1951, raggiunse un amico su una barca, in partenza per Londra, senza domandare il permesso ai suoi genitori. Subito dopo la partenza in mare, ‘the wind began to blow and the sea to rise in most frightful manner, as it was the judgment of God.’ Essendo che Robinson non era mai stato in una nave, era sicuro che Dio lo stesse punendo per aver disubbidito ai suoi genitori. Così, dallo spavento decise di fare una promessa: ‘if it would, please, God here to spare my life in this one voyage, if ever I got once my foot upon dry land again, I would go directly home to my father and never set it into a ship again’. La mattina successiva, le onde si abbassarono e la calma regnò sovrana, ma, Robinson dimenticò la promessa fatta a Dio. L’imbarcazione raggiunse un luogo chiamato ‘Yarmouth Roads’: tornò il vento per otto giorni consecutivi e, quando decisero di ripartire, gli colse una tempesta. Addirittura i marinari più esperti, a questo punto, pregarono in ginocchio Dio di salvarli. Fu subito chiaro che non sarebbero stati in grado di salvare l’imbarcazione. Proprio quando la nave era sul punto di affondare, un’imbarcazione nelle vicinanze, fu in grado di salvare i marinari a bordo. Così, essi giunsero finalmente a riva, dove un amico del padre di Robinson, che possedeva una barca, gli attendeva. Quando il capitano ascoltò la storia di Robinson, era sicuro che fosse stata la Provvidenza ad avvisare il ragazzo che mai più avrebbe dovuto intraprendere un viaggio in nave (‘You ought to take this for a plain and visible token you’re not to be a seafarer man; if you did not go back to his father’s house, you will meet with nothing but disasters and disappointments’). Capitolo 2: schiavi e fuga Crusoe, avendo del denaro con sé, decise di viaggiare fino a Londra (by land). La sua decisione si basava sul fatto che era troppo spaventato per tornare a casa ed affrontare i suoi genitori e, addirittura i vicini, avrebbero riso di lui. A Londra, incontrò un uomo che era il comandante di una nave, con il compito di raggiungere la Costa della Guinea, per il commercio di schiavi. Avendo una simpatia per Robinson, il capitano gli propone di partire con loro, senza chiedergli alcun pagamento in cambio. Nel primo viaggio, Crusoe portò con sé 15 pounds, che investì in oggettistica. Fu uno dei viaggi da cui trasse maggior profitto: scambiò giocattoli, che gli indigeni adoravano, per oggetti

preziosi. Quando tornarono a Londra, il suo amico capitano si ammalò e morì. Crusoe decise di tornare nuovamente in Guinea e portare con sé altri 100 pounds, regalando 200 pounds alla vedova del capitano. Tuttavia, questo viaggio fu, sin dal principio, sfortunato. Inizialmente, l’imbarcazione raggiunse le Canarie e una nave turca, di pirati, tentò di derubarli. La ciurma provò a difendersi, lottando contro i pirati (attrezzatura non sufficiente; equipaggio non numeroso). Il risultato fu che i pirati ebbero la meglio, prendendosi la nave, e catturando Crusoe come prigioniero. Tuttavia, il ‘padrone’ non era solito trattarlo male, come invece faceva con gli altri, Robinson era lo schiavo personale del capitano in persona (passa da mercante a schiavo). Dopo due anni, Robison cessa di pensare alla sua libertà, ormai perduta, e cerca di trovare un modo per fuggire. Quando il capitano andava a pescare, portava sempre con sé Crusoe e un giovane Maresco con sé. Crusoe si dimostrò un pescatore eccellente (catturò addirittura una rana). Un giorno, il capitano progettò di andare fuori a cena con alcuni amici ed ordinò a Crusoe di catturare qualche pesce per la cena e portarglielo. Robinson credette si trattasse di un’ottima opportunità per fuggire; riuscì, addirittura, a convincere il musulmano che aveva il compito di ‘tenerlo sott’occhio’, a lasciarli tutto il necessario per poter scappare via. I due si allontanano insieme, ma, Robinson getta l’uomo in mare e costringe lo schiavo Xury a giurare di essergli fedele. Così, i due salparono e rimasero in mare per cinque giorni. Avendo bisogno di dissetarsi, raggiunsero un ruscello, ma, a causa degli animali pericolosi che, probabilmente, abitavano tale territorio, decisero di rimanere sulla nave. Quando arrivò il momento di andare a procurarsi dell’acqua, Xury vi andò; così Robinson si assicurò che, in caso di attacchi da parte dei selvaggi, sarebbe potuto scappare e solo Xury ne sarebbe rimasto coinvolto. Tuttavia, Xury tornò in nave con dell’acqua e qualche animale morto, simile ad una lepre, che mangiarono con gusto. Robinson era convinto si trovassero nei pressi della costa marocchina, in un territorio inabitato. Durante il giorno, videro un leone e Robinson gli sparò su di una zampa e, nuovamente, sulla testa. Dopodiché, fu Xury a finirlo; successivamente, lo scuoiarono (‘used the skin to lie upon’). Si rimisero in viaggio per altri 10/12 giorni, sperando di incontrare una nave proveniente da un paese industrializzato. Dopo altri 10 giorni, circa, notarono che la riva era inabitata e, dopo un po’ di tempo, videro dei nativi nudi che gli stavano salutando. Furono in grado di comunicare loro, tramite il linguaggio corporeo, che non avevano acqua o cibo. Così, i nativi gli fecero avere della carne e del mais. Mentre giacevano sulla riva, videro due creature ‘one pursuing the other’. I nativi erano spaventati e lo furono ancora di più quando Crusoe tirò fuori la sua pistola per ucciderli. Il rumore dello sparo fece cadere i nativi e, le altre creature presenti, spaventate, corsero via. A questo punto, anche Robinson e Xury salparono. In circa 11 giorni, raggiunsero un’isola che, secondo Crusoe, si trattava di Capo Verde. Dopo poco, Xury avvistò una nave con una vela, e si spaventò, pensando si trattasse del suo vecchio padrone, venuto a riprenderseli. Invece, Robinson sapeva che si trattava di una nave portoghese e, pertanto, mandò loro un segnale (‘fired a gun’). La nave si fermò e, in circa tre ore, Robinson la raggiunse. Il capitano scoprì che Robinson e Xury erano stati catturati come schiavi, e non volle il denaro che Robinson gli offrì ma, al contrario, gli propose di partire con loro per il Brasile.

Inoltre, pagò Robinson per ottenere la sua nave e comprarsi Xury, promettendogli di liberarlo dopo otto anni. ‘The poor boy’s liberty, who had assisted me so faithfully in procuring my own’ Chapter IV : first weekd on the island; Chapter V: builds a house -the journalDopo un viaggio positivo, Robinson arriva in Brasile, venti giorni dopo. Il capitano si dimostrò generoso con lui, non chiedendogli nulla per il viaggio e, al contrario, pagandogli 20 ducati per la pelle di leopardo e 40 per quella di leone. Robinson visse in una piantagione di zucchero per un po’ di tempo, imparando ‘the manner of planting’, comprando terreni. Per i primi due anni, piantava solamente piante di frutta e verdura; mentre, dal terzo anno, iniziò ad avere piantagioni di tabacco e zucchero di canna, realizzando che non avrebbe dovuto vendere Xury, poiché gli avrebbe fatto comodo una mano nelle piantagioni. Subito scoprì che ‘he was coming into the very middle station or upper degree of low life, which my father advised me to before’. Era divertito dal fatto che sarebbe potuto rimanere a casa e raggiungere, comunque, nella stessa posizione sociale che aveva raggiunto tramite le sue avventure. Siccome la piantagione era distante dal suo vicinato, Robinson pensò che ‘he lived just like a man cast away upon some desolate island that had nobody there but himself’. Era grato, comunque, di poter contare sulle se piantagioni. Il capitano rimase in Brasile per tre anni e, durante questo tempo, Crusoe gli disse che aveva lasciato 200 pounds alla vedova del capitano; il capitano gli disse di inviare solo metà del denaro, così, nel caso si fosse perso, avrebbe comunque conservato l’altra metà. Robinson scrisse alla vedova circa le sue avventure e inviò il denaro a Lisbona. Ella fu grata e felice e decise di inviare a Robinson, tramite il capitano, 5 pounds. I 100 pounds di Robinson furono investiti in pietre inglesi, che il capitano aveva comprato dal Brasile. Invece di comprare qualcosa per sé, con quei 5 pounds, Robinson comprò uno schiavo. L’anno successivo, Crusoe aveva incrementato il suo commercio, soprattutto quello di tabacco. Era giunto al traguardo che suo padre descriveva come ‘middle station of life’. Avendo vissuto quattro anni in Brasile, ed avendo imparato la lingua, cominciò a raccontare le sue avventure, soprattutto quelle riguardanti lo schiavismo, che interessavano particolarmente ai suoi amici. Un giorno, un gruppo di uomini gli propose di tornare in Guinea per prendere degli schiavi. Così facendo, Robinson avrebbe ottenuto la sua parte di schiavi e non avrebbe dovuto pagare per allestire la nave; alla fine accettò, a condizione che, i suoi amici, si sarebbero presi cura delle sue piantagioni. Mise per iscritto che, in caso di morte, avrebbe lasciato metà delle sue raccolte al capitano e, l’altra metà, sarebbe stata spedita in UK. Robinson salpò ‘in an evil hour: on 1st of September, 1659’. Dopo dodici giorni, una tempesta li colpì e per dodici giorni vagarono per mari. Durante questa tempesta, uno degli uomini a bordo, perse la vita, e venne gettato in mare. Finalmente, videro la costa della Guinea e, dopo una serie di discussioni, decisero di trovare riparo a Barbados. Tuttavia, un’altra tempesta li colpì e la nave naufragò sulla costa di un’isola. Con grande sforzo, riuscirono a raggiungere la scialuppa di salvataggio ma, subito dopo, le onde la rovesciarono (‘raging wave, montain-like, came rolling astern of us’). Dopo aver perso il respiro, e aver lottato con tutto se stesso, Robinson si ritrova steso sulla riva ma, improvvisamente, vide il mare andargli incontro (high as a great hill). Quest’immensa onda lo condusse 20/30 metri sott’acqua. Due volte fu colpito dalle onde, ma solo la terza gli fu quasi fatale.

Una volta in salvo, ringrazia Dio, ma si rende conto di essere l’unico sopravvissuto. Inizia a guardarsi intorno, cercando di capire in che luogo sia approdato. Essendo che avrebbe fatto buio di lì a poco e, in lontananza, si potevano udire ruggiti di animali feroci, si arrampicò su di un albero, cercando protezione. Essendo esausto, si addormentò immediatamente. Chapter VI: ill and conscience-stricen; Chapter VII: agricultural experience; Chapter VIII: surveys his position Quando Robinson si sveglia, scopre che l’acqua è calma e la tempesta è passata. La nave ha quasi raggiunto la riva e lui inizia a recuperare il recuperabile. Realizza, poi, che se fossero stati tutti a bordo, si sarebbero salvati: ciò lo turba immensamente, tanto che comincia a piangere; ma pian, piano inizia a riflettere sul da farsi. Dopo innumerevoli difficoltà, cerca una barca per poter trasportare il tutto a riva, costruendo una sorta di ‘barchetta’ con pezzetti di legno. Successivamente, ricerca un posto nel quale ripararsi. Scalando una collina, scopre di essere sull’isola che credeva inabitata; uccise una gallina per poi scoprire che era immangiabile. Siccome temeva la barca sarebbe stata trasportata via dalle onde e dal vento, decise di tornare a raccogliere qualche resto del naufragio. Recuperando qualche oggetto, fu in grado di costruirsi una sorta di rifugio, per passare la notte al sicuro. Continuando a nuotare fino all’imbarcazione, per salvare il salvabile, ottenne sempre più oggetti utili alla causa. Era contento quando trovava denaro: realizzò che tutto ciò che aveva salvato dal naufragio, avrebbe comunque continuato ad avere lo stesso valore. Una notte, ci fu una tempesta. Al suo risveglio, Robinson non riusciva nemmeno a vedere la nave: era stata spazzata via. Si rese conto che non era sicuro rimanere sulla spiaggia e, quindi, decise di esplorare l’isola. Inoltre, costruì una sorta di ‘fortificazione’ con ciò che aveva, per difendersi dai pericoli. Almeno una volta al giorno, andava in perlustrazione, cercando qualche animale commestibile, da cacciare. Durante uno dei suoi giri, trovò una capra (goat): uccise la madre e i suoi piccoli. A questo punto, capì che sarebbe stato indispensabile accendere un fuoco e trovare legna da ardere. Comunque, iniziò a prendersi gioco della sua condizione, si domandò se fosse ‘the deteriation of Heavens, that in this desolate place, and in this desolate manner, I should end my life’. A questo punto, iniziò a pensare che fosse stata la Provvidenza a volerlo punire per aver disobbedito. Avendo innumerevoli ferite, Robinson si rende conto di aver bisogno della sua pistola e delle ammonizioni per il suo sostenimento. Realizzando ciò, decise di iniziare a scrivere un ‘giornale di attività’, a partire dal giorno in cui arrivò sull’isola. In questo modo, sarebbe anche riuscito a tenere il conto dei giorni. Ricordando le circostanze che l’hanno condotto sull’isola, Robinson narra del contrasto fra evil-good. Alla fine, però, si rese conto che se era ancora vivo, Dio era dalla sua parte, e doveva essergli riconoscente. Iniziò a costruire una serie di tunnel, nella caverna, in modo che avrebbe potuto sentirsi protetto nel suo ‘nido’. Addirittura, costruì un tavolo ed una sedia, realizzando che ‘by labour, application and contrivance, I found at last that I wanted nothing, but I could have made it, especially if i had had tools.’ Dopo aver completato ‘l’opera’, si fermò ad osservare il frutto del suo lavoro, pensando ‘it was great pleasure to me to see all my goods in such order, and especially to find my stock of all necessaries so great’. Iniziando a scrivere il giornale, Robinson scrisse: -

30 SETTEMBRE, 1659: ha rivissuto il terrore del naufragio e le sue più grandi paure

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1 OTTOBRE: ha preso coscienza della triste sorte dei suoi compagni e salvato il possibile dalla nave OTTOBRE 1/24: sono state giornate volte al recupero di oggettistica 20 OTTOBRE: fu il giorno in cui costruì una ‘zattera’ per raccogliere pietre preziose dal mare 24 OTTOBRE: passò la giornata a cercare di proteggere le pietre dalla pioggia 26 OTTOBRE: trovò un posto da utilizzare come casa OTTOBRE 26/30: furono giornate dedite alla costruzione della casa 31 OTTOBRE: uccise una capra e i piccoli, che avevano seguito la mamma fino a casa di Robinson 1 NOVEMBRE: passò la prima notte nella sua ‘grotta’ 2 NOVEMBRE: realizzò una seconda fortificazione 3 NOVEMBRE: uccise due uccelli e costruì un tavolo 4 NOVEMBRE: seguiva una scheda ogni mattino, uscendo a camminare per ore con la sua pistola, lavorando fino alle 11, mangiando pranzo, riposandosi dalle 12 alle 14 e lavorando nel pomeriggio 5 NOVEMBRE: uccise un gatto e si procurò la sua pelle 6 NOVEMBRE: si prese la mattinata per uscire a camminare e finire il tavolo NOVEMBRE 7/12: costruì una sedia 13 NOVEMBRE: grazie alla pioggia, si rese conto che doveva lottizzare la sua polvere da sparo; così, anche nel caso venisse distrutta, non la perderebbe tutta NOVEMBRE 14/16: fece delle piccole scatole per conservare 1 o 2 libbre di polvere 17 NOVEMBRE: lavorando distrusse due dei suoi oggetti, così trascorse il resto della giornata ad aggiustarli NOVEMBRE 18/22: cercò un albero chiamato ‘iron tree’ in Brasile; usò del legno per fare una cariola ma non ci riuscì. 23 NOVEMBRE: trascorse altri 8 giorni nella caverna 10 DICEMBRE: pensando i suoi lavori nella caverna si fossero conclusi, lavorò diligentemente per ottenere un soffitto puntellato DICEMBRE 17/20: passò le giornate a riordinare, con chiodi e mensole 20 DICEMBRE: costruì un altro tavolo 24 DICEMBRE: > 25 DICEMBRE: pioggia 26 DICEMBRE: finalmente niente pioggia (‘the earth much cooler’) 27 DICEMBRE: uccise una capra e ne azzoppò un’altra, da allevare DICEMBRE 28/30: rimase a casa, a riordinare 1 GENNAIO: faceva così caldo che, camminando sulla valle, trovò molte capre e decise di cacciarle 2 GENNAIO: andò con il suo cane a cacciare le capre, ma il cane non ebbe la meglio 3 GENNAIO: ricominciarono le piogge, dal 3 GENNAIO AL 14 APRILE. Robinson si occupò di costruire un’altra fortificazione e, stavolta, lo fece così bene che nessuno mai avrebbe pensato si potesse trattare di un progetto manmade.

In questo tempo, Robinson aveva imparato a distinguere diverse specie di uccelli selvaggi, a costruire tutto ciò di cui aveva bisogno ma, non appena faceva buio, si vedeva costretto ad andare a dormire. Così, un giorno decise di costruire una lampada. Qualche tempo dopo, si accorge che il grano stava iniziando a crescere e capì ciò era dovuto alla generosità di Dio. Prima del quarto anno, tuttavia, non poté mangiare nulla di quello che stava coltivando (grano, riso..). Continuando il suo giornale:

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16 APRILE: ci fu una sorta di terremoto e Robinson pregò Dio di essere clemente. Quando la terra smise di tremare, il cielo diventò grigio, e ci fu un uragano, che lo costrinse a tornare nella sua caverna, dove trascorse due giorni decidendo come/dove muoversi. 22 APRILE: si rese conto che il suo oggetto non era abbasta buono per lo scopo per il quale era stato creato, costruì una mola, per affinarlo APRILE 28/29: affilò il suo oggetto 30 APRILE: realizzò che avrebbe dovuto razionare il cibo: un biscotto al giorno 1 MAGGIO: si rese conto che l’uragano aveva trasportato a riva alcuni pezzi della sua nave, alcuni inutilizzabili inizialmente, poiché fradici. Riuscì a raggiungere l’imbarcazione, camminandovi all’interno: era pieno di sabbia, ma Robinson riuscì a salvare qualche oggetto. 3 MAGGIO: ripulì i suoi oggetti dalla sabbia 4 MAGGIO: andò a pescare, ma vide solo un delfino, niente pesci. Lo fece seccare al sole e lo mangiò 5 MAGGIO: taglia delle travi dalla nave e li porta a terra 6 MAGGIO: ottiene dei pezzi di ferro battuto dalla nave 7 MAGGIO: la nave si riempie di sabbia ed acqua nuovamente 8 MAGGIO: costruisce due panche 9 MAGGIO: si occupa della costruzione del piede di porco, ma è tutto troppo pesante per essere spostato MAGGIO 10/14: ottiene del ferro 15 MAGGIO: prova a tagliare del piombo con due accette, ma i suoi sforzi furono inutili 16 MAGGIO: rimase molto tempo nei boschi, catturando piccioni 17 MAGGIO: una parte della poppa della nave giaceva poco lontana dalla riva, ma era troppo pesante per essere trasportata sulla sabbia 24 MAGGIO: tutti i giorni, per circa 3 settimane, lavorò sulla barca, trasportando a riva alcuni oggetti, ma il sale e l’acqua li rovinarono. Ma lui continuò così, fino al 15 GIUGNO 16 GIUGNO: trovò una tartaruga 17 GIUGNO: mangiò tartaruga e uova 18 GIUGNO: a causa della pioggia, patì il freddo: cosa inusuale per la stagione in cui era 19 GIUGNO: si ammalò 20 GIUGNO: ebbe la febbre 21 GIUGNO: ancora malato, pregò Dio, ma delirava e stava troppo male per compiere frasi di senso compiuto 22 GIUGNO: ‘…under dreadful apprehensions of sickness’ 23 GIUGNO: ‘… cold and shivering’ 24 GIUGNO: ‘much better’ 25 GIUGNO: si registrano degli svenimenti 26 GIUGNO: cercò di procurarsi del cibo, sparando a una capra, che mangiò 27 GIUGNO: iniziarono i deliri e Robinson urlò: > e, così, si addormentò. Al suo risveglio, stava decisamente meglio. Riaddormentandosi di nuovo, ebbe degli incubi. Ma poi realizzò di essere fortunato, di essere ancora vivo. La sua malattia gli fece rivalutare la bontà di Dio: >. 28 GIUGNO: dopo aver mangiato, iniziò a riflettere: Dio aveva deciso di fargli capitare tutto ciò, ma perché? Triste e stressato, cercò del tabacco ma, invece di trovare del tab...


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