Biografia Arcimboldo PDF

Title Biografia Arcimboldo
Author Marta Russo
Course Storia dell’arte moderna
Institution Università degli Studi di Milano
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Summary

Biografia dell'artista con focus sulle opere più importanti...


Description

GIUSEPPE ARCIMBOLDI (1527 – 1582) Giuseppe Arcimboldi è stato uno dei pittori più estrosi, fantasiosi e anche bizzarri della storia dell'arte. È famoso soprattutto per le sue "teste composite", ovvero dipinti con ritratti costituiti da oggetti, frutta, animali, tutti in linea con un tema (per esempio, la testa composita della primavera composta da diverse specie di fiori e foglie). Ma anche per altre bizzarre realizzazioni, come le "teste reversibili", immagini che si possono leggere in due modi diversi, capovolgendo il quadro, e per i suoi studi sulla natura, alcuni dei quali condotti in collaborazione con Ulisse Aldrovandi, grande naturalista del Cinquecento. Ingegno multiforme al servizio di diversi imperatori del Sacro Romano Impero, Giuseppe Arcimboldi si divise tra Milano, Vienna e Praga e realizzò capolavori stravaganti (e anche divertenti, se vogliamo), ma anche opere più "tradizionali". Autore che ha portato il manierismo alle conseguenze più estreme. Agisce in un periodo in cui non si è ancora assopito il ricordo della pittura leonardesca; la pittura dell’Arcimboldi ha quindi origini dagli esiti della pittura milanese degli anni 30 e 40 del Cinquecento. Grazie a Bernardino Luini riesce a comprendere ed assimilare le nozioni della pittura di Leonardo, anche se non ci furono contatti diretti tra i Luni ed Arcimboldi, anche perché Luini scomparve quando Arcimboldi aveva appena 5 anni, ma di sicuro conosceva bene la sua arte. Bernardino Luini aveva ricevuto in dono da Leonardo diversi dei suoi schizzi e disegni che furono mostrati all’Arcimboldi dal figlio di Bernardino Luini, da Aurelio. Inoltre un parente dell’Arcimboldi era stato nominato arcivescovo di Milano ed era solito frequentare artisti e letterati della città e tali frequentazioni contribuirono a far accrescere l’interesse del giovane Giuseppe che viene a contatto fin da bambino con un ambiente intellettuale molto evoluto. All’epoca Milano era inoltre un grande centro di arti suntuarie, ovvero ‘arti di lusso’ (arte costosa) e si riferisce in particolare all’oreficeria di alto livello, alla lavorazione dell’avorio, pietre preziose, del vetro ed insomma tutte le arti a cui Giuseppe fu da giovane molto interessato, tanto più che una delle sue primissime commissioni d’artista furono la realizzazione di due vetrate del Duomo di Milano. 1527 Giuseppe Arcimboldi nasce a Milano da Biagio, di professione pittore, e Chiara Parisi. La famiglia è nobile e il giovane Giuseppe ha modo di compiere la sua formazione in un ambiente colto. 1549 In base ai documenti, Giuseppe inizia a lavorare nel cantiere del Duomo di Milano insieme al padre Biagio per alcune decorazioni ma soprattutto per la realizzazione di due vetrate, una con le storie del Vecchio Testamento e una con le storie di santa Caterina d'Alessandria. L'opera sarà terminata da Giuseppe nel 1556 (ma aveva lavorato da solo fin dal 1551). Già da queste vetrate Arcimboldi fa emerge il suo manierismo classicista con gusto narrativo, vivo ed intenso, riprendendo quello di Luini. Il narrativismo era una colonna importante dell’arte lombarda e che quindi non poteva mancare a questo artista milanese 1556 Giuseppe lavora all'affresco con l'albero di Jesse nel Duomo di Monza assieme a Giuseppe Meda. I lavori saranno terminati nel 1559. Si tratta della raffigurazione dell’albero genealogico di Gesù, a partire da Jesse, da cui l’albero prende appunto il nome, Jesse era il padre di re Davide e secondo la Bibbia era un antenato di Gesù. (La genealogia di Gesù è ritrovabile nei Vangeli). Si tratta di un affresco monumentale in quanto occupi tutta la parete del transetto destro del Duomo di Monza ed è caratterizzato da profeti che siedono su delle vistosissime nuvole che sembrano quasi nascere dai rami dell’albero. Cristo è crocefisso su questo imponente albero che svetta su un fondo oro, un po’ anacronistico, ma utile ai fini della realizzazione in quanto faccia

risaltare le figure degli antenati di Gesù che si rivelano particolarmente solidi e contraddistinte da una gamma cromatica molto fredda e tenue tipica dell’arte manierista. 1558 È a Como dove lavora ad alcuni modelli per le vetrate del Duomo. 1562 Viene chiamato a Vienna dall'imperatore del Sacro Romano Impero, Ferdinando I, che evidentemente l'aveva notato per alcune sue realizzazioni a Milano (secondo un'ipotesi recente, per una sua primissima serie delle Stagioni). Appena arrivato, realizza i ritratti della famiglia regnante. Giovanni Arcimboldi, Ritratto di Massimiliano II con famiglia.

1563 Il futuro imperatore Massimiliano II (divenuto tale nel 1564) gli commissiona il ciclo delle Stagioni, terminato nel 1566. Del ciclo originale si conservano solo l'Estate, l'Inverno (Vienna, Kunsthistorisches Museum) e forse la Primavera (Madrid, Museo della Real Academia de San Fernando). Lo stile assunto dall’Arcimboldi nella realizzazione dei ritratti dei regnanti, si allontana dagli stilemi utilizzati precedentemente: sono ritratti molto più freddi, con tratti duri, con le vesti molto spigolose e quasi squadrate; si tratta di dipinti molto più nordici rispetto quelli visti finora, quindi è probabile che l’artista abbia copiato i suoi ritratti da disegni già esistenti che però non appartenevano al suo operato, ma richiamano invece la ritrattistica di Jacob Seisenegger. 1564 Giuseppe diventa ufficialmente ritrattista di corte, succedendo in tale carica all'anziano pittore Jacob Seisenegger. 1566 L'artista compie un breve soggiorno in Italia. Nello stesso anno dipinge il famoso Bibliotecario, una cui copia molto fedele all'originale e a esso vicina cronologicamente, è oggi conservata in Svezia nel castello di Skokloster. Il Bibliotecario è un’opera molto famosa che probabilmente rappresenta un membro della corte di Massimiliano II che effettivamente faceva il bibliotecario. L’opera fu portata in Svezia dopo una serie di saccheggi che coinvolsero Praga nel 1648 (Guerra dei Trent’anni  gli svedesi erano schierati contro l’Impero e per un certo periodo Parga fu la capitale proprio dell’Impero). Il Bibliotecario è un ritratto caricaturale che viene inserito tra le “pitture ridicole” dell’Arcimboldi. Qui è ben visibile l’interesse dell’artista nei confronti del grottesco e della caricatura, maturati grazie all’osservazione delle teste di Leonardo. Tutti i più grandi artisti del tempo, da Giovanni Paolo Lomazzo, a Bernardino ed Aurelio Luini, si cimentarono con il genere della caricatura e del ritratto grottesco. Giuseppe Arcimboldi accingeva da questa tradizione della caricatura e la rivisitava secondo le bizzarrie del proprio stile, unendo quindi il grottesco della caricatura all’estrema stravaganza delle teste composite. 1568 Vengono presentati i due cicli delle Stagioni e degli Elementi all'imperatore Massimiliano II realizzati a Vienna. Sono cicli in cui Giuseppe Arcimboldi esibisce tutto il suo estro, dando vita ad una pittura bizzarra che diviene nota in tutto il mondo. Del primo ciclo, quello delle Stagioni, restano di originali soltanto l’Estate e l’Inverno (al Kunsthistorisches Museum di Vienna) e poi abbiamo la Primavera (a Madrid) non abbiamo la sicurezza che sia realmente l’originale. Dell’Autunno possediamo una fedele copia presente al Louvre di Parigi. La realizzazione più semplice e meno caratteristica è senz’altro la Primavera: si tratta di una testa composita (come tutte quelle del ciclo) in quanto sia composta da diversi elementi, tutti attinenti

ad un tema; la Primavera è composta da fiori (per il visto ed i capelli) e da foglie per quanto riguarda il busto. Gli studiosi hanno contato 80 specie diverse di foglie e di fiori, che danno prova dell’interesse per il mondo della natura da parte dell’artista. L’Estate ha la testa composta da frutta tipicamente estiva: la guancia una pesca, il mento una pera, il naso è un cetriolo ed i capelli sono composti da susine e lamponi ed un grappolo d’uva acerbo, l’orecchio è una pannocchia ed il busto da spighe di grano tutte intrecciate. Sul colletto della giacca del personaggio compare la firma dell’artista: “Giuseppe Arcimboldo”. L’Autunno è invece composto da uva, funghi e patate che danno vita al volto, mentre il busto è una botte per il vino. Infine l’Inverno ha le sembianze di un tronco secco di un albero con i capelli dato dalle foglie d’edera e davanti alla sua testa pendono i limoni. Esiste una seconda versione del ciclo delle Stagioni, custodita nelle collezioni bavaresi di Monaco di Baviera (sono un prototipo del ciclo viennese realizzate tra il 1555 ed il 1560, quando l’artista era ancora a Milano). Il ciclo degli Elementi (Aria, Acqua, Terra e Fuoco) è leggermente successivo ed i dipinti che lo compongono erano stati concepiti per dialogare con le stagioni: ogni stagione doveva aver difronte l’elemento corrispondente. Primavera  aria; Estate  fuoco; Autunno  terra; Inverno  acqua. L’Aria è una testa composta da varie specie di uccelli; la Terra da animali eterogenei: leoni cervi, cavalli, conigli ed elefanti; L’Acqua è composta da tante specie di pesci e molluschi, crostacei, una tartaruga ed una foca; infine il Fuoco ha come capelli delle ceneri ardenti (fiamme) ed il resto del corpo è composto da una serie di oggetti che si forgiano con il fuoco (gioielli, armi, lampade etc). PRIMAVERA

ARIA

ESTATE

FUOCO

AUTUNNO

TERRA

INVERNO

ACQUA

E’ interessante comprendere il senso allegorico di queste realizzazioni, quindi è importante capire le varie corrispondenze: secondo l’interpretazione più diffusa, non sono latro che una celebrazione della corte asburgica; elementi e stagioni sono allegorie dell’impero. In particolare i dipinti sarebbero da leggere in chiave aristotelica: secondo Aristotele l’universo era composto da un macrocosmo formato dai quattro elementi e ad ogni elemento corrispondeva una stagione diversa. Le stagioni simboleggiano lo scorrere del tempo dell’universo. Il microcosmo è composto da tutti quegli elementi ed esseri che popolano il macrocosmo. Dato che le teste sono assimilate alla tipologia delle teste dei Cesari (imperatori effigiati di profilo), la composizione sarebbe da intendersi come l’Impero che regna e domina sia sul macrocosmo, sia

sul microcosmo, dal momento che l’imperatore assume sembianze degli elementi del macrocosmo e del microcosmo assieme. 1570 A quest'anno risale il disegno dell'antilope cervicapra conservato presso la Biblioteca Nazionale Austriaca di Vienna, uno degli studi naturalistici più famosi dell'artista. 1571 Giuseppe è incaricato di organizzare i festeggiamenti per le nozze tra Carlo d'Asburgo e Maria di Baviera. 1573 Risale a quest'anno la serie delle Stagioni oggi conservata al Louvre. 1576 Rodolfo II diventa imperatore in seguito alla scomparsa di Massimiliano II e conferma Giuseppe nel suo incarico. 1582 Per conto dell'imperatore, Giuseppe si reca in Baviera dove è incaricato di valutare l'acquisto di antichità e opere d'arte provenienti dalle raccolte dei Fugger, per le collezioni imperiali. 1583 A quest'anno risale la collaborazione tra Giuseppe Arcimboldi e Ulisse Aldrovandi, con il primo che invia al secondo disegni per i suoi studi sulla natura. 1585 Risale a quest'anno il carnet con i disegni per costumi e apparati da feste oggi conservato agli Uffizi e dedicato a Rodolfo II. 1590 circa Attorno a quest'anno, il pittore realizza l'Ortolano, la sua più famosa “testa reversibile”. Ha una duplice lettura: può essere letta come una composizione di natura morta (una scodella piena di ortaggi), capovolgendo il dipinto può essere letta invece come composizione caricaturale di un ortolano. Esiste un’interpretazione allegorica (fornita da Maurizio Calvesi) secondo la quale le due cipolle e la patata – che formano guance e naso – ricordano anche l’organo sessuale maschile, mentre i funghi sottostanti ricorderebbero l’organo sessuale femminile e quindi la figura allegorica connessa all’Ortolano è il Dio Priapo, il dio romano della sessualità. Sempre attorno allo ping come dio Vertumon e su dio Vetrumon è il di no, viene rappresentato fatt tutte le stagioni, il tu del il cambio delle stagi rm Rodolfo II, che a Praga aveva dato vita ad una corte di artisti ed umanisti particolarmente vivace; tale influenza aveva portato Rodolfo a costruire nel suo Palazzo una “stanza delle meraviglie”, luogo dove raccoglieva oggetti insoliti o rari. Questo dipinto era parte integrante della stanza. 1592 L'artista viene nominato conte palatino da Rodolfo II. 1593 Giuseppe si spegne a Milano in data 11 luglio.

Relazioni: Allievo di: Biagio Arcimboldi Guardò a: Bernardino Luini - Leonardo da Vinci Guardarono a lui: Giovanni da Monte Cremasco Principali mecenati e committenti: Fabbrica del Duomo di Milano - Ferdinando I del Sacro Romano Impero Massimiliano II del Sacro Romano Impero - Rodolfo II del Sacro Romano Impero....


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