Lotto biografia PDF

Title Lotto biografia
Course Arte nel XX secolo
Institution Università degli Studi di Bergamo
Pages 9
File Size 281.6 KB
File Type PDF
Total Downloads 42
Total Views 139

Summary

Riassunto della biografia di Lotto...


Description

LORENZO LOTTO (Venezia, 1480 – Loreto, 1556) è considerato, oramai, un protagonista indiscusso della pittura italiana del Cinquecento, nato a Venezia, ma opera soprattutto lontano dalla sua città d'origine, in Lombardia, a Roma, nelle Marche, per lo più in provincia che nelle capitali, perché non ha successo a Venezia siccome contrasta con il gusto ufficiale dell’epoca. Che rispecchia Tiziano e Giorgione, ciò fa di Lotto un artista isolato. Per tutta la vita L.L sarà un emarginato. Formazione artistica: il pittore compie il suo apprendistato artistico a Venezia, verso la bottega del pittore Vivarini ed i suoi punti di riferimento sono: -

Pittore veneziano, del passato, Giovanni Bellini Antonella da Messina Il pittore tedesco Albert Duro

Lotto viaggia per molti anni, vagando tra Roma, Bergamo e le Marche. È un'artista informato e attento a tutto ciò che vede nei suoi viaggi nelle varie regioni in cui vive. Stile: Lorenzo lotto è un'artista eccentrico che risente di influssi manieristici ma non si adegua alle tendenze artistiche dominanti. L'artista usa un disegno nitido e preciso, la luce dei dipinti è una luce trasparente, che mette in evidenza forme e volumi e che serve per una minuziosa indagine della realtà. nel 1509 il pittore la Roma dove collabora con Raffaello alle Stanze Vaticane e ne assimila lo stile. Qui lotto aggiorno il suo linguaggio tenendo conto delle novità linguistiche della maniera moderna. Successivamente l'artista elabora uno suo stile personale, un linguaggio originale, ricco di allusione, simbologia, significati nascosti e di giochi visivi. I suoi quadri sono pieni di inquietudine, insofferenza per le norme e malinconia. Poliedricità многогранность delle opere: Lorenzo lotto è un pittore poliedrico la sua produzione artistica spazia dagli olii su su tela e su tavola di tematiche religiose, ai ritratti, fino alle opere lignee\ деревянные come lo straordinario Coro ligneo dalla Basilicata di Santa Maria Maggiore di Bergamo. Lotto affronta i temi tradizionali, sia nei dipinti sacri che nei ritratti con un’interpretazione dimessa, quotidiana e quasi realistica: la palla Martinegno i la Madonna di San Bernardino. La stessa semplicità è riscontrabile negli affreschi con storie di Santa Chiara e Santa Barbara nell’oratorio Suardi e Trescore nel bergamasco. Anche nell’Annunciazione di Recanati dove nell'aspetto quotidiano e intimo. Di Lorenzo lotto restano anche numerosi ritrat quali possono essere considerati come i primi ritratti psicologici. Sono ritratti di gente della piccola nobiltà ho della borghesia, o di artisti, letterari ed ecclesiastici. Lotto nei suoi ritratti cerca di cogliere il personaggio come in quel momento, non mostra il personaggio per quello che la presenta nella società, ma per come hai fatto dentro mostrando i motivi della sua malinconia, o fede o Siri unità o simpatia. La morte in povertà: Per tutta la vita l'artista viene sottovalutato. Negli ultimi anni della sua esistenza lotto anziché chiedere compensi di denaro si riduce a barattare i suoi dipinti con il cibo e vestiario. Decidi di restare a vivere nelle Marche dove viene ho aspettato e in un santuario e dove muore. *Firma alcune opere come LLotus o Laurentius Lotus Treviso – 1503 Tra le Marche e Roma (1506) Bergamo – 1513 Ritorno a Venezia – 1527 Marche – 1534 Rientro a Venezia – 1539 Ancona – 1549 Oblato della Santa Casa di Loreto - 1554

1

Marcantonio Michiel (1484-1552) è un aristocratico e collezionista veneziano. Durante la sua vita si dedica alla catalogazione delle opere presenti nelle collezioni d'arte più rilevanti di Padova, Milano, Pavia, Bergamo, Crema e Venezia. Ha scritto un manoscritto, che viene pubblicato postumo nel 1800 “Notizia d'opere di disegno”, in cui descrive con abbondanza di particolari le sculture, pitture e disegni presenti nelle collezioni pubbliche e private del Lombardo -Veneto. Questo testo è uno dei fonti più importanti per la conoscenza del Rinascimento nel Nord Italia. Permette di conoscere l’esistenza di opere perdute, di identificare l’origine e di ricostruire la cronologia di capolavori. BERGAMO: La prima descrizione del quadro di Lorenzo Lotto che ci tramanda Michiel è “Compianto sul Cristo morto” 1522, conservato nella chiesa a Bergamo. Michiel raramente caratterizza la descrizione delle opere con aggettivazioni, ma ritiene questo quadro molto affettuoso. La descrizione del quadro: Sul quadro viene rappresentata la Vergine (svenuta ed è trattenuta dalla Maria che cerca di sollevarla) sotto il peso del Cristo morto ma soprattutto sotto il peso della sofferenza provocata dalla morte del figlio. Poi Michiel visita la chiesa dei Santi Bartolomeo e Stefano, quale conserva “La pala Martinengo”1513-1516 che è il più grande dipinto di Lorenzo Lotto e la descrive. Questa opera è astata al centro di una gara interazionale. Il soggetto principale della tavola è la Sacra Conversazione, con la Madonna col Bambino seduta su un trono circondata da santi, è il dipinto più grande che l'artista eseguì a Bergamo. Michiel descrive anche le opere di Lotto che sono andate perdute durante la distruzione della chiesa, come “El prado”, “Martirio di Santa Caterina”. Nella chiesa di San Bernardino descrive il dipinto a olio su tela dotato 1521 “Pala di San Bernardino”, la straordinaria abilità messa in mostra da Lotto nel costruire una sorta d’altare all'aperto formato da un enorme telo verde che è trattenuto e la forma viene data dal movimento degli angeli. Questi angeli si notano alla prima vista -> un elemento che colpisce. Michiel prosegue verso diverse case di aristocratici, dove trova diversi dipinti di L.L, come: - “Marsiglio e Faustina Cassot” - “il mattrimonio mistico di Santa Caterina e Santi” - “Pala Borghi” VENEZIA: Michiel continua ad osservare e descrivere i dipinti de Lotto ma già nelle case degli aristocratici veneziani: Descrive il dipinto “Ritratto di Andrea Odoni” dotato 1527 e conservato nella Royal Collection, in passato venne attribuita anche a Tiziano e Correggio. Questo ritratto è fatto a olio. Mezza figura che completa i frammenti marmorei antichi. Si può considerare uno dei più belli ritratti del periodo Veneziano dipinto da L.L. Pietro Aretino (1492 - 1556) è stato un poeta, scrittore e drammaturgo italiano, capace di determinare la sorte di molti artisti Ha scritto “Lettere” che ci offrono ritratti dei personaggi più in vista del tempo e che raccolgono anche profonde riflessioni sulla letteratura e sull’arte, che viene stampato nel 1550. Questo libro è costruito da lettere che le spedisce a una serie di personaggi. Due lettere vengono inviati anche a L.L prima nella 4ta eduzione e la seconda nella 5ta. Giorgio Vasari (1511 –1574) è stato un pittore, architetto e storico dell'arte italiano. Nel 1550 esce un manoscritto di Vasari “Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori”, una serie di biografie nella quale egli copre l'intero canone artistico teso fra Trecento e Cinquecento, ovvero partano dalla pittura medioevale fino a quella contemporanea. Secondo Vasari L.L Non meritava una tutta biografia per sé nel suo libro, quindi la sua biografia è stata associata con un altro pittore Iacopo Palma il Vecchio. Il primo dipinto che descrive Vasari è - “Gloria di San Nicola da Bari e santi” 1527-29 - “Elemosina di Santi Giovanni e Paolo” 1542

2

Vasari compie una serie di viaggi in Italia alcune lo porto nelle Marche, in qui ci sono diverse opere di Lorenzo lotto. Nella chiesa di San Domenico (Recanati) trova diversi dipinti di L.L: primo che descriverà Vasari sarà “Politco” 1506-1508 è un dipinto a olio su tavola conservato a Recanati. A Vasari interessavano i dettagli, gli elementi secondari delle opere di Lotto. Le opere del pittore vengono descritte fino alla termite della sua vita. Le opere che descrive Vasari sono: -

“gloria di San Vincenzo” “trasfigurazione Recanati” “Pala dell’Alabarda” Grande quadro “San Cristoforo tra i santi Rocco e Sebastiano” “Adorazione dei magi” “Presentazione di Gesù al Tempio” “il Battesimo di Cristo” “il Cristo e l’adultera” “il sacrificio di Melchidesech”

-

“San Michele che batte Lucifero”

Carlo Ridolfi (1594 –1658) è stato un pittore e scrittore italiano (Venezia). Carlo Ridolfi è ricordato soprattutto per aver scritto una raccolta di biografie di pittori veneti: la sua opera più nota si intitola “Le Meraviglie dell'arte”, uscita nel 1648. Rodolfi descrive pienamente la vita di Lorenzo Lotto. Ridolfi compie una serie di viaggi, vive e opera sostanzialmente a Venezia. Ridolfi visita diversi posti dove fa una descrizione molto dettagliata dei dipinti di Lorenzo Lotto, ad esempio: -

Chiesa di San Bartolomeo: vede all’interno della serie di santi che circondano il trono della Vergine anche un San Bartolomeo che non esiste. → “Pala Martinengo”

-

Chiesa di San Bernardino: La pala dell’altar maggiore “Pala di San Bernardino”.

-

Monache di Santa Grata: opera che si conserva in Canada; è un dipinto di devozione privata; è stata commissionata da un medico cerusico di nome Battista Cucchi, nel ‘900 lascerà Bergamo. “Madonna con il Bambino tra i santi Rocco e Sebastiano”

-

Chiesa di Santo Spirito: “La pala di santo spirito”, 1521 “Cristo Vite e Storie di Santa Barbara”, 1524 dipinto che decora tutte le pareti. Casa di signori Bonghi “la pala Bonghi”

-

Casa dei signori Tassi: “La natività” con Domenico Tassi che prega presentato da San Giuseppe; “Commiato di Cristo dalla madre” è stato commissionato per Elisabetta Rota moglie di Domenico Tassi “Venere e cupido” interpretato come un’opera di carattere profana eseguita in occasione di un matrimonio.

Descrizione di opere che si conservano a Treviso (VENEZIA) di L.L Il nome di L.L viene progressivamente dimenticato nel 1600. Esempio del mercato dell’arte: Molti dipinti di Lotto hanno perso il nome proprio e acquista il nome più celebre, famoso e vendibile in quel tempo . Due esempi: 1.“Ritratto di Andrea Odoni” rimane presso la famiglia Odoni fino al 1617, dopo l’opera viene acquistata da un mercate e prende il nome di Tiziano e poi di Correggio fino al 1858. Nel 1863 l’opera viene restaurata e appare quello che era già chiaro nel ‘500: firma e data di Lorenzo Lotto 1527. 2.“Il triplo ritratto di orefice”: nel 1627 il ritratto è menzionato a Mantova presso la collezione di Vincenzo Gonzaga senza nessun riferimento attributivo. Nel 1631 viene schedata come opera di Tiziano, nel 1733 come opera di Martin de Boss (pittore fiammingo) e nel 1783 come Johann von Kalchberg. Infine, l’opera è attribuita a Tiziano e solamente nel 1871 verrà restituita a Lotto da Giovanni Battista Cavalcaselle.

3

Ci spostiamo nel 18 secolo: Luigi Lanzi (1732 –1810) è stato un gesuita (prete), archeologo e storico dell'arte italiano. Nel 1809 Lanzi pubblica “Storia pittorica della Italia dal risorgimento delle belle arti fin presso al fine del XVIII secolo” è un’opera ricostruita tramite le scuole artistiche e non tramite le biografie, che è un’opera di enormi ambizioni e impegno. Lanzi dedica un capitolo breve ma di grande interesse alla figura di L.L. Partiamo dalle opere segnalate da Vasari, Vasari è la fonte principale per tutte le fonti successive. Nel corso dell’800 tutto cambia e si scardina e si modifica. Ma ancora Lanzi che cerca di guardare Lotto coi propri occhi, non può fare a meno di ritornare alla fronte. Lanzi prova in qualche modo di stabilire una sorta di ordine cronologico nelle opere di Lotto e di qualificarle con maggiore o minore qualità. Secondo lui le opere del 1513 (partendo dalla pala di San Bartolomeo) sarebbero le sue migliore, mentre quelle che partono dal 1546 sarebbe quelle del suo lento declino. L’Ottocento modifica enormemente la nostra percezione di Lorenzo Lotto, questo avviene su due piani diversi: 1- quello che procede attraverso lo scavo documentario. Queste scoperte iniziano a chiudere una serie di tasselli e darci delle informazioni precise sulla sua biografia. 2- quello legato a una sorta di conto che Lorenzo Lotto redige per dei suoi committenti bergamaschi e che è pubblicato da Pasino Locatelli nel suo volume intitolato “Illustri bergamaschi studi critico biografici” del 1867. Giovanni Batsta Cavalcaselle (1819 –1897) è stato uno scrittore, storico dell'arte e critico d'arte italiano. La sua opera principale è “New History of painting in Italy from the 2nd Century to the 16th Century” in collaborazione con Joseph Archer Crowe. Cavalcaselle opera in un’età pre-fotografica. Metodo di Cavalcaselle: è fondato sulla verifica diretta degli originali e ciò che ha osservato nella discussione di Michiel, di Vasari, Ridolfi e di Lanzi, abbiamo visto che gli scarti e le osservazioni più intelligenti e acute avvengono solamente in diretta. In pratica il metodo di Cavalcaselle è completamente diverso dai suoi precedenti lui osserva tutte le opere solamente in presenza e questo fatto è stato documentato, se lui non ha visto un dipinto, diceva “non sono in grado di analizzarlo siccome non l’ho visto con i miei occhi” Ci sono diversi elementi che Cavalcaselle registra di fronte un dipinto: Fa un disegno velocemente: serve per portare alla memoria. Es. elementi che riguardano i colori, la presenza della firma, la data quando è stato fatto il dipinto e il luogo dove lo vede. Cavalcaselle si pone allo stesso modo per tutte le opere. Appunti dei dipinti: - “Matrimonio mistico di Santa Caterina con il ritratto di Nicolò Bonghi” dell’Accademia Carrara - “San Girolamo del Louvre”: San Girolamo è di forme sviluppate, movimento facile, paese di carattere bello e selvaggio che ricorda però quelli del Giorgione. -

“Madonna con bambino tra i santi Rocco e Sebastiano”: nella chiesa “Le monache di Santa Grata” colore chiaro luminoso, tinte vaghe e sugose, ricco di colore viva voce di tinte pastose , fuso forme piene e carnose ombre trasparenti dolci fuse e bene degradate modellate largamente. Toni vivaci più forti di tinte caratteri piacevoli e freschi.

-

“La pala Bonghi”: introduzione quasi epistolare, figure svelte, magrette e gentili, con capelli di santa e perle corona, scelta di colori vivaci, di tinte di un genere allegro e di un effetto di luce che tiene a quello del Correggio

-

“Ritratto di Odoni” scrive: bellissimo ritratto, si accorge che il personaggio è lo stesso segnalato dall’anonimo morelliano (Marcantonio Michiel)-> questo dipinto era di L.L, ma in questo periodo stava di nome do Correggio.

-

“Elemosina di Sant’Antonio, Venezia, santi Giovanni e Paolo” bell’opera pura e di maniera più larga

4

dove tutto è movimento. Interessante: Ogni figura è diversa e ognuna rappresenta un individuo preciso e specifico. Il quadro porta il nome di Lorenzo Lotto.

-

“Ritratto di architetto” Questa conoscenza sempre più dettagliata e precisa di Lorenzo Lotto mette nelle condizioni Cavalcaselle di fare delle attribuzioni, ovvero di fronte a delle opere che portano dei nomi non veri è in grado di riattribuire il quadro al suo originario autore. Così accade al dipinto di Berlino che lui vede dato a Battista Franco (pittore veneto che opera negli anni di Lorenzo Lotto). Osserva più attentamente e dice “un rotolo di carta che tiene in mano lascia ancora travede il nome di Lorenzo Lotto”.

Giovanni Morelli (1816-1891) nasce a Verona, ma dopo si trasferisce in provincia di Bergamo. Tutti i primi studi di Morelli inizialmente vengono pubblicati sotto forma di uno pseudonimo: Ivan Lemorlief e da una località russa Gorlau (che starebbe per Gorle). Morelli è una figura fondamentale dell’800, avrà un seguito enorme, e mette in discussione molte attribuzioni considerate ufficiali. Nel 1886 Morelli è al massimo della sua posizione sociale, perché è senatore del regno d’Italia e ha già reso noti e pubblicate i suoi scritti principali. Il suo testo principale esce a puntate in una rivista tedesca tra il 1874 e il 1876, questi articoli verranno poi raccolti in un volume che si occupa delle gallerie romane, ovvero “Doria Pamphili” e “la Galleria Borghese” Il suo intento è quello di rivisitare le attribuzioni delle opere inserite in queste due importanti gallerie per mettere alla prova il suo metodo. Il suo metodo considerato da lui stesso un metodo scientifico, quindi ripetibile e viene definito come un metodo sperimentale. In anni successivi avrebbe pubblicato un secondo volume dedicato alle gallerie e ai musei tedeschi Forme di applicazione del metodo di Morelli: [Edizione del 1897 Introduzione del volume sulle gallerie di Roma ], i suoi testi dopo essere circolati in lingua tedesca, vengono tradotti in lingua inglese e francese, solo per ultimo in lingua italiana, avendo una grandissima circolazione. In questo capitolo introduttivo lui cerca di mettere in evidenza le caratteristiche di questa nuova tecnica che lui chiama ‘sperimentale’ e per spiegare l’uso del suo metodo, attua una sorta di dialogo che lui immagina verificarsi tra due personaggi: praticamente è una invenzione letteraria dove Morelli si sdoppia in due figure. - un signore attempato italiano, parte della gente colta italiana - un giovane russo Descrizione: Ambienta il dialogo a Firenze, a Palazzo Pitti. I punti principali della conversazione riguardano la messa in discussione del metodo del conoscitore. Il colto italiano pensa: che i professori di storia dell’arte erano professori, che non avevano alcun senso dell’arte, ma quello che ne sapevano derivava dai libri. Il colto italiano dice quindi che le conoscenze non progrediscono perché sono ripetute dalla tradizione, quindi bisogna applicare un nuovo metodo, il colto italiano lo introduce in modo da passarlo al suo discepolo russo.

Il metodo consiste in: osservare i particolari e attraverso l’osservazione dei particolari si riesce a stabilire l’attribuzione e l’autore del quadro, questa tecnica la racconta in modo molto chiaro di fronte ad un dipinto tenuto a Uffizi di Firenze ovvero: ‘Sant’Agostino’, che fin ora era un’opera considerata capolavoro di Filippo Lippi, ma il colto italiano(che è G.Morelli ) si accorge di una serie di caratteristiche specifici che lo riconducono a Botcelli, un allievo di Lippi. (questo che si raccontano i due, quando si incontrano a Uffizzi) Il colto italiano (Morelli) dice Per riuscire ad entrare negli aspetti peculiari del pittore bisogna osservare l’articolazione ossea (osservazione tipica di chi ha avuto una formazione medica) che sarà nascosta e adombrata rendendola più difficilmente comprensibile, da un pittore evoluto come Raffaello. Il discorso procede con osservazioni dettagli. Il russo chiede di vedere anche un’opera di Filippo Lippi-> “Madonna con Bambino e un angelo” (Filippo Lippi, Uffizi Firenze). Il russo si convince del metodo dell’Italiano, perché lui gli spiega ogni dettaglio. I due poi passano alla tribuna, dove sono raccolti i principali capolavori della galleria, e procedono con un discorso sulla “Madonna del Cardellino” di Raffaello. Di quest’opera considerano dettagli dell’orecchio e della mano della vergine e del bambino. Morelli dimostra che per lui tutti gli aspet secondari di un quadro laddove il grande maestro non mette particolare impegno nel realizzarli, indicano una peculiarità tecnica e stilistica specifica, cioè non posso osservare lo sviluppo del 5

paesaggio o dei colori, ma devo concentrarmi su alcuni dettagli particolari, quelli che si chiamano “ anomalie” e a partire da questa ‘anomalia’ e gli aspetti secondari si è in grado di riferire l’opera ad un autore rispetto ad un altro. I due poi procedono affrontando il tema di distinzione degli originali e delle copie, spostandosi a vedere “La donna Velata” di Raffaello, un’opera che si pesava fosse una copia. Per esprimere meglio il concetto viene introdotto un altro personaggio, ovvero un professore di accademia, e Morelli riesce a risolvere questo mistero attributivo. I libri di Morelli sono arricchiti da una serie di disegni che mettono in evidenza le sue teorie e pratiche, quindi scheda una serie di orecchie e mani, si nota che lui fa disegnare l’orecchio di Bellini e una di Mantegna, che sono due pittori molto s...


Similar Free PDFs