Cenerentola- Audio-1 - Registrazione lezione PDF

Title Cenerentola- Audio-1 - Registrazione lezione
Course Pedagogia Generale
Institution Università degli Studi di Foggia
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Registrazione lezione...


Description

CENERENTOLA Anche qui non c’è la precisazione di un ambito temporale, non abbiamo neanche il c’era una volta. Inizia in maniera molto dolorosa la fiaba. La moglie muore lasciando queste figlie orfane. Restare orfane significa non avere un destino poiché le cose cambieranno molto. Questa fiaba è una costante. Quasi sempre, le ragazze che rimangono orfane sono avviate a un lavoro di schiavitù dentro la casa. Diventano schiave, domestiche, aiutanti di quella che è la nuova madre che certamente avrà più riguardi per le altre figlie nate dal matrimonio. E’ una situazione molto comune. La fiaba ci indica una condizione economica. Non ci troviamo in una situazione di penuria, di povertà. Si tratta della moglie di un ricco. La famiglia di cenerentola, diciamo, è una famiglia agiata perché il padre è definito ricco, quindi benestante, borghese. Non sappiamo esattamente da cosa derivi questa sua ricchezza, però abbiamo una condizione molto diversa rispetto ad altre fiabe, una situazione benestante. Però questa madre sta morendo, si sente male, sente che non ce la può fare a continuare la sua vita. Probabilmente la sua malattia la sta estenuando, la sta distruggendo. E quindi sente che è venuta l’ora di chiamare la sua bambina, al capezzale, cioè sulla sponda del letto per dirle qualcosa. Che cosa le sta dicendo? ( usiamo il termine figlioletta, bambina mia perché l’età è indefinita) Le dice qualcosa di molto importante. Le raccomanda di essere docile e buona, di essere sempre obbediente. (Non vediamo la ribellione di Cenerentola, se non in alcuni momenti.) Le dice ciò perché Dio potrà avere occhi per lei, la aiuterà. Anche se la mamma non ci sarà più, sarà Dio, appunto, ad aiutarla e la mamma la guarderà dal cielo e le sarà vicino. Molto struggente questo inizio. Due figure legate da un grande affetto. La madre dice addio alla sua bambina e quindi pensiamo al dolore, alla sofferenza di questi due personaggi. Poi chiuse gli occhi e morì. E la lascia così, la lascia sola. Lascia la sua bambina non senza averle raccomandato di essere buona. Perché solo la sua bontà potrà essere fonte di aiuto da parte di Dio e da parte di questa madre che avrà il compito di guidare, anche dal cielo, la sua bambina. Molto struggente e tenera è la scena successiva ( figlia piange sulla tomba). Quindi abbiamo la percezione che questa bambina ottemperi ciò che la madre ha detto, che obbedisca, che sia davvero buona e questo legame, nonostante la madre non ci sia più, è cosi forte poiché cenerentola va a piangere sulla tomba della madre. Il lutto normalmente dura un anno e quindi questa definizione cronologica che questa fiaba ci da, ( l’inverno e poi arriva la primavera) vuole indicare una tempistica dal punto di vista delle stagioni. (l’uomo : non dice il padre o marito, infatti le donne, le narratrici lo allontanano, perché a loro non piace questa situazione, cioè che un giorno lui si risposerà con un’altra donna). La donna ( seconda moglie) aveva portato in casa due figlie. Scopriamo che il padre di Cenerentola non ha figlie con questa nuova donna, ma in realtà sono figlie di un altro matrimonio, e diventano comunque le padrone della casa, tanto da dare ordini a Cenerentola. Quello che la fiaba ci ha abituato a pensare, e l’abbiamo visto ancora con la matrigna di Cenerentola, è che spesso questa condizione di bellezza, che è indicativa, e la condizione virtuosa o di bontà d’animo, molto spesso questo binomio non funziona e quindi noi abbiamo una specificazione nella narrazione che ci viene data come separazione di questi due codici, cioè la bellezza che non corrisponde alla bontà d’animo. La matrigna di Cenerentola era bella, ma superba e invidiosa→ bella e bianca di viso, quindi apparentemente sembrano belle ragazze e anche buone. Ma la fiaba ci pone subito un rilievo forte, ci da una specificazione che è brutte e nere di cuore →Cosa significa? Significa cattive proprio dentro, nel più profondo. Quindi le figlie erano cattive e ciò non ci fa presagire niente di buono per le sorti della povera Cenerentola. Infatti cominciarono tristi giorni per la povera figliastra. Quindi da “bimba mia” come diceva la madre, siamo scesi alla condizione di figliastra. Le figlie cominciano ad insultare Cenerentola perché da subito la bambina, Cenerentola, viene apostrofata in malo modo, viene detta: “stupida oca”. Poi possiamo notare come è rilevante lo spostamento dei luoghi nella casa = erano in salotto, che è lo spazio della conversazione, lo spazio dove si sta insieme, dove si ricevono gli ospiti non può più essere uno spazio per Cenerentola, devono

eliminarla da questa zona e quindi verrà relegata vicino al focolare, dove in realtà normalmente, stanno solo i domestici. Cenerentola viene definita “sguattera”, cioè colei che ha solo l’obbligo di fare le pulizie, non avere diritti, non avere nessuna dignità, se non, appunto, essere nascosta agli occhi dei più perché fa la domestica, i lavori pesanti. La metamorfosi in negativo prosegue con l’abito, addirittura i suoi bei vestiti che evidentemente aveva, poiché era figlia di un ricco, davano fastidio alle sorellastre e quindi glieli tolgono e gli danno esattamente il vestito che deve avere una sguattera, una domestica, “una vecchia palandrana”: abito informe, grosso, senza nulla di così estetico e positivo, grigio come la cenere e le diedero anche un paio di zoccoli. Quindi pian piano la discesa verso un inferno di Cenerentola prosegue. Le tolgono l’identità, le tolgono tutto quello che era fino a quel momento, fino ad annullarla completamente e a darle un’identità nuova, che è assolutamente negativa e cioè quella di sguattera, di domestica che deve stare nascosta nella casa vicino al focolare e non fare altro, se non lavorare per la matrigna e per le sorellastre. Le dicono principessa, la prendono in giro, in realtà questa poverina non aveva niente di bello, aveva un brutto vestito grigio e gli zoccoli. Le due sorellastre sono le antagoniste di Cenerentola, da subito si vede che la contrapposizione è netta. La matrigna ha un suo ruolo nella fiaba, però quelle che sono più cattive sono le due sorellastre che alla negazione dell’identità uniscono anche questa ironia, questo bullismo nei suoi confronti. Cenerentola doveva fare tutti i lavori domestici molto faticosi. Questa situazione di presa in giro, di maltrattamenti prosegue, non solo viene caricata di lavoro dalla mattina alla sera, ma poi le sorellastre aggiungono a questi lavori anche altre incombenze come appunto buttare i ceci e le lenticchie nella cenere. E’ chiaro che ceci e lenticchie devono essere poi, probabilmente, cotti, bolliti, devono essere il pasto e devono essere recuperati nella cenere. Quindi Cenerentola perde del tempo prezioso che doveva essere utilizzato per altri lavori domestici, quindi volutamente le fanno del male, ma la bambina sopporta tutto. La bambina non aveva neanche più un letto dove dormire e lei si addormenta vicino alla cenere e di qui il nome che viene a lei attribuito( Cenerentola). Quindi che cosa vediamo in realtà? Abbiamo visto una madre che muore, una ragazza che viene lasciata sola, e quindi percepiamo la fatica, la disperazione di essere un orfana, dopodiché entrano in scena altri personaggi che sono appunto gli antagonisti a rendere ancora più dura questa condizione di orfanezza. Essere orfano è un disastro, perche non abbiamo nessuno che si preoccupa per noi, siamo senza protezione nella società che è una società di adulti, quindi si tende a schiacciare questi bambini, a sfruttarli molto spesso. Quindi essere orfani è gia difficile di per sé, ma poi qui vi è l’aggiunta di astio, odio, cattiveria di queste due sorellastre che entrano in scena come due personaggi antagonisti a Cenerentola. Pian piano la vediamo degradare sempre di più fino ad annullarla. E’ una situazione drammatica alla quale non si sa come questa bambina potrebbe reagire, come potrebbe andare avanti. Abbiamo l’idea che questo padre sia un ricco mercante, evidentemente va alla fiera per comprare prodotti o vendere i propri. La fiaba ci vuole mostrare la differenza d’animo, di carattere, è chiaro le sorellastre vogliono cose superiori ( vestiti, perle, gemme), mentre Cenerentola chiede davvero qualcosa di molto strano( un rametto di nocciolo) che noi possiamo qualificare come un oggetto magico, un qualcosa che sarà d’aiuto però a Cenerentola quando si troverà in una situazione disperata. Il padre evidentemente è andato a compiere tutti i suoi affari, sta tornando a casa dopo aver comprato quello che due sorellastre hanno chiesto e infine però c’è sempre un aspetto magico in tutto questo, un ramo di un albero sfiorò il cappello e lo fece cadere e questo è un segno, un qualcosa che questo ramo di nocciolo avrà un seguito, sarà per fare andare avanti lo sviluppo delle nostre azioni. Quindi tutte e 3 le ragazze sono felici perché ognuna di loro ha ricevuto qualcosa dal padre. E’ molto frequente questa situazione, cioè le lacrime annaffiano la pianta che ha una valenza simbolica. Quindi queste storie di piante miracolose che vengono annaffiate dalle lacrime sono molto frequenti nelle fiabe perché queste piante sembrano essere molto rigogliose perché le lacrime hanno delle proprietà energetiche incredibili. Quindi il ramo crebbe e divenne una bella pianta. Tutto questo non c’è il Walt Disney perché è una scena troppo dolorosa. Quindi questa pianta diventa rigogliosa e Cenerentola ci andava 3 volte al giorno. Due piani si intrecciano in questa fiaba: da una parte c’è l’aspetto religioso, la madre che dice “devi essere buona, devi essere dolce, non ti comportare male altrimenti Dio non ti guarda”, dall’altra parte però questo ramo strano che cresce rigoglioso ci fa vedere che c’è anche un altro personaggio, un aiutante, un uccellino bianco che probabilmente non è altro che la personificazione della madre che esaudisce i desideri della figlia appena lei gli esprime. Quindi due

piani diversi→ piano della magia e il piano della religione. Dunque i desideri che vengono esauditi non sono altre che desideri che in qualche modo che vengono appunto inviati a questo uccellino bianco che potrebbe essere la personificazione della madre, quindi la madre rappresenta ancora qualcuno che veglia sulla figlia. Successivamente la scena cambia, è come se la nostra narratrice ci portasse da un’altra parte, ci ha raccontato tutto un antefatto molto doloroso, ci ha parlato di Cenerentola che è degradata totalmente, il grande rapporto con la madre e pero interviene qualcosa a bloccare tutta la vicenda della nostra fiaba. C’è un re che da un ballo per vedere il figlio prendere in sposa una fanciulla del villaggio. Quindi le due sorellastre erano invitate al ballo, Cenerentola non è contemplata. Le sorellastre si sentono tanto potenti da pensare che siano loro le prescelte e quindi schiavizzano una volta di più la povera Cenerentola perché le renda meravigliose, deve pettinarle, spazzolare le scarpe. Anche Cenerentola voleva andarci e comincia a piangere. La matrigna le rovesciò un piatto di lenticchie nella cenere che se in due ore avrebbe scelto quelle buone anche lei sarebbe andata al ballo. Cosi Cenerentola chiede aiuto, chiede aiuto agli animali magici che hanno il ruolo di aiutanti, in questo caso solo gli uccellini. Quindi in questo caso la prova non è superata da Cenerentola, ma da questi aiutanti che sanno benissimo come fare per separare le lenticchie, quindi aiutare Cenerentola. Quindi con fare molto meticoloso riescono ad aiutare Cenerentola che riuscirà nella prova. Allora...


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