Cicerone PDF

Title Cicerone
Course Letteratura latina
Institution Università degli Studi di Milano
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Cicerone Vita! Nasce ad Arpino nel 106 a.C. da famiglia benestante ma non nobile. Studia a Roma e inizia la carriera forense sotto Silla, la prima causa fu la Pro Quinctio.! Dal 79 al 77 è in Grecia e Asia minore per motivi di studio: frequentò ad Atene le scuole filosofiche e tutte le più importanti scuole di retorica.! Al ritorno a Roma intraprese il cursus honorum: nel 76 a.C. fu questore in Sicilia e l’anno dopo, come ex questore, entrò per la prima volta in Senato. Nel frattempo aveva sposato Terenzia, da cui ebbe avuto una figlia, Tullia e un figlio Marco.! Nel 70 la stima di cui già godeva si consolidò in seguito al processo intentato da varie città della Sicilia contro l’ex governatore Gaio Verre, accusato di malgoverno e concussione. Cicerone accettò il ruolo di accusatore e ottenne una vittoria schiacciante su Ortalo, il più celebre oratore di quel periodo, che difendeva Verre.! La sua carriera politica culmina con l’assunzione al consolato nel 63: nella campagna elettorale egli era contrapposto a Catilina, che rappresentava i populares. Cicerone infatti si schiera con gli optimates.! Nel 63 egli affronta e riesce a sventare la congiura di Catilina. Quest’ultimo infatti, essendo stato rifiutato per la carica del consolato per due volte, si preparava a impadronirsi del potere con la forza. Le sue trame furono sventate da Cicerone che, attaccandolo violentemente con la prima orazione catilinaria, all’inizio di novembre, lo costrinse a lasciare Roma.! Ai primi di dicembre furono arrestati i principali capi della congiura; Giulio Cesare si pronunciò contro la pena capitale, mentre Cicerone propose di condannarli a morte (proposta accettata dalla maggioranza). Cicerone console tradusse immediatamente gli arrestati nel carcere, dove ebbe luogo l’esecuzione.! Nel frattempo Catilina sarebbe morto nel gennaio del 62, combattendo a capo delle truppe che aveva raccolto in Etruria contro l’esercito consolare.! Nel 60 Cesare costituì con Pompeo e Crasso il primo triunvirato, che indebolì l’autorità del Senato. Nel 58 il tribuno della plebe Clodio, sostenuto da Cesare, fece condannare all’esilio Cicerone per aver mandato a morte cittadini romani (i congiurati) con procedura sommaria. L’esilio durò 16 mesi, in Grecia, in attesa del richiamo a Roma da parte di Pompeo nel 57 e dal suo amico tribuno della plebe Milone, a favore degli optimates. Al rientro dall’esilio Cicerone si avvicina ai triunviri.!

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Nel 52 Clodio venne ucciso durante una zuffa tra una banda armata che lo scortava e uomini a seguito di Milone. Cicerone, che aveva assunto la difesa di Milone, non riuscì a tenere l’arringa che aveva preparato; Milone venne condannato all’esilio.! Nella guerra civile Cicerone parteggia per Pompeo. Tuttavia, dopo la sconfitta di Farsalo del 48 si riconcilia con Cesare.! Durante la dittatura di Cesare egli si dedica all’attività filosofica e alla vita privata. Divorzia dalla moglie Trerenzia e perde la figlia Tullia, che muore di parto. Dopo l’uccisione di Cesare del 44 Cicerone, pur non avendo partecipato alla congiura, si schiera dalla parte dei cesaricidi. ! Nel conflitto per l’eredità politica decide però di parteggiare per Ottaviano. In realtà Ottaviano si servì di lui per far legalizzare dal Senato la sua posizione irregolare e lo utilizzò come alleato nella lotta contro Antonio, che Cicerone attaccò violentemente nelle Filippiche.! Durante il secondo triunvirato il nome di Cicerone fu scritto per primo nella lista di proscrizione dettata da Antonio e approvata da Ottaviano. Raggiunto dai sicari nei pressi della sua villa di Formia, l’oratore fu ucciso nel 43; la sua testa e le sue mani furono mozzate e portate ad Antonio, che le fece esporre nel Foro romano.!

Le orazioni! Cicerone rielabora e pubblica personalmente le proprie orazioni. Gli scopi erano molteplici: propaganda politica, difesa del proprio operato di fronte alle critiche e agli attacchi degli avversari, desiderio di ottenere gloria presso i contemporanei e presso i posteri: grande obiettivo di Cicerone.! Le orazioni conservate per intero sono 58.!

Orazioni giudiziarie!

- Verrinae: 70, sono 7 orazioni per il processo per concussione intentato dai Siciliani contro Verre, governatore in Sicilia dal 73 ai 71. Le Verrine venivano considerate un capolavoro già nell’antichità, soprattutto per quanto riguarda l’actio prima.! Il corpus delle Verrine comprende:! 1) La divinatio in Caecilium con cui Cicerone chiede il diritto di sostenere l’accusa, contrapponendosi a un certo Cecilio. Grazie a questo discorso egli potè assumere l’accusa e ottenne 110 giorni di tempo per le indagini.!

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2) Actio prima in Verrem: è la requisitoria tenuta nel primo dibattito giudiziario. Dopo l’orazione, Verre, schiacciato dall’evidenza delle accuse, partì volontario per l’esilio.! 3) Actio secunda in Verrem: costituita da 5 orazioni che Cicerone non pronunciò, ma che compose e pubblicò usando l’abbondantissimo materiale di indagini. Questa parte comprende: I) i misfatti di Verre nella sua carriera antecedente al governatore della Sicilia; II) gli innumerevoli soprusi, ruberie, delitti compiuti da Verre in Sicilia; III) le illegalità e le angherie commesse nell’esazione e nelle requisitorie; IV) i furti di oggetti preziosi e opere d’arte di cui Verre era un maniaco collezionista; V) gli orrendi supplici a cui sottoponeva persone innocenti.!

- Pro Archia poeta: è un’orazione del 62 in difesa del poeta greco Archia, accusato di aver usurpato il diritto di cittadinanza romana. A gran parte del discorso è dedicata un’appassionante esaltazione della cultura e della poesia. Archia fu assolto, ma non scrisse quel poema celebrativo del suo consolato che Cicerone si aspettava da lui.!

- Pro Sestio: orazione del 56 in cui Cicerone difese Sestio, il tribuno della plebe che l’anno precedente si era adoperato per il suo ritorno dall’esilio; Sestio era accusato per aver organizzato delle bande armate da opporre a quelle di Clodio. Vi è un’analisi della situazione interna della politica romana: Cicerone sostiene che il ricorso a mezzi illegali sia necessario per la difesa delle istituzioni. Lancia inoltre un appello per un’alleanza di tutti i cittadini moderati che miri alla salvaguardia degli interessi comuni. Sestio fu assolto.!

- Pro Caelio: discorso del 56 in cui Cicerone difende Marco Celio Rufo, affidato dalla famiglia alla protezione del famoso oratore, che lo stava avviando a una promettente carriera politica. Celio era accusato si aver rubato dei gioielli a una sua ex amante, Clodia (con ogni probabilità la Lesbia di Catullo), sorella di Clodio e di aver tentato di farla avvelenare. Cicerone sfoga il suo odio contro Clodio attaccando violentemente la sorella, presentata come una donna corrotta e dissoluta. L’imputato fu assolto.!

- Pro Milone: difesa di Milone per il processo del 52, per la morte di Clodio, che Cicerone non potè tenere per via di circostanze avverse. Gli antichi credevano che questa fosse l’orazione migliore di Cicerone. L’oratore sostiene magistralmente la tesi della legittima difesa; dimostra inoltre l’assenza di premeditazione da parte di Milone, confermata dalla mancanza di un movente plausibile. Afferma che Clodio abbia trovato la giusta punizione ai suoi innumerevoli delitti e che la sua morte sia stata provvidenziale per Roma.! Orazioni deliberative! 3

- Pro lege Manilia de imperio Gnaei Pompei: è la prima orazione deliberativa tenuta da Cicerone nel 66, quando era pretore, a favore di una legge (proposta dal tribuno Manilio) che assegnava a Pompeo poteri straordinari per la guerra contro Mitridate. Cicerone insiste sulla gravità eccezionale della guerra, che impone misure straordinarie. Inserisce nella parte centrale del discorso un elogio a Pompeo, che ha dimostrato di avere tutte le qualità per essere un summus imperator. La proposta fu approvata.!

- De lege agraria: sono 3 orazioni, pronunciate nel 63 da Cicerone console contro una proposta di riforma agraria presentata da un tribuno della plebe. L’approvazione di questa legge avrebbe danneggiato i proprietari di latifondi. Cicerone si schiera apertamente dalla parte degli optimates contro i populares, insistendo sugli aspetti anticostituzionali della proposta. La legge fu ritirata (sarà Cesare, 4 anni dopo a imporre una riforma agraria).!

- Catilinariae: sono 4 discorsi pronunciati nei giorni della scoperta e repressione della congiura di Catilina, tra il novembre e il dicembre del 63. Tutte furono rielaborate successivamente e pubblicate dall’autore nel 60. Sono tra le migliori prove dell’oratoria ciceroniana; i più efficaci strumenti retorici sono finalizzati al coinvolgimento emotivo dell’uditorio, con un vigore e una veemenza veramente trascinanti.! Tra le orazioni pronunciate nel 57 al ritorno dall’esilio predomina l’autocelebrazione.!

- De provinciis consularibus: è un’orazione tenuta in Senato nel 56 a favore della proroga dell’imperium di Cesare nelle Gallie. Cicerone afferma la preoccupazione per i superiori interessi dello Stato, a cui il triunviro sta provvedendo con la sua impresa grandiosa, deve passare sopra a ogni altra considerazione.!

- Philippicae: sono 14 discorsi che Cicerone pronunciò tra il 44 e il 43 con l’intento di far dichiarare Antonio nemico pubblico. La più violenta di tutte, la seconda, fu soltanto scritta e fatta girare come pamphlet: l’oratore finge di averla pronunciata in Senato alla presenza di Antonio, cosa non vera. L’accostamento del titolo si rifà evidentemente alle Filippiche di Demostene contro Filippo II di Macedonia. !

Le parti di un’orazione!

- Exordium: esposizione dell’argomento di cui ci si occupa e tentativo di ottenere la simpatia dell’uditorio.!

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- Narratio: esposizione dei fatti per informare l’auditorio.! - Argumentatio: presentazione delle prove a sostegno della tesi (confirmatio) e confutazione delle prove degli avversari (refutatio).!

- Peroratio: riassunto degli argomenti presentati e appello ai sentimenti dell’uditorio.!

I caratteri delle orazioni ciceroniane! Elementi presenti all’interno delle sue orazioni:!

- Docere: informare chiaramente e dimostrare la sua tesi nel modo più convincente dal punto di vista razionale.!

- Delectare: conciliarsi le simpatie del pubblico procurandogli piacere, ricorrendo alle sue doti di narratore vivacissimo e ritrattista psicologicamente acuto e penetrante, nell’arguzia, a una verve ironica e satirica talvolta pungente, alla sua sterminata cultura storica e letteraria, a cui attinge exempla e digressioni.!

- Movere o flectere: trascinare gli uditori al consenso suscitando commozione. sdegno, ira, compassione, ricorrendo agli effetti patetici in particolare nelle perorazioni.! Lo stile è duttile e multiforme, ossia che tende alla solennità e alla magniloquenza sconfinando talora nella ridondanza, ma è capace all’occorrenza di brevità, stringatezza, essenzialità.! L’organizzazione sintattica del periodo è complessa è armoniosa: è la concinnitas, ottenuta con il parallelismo e l’equivalenza fonico-ritmica dei membri, con l’abbondanza dei nessi sinonimici e con tutte le figure di ripetizione. Il ritmo e gli ornamenti del discorso assumono una grande importanza.!

Le opere retoriche! La retorica è la scienza e la tecnica della persuasione.!

- De oratore! 3 libri. Composto nel 55 a.C. ! É un dialogo (primo scritto da Cicerone) di tipo platonico-aristotelico: un’opera in cui l’autore affida il compito di trattare l’argomento a vari interlocutori, inseriti in una cornice drammatica, ossia presenti in uno scenario fittizio, ma storicamente definito.!

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Questa impostazione permette un dibattito vario e animato in cui si fronteggiano tesi diverse, sostenute con nobile eloquenza dai personaggi.! I protagonisti del De oratore sono Lucio Licinio Crasso e Marco Antonio, che Cicerone considerava i più eminenti oratori della generazione precedente alla sua. Egli immagina che il dialogo abbia avuto presso la villa di Crasso a Tuscolo nel 91 a.C.! Nel I libro Crasso espone e sviluppa la tesi di fondo dell’opera: il perfetto oratore necessita di doti naturali e di esercizio.! Per Cicerone l’oratoria ingloba l’universalità del sapere: l’oratore deve essere fornito da un’ampia cultura che gli permette di parlare con competenza ed efficacia su qualsiasi argomento.! Nel II libro si passa alla trattazione delle parti della retorica.!

- Inventio: la ricerca degli argomenti da svolgere. excursus detto il de ridiculis, sul comico e sui suoi meccanismi, inserito a proposito delle reazioni psicologiche che l’oratore deve saper suscitare nel pubblico per conciliarsi il favore.!

- Dispositio: l’ordine secondo cui gli argomenti devono essere disposti nel discorso.!

- Memoria: le tecniche per la memorizzazione di ciò che si deve dire.! Nel III libro si passa allo stile. Crasso tratta l’ornatus, ossia all’elaborazione artistica del materiale linguistico, da attuare attraverso l’utilizzo delle figure retoriche.!

- Elocutio: lo stile del discorso.! - Actio: il modo con cui l’oratore deve porgere il discorso.! - Il Brutus! Dialogo che ha come interlocutori Cicerone stesso, Attico e Bruto (il futuro cesarcida) a cui l’opera è dedicata. Anni della dittatura di Cesare.! Dopo un excursus sull’oratoria greca, Cicerone sviluppa la storia della retorica romana. Nell’ultima parte del dialogo l’autore rievoca gli inizi della sua carriera oratoria, che lo avrebbe portato a stappare il primato a Ortensio, il massimo rappresentante dello stile asiano. ! Cicerone presenta se stesso come il punto di arrivo del processo di perfezionamento dell’eloquenza romana.!

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Il bersaglio polemico e il neoatticismo, una corrente oratoria che si sta sviluppando tra i giovani del Foro che che li fa esprimere in toni più essenziali e meno magniloquenti. Lo stile asiano e quello attico sono agli antipodi. A loro rimprovera la loro povertà e inefficacia di stile.!

- Orator! Non è un dialogo ma un’esposizione continuata, un trattato. Anche quest’opera viene dedicata a Bruto.! Viene ripresa la teoria dello stile oratorio già affrontata nel libro III del De Oratore. Continua la polemica con gli atticisti.! Vengono tracciate le differenze tra lo stile oratorio, dei filosofi, dei poeti e degli storici; la distinzione dei 3 stili (o livelli stilistici): umile, medio e sublime; l’ampia trattazione della prosa ritmica.!

Le opere filosofico-politiche!

- De republica! 54. É un dialogo in 6 libri, ispirato al precedente di Platone. Il testo si è conservato solo in parte (restano i primi 2 libri con lacune e i restanti 3 frammentari)! Opera filosofica che tratta l’organizzazione dello Stato, la miglior forma di governo, le istituzioni politiche romane. Cicerone affronta in modo concreto i problemi politico-istituzionali.! Il protagonista è Scipione Emiliano, l’uomo politico più ammirato da Cicerone, a cui vengono proiettati i suoi ideali e le sue aspirazioni. L’introduzione narrativa presenta Scipione impegnato in una conversazione con l’amico Gaio Lelio nel 129.! Nel libro I Scipione dà la sua definizione di Stato (res publica) esso è: cosa del popolo, e il popolo viene definito “l’aggregazione di un gruppo di persone unite da un accordo su reciproci diritti e da interessi comuni”.! Presenta dunque le 3 forme di governo con le loro rispettive degenerazioni:!

- Monarchia : tirannide! - Aristocrazia : oligarchia! - Democrazia : demagogia! La costituzione migliore è quella mista, che ha come suo esempio Roma: il potere monarchico è rappresentato dai consoli, il potere aristocratico dal Senato e il potere democratico dal popolo.! 7

Nel libro II sono delineati l’origine e lo sviluppo dello Stato romano.! Il libro III (lacunoso) affronta il tema della giustizia. La legittimità morale del dominio di Roma è dato dal vantaggio dei popoli sottoposto.! Libro IV: dedicato alla formazione del buon cittadino (quasi interamente perduto)! Libro V: la figura del governatore perfetto (quasi interamente perduto)! Libro VI: si conserva il finale, ossia il Somnium Scipionis. Scipione l’Emiliano vi racconta un sogno in cui gli era apparso l’avo adottivo, Scipione Africano; questi, dopo averli predetto la futura morte prematura e le imprese gloriose, gli aveva mostrato lo spettacolo grandioso delle sfere celesti, rivelandogli che l’immortalità e una dimora in cielo sono il premio riservato dagli dei alle anime dei grandi uomini politici, benefattori della patria. Questa parte venne tramandata separatamente per l’interesse che suscitò nel Medioevo.!

- De legibus! Dialogo di politica composto nel 52-51. Esso doveva essere un complemento del De repubblica, seguendo sempre l’esempio di Platone che dopo “lo Stato” scrisse “le leggi”.! Gli interlocutori sono Cicerone stesso, suo fratello Quinto e l’amico Attico.! Vengono illustrate l’origine naturale del diritto e le sue forme; si passa poi all’esame al commento di numerosissime leggi romane.! L’opera si configura quindi in un trattato di storia delle istituzioni e del diritto pubblico, civile e religioso di Roma.! Al De republica e al De legibus si affiancherà più tardi il De officis, trattato filosofico con implicazioni politiche. Queste 3 opere sono accomunate dall’autore nella loro difesa alla res publica contro le spinte, ormai inarrestabili, della “rivoluzione romana” che avrebbe portato di lì a poco all’instaurazione del principato.!

Le opere filosofiche! Le opere filosofiche sono scritte negli anni 45-44, quando si ritirò quasi completamente dalla vita pubblica sotto la dittatura di Cesare. L’intento di Cicerone è quello di mettere a disposizione ai romani il grande pensiero filosofico greco, in lingua latina.! Le prime due opere di questo genere sono una Consolatio a se stesso, scritta in occasione della morte della figlia Tullia e un dialogo, Hortensius, che è un 8

protrettico, ossia un’esortazione alla filosofia. Di entrambe queste opre si conservano solo frammenti.!

Le premesse metodologiche: gli Academici! Dialogo di cui oggi restano 2 libri. Negli Academici Cicerone affronta il problema della conoscenza. ! Il titolo deriva dal fatto che l’autore aderisce alla posizione della scuola accademica (Platone): secondo questa posizione non esiste un criterio oggettivo per distinguere con certezza assoluta tra ciò che è vero e ciò che è falso, ma è possibile avvicinarsi alla verità attenendosi a ciò che appare probabile, cioè razionalmente “approvabile”, verosimile, dotato di un grado maggiore di persuasività rispetto ad altri contenuti di pensiero.!

Le opere che affrontano i problemi etici!

- De finibus bonum et malorum! Dialogo in 5 libri in cui egli tratta la questione dello scopo supremo della vita dell’uomo, capace di assicuragli la vera felicità.! Nel libro I un amico di Cicerone, Torquato, aderente all’epicureismo, espone la dottrina epicurea che identifica il sommo bene con il piacere e il sommo male con il dolore.! Nel libro II Cicerone confuta Epicuro, rivelando nella sua dottrina una serie di gravi contraddizioni.! I libri III e IV presentono e discutono la posizione stoica, che individua il sommo e unico bene nella virtù e l’unico male nel vizio. La tesi stoica viene promulgata da Catone Uticense e viene confutata da Cicerone: il suo eccesso sfocia in affermazioni paradossali, come quella che il dolore non è un male o quella che tutte le colpe sono uguali.! Nel V libro viene esposta la dottrina accademica, per la quale l’autore esprime la sua preferenza: la felicità consiste nella virtù che però è completa solo quando ai beni spirituali si aggiungono i beni del corpo (come la salute, il successo…), infinitamente meno importanti ma dotati anch’essi di un valore positivo.!

- Tusculanae disputationes!

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Si presentano come un contraddittorio in 5 libri tra Cicerone e un anonimo interlocutore. Il dialogo è ridotto allo schema essenziale domanda-risposta. Il tema è la felicità e gli ostacoli che impediscono di raggiungerla.! Il libro I affronta il tema della paura ...


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