Dante - analisi Paradiso canto 3 PDF

Title Dante - analisi Paradiso canto 3
Course Italiano
Institution Liceo Montale
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Analisi del Paradiso di Dante, canto III. Analisi di alcuni versi, riassunto canto, riassunto versi, parafrasi e analisi delle figure retoriche dei suddetti versi....


Description

CANTO III Riassunto canto Nel canto III ci troviamo nel cielo della Luna dove Dante incontra delle figure evanescenti, ovvero con l’aspetto corporeo quasi totalmente dissolto. Tra questi spiriti, Dante incontra anche Piccarda, una monaca fiorentina che in vita fu rapita e costretta a rompere i voti. Tuttavia lei non sembra soffrire della sua posizione “bassa” nel Paradiso. Infatti Piccarda spiega a Dante che gli spiriti difettivi sono pervasi dalla carità e non desiderano di più di quel che hanno, poiché tutte le anime del paradiso godono della completa beatitudine. Piccarda indica anche un’altra anima a cui era toccata la stessa sorte: quella di Costanza d’Altavilla, madre di Federico II. Infine Piccarda sparisce e non appena Dante si gira verso Beatrice per porre una domanda, lei gli rivolge uno sguardo eloquente per fargli capire che non c’era tempo per dubbi ulteriori. Parafrasi 1-30 Beatrice, che per prima mi accese il petto d’amore, mi aveva rivelato, portando prove e confutando opinioni, il dolce volto della bella verità e io, per dichiararmi corretto (del mio errore) e persuaso (della verità), sollevai il capo tanto quanto era necessario per parlare; ma mi apparve una visione che tenne la mia attenzione così strettamente legata a se, per vederlo, che non mi ricordai di fare la mia dichiarazione. Come attraverso vetri trasparenti e chiari, oppure attraverso acque limpide e tranquille, ma non così profonde che il loro fondo non possa essere visto i lineamenti dei nostri volti si riflettono così tenui, che una perla su una bianca fronte non è percepita con minore difficoltà dai nostri occhi, altrettanto indistinti vidi molti volti nell’atteggiamento di chi sta per parlare; per cui io caddi nell’errore contrario a quello che fece nascere l’amore fra Narciso e la fonte. Non appena io m’accorsi di loro, ritenendole immagini riflesse in uno specchio, volsi indietro gli occhi, per vedere di chi fossero; ma non vidi nulla, e tornai a volgerli davanti a me fissandoli negli occhi della mia dolce guida, la quale, sorridendo, ardeva nelle sue sante pupille. “ Non ti meravigliare se io sorrido ” mi disse “ a causa del tuo pensiero infantile, poiché esso non poggia ancora saldamente sulla verità, ma, come al solito, ti riconduce verso ipotesi vane: ciò che tu vedi sono anime vere (non immagini riflesse), relegate in questo cielo per inadempimento dei loro voti. FIGURE RETORICHE v1 Quel sol ... petto – Perifrasi per intendere Beatrice. v 7-9 anastrofe Vv. 10 – 16, Quali per … parlar pronte – similitudine Dante paragona le figure delle anime alle immagini che s'intravedono attraverso i vetri puliti o l'acqua limpida. V. 23, Dolce guida – Perifrasi per Beatrice. V. 26, püeril coto – “Coto” è latinismo che deriva dal verbo latino cogitare, cioè pensare, PARAFRASI 46-57 Nel mondo io fui monaca; e se la tua memoria ricorda con attenzione, l’essere diventata più bella non mi nasconderà a te, ma riconoscerai che sono Piccarda che, posta qui con queste altre anime elette, godo della beatitudine nel cielo che gira più lentamente. I nostri sentimenti che si infiammano soltanto per ciò che piace allo Spirito Santo, gioiscono perché conformati all’ordine universale stabilito da Dio. E questa condizione che

appare tanto umile ci è stata assegnata per questo, perché i voti da noi fatti rimasero inosservati, e non furono adempiuti in qualche modo”. Figure retoriche v47 anastrofe “la mente tua”= la tua memoria” vv50-51 paronomasia “ Beati-beata” vv57 Voti-vòti = paronomasia Cioè: "voti religiosi e mancanti" PARAFRASI 64-90 Ma dimmi: voi che siete beati qui, desiderate una posizione più alta per vedere meglio Dio e per esserGli amici più strettamente?” Piccarda prima sorrise lievemente insieme alle altre anime; poi mi rispose molto lieta, che appariva ardere del fuoco divino:”Fratello, la virtù della carità appaga i nostri desideri, che ci fa desiderare solamente ciò che abbiamo e non ci asseta di altro. Se desiderassimo essere collocate in un grado più alto, i nostri desideri discorderebbero dalla volontà di Dio. Cosa che vedrai non aver luogo in queste sfere celesti, essendo qui necessario vivere secondo la carità ed esaminandone bene la natura. Anzi è essenziale restare nei limiti della volontà divina per essere beati, Per la quale e nostre volontà stesse divengono una, così che, il modo in cui in paradiso le anime beate sono distribuite di cielo in cielo, piace a noi tutti come piace a Dio che ci infonde desideri conformi al suo volere. E nella volontà divina è la nostra pace: questa volontà è simile a un mare verso il quale ritornano tutti gli esseri che essa crea direttamente e che la natura ( come causa seconda) produce”. Allora compresi chiaramente come ogni parte del cielo è pienezza di beatitudine, sebbene la grazia divina non scenda nella stessa misura in ogni luogo. Figure retoriche vv. 69 perifrasi “spirito santo/divino” e similitudine vv.75 perifrasi = Dio vv. 80 anastrofe “divina voglia, volontà divina” vv. 84 perifrasi “dio” lo re...


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