Dante - Malebolge PDF

Title Dante - Malebolge
Author Annalisa No
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi di Genova
Pages 40
File Size 673.8 KB
File Type PDF
Total Downloads 79
Total Views 134

Summary

Appunti presi a lezione di Letteratura Italiana frazione B...


Description

DANTE (1265-1321) INTRODUZIONE ALLA COMMEDIA Cronologia: - È stata scritta interamente durante l’esilio. - Tra il 1307-08 scrittura dell’inferno - Lavora alla stesura fino a poco prima della morte - Leggenda che narra che Dante apparve a suo figlio Pietro per trovare gli ultimi canti del paradiso. - Per datare l’opera: INDIZI INTERNI, INDIZI ESTERNI (trovati documenti giuridici con citazioni alla Commedia). - Inferno – concluso nel 1314 (indizi interni: morte di Clemente V) - Purgatorio – concluso nel 1316 - Paradiso – concluso entro il 1321 ma diffuso dopo la morte del poeta

La terzina dantesca: Dante inventa un nuovo tipo di terzina: diverso schema di rime terzine a rima incatenata o concatenata A-B-A B-C-B C-D-C D-E-D Meccanismo che crea collegamento tra le varie terzine, ogni rima viene ripetuta tre volte tranne la prima e l’ultima. Endecasillabo: 11 sillabe Per – me – si – va -nel-la – cit-tà – do-len-te 1

2

3

4

5 6

7 8

9 10 11

ENDECASILLABI PIANI: PAROSSITONA, l’accento cade sulla penultima sillaba Lu-ci-fe-ro – con – giu-da – ci – spo-so 1 2 3 4

5

6

7

8

9 10

ENDECASILLABI TRONCHI: l’ultima sillaba è accentata o-ra – cen – por-ta – l’un – de’ – du-ri – mar-gi-ni 1 2

3

4

5

6

7

8 9

10 11 12

ENDECASILLABI SDRUCCIOLI

La scelta del volgare - Nessuno aveva mai scelto il volgare per trattare gli argomenti di cui tratta D. (filosofia, scienza, amore, religione, salvezza dell’anima). - 100 canti, 33 per ogni cantica. - il registro linguistico non è uniforme: adatta il registro agli argomenti di cui tratta.

Il titolo - Il titolo non è stato scelto da D., la chiamò Comedìa parlando dei primi canti mentre il paradiso da lui è chiamato sacrato poema. - Boccaccio la chiamò Divina. - Nel 1555 un editore veneziano la stampò come divina commedia. Commedia: argomenti triviali, stile popolare. Tragedia: argomenti importanti, stile elevato. Epistole a Cangrande Della Scala (Ospitò D. per gran parte dell’esilio): In questa epistola D. scrisse che dedicava il paradiso a lui, non si conosce la veridicità di questa epistola, dove sono trattati: 1 – CONTENUTO: Tragedie hanno inizio lieto e finale tragico, nel suo poema l’inizio è tragico e il finale lieto. 2 – STILE: Stile dismesso e umile, D. la prende bassa sapendo così che potrà utilizzare anche un registro più alto.

Il viaggio di Dante - 1300 anno in cui Bonifacio VIII aveva indetto il primo giubileo, indulgenza plenaria per i pellegrini. PRIMO ANNO SANTO. - salvo rarissime eccezioni nella commedia non si trovano nella Commedia persone ancora vive nel 1300. - Non mise Cavalcanti perché ancora vive ma mise suo padre. - 1300 Settimana Santa, inizio del viaggio, 7 giorni: . Duplice valenza: individuale (salvare la sua anima), universale (salvare l’umanità). Dante è smarrito nella selva oscura, la Vergine Maria, Santa Lucia e Beatrice si accorgono dello smarrimento di D. e Beatrice scende nel limbo e chiede a Virgilio di salvare D. - FORTE SIMBOLISMO DELLA COMMEDIA: D. lancia un allarme all’umanità che sta dimenticando Dio. (crisi morale, percorso catartico dal peccato alla beatitudine). I personaggi che incontra lo esortano a raccontare a chi è ancora vivo. Singole anime simboleggiano virtù e vizi -> coniuga simbolismo e realismo (realismo figurale).

La struttura dell’inferno

Dante immagina che la bocca dell’inferno si trovi sotto a Gerusalemme. Una parte dei 7 peccati capitali vengono inseriti da lui mancano superbia e invidia, D. cambiò la sua versione, probabilmente voleva essere più corta la commedia ma 7 peccati non gli bastavano per racchiudere tutta la malvagità umana.

CITTÁ DI DITE: Confine tra alto e basso inferno, nel basso inferno ci sono i peccati più gravi, Dite nome latino per indicare il Dio Plutone, Re degl’inferi equivalente pagano di Lucifero. INFERNO XI 79-83 […] Non ti rimembra di quelle parole con le quai la tua etica pertratta le tre disposizioni che ‘l ciel vole, incontenenza, malizia e la matta bestialitade? E come incontenenza men Dio offende e men biasimo accatta? ETICA: Etica Nicomachea di Aristotele, parla dei vizi degli uomini e li divide in 3 gruppi incontinenza, malizia e matta bestialità. INCONTINENZA: Peccatori che stanno dal secondo al quinto cerchio, non sono riusciti a dominare i loro istinti con la ragione. La ragione per D. è ciò che distingue gli uomini dalle bestie, intelligenza ma la intende in modo etico (distingue tra bene e male). Libero arbitrio: volontà libera, l’uomo può scegliere se fare male o bene. RAGIONE + VOLONTÀ MALIZIA: Vedere cosa è bene e male e scegliere il male, la ragione partecipa con consapevolezza. MATTA BESTIALITÀ: Bestialità folle, dannati del settimo cerchio (violenti).

MALEBOLGE (INFERNO XVII-XXX) “Luogo è in inferno detto malebolge..” - È una parte molto importante dell’inferno, ottavo cerchio parte più ampia dell’inferno (13 canti). - Spesso gli autori collocano parti importanti spesso a metà delle loro opere (come Orlando furioso). MALE BOLGE Malvage (che ospitano malvagi) tasca, sacca, borsa Neologismo che si inventa D., bolgia in senso figurato-> 10 fossati in cui è diviso l’ottavo cerchio. Luoghi molto stretti dove sono ammassate molte anime. Tasche, borse: Fanno pensare al denaro, elemento che accomuna queste anime. CANTO I Le tre fiere (lonza, leone, lupa) a bloccare D. è il la lupa (simbolo della cupidigia), più terribile tra i peccati, radice di ogni male. Incontra prima la lonza ma prosegue, poi la lupa che è magra e famelica. Significati allegorici (D. usa bestiari medievali dove gli animali non hanno aspetti scientifici ma simboleggiano vizi e virtù). Lonza -> lussuria o invidia. Leone -> superbia. Lupa -> avarizia, bramosia, desiderio sfrenato di denaro e potere. D. sottolinea che questi tre peccati sono i più pericolosi per lui e per tutta l’umanità. Su questo tema D. insiste con i canti che precedono le Malebolge: CANTO VI 73-75 incontro con Ciacco Giusti son due, e non vi sono intesi, superbia, invidia e avarizia sono le tre faville c’hanno i cuori accesi CANTO VII avari e prodighi INFERNO XVI 73-75 (7 Cerchio, 3 girone) Violenti contro natura (sodomiti), contro Dio (bestemmiatori), contro l’arte. Incontro con Guido Guerra, Tegghiaio Aldobrandi e Iacopo Rusticucci. Le gente nuova e i subiti guadagni Orgoglio e dismisura han generata, Fiorenza, in te, sì che tu già ten piagni. I sodomiti corrono per l’eternità su una distesa di sabbia sotto ad una pioggia di fuoco. D. incontra tre fiorentini sia guelfi che ghibellini. Parla con Rusticucci che gli chiede se a Firenze ci sono ancora cortesia e valori, gli dice che un’anima appena arrivata gli ha detto che ormai Firenze è

completamente corrotta. D. risponde con questi 3 versi, gli spiega che le cose vanno male. (Fiorenza-> vocativo). La gente nuova e i guadagni nuovi (immediati, improvvisi) Hanno generato arroganza, orgoglio a dismisura, in te, Firenze, a tal punto che te ne addolori. I problemi di Firenze sono dati dalla gente nuova (famiglie che dalle campagne sono andate in città e si sono arricchite). INFERNO XVII 34-75 membri delle famiglie Gianfigliazzi, Obriachi e Scrovegni. Usurai (violenti contro l’arte) Usurai: prestano denaro per interesse. Arte: Non come rappresentazione artistica ma come lavoro manuale (11 inferno: Virgilio – la natura e l’arte sono state ricavate direttamente da Dio) quindi il guadagno è lecito solo se viene da queste due cose. Gli usurai ricavano denaro dal denaro e il denaro non è stato creato da Dio. Essi sono seduti sotto alla pioggia di fuoco e hanno delle sacche al collo con dei disegni (stemmi di famiglie nobili, due di queste sono famiglie fiorentine). GERIONE (INFERNO XVI 91-136 e XVII 1-33, 76-136) E quella sozza imagine di froda Se venne, e arrivò la testa ‘l busto Ma ‘n su la riva, non trasse la coda.9 La faccia sua era faccia d’uom giusto, tanto benigna avea di fuor la pelle, e d’un serpente tutto l’altro fusto.12 Tra il 7° e l’8° cerchio c’è un burrone e D. e V. superano questo dislivello su questa creatura alata, invocata da V. Questa figura non creata da D. ma mitologica, gigante con 3 busti, 3 teste, creatura uccisa da Ercole durante le sue 12 fatiche, D. si ispira a questa creatura ma non la rappresenta com’era, la usa come allegoria. In una delle versioni Gerione stava in un’isola a largo della Spagna, accoglieva le persone e le uccideva nella notte per poi darle da mangiare ai suoi buoi. E quell’immondo simbolo della frode (significato simbolico) si avvicinò, e pose sopra la riva la sua testa e il suo busto il suo volto era di uomo rassicurante tanto rassicurante aveva la pelle fuori il resto del busto era di serprente Ingannatore: cela la parte malvagia dietro l’immagine per bene, D. aggiunge che questa creatura è un serpente alato, con gli artigli di leone e la coda di scorpione (parte più pericolosa).

Inferno XVIII (18°) RUFFIANI, SEDUTTORI e ADULATORI (prime 2 bolge) Luogo è in inferno detto Malebolge, Nell’inferno si trova un luogo detto malebolge (locus erat – stile alto, calco dal latino)

tutto di pietra di color ferrigno, fatto tutto di roccia color del ferro

come la cerchia che dintorno il volge.3 come le mura che tutto intorno lo circondano

Nel dritto mezzo del campo maligno Nel centro preciso dello spazio malvagio (tutto lo spazio occupato dall’ottavo cerchio)

vaneggia un pozzo assai largo e profondo, un pozzo assai largo e profondo si apre nel vuoto

di cui suo loco dicerò l’ordigno.6 del quale svelerò la struttura a tempo debito

Quel cinghio che rimane adunque è tondo Quella cintura di terreno che si estende rotonda

tra ‘l pozzo e ‘l piè de l’alta ripa dura,

tra il pozzo e la base della parete rocciosa

e ha distinto in dieci valli il fondo.9 e ha il fondo diviso in dieci fossati.

Ponti di roccia collegano una bolgia all’altra. Prima bolgia ruffiani e seduttori: Ruffiani: inducono donne a prostituirsi per ricavarne interessi. Seduttori: utilizzano il sesso per loro scopi personali. Questo canto è atipico perché descrive due bolge insieme, forse perché si tratta di colpe affini, hanno entrambe a che fare con la lussuria e la frode, peccati comunque fatti per avidità e bramosia. I dannati sono disposti in due file parallele che vanno in direzioni opposte, la pena è la fustigazione. 2° bolgia adulatori: Fingono amore per tornaconto personale. Per D. questi 3 peccati sono accomunati. Gli adulatori sono immersi in una sostanza scura, feci, probabilmente degli stessi dannati che sono preda di una continua dissenteria. (disprezzo per questi dannati)

Prima bolgia (Inferno XVIII 22-33) Ruffiani e seduttori A la man destra vidi *nova pieta, *novo tormento e *novi frustatori, di che la prima bolgia era repleta.24 Nel fondo erano ignudi i peccatori; dal mezzo in qua ci venien verso 'l volto, di là con noi, ma con passi maggiori,27 come i Roman per l'essercito molto, l'anno del giubileo, su per lo ponte hanno a passar la gente modo colto,30 che da l'un lato tutti hanno la fronte verso 'l castello e vanno a Santo Pietro, da l'altra sponda vanno verso 'l monte.33 Alla nostra destra vidi uno spettacolo angoscioso insolito, una pena insolita e dei frustatori insoliti (diavoli) (*poliptoto-> ripetere stessa parola mutando caso, genere o numero) Nel fondo i peccatori erano nudi: nella parte del fossato tra il centro della bolgia e la nostra posizione venivano verso di noi, nell’altra metà correndo procedevano con noi Allo stesso modo i romani Nell’anno del giubileo a causa della gran folla Hanno escogitato un modo per far passare la gente sul ponte

Per andare a S. Pietro bisognava oltrepassare il Tevere sul ponte di Castel Sant’Angelo, dovevano andare in due file parallele e in direzioni diverse. E cioè che da un lato tutti hanno il volto Verso il castello e vanno verso S. Pietro E nell’altra fila vanno verso il monte Giordano

Dante scorge due anime: RUFFIANI -> Venedico Caccianemico -> Bolognese Non era ancora morto nel 1300. Guelfo molto impegnato, riuscì a cacciare i ghibellini da Bologna. Aveva fatto prostituire la sorella con un marchese per stabilire un’alleanza. Dante ce l’aveva particolarmente con i bolognesi perché erano stati cattivi con i guelfi bianchi in esilio. SEDUTTORI -> Giasone (V. lo indica a Dante) Personaggio noto della mitologia classica, legato al mito degli Argonauti (impresa: andare nella corchide e conquistare il vello d’oro) Giasone sedusse ed ingannò due donne tra le quali Medea (figlia del Re De Colchide e Maga). Giasone la seduce, la sposa ma poi la tradisce. Medea uccide sia i suoi figli che la rivale in amore.

La seconda Bolgia (inferno XVIII 103-114) Adulatori Stile comico, basso. Fiorentino più popolare. Esempio del crudo realismo. Quindi sentimmo gente che si nicchia* ne l'altra bolgia e che col muso scuffa, e sé medesma con le palme picchia. Le ripe eran grommate d'una muffa, per l'alito di giù che vi s'appasta, che con li occhi e col naso facea zuffa. Lo fondo è cupo sì, che non ci basta loco a veder sanza montare al dosso de l'arco, ove lo scoglio più sovrasta. Quivi venimmo; e quindi giù nel fosso vidi gente attuffata in uno sterco che da li uman privadi parea mosso. Sentimmo della gente che si lamentava sommessamente Che soffiava fortemente col naso (grugnito dei maiali) Che si picchiava con il palmo delle mani la testa Le pareti erano incrostate (gromma-> incrostazione di vino nella botte) da una muffa A causa delle esalazioni del fondo della bolgia che vi si attaccava Che si azzuffava con gli occhi e il naso Il fondo era così profondo che non c’era lì Un luogo adatto per vedere se non Salendo sulla sommità del ponte Qui giungemmo e di qui vidi nella fossa Anime immerse in uno sterco Che poteva originarsi da latrine umane

*Utilizzo delle rime aspre che producono un suono duro, per rendere il posto duro anche foneticamente. Passi in cui D. fa sfoggio della sua abilità poetica, utilizza rime rare. (rime con consonati doppie-> aspre). INCONTRO CON ALESSIO INTERMINELLI (115-126) D. vede due anime un suo contemporaneo e un personaggio classico (indicato da V.) E mentre ch'io là giù con l'occhio cerco, vidi un col capo sì di merda lordo, che non parëa s'era laico o cherco.117 Quei mi sgridò: «Perché se' tu sì gordo di riguardar più me che li altri brutti?». E io a lui: «Perché, se ben ricordo,120 già t'ho veduto coi capelli asciutti, e se' Alessio Interminei da Lucca: però t'adocchio più che li altri tutti».123 Ed elli allor, battendosi la zucca: «Qua giù m'hanno sommerso le lusinghe ond' io non ebbi mai la lingua stucca».126 E mentre scrutavo giù con lo sguardo Vidi un dannato col capo così pieno di escrementi Che non si capiva se era un laico o un uomo di chiesa (molti ecclesiastici si riconoscevano per la chierica)

In Malebolge le anime non vogliono essere riconosciute perché sanno che D. è vivo e racconterà di loro. Quello mi sgridò: “perché sei così desideroso Di guardare me più degli altri dannati?” E io a lui: “perché, se ben mi ricordo Io ti ho già visto con i capelli asciutti E sei Alessio Interminelli da Lucca: ti osservo più di tutti gli altri”.

Personaggio noto a D. ma sconosciuto a noi (poca documentazione) nobile lucchese, guelfo bianco, nel 1299 era stato a Firenze. Forse fu il tenutario di un bordello. E lui allora, colpendosi la testa (gesto da popolano) “mi hanno sommerso le adulazioni Di cui la mia lingua non fu mai stanca”.

INCONTRO CON TAIDE (127-136) Appresso ciò lo duca «Fa che pinghe», mi disse, «il viso un poco più avante, sì che la faccia ben con l'occhio attinghe129 di quella sozza e scapigliata fante che là si graffia con l'unghie merdose, e or s'accoscia e ora è in piedi stante.132 Taïde è, la puttana che rispuose al drudo suo quando disse "Ho io grazie grandi apo te?": "Anzi maravigliose!". E quinci sian le nostre viste sazie».136 Dopodichè, V. mi disse “fa in modo di spingere” Mi disse “il tuo sguardo un po’ più avanti Così che tu possa vedere bene con gli occhi la faccia Di quella donna sudicia e spettinata Che si graffia con le unghie sporche di escrementi E ora si china e ora sta in piedi. Taide, è la puttana che rispose Al suo amante quando le chiese “ho io grandi Meriti presso di te?” : “anzi grandissime” E quindi le nostre viste furono sazie.

Taide è una figura inventata in ambito letteriario, si trova nell’Eunuco di Terenzio (commediografo latino). - prostituta di un soldato fanfarone (Trasone). Trasone invia una schiava in dono a Taide per conquistarla e poi le chiede se il regalo l’abbia compiaciuta e lei risponde di sì (adulazione). Taide esagera il gradimento di questo dono, fingendo interesse per Trasone e tenerlo legato a sé (frode). Dante non cita esattamente le opere che inserisce, forse Dante non lesse mai quest’opera e si basò sulla citazione di questo passo fatta dall’autore latino Cicerone. D. lo cita perché lo ammira e perché lui stesse prende come esempio questo passo per l’adulazione che è contraria all’amicizia. (simula amore).

Terza bolgia (inferno XIX) 19° La corruzione del papato Dante affronta il tema della corruzione di papato e chiesa, ritiene che gli uomini della chiesa trascurino il loro dovere, il dove di educare gli uomini alla morale cristiana e soprattutto quello di indurre gli uomini a distaccarci dai valori e dagli interessi terreni. Gli uomini di chiesa sono i primi ad occuparsi della dimensione terrena e non spirituale e non si preoccupano di esercitare il loro potere spirituale ma quello temporale. Secondo D. si comportano come dei principi e cercano solo di aumentare l’estensione dei loro averi terreni e fanno guerra a chi si oppone. - Ambivalenza del ruolo del Papa: D. lo vede come una vera e propria usurpazione perché il primato sul potere temporale spetta all’imperatore e non al Papa, cosa SACRILEGA (contro il volere di Dio) secondo D. è stato Dio stesso ad assegnare all’imperatore il compito di governare gli uomini ed occuparsi di politica. D. lo afferma più volte nel 4° trattato del convivio e nella Divina Commedia (16° canto purgatorio, 6° canto paradiso). - Dante durante la sua vita vide 14 Papi. Nella commedia non parla di tutti questi (5 non vengono nominati) nomina gli altri 9 e di questi 9 solo uno è in Paradiso (Giovanni XXI, per la sua attività filosofica e non legata al papato). In questo canto D parla con Nicolò III e vengono nominati Bonifacio VIII e Clemente V.

I simoniaci - Prendono il nome da un personaggio degli atti degli apostoli (nuovo testamento), Simon Mago (mago di Samaria, città della Palestina), a Samaria durante una predicazione giungono Pietro e Giovanni e convertono gli abitanti, li battezzano e anche Simon Mago viene battezzato. Simon Mago vede gli apostoli infondere lo spirito santo con la sola imposizione delle mani sulle persone e offre loro dei soldi per poter comprare quel potere. Pietro lo rimprovera e lo caccia. Il termine Simoniaci viene usato per indicare chi compra o vende cose sacre o di natura spirituale (ordinazioni, sacramenti) o di natura fisica (reliquie). D. lo usa in senso ancora più generale: sfruttare l’autorità religiosa per fini temporali e politici. (colpa sempre legata alla cupidigia). D. parla dei Papi dimostrando che la corruzione era arrivata ai vertici, si tratta di una provocazione molto forte soprattutto per il medioevo. Dannati conficcati a testa in giù in piccole buche e con piedi e gambe avvolti da fiamme - Molte buche, molti dannati, uomini di chiesa corrotti. - fuoco che brucia i piedi, un fuoco inestinguibile. - uomini che hanno rivolto il loro interesse non verso l’alto ma verso il basso (cose terrene) sguardo volte per l’eternità verso terra. - persone precipitate dall’alto che si sono conficcate a terra, D. vuole farci pensare al tema della caduta (lucifero), anche i simoniaci sono ministri di Dio che si sono ribellati a lui e hanno pensato di poterlo sostituire. - e la morte di Simon Mago: (Raccontata nei vangeli apocrifi, non riconos...


Similar Free PDFs